giovedì 13 dicembre 2018

A Vado si fa scuola di 'ciappineria'

Ci si propone l'incontro tra anziani artigiani e giovani apprendisti e al tempo stesso fornire un servizio ai cittadini.

L'Unione dei Comuni dell'Appennino bolognese invia:

Si chiama "La ciappineria" il nuovo servizio a Vado di Monzuno pensato dall’Auser Bologna con il sostegno del Comune di Monzuno. “Il ciappino” infatti nel gergo bolognese è un piccolo lavoro, quasi sempre di natura manuale.

L'idea è semplice: coloro che avessero la necessità di fare piccole riparazioni o semplici interventi di falegnameria potranno rivolgersi al laboratorio di modellismo della scuola secondaria di Vado (ingresso in via IV Novembre 10). Qui tutti i mercoledì, dalle 15 alle 17, un artigiano volontario utilizzerà le strumentazioni – di cui la scuola dispone a fini didattici nelle ore di lezione - per fornire un servizio ai cittadini che avessero bisogno di piccoli interventi, come risistemare la gamba di una sedia o la cornice di un quadro. Il servizio è a offerta libera e il ricavato andrà a finanziare le attività del laboratorio.

All’origine del progetto c’è un bando proposto alcuni mesi fa dal Comune di Monzuno che metteva a disposizione 1500 € per progetti delle associazioni di volontariato operanti negli ambiti culturale, turistico, sociale, ambientale. Il bando è stato vinto dall’Auser Bologna che in collaborazione con l'associazione Arci-Baldo, il Centro Sociale di Vado, l’Istituto comprensivo Vado-Monzuno ha proposto e poi realizzato “La ciappineria”.
Lo scopo non è tanto quello di far produrre ai ragazzi oggetti di tipo artigianale, quanto piuttosto quello di consentire loro, attraverso le metodologie del problem solving e del problem posing, di scoprire le leggi e le regole che permettono di imparare facendo.

L'iniziativa è stata promossa dall'assessore alla scuola di Monzuno, Lucia Dallolio, che spiega: «Abbiamo fortemente voluto questo bando per l'assegnazione di contributi economici a sostegno di iniziative a favore della collettività, perché queste piccole iniziative possono attuare il principio di sussidiarietà e migliorano la vita di comunità».

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