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Marco
naviga e non dimentica, anzi registra:
Ribadisco
quanto scritto nelle mail sottostante. Aggiungendo che al di là che
il trasporto regionale è cofinanziato dalle regioni, la sicurezza in
questo caso non può essere demandata alle singole Prefetture, bensì
a livello nazionale.
Non
dovrebbe essere difficile, né si dovrebbe togliere nulla alla
libertà personale del singolo obbligandolo a circolare con un
documento e rendendone obbligatoria l'esibizione eliminando la parte
dove si parla di declinare le proprie generalità.
Di
letteratura credo ce ne sia a sufficienza.
Prendendo
spunto dall'ennesima aggressione ad un capotreno
http://www.renonews.it/unione-comuni-dellappennino-bolognese/vergato/2016/01/02/vergato-aggredisce-capotreno-arrestato/
http://vergatonews24.it/2016/01/02/vergato-aggredisce-il-capo-treno-perche-non-ha-il-biglietto-e-ubriachi-al-volante-arrestati/
http://notiziefabbriani.blogspot.it/2016/01/a-vergato-un-viaggiatore-portoghese.html
mi
sono poi andato a leggere una risposta, datata 27 luglio 2015, ad uno
dei tanti atti ispettivi rivolti al competente Assessore per fatti
sicuramente più gravi di quello pubblicato oggi, avvenuti in altra
Regione
http://demetra.regione.emilia-romagna.it/al/monitor.php?vi=all&pg=AIS/10/2015/AIS_10_789_c1/AIS_10_789_c1_v1.pdf&blob=1&pg_t=application/pdf&pg_a=n&pg_dir=a&id_doc=71ccab91-640c-2edd-0249-55b2404ca34b
Verso
la fine della risposta, esordisce con questa conclusione:
<<alcuni
dei quasi 1000 treni del trasporto regionale ...... hanno quindi, tra
i passeggeri, un carabiniere o un agente di polizia, pronto a
intervenire i caso di bisogno.
Immaginare
che tutti i treni debbano essere scortati dalla polizia ferroviaria
appare una ipotesi alquanto improbabile per i rilevanti costi, anche
organizzativi, che ciò comporterebbe.>>
Allora
io dico che anche il costo sanitario (cure sanitarie del capo
treno) e di giustizia (nomina del difensore d'ufficio e costi di
traduzione degli atti (e della persona da Vergato a Bologna qualora
il soggetto fermato non parla correntemente l'italiano) spalmati: il
primo su tutta la popolazione fisica e giuridica regionale che paga
l'irpef regionale; la seconda sull'intero territorio nazionale, ha
un rilevante costo che non verrà certo recuperato nei confronti di
certe categorie di persone di sicura indigenza.
Altra
cosa di non poco conto che rilevo, il fatto che si debba fare
ricorso alle risorse umane e finanziarie dei Carabinieri quando
in questo contesto il Corpo di Polizia che ha competenza risulta
essere la Polizia Ferroviaria.
Tale
"distrazione temporanea" in termini di pattuglie fa
in modo che poi una parte del territorio rimanga "scoperto"
da controlli istituzionali dell'Arma. Soprattutto fuori dai Capoluogo
di Regione e Provincia dove essi hanno quasi l'esclusiva per il
controllo del territorio in relazione alla sicurezza e ordine
pubblico che per la prevenzione ela repressione dei reati.
http://www.poliziadistato.it/articolo/view/23465/
lascio
a voi il compito di analizzare gli "n" uomini in divisa in
"n" caserme e gli "n" passeggeri per dare la
giusta dimensione (non politica) in proporzione tra offerta della
sicurezza e su quanti obiettivi questa offerta deve dare riscontro
(stazioni, linee ferroviarie, treni)
https://www.ansf.it/documents/19/1563708/protocollo_intesa_ANSF-POLFER.pdf
http://www.publicpolicy.it/ferrovie-mit-aggressioni-44084.html
Una
via di mezzo potrebbe essere la possibilità di far co-finanziare
alla Regione, con risorse Europee, di Trenitalia-Tper e dei Comuni
toccati dalla linea e da quelli limitrofi, l'apertura di una
"filiale" di Polizia Ferroviaria (con max 2 tre agenti in
servizio dalle 6 alle 22) a metà percorso tra Porretta e che so
Sasso Marconi.
e
di spendere poche migliaia di euro per l'acquisto di spray al
peperoncino da parte di Trenitalia in concorrenza con la Regione (per
i treni cofinanziati) in vendita nelle armeria (aventi le
caratteristiche che si possono leggere su questo sito)
http://www.poliziadistato.it/articolo/11279-Spray_per_la_difesa_personale/
da
consegnare in dotazione a bordo dei treni, al solo scopo di evitare e
di subire aggressioni fisiche da parte dei piu' esagitati e/o
riottosi non potendo, come pubblici ufficiali, utilizzare mezzi
coercitivi come le forze di polizia.
Da
ultimo, sempre dalla risposta del competente Assessore si rileva che
i capi treno sanno della presenza delle forze dell'ordine a bordo dei
treni.
Ma
noi passeggeri no.
Come
da annuncio ci invitano sempre a rivolgerci al Capo treno in caso di
necessità poichè è la figura di riferimento.
Provocatoriamente
chiedo, da come stanno evolvendo le cose, se dovremo rivolgerci al
Paradiso prima di salire a bordo di un treno.
Marco.
C’è
un obbligo di avere con sé un documento d’identità da
far visionare in caso di un controllo di polizia o quando un
pubblico ufficiale in servizio di controllo a bordo dei treni chiede
il riconoscimento di un passeggero sprovvisto di titolo di viaggio?
Io
questo obbligo non sono riuscito ad individuarlo, né ho rilevato
sanzioni qualora un cittadino a passeggio sulla parte di crosta
terrestre politicamente chiamata Italia né al passeggero sprovvisto
di titolo di viaggio sulle medesima porzione di crosta terrestre di
cui sopra.
La Carta d’Identità è prevista dal Testo Unico delle leggi di Pubblica
Sicurezza che, all��art. 3 impone l’obbligo al Sindaco di
rilasciare la carta, ma nessun obbligo di in capo al cittadino di
richiederla.
Quindi
ne discende che nessuno può imporci di avere un documento.
Al
successivo art. 4 osservo però che
“L'autorità
di pubblica sicurezza ha facoltà di ordinare che
le persone pericolose o sospette e coloro che non sono in grado o si
rifiutano di provare la loro identità siano sottoposti a rilievi
segnaletici. Ha facoltà inoltre di ordinare alle persone pericolose
o sospette di munirsi, entro un dato termine, della carta di identità
e di esibirla ad ogni richiesta degli ufficiali o degli
agenti di pubblica sicurezza.”
Come
stabilire se una persona è “pericolosa o sospetta” potrebbe
richiedere defatiganti esercizi mentali.
osserviamo
però che il Testo Unico prevede che l’obbligo possa essere imposto
solamente alle succitate categorie, di fatto escludendo tutti gli
altri, che possono quindi andare in giro con le tasche vuote (anche
perché c’è crisi).
Però
il primo comma prevede che chi rifiuta o non è in grado di “provare”
la propria identità possa essere sottoposto a rilievi segnaletici.
Che
nel lato pratico lo si può tradurre nell’ “essere portato in
caserma o commissariato ed essere sottoposto ad accertamenti”.
Chi
è che può chiederci informazioni circa la nostra identità?
Non
solo le forze di polizia, ma qualunque pubblico ufficiale, come
stabilisce il Codice Penale, art. 651 (ma quello citato prima non si
chiama “Testo Unico” perché dovrebbe raccogliere tutte le norme
di pubblica sicurezza in un solo testo?):
“Chiunque,
richiesto da un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni,
rifiuta di dare indicazioni sulla propria identità personale, sul
proprio stato, o su altre qualità personali, è punito con l'arresto
fino a un mese o con l'ammenda fino a euro 206”.
Quindi
anche altri soggetti con la qualifica di pubblico ufficiale possono
chiederci “indicazioni” circa l’identità, ma, di nuovo,
non scaturisce nessun obbligo di possedere un documento, dato che
queste indicazioni il cittadino può fornirle semplicemente a voce.
Possiamo
allora stare tranquilli e non avere documenti?
Di
converso, a titolo esemplificativo, se siete alla cassa di un
supermercato e volete pagare con la carta di credito e questa non è
accompagnato dal documento di identità, non potete certo raccontare
di voi alla cassiera per procedere all’acquisto della merce scelta
dagli scaffali.
Se
dobbiamo ritirare un esame medico, se sottoscriviamo
un’utenza telefonica o quant’altro ci viene chiesto un documento
d’identità, quindi meglio averlo con noi, anche
nel caso di un controllo di polizia.
Io
ci rilevo una bestiale incoerenza. Spero la sappiate rilevare Voi e
possiate proporre un cambio nella normativa sulla Pubblica Sicurezza
che dovrebbe essere di rango superiore alle esigenze di una carta di
credito o alla diritto alla privacy rispetto al potenziale portatore
di patologie. Rispetto a possedere il documento anche
per i controlli di polizia.
Marginalmente
vi offro questo florilegio circa il ginepraio dei documenti di
identità di altri paesi a noi vicini.