Un lettore segnala questo
articolo ricavato da analisi di
Unimpresa. Lo riportiamo, come richiesto, sperando che l’analisi sia stata
redatta da un ‘falso profeta’.
Ma quale spending
review, ma quale calo delle tasse: il quadriennio 2015-2018 sarà da incubo
con una stangata fiscale da 68 miliardi e una spesa pubblica fuori
controllo in aumento di 35 miliardi. Secondo l'analisi del Centro studi
di Unimpresa nel 2018, sulle casse dello Stato peseranno uscite per 810,8
miliardi in aumento di 35,6 miliardi (+4,60%) rispetto ai 775,1 miliardi con
cui si chiuderà il 2014; in aumento costante anche il gettito fiscale che fra
quattro anni arriverà a quota 847, 8 miliardi, in crescita di 68,3 miliardi
(+8,76%) rispetto ai 779,4 miliardi che lo Stato incasserà quest'anno. Resterà
stabilmente sopra il 43% la pressione fiscale che si attesterà al 43,2% nel
2018 sostanzialmente invariata rispetto al 43,3% del 2014.
Spesa
pubblica - Le elaborazioni
di Unimpresa, basate su dati del ministero dell'Economia e delle Finanze,
rivelano anzitutto che la spesa statale è destinata a crescere continuamente.
Alla fine del 2014 dalle casse dello Stato usciranno 775,1 miliardi , cifra che
salirà a 775,5 milioni l'anno prossimo con un incremento di 377 milioni
(+0,05%); nel 2016 le uscite si attesteranno a 787,04 miliardi in crescita di
11,5 miliardi (+1,48%) sui 12 mesi precedenti; nel 2017 lo Stato arriverà a
spendere 796,2 miliardi, ben 9,2 miliardi in più (+1,18%) sull'anno precedente;
nel 2018 la spesa sfonderà il tetto degli 800 miliardi per arrivare a 810,8
miliardi con una crescita di 14,5 miliardi (+1,83%) sul 2017. Complessivamente,
nell'arco di quattro anni è dunque previsto un aumento di 35,6 miliardi della
spesa pubblica (+4,60%).
Tartassati - In costante salita anche il gettito
fiscale che quest'anno arriverà a 779,4 miliardi. L'anno prossimo dalle tasche
di famiglie e imprese usciranno in tutto 789,3 miliardi, vale a dire 9,8
miliardi in più (+1,26%) rispetto al 2014; nel 2016, poi, si arriverà a entrate
pari a 808,6 miliardi in salita di 19,3 miliardi (+2,45%) sui 12 mesi
precedenti; nel 2017 tasse e oneri sociali arriveranno a 826,9 miliardi, con un
incremento di 18,2 miliardi (+2,26%) sul 2016; nel 2018, poi, si arriverà a
sfiorare la vetta degli 850 miliardi con le entrate che si attesteranno a 847,8
miliardi in salita di 20,8 miliardi (+2,53%) sull'anno precedente.
Complessivamente, nell'arco di quattro anni è dunque previsto un aumento di 68,3
miliardi delle entrate nelle casse dello Stato (+8,76%). In questo arco di
tempo, la pressione fiscale resterà sostanzialmente invariata: 43,3% nel 2014,
43,4% nel 2015, 43,6% nel 2016, 43,3% nel 2017 e 43,2% nel 2018.
L'allarme - "Siamo di fronte a dati
spaventosi: è la prova che la spending review non esiste e che il taglio delle
tasse è un miraggio. Lo Stato continuerà a spendere sempre di più e il peso del
fisco sui contribuenti è destinato a salire. Come cittadini, come imprenditori
e come rappresentanti di persone che lavorano e cercano di portare il Paese
fuori dalla recessione ci sentiamo letteralmente presi in giro dal governo di Matteo
Renzi" commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.
"In questi giorni - aggiunge - si parla della riforma dell'articolo 18
dello Statuto dei lavoratori come se fosse la panacea di tutti i mali, ma si
tratta, e lo abbiamo già detto più volte, di un falso problema. La sensazione è
che si sia innescata una battaglia ideologica che ha, alle sue fondamenta, una
precisa strategia politica ma che in realtà non risolve i problemi delle
aziende italiane".