mercoledì 31 ottobre 2018

Il 'tempo' che ci aspetta

L'allerta della Protezione civile:


 

Dossier Statistico Immigrazione 2018

Riceviamo:

Si è tenuta a Bologna la presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2018, in contemporanea alle presentazioni in tutte le Regioni e Province Autonome d’Italia ad opera delle redazioni regionali del Dossier.
Organizzata
dall’associazione Africa e Mediterraneo con il patrocinio del Comune di Bologna, ha visto una grande partecipazione da parte di giornalisti,
operatori del settore sociale, esponenti del sindacato e di fondazioni bancarie, politici locali, rappresentanti dell’associazionismo culturale e religioso, studenti...
Il Dossier, nato nel 1991 per raccogliere e riflettere sui dati relativi al fenomeno migratorio, si è avvalso del contributo di oltre un centinaio di ricercatori e studiosi, con competenze e retaggi culturali differenti, in una coralità di approcci che fanno la ricchezza interpretativa e contenutistica
del volume. La vasta e diversificata serie di dati, provenienti sia da archivi amministrativi sia da ricerche sul campo e indagini qualitative, opportunamente elaborati e correlati, ha consentito una lettura puntuale, aggiornata e articolata dell’immigrazione in Italia, oggi più che mai urgente e necessaria.
A curare il dossier il Centro Studi e ricerche IDOS insieme al Centro Studi Confronti, con il sostegno dei fondi dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese e la collaborazione di UNAR.
Sandra Federici, direttrice di Africa e Mediterraneo, ha moderato gli interventi e presentato alcuni dati sul fenomeno migratorio a livello nazionale e internazionale. In particolare, ha sottolineato che, sulla stessa linea degli ultimi anni, l’Italia non è né il paese con il numero più alto di immigrati né quello che ospita più rifugiati e richiedenti asilo.
Infatti, con circa 5 milioni di residenti stranieri (5.144.000 a fine 2017, secondo l’ISTAT), il nostro paese viene dopo la Germania, che ne conta 9,2 milioni, e il Regno Unito, con 6,1 milioni, mentre supera di poco la Francia (4,6 milioni) e la Spagna (4,4).
I rappresentanti istituzionali hanno dato il benvenuto ai partecipanti e aperto l’evento sottolineando l’importanza, nel contesto sociale e politico contemporaneo, di ricercare e rifflettere su dati che rappresentano la realtà.
L’assessore al Lavoro Marco Lombardo ha invitato le amministrazioni e
istituzioni locali impegnate nella gestione del fenomeno migratorio
a curare con egual impegno non solo l’accoglienza, ma anche la comunicazione.
Maria Adele Mimmi, capo area Welfare del comune, ha ribadito l’impegno delle istituzioni locali a rafforzare il sistema d’accoglienza locale e a promuovere l’utilizzo di un nuovo linguaggio per parlare di migrazioni.
Andrea Stuppini, redattore del Dossier, si è focalizzato sull’impatto economico e lavorativo dell’immigrazione in Emilia Romagna, dove oltre 255.000 lavoratori stranieri versano contributi superiori alle spese previdenziali loro dedicate.
Inoltre ha sottolineato come i cittadini stranieri abbiano risentito del
la crisi economica maggiormente, con un tasso di occupazione
inferiore a quello degli italiani (dieci anni fa la situazione era inversa), e un guadagno medio inferiore del 23% rispetto alla media italiana.
Valerio Vanelli, dell’Osservatorio sul fenomeno migratorio della Regione Emilia-Romagna, ha illustrato i dati regionali ed evidenziato come il fenomeno vada verso la stabilizzazione e il radicamento. In base al rapporto sui dati 2017, i cittadini stranieri residenti in Emilia-Romagna al 1° gennaio 2018 sono 538.677, pari al 12,1% della popolazione complessiva.
Nonostante quasi 6.000 persone in meno rispetto al 2016 abbiano ottenuto la cittadinanza in Emilia-Romagna, un quarto dei
bambini nella fascia d’età dei 5 anni nati in Emilia-Romagna hanno genitori stranieri.


Alcuni aggiornamenti sul pluralismo religioso in rapporto alle migrazioni
sono stati quindi offerti da Alessia Passarelli, del Centro Studi Confronti,
ad esempio la notazione che,a differenza del pensiero comune, la
maggioranza degli immigrati, il 52,6%, è di fede cristiana, mentre i credenti musulmani sono il 32,7% del totale e la percentuale di immigrati atei o agnostici è del 4,7% e in costante aumento. Passarelli ha inoltre sottolineato come la mancanza di dialogo fra le istituzioni pubbliche e
le comunità religiose presenti sul territorio potrebbe risultare in una chiusura di queste comunità e nella nascita al loro interno di percorsi poco controllabili. “Spesso fermarsi significa anche fare un passo indietro” e perdere l’occasione di fare del pluralismo religioso una ricchezza per la società.
Annalisa Faccini, rappresentante di ASP Città di Bologna, ha presentato i dati aggiornati del sito Bologna Cares! sul sistema d’accoglienza SPRAR a Bologna, sottolineando la progettualità innovativa e complessa che ha portato alla sua organizzazione a partire da settembre 2017. Ha evidenziato in particolare l’impatto positivo sugli ospiti, in particolare per quanto riguarda i servizi volti all’inserimento nell’ambito lavorativo, che hanno portato molti beneficiari ad attivare tirocini formativi.
Sarà presto online il nuovo sito del Dossier, www.dossierimmigrazione.it
, completamente rinnovato grazie alla collaborazione di coop.
Lai - momo, che conterrà dati e informazioni e la possibilità di
acquistare il dossier online.

Tartufesta: polenta e funghi per Sant’Apollonia



Di Danilo Malferrari

Alla tartufesta di  Sasso Marconi  ProlocoParrocchia scendono in campo per il recupero del piccolo oratorio di Sant'Apollonia ( nella foto). 
La polenta con funghi delle stand parrocchiale
Devolveranno infatti gli incassi dei cinque giorni di festa alla raccolta per il restauro dell’Oratorio, fra i pochi monumenti storici del  centro di Sasso Marconi. La pregiata costruzione, cara per la sua valenza architettonica e religiosa, sta subendo gli effetti del tempo e richiede un intervento conservativo.
Fu il poeta e giurista Claudio Achillini, vissuto fra il 1574 e il 1640, rientrato a Sasso Marconi nella villa delle Torrette, ora villa Fanti, per evitare il contagio della peste di manzoniana memoria, a far costruire l’Oratorio come ringraziamento, appunto, per 'lo scampato pericolo' . Il significativo oratorio, scampato alla distruzione della seconda guerra mondiale, maltrattato dall'urbanizzazione del dopo guerra, vuole sopravvivere e richiede importanti interventi conservativi
A tal fine sarà attivata una raccolta fondi con metodo  crowdfunding e cioè, se non si raggiungerà la quota necessaria,  le offerte saranno restituite ai sottoscrittori e purtroppo il restauro non verrà effettuato.

Torna la Tartufesta a Sasso Marconi

Archiviato il primo week-end, la Tartufesta di Sasso Marconi riparte domani, giovedì 1 novembre, e, dopo una pausa nella giornata di venerdì, prosegue sabato 3 e domenica 4 novembre, ultime giornate dell'edizione 2018.
Oltre al consueto carico di sapori, profumi, specialità e curiosità eno-gastronomiche provenienti da diverse regioni italiane, ai mercati tematici e ai punti ristoro dove trovare e degustare il tartufo e gli altri prodotti tipici dell'Appennino (per info e dettagli sul programma, consultare il sito www.comune.sassomarconi.bologna.it), Tartufesta propone anche appuntamenti culturali, momenti di spettacolo e visite guidate alla scoperta di alcuni dei luoghi di interesse storico e naturalistico del territorio. 

Il secondo week-end di Tartufesta avrà un'anteprima a teatro oggi, MERCOLEDI' 31 OTTOBRE, quando l'attore comico Pier Paolo Pederzini (nella foto) porterà in scena nel Teatro comunale alle 21, il suo"Facciamo finta che sia cabaret".
Uno spettacolo dove, unendo le proprie doti di improvvisatore all'arte della rima estemporanea, Pier Paolo Pederzini crea una serie di situazioni surreali ed esilaranti, in cui vengono sapientemente mescolate citazioni colte, canzoni goliardiche e battute da osteria. Dante, Ariosto, gli antichi Trovatori e i Giullari più irriverenti si fondono con la comicità contemporanea, per svelare e canzonare gli aspetti più curiosi della nostra realtà.
Ingresso libero (spettacolo a cura di Pro Loco Sasso Marconi).

GIOVEDI' 1 e DOMENICA 4 NOVEMBRE nel Giardino della Ghiacciaia proseguono invece gli appuntamenti tra musica e spettacolo a cura di Pro Loco e Associazione "Le Nuvole". Nelle due giornate, sono in programma spettacoli di burattini a cura della compagnia "I burattini di Riccardo" (ore 10.30 e 14.30), seguiti rispettivamente da un omaggio alla canzone napoletana con Mirco Menna alla chitarra e Antonio Stragapede al mandolino (giovedì 1), e dal concerto "Ieri, oggi, domani": un viaggio sonoro tra i grandi classici di tutti i tempi, con incursioni nel liscio bolognese, sulle note della fisarmonica di Gianni de Marco (domenica 4). 

Ma a Tartufesta c'è spazio anche per il teatro di strada. SABATO 3 NOVEMBRE sarà la piazza cittadina a fare da cornice a Boy's Clown" spettacolo in cui Andrea Meroni ( nella foto) , artista di "Collettivo Clown", indossa i panni di un boy scout smarritosi durante una prova di orientamento, cimentandosi in coinvolgenti numeri di acrobazia, giocoleria e magia (doppio spettacolo in Piazza dei Martiri, ore 12 e 18).

Escursioni e visite guidate completano il ricco programma di eventi collaterali di Tartufesta. Si comincia GIOVEDI' 1 NOVEMBRE con un TartuTrekking sul Contrafforte Pliocenico, che porterà gli escursionisti ad attraversare il Parco naturale dei Prati di Mugnano e i sentieri di Monte Mario dove, nell'inverno 1944/45, si attestò la Linea Gotica, prima di fare ritorno alla Tartufesta. Ritrovo alle 9 c/o il Punto informazioni di Tartufesta, info e prenotazioni allo 051-6758409.
DOMENICA 4 NOVEMBRE si può scegliere tra la visita speleo-archeologica all'Acquedotto Romano, con possibilità di visitare un breve tratto dell'acquedotto sotterraneo realizzato nel I sec. a. C. per rifornire di acqua la città di Bologna (ritrovo ore 10 c/o l'Oasi naturale di S. Gherardo - info e prenotazioni allo 051-6758409), e la visita guidata al Museo Marconi, che ospita riproduzioni funzionanti delle apparecchiature marconiane: in questo caso il ritrovo è alle 10 a Villa Griffone, la casa paterna di Guglielmo Marconi a Pontecchio - prenotazione obbligatoria al n. 051 846121  


martedì 30 ottobre 2018

Si apre voragine: lavori urgenti sull'asse attrezzato a Casalecchio

Disagi alla circolazione per lavori in corso a Casalecchio sull'asse attrezzato in direzione Bologna (prima del ponte sul Reno).

Lo rende noto il Comune e ricorda che si circola su una sola corsia a causa di una voragine che si è aperta sulla corsia di sorpasso. I lavori di ripristino sono previsti domani, mercoledì 31 ottobre.

Non va meglio in Appennino: si registrano cabine elettriche danneggiate, cavi tranciati, cantine allagate e alberi abbattuti dal nubifragio.

Ad Alto Reno Terme è caduto un palo Telecom che si è abbattuto su un altro palo elettrico. A Castel di Casio, in via Pida, un fulmine ha colpito una cabina elettrica, provocando un corto circuito e quindi un incendio. A Vergato, un albero ha tranciato i cavi dell'alta tensione che sono caduti sulla carreggiata. A Sasso Marconi cantine allagate e alberi abbattuti. A Villa di Grizzana Morandi, carreggiata inondata da fango, rami e frana. A Lizzano in Belvedere, in via Panoramica, si è provveduto a mettere in sicurezza un albero pericolante, mentre a Monzuno, in Piazza Don Aldo Rossi, albero è caduto sopra una macchina. Caduta massi a Gaggio Montano, SP del Passo Brasa. 









Maltempo, picchia automobilista che lo schizza

A Bologna durante il nubifragio di ieri pomeriggio

 © ANSA
Dopo essere stato inzuppato da una macchina passata su una pozzanghera, un pedone si è arrabbiato al punto da prendere a pugni in faccia l'automobilista. È successo verso le 17 di lunedì in via Murri, a Bologna, durante il nubifragio che nel pomeriggio ha colpito la città. A fare le spese dell'aggressione è stato un bolognese di 20 anni che era alla guida di una macchina. Era fermo a un semaforo quando un uomo gli ha bussato al finestrino: appena lo ha abbassato si è preso, insieme a una serie di insulti per avere appena bagnato il pedone, anche un pugno direttamente sul naso, che gli ha fatto perdere un po' di sangue. L'uomo che lo ha colpito, descritto come un italiano sui 30-35 anni, si è allontanato prima dell'arrivo dei carabinieri, chiamati dal ragazzo e da altri automobilisti.

Maltempo: ieri in Emilia Romagna vento a 110 km/h

Impegnati 200 volontari della Protezione civile in regione


A causa del maltempo ieri in Emilia-Romagna il volontariato di protezione civile ha mobilitato oltre 200 persone, di cui 81 nel parmense, 50 nel ferrarese, altrettanti nel reggiano e altri nei territori più colpiti. Secondo i dati Arpae, tra domenica e lunedì le medie areali di pioggia caduta nel piacentino e nel parmense sono state di 150 millimetri, di 90 nel reggiano e modenese. In particolare, ieri, sul bacino del fiume Taro (Parma) si sono scaricate piogge fino a 200 millimetri in 6 ore. I danni più rilevanti sono stati provocati dal vento, la cui intensità ha raggiunto i 110 kmh in Appennino e zone pedecollinari. A Bologna alcune raffiche sono arrivate a toccare i 90 kmh. I fenomeni più gravi si sono verificati nel piacentino, nel ferrarese e nel modenese. Le mareggiate, hanno danneggiato molti stabilimenti balneari. I vigili del fuoco hanno effettuato centinaia di interventi: impegnati tutti e 9 i comandi provinciali, 40 squadre, soprattutto per rimuovere alberi e sistemare tetti e cornicioni. (ANSA)

Sindacati, non lavorare l'1 novembre

L'appello delle sigle del commercio in Emilia-Romagna

I sindacati confederali del commercio dell'Emilia-Romagna invitano ad astenersi dal lavoro nei centri commerciali il primo novembre, festa di Ognissanti.
    Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil ricordano ai lavoratori che "sulla base delle norme contrattuali vigenti, e alla luce delle recenti sentenze della Cassazione potranno rifiutarsi di effettuare prestazioni lavorative in tutte le festività, senza incorrere in nessuna sanzione.
    I tre sindacati chiedono inoltre "di porre un limite alle aperture incontrollate che in questi anni hanno stravolto il settore e la vita delle lavoratrici e dei lavoratori delle aziende del commercio. E "di escludere la possibilità di aprire in occasione delle festività nazionali, restituendo a questi giorni il valore civile e religioso che è patrimonio della nostra storia e della nostra cultura", oltre che "di restituire agli Enti locali congiuntamente alle parti sociali la prerogativa di definire la regolamentazione delle aperture territoriali.

Portiamo 'Educazione alla Cittadinanza' a scuola.


Eugenio Salamone, Capogruppo Consiliare lista civica 'Un'Altra Sasso', scrive:


Affinché anche il comune di Sasso Marconi possa aderire all'iniziativa promossa da Anci 'Educazione alla Cittadinanza', abbiamo coinvolto con una richiesta ufficiale il Sindaco e la Giunta Comunale.
L'iniziativa dovrebbe portare entro la fine dell'anno, attraverso le firme raccolte, alla presentazione di una proposta di legge in tal senso.

Auspichiamo che la nostra richiesta non incontri ostacoli e che venga fatta adeguata informazione verso la cittadinanza per consentire ai cittadini di sottoscrivere l'importante iniziativa.

La necessità di una educazione alla cittadinanza è illustrata nella presentazione della proposta di legge da parte di Anci: “Assistiamo a un progressivo indebolirsi del senso di responsabilità e rispetto reciproco. Imparare a essere cittadini è un obiettivo raggiungibile il cui perseguimento non è più rinviabile”. 
 

lunedì 29 ottobre 2018

Prolungata l'allerta meteo, ancora temporali in Appennino

Il vortice perturbato ancora sull'Emilia per le prossime 36 ore. Vento e piogge, poi l'attenuazione



Continua l'ondata di maltempo. La Protezione civile ha emanato una allerta meteo arancione in Appennino, per vento e temporali. L'avviso è valido per le prossime 36 ore, fino alla mezzanotte di domani.

A Sasso Marconi nuove costruzioni ?

C'è la proposta di rendere edificabili cinque lotti a Sasso Marconi? Parrebbe proprio di sì. Si tratterebbe di nuove previsioni edificatorie di cui due significative, una in centro a Sasso Marconi e l'altra nelle vicinanze della chiesa di Pontecchio . La proposta, approvata da tempo dal Consiglio Comunale, non avrebbe però l'apprezzamento della Città metropolitana che ha formalizzato la sue perplessità inviando all'amministrazione comunale precise osservazioni. Osservazioni verrebbero anche da una o più associazioni ambientaliste. Pure il gruppo consiliare di opposizione Sasso Libera avrebbe preso le distanze dalla nuova proposta e in una interrogazione avrebbe evidenziato l'inopportunità di destinare nuove aree all'edificabilità quando la previsione edificatoria del piano regolatore in vigore non è ancora esaurita, anzi stenterebbe a concretizzarsi per la nota crisi del settore. Questo è quanto si apprende del 'gazzettino di piazza' non sempre attendibile, ma come si dice 'Voce di Popolo voce di Dio'. Certo i frequentatori della stanza dei bottoni del Comune non ne parlano con disinvoltura, c'è persino chi si trincera dietro a un 'no coment'. Se è vero quindi si vedrà.

Botta e risposta sulla proposta di soluzione del NODO VIARIO BOLOGNESE: “Il passante Sud è una banalizzazione' ; No, l'anulare è la soluzione di tutti i problemi

Acceso scambio di punti di vista fra il Comitato per l'Alternativa al Passante Nord, che definisce la proposta di 'Anello viario di Bologna con una galleria a sud della città un 'RIPIEGO', e chi sostiene quale panacea dei mali 'viari' di Bologna il Passante SUD. Di questa ultima soluzione beneficerebbe anche l'Appennino. Santoni e altri 4 sindaci dell'Appennino sostengono il Passante Sud e hanno scritto al Ministero per sollecitarne la realizzazione ( che riportiamo in coda).

L'argomento è molto importante per Bologna e per le vallate dell'Appennino boloignese, quindi l'articolo è molto lungo, ma dati i contenuti merita la pazienza di leggerlo per intero. 

Il Comitato per l'Alternativa al Passante Nord mediante un allargamento della tangenziale , ma contrario a quello sud, sostiene:

Alla casa della Cultura a Casalecchio, è tornata in scena la banalizzazione della Tangenziale di Bologna come la magica soluzione di tutti i mali del Nodo di Bologna, seguendo le conclusioni di un Convegno sulla mobilità metropolitana del 19 gennaio 2018 in cui tre docenti (o ex docenti) della Scuola di Ingegneria dell'Università di Bologna l'hanno indicata come il miglior intervento possibile bocciando,
senza mezzi termini, l'allargamento in sede.
Peccato che questa banalizzazione, dalla sua comparsa nel 2003 ai giorni nostri sia stata la soluzione più criticata e bocciata da varie "parti" di alto livello come il Convegno tenutosi nell'Aula Magna di Ingegneria
del dic. 2015 con docenti ed ex docenti dell'Università, e in varie occasioni dalla Società Autostrade per l'Italia, definita dai relatori del convegno "la migliore del mondo" che "ha insegnato a tutti come si costruiscono le reti autostradali".
Attendevamo nell'incontro del 19 ultimo scorso a Casalecchio di sentire gli argomenti che avevano resuscitato il "cadavere" della banalizzazione e bocciato l'allargamento in sede, impropriamente chiamato Passante di Mezzo.
Siamo rimasti molto sconcertati dalla ricostruzione "lacunosa" dei diversi progetti sulla Tangenziale da metà anni 80 ai giorni nostri e delle relative
responsabilità politiche. Non abbiamo avuto il conforto di dati che giustificassero la disinvoltura con cui venivano minimizzati i limiti e le difficoltà della banalizzazione né sono state presentate ragioni convincenti per la drastica bocciatura dell'allargamento in sede.
Per quanto riguarda la ricostruzione storica è stato detto che la decisione di cancellare l'allargamento a 3+3 corsie con relative emergenze di Tangenziale ed Autostrada, voluta da Imbeni alla fine degli
anni '80, è stata un grave errore politico perché ha impedito la soluzione dei problemi del nodo stradale di Bologna e ha dato inizio ad un calvario che si è trascinato per altri 30 anni.
Non è però stato spiegato in modo convincente perché oggi la stessa soluzione venga dallo stesso relatore bocciata senza appello. E' stato solo vagamente accennato alle condizioni (quali?) che sarebbero nel frattempo cambiate.
In realtà ben poco è cambiato da allora, se non la netta diminuzione di inquinanti emessi dai veicoli, mentre molti dei punti più critici come San Donnino erano già presenti.
Tutta la vicenda del Passante Nord, durata dal 2002 al 2015, è stata liquidata dall'ing. Salizzoni in poche parole dicendo che si trattava di un mediocre progetto trasportistico che poi si è perso, dimenticando di citare che il Passante era stato fermato dal ns Comitato con solidi argomenti e con dati che ne avevano messo in luce non solo la inefficienza dal punto di vista trasportistico e urbanistico, ma anche il suo devastante impatto ambientale, lo spreco energetico e di risorse, in spregio tutti gli attuali concetti di sostenibilità.
Facciamo notare inoltre che il Progetto Passante Nord era stato firmato anche dalla Giunta Guazzaloca in cui l'ing. Salizzoni era Vice Sindaco e prevedeva, tra l'altro, una banalizzazione della Tangenziale eliminando l'autostrada al centro dell'asse con la soppressione di una delle cinque corsie per diminuire i flussi turbolenti di traffico. Questo progetto non "si è perso" ma è rimasto vivo e vegeto, con tanto di progetto esecutivo costato 20 milioni, fino al 2015, anno della scelta del Sindaco Merola di ripudiare il Passante Nord.
Nessuno ha ricordato che il ns Comitato ha presentato fin dal 2004 un progetto, alternativo al passante Nord, di "allargamento in sede" dell'asse Tangenziale a 3+3 corsie per senso di marcia più emergenze senza uscire dal sedime attuale, e quindi senza espropri, trasformando la Tangenziale da problema a risorsa per la città; un progetto ben diverso come concezione rispetto a quello presentato da Società Autostrade nel 2016, illustrato al popolo nei vari quartieri, ribattezzato Passante di Mezzo, e bloccato dal rinvio "sine die" della Conferenza dei Servizi imposto dall'attuale Ministro pochi mesi fa ad un passo dalla
fase di cantierizzazione.
La ns proposta di allargamento della Tangenziale e sistemazione della viabilità del quadrante Nord è stata appoggiata in tutti questi anni e fino al 2015 da diverse forze politiche e associazioni tra cui ricordiamo Rifondazione, i Verdi, la Lega, i M5S, Legambiente, WWF e Italia Nostra. Dopo la conversione nel 2015 del Sindaco Merola verso il potenziamento in sede, molti di questi sostenitori hanno cambiato rotta di 180" e ai giorni nostri sono contro qualsiasi allargamento e appoggiano la banalizzazione.
Il progetto di allargamento di Autostrade, il cosiddetto Passante di Mezzo, approvato dal Ministero e finanziato con budget della stessa Società, pur avendo scelto la discutibile strada degli espropri, mantiene
una visione d'insieme del territorio che il Comitato fin dall'inizio ha sostenuto. Infatti comprende anche il completamento della viabilità minore incompiuta del quadrante a nord della città che contribuirebbe anche, e in maniera rilevante, ad alleggerire il traffico ordinario sulla Tangenziale.
Nel disegno della banalizzazione tutto questo non è neppure contemplato.
A proposito di responsabilità politiche non è stato detto che II Passante Sud, presentato fin dal 2003, venne sostenuto da una parte della destra in contrapposizione al Passante Nord, ma dopo qualche tempo, dimenticandone tutti i pregi tecnici sostenuti fino a quel momento, si convertì al Passante Nord quando si capì che i finanziamenti sarebbero
andati in quella direzione.
Ricordiamo in ogni caso che oggi più che mai la priorità n°l del Nodo Bolognese è l'eliminazione della congestione sulla Tangenziale nelle ore di punta. Secondo noi la soluzione migliore per risolvere definitivamente questo problema in una prospettiva futura può essere solo l'allargamento a 3+3 corsie più emergenze e non la banalizzazione che rappresenta comunque un provvedimento forzato, pieno di escamotages per minimizzarne le difficoltà, le incognite sulla funzionalità le lacune sulla sicurezza e una cantierizzazione tutt'altro che "banale" e poco invasiva.
Il Passante SUD potrà servire a chiudere un anello attorno a Bologna e a mettere in comunicazione due vallate, ma da solo influisce in modo insufficiente sulla congestione della Tangenziale.
Purtroppo ci siamo resi conto che per la soluzione del più importante Nodo Viario italiano ancora una volta si cerchi di ricorrere ad un ripiego e non ad un grande progetto di lunga prospettiva, in accordo con tutti i
principi di funzionalità e sostenibilità ambientale ormai affermatisi in tutto il mondo.

Gianni Galli e Severino Ghini (www.passantenord.org


LISTA CIVICA CASALECCHIO DI RENO, che sostiene la necessità del Passante Sud, replica:

Bologna è il più importante nodo infrastrutturale di collegamento fra il nord ed il centro-sud Italia.
La crisi della mobilità del nodo bolognese continua a far pagare un prezzo altissimo alla popolazione.
I nodi di Casalecchio e di Rastignano negli ultimi decenni sono costati in ore perdute oltre 300 milioni di Euro senza contare i danni da inquinamento atmosferico, acustico ed il maggior consumo di carburante.
Non fare costa! E finora ha prevalso purtroppo la cultura del non fare nella manutenzione, nell’adeguamento e nell’ammodernamento.
Il blocco del nodo di Bologna divide l’Italia in due pezzi e sbarra il collegamento fra il nord Europa ed il centro-sud Italia. Bologna deve quindi garantire sempre il transito, anche veicolare, di attraversamento dell’area. Le migliori garanzie a questo riguardo sono offerte dalla realizzazione di un
GRANDE RACCORDO ANULARE
Per attuare il raccordo anulare è indispensabile realizzare il PASSANTE SUD, che secondo l’ultimo progetto particolareggiato – illustrato sinteticamente nel Convegno della Lista Civica di Casalecchio di Reno del 19 ottobre u.s. – avrebbe una lunghezza complessiva di 14 km di cui 11 in galleria, realizzabile in 2 anni senza interferenze (se non marginali) con la viabilità esistente e con costi stimati di circa 0,9 miliardi di euro.
La realizzazione del passante sud sarebbe inoltre un toccasana sia per il nodo di Casalecchio che per le valli della montagna bolognese – come ben evidenziato dall’intervento del Sindaco di S. Benedetto, Santoni -.
Il Convegno della Lista Civica di Casalecchio ha inteso mettere a punto una tematica che interessa i cittadini di Casalecchio ed insieme l’intero sistema metropolitano di Bologna.
I relatori, su cui gli apprezzamenti del Comitato per l’alternativa al passante nord appaiono fuori luogo e gratuitamente polemici, hanno ragionato sulle alternative oggi effettivamente in campo, una volta tramontato il progetto del Passante Nord, di cui è emersa con crescente evidenza l’inadeguatezza trasportistica e l’effettivo notevole impatto ambientale.
Di fatto, oggi le alternative in campo sono le seguenti:
A) la soluzione delle tre corsie autostradali per senso di marcia a cui aggiungere le tre corsie stradali, con aumento di una corsia stradale per senso di marcia ed un sensibile allargamento della piattaforma;
B) la soluzione della banalizzazione/liberalizzazione dell’intera tangenziale, mantenendo invariata l’attuale piattaforma, con barriere ai terminali di Casalecchio, Borgo Panigale, Interporto e Ozzano, a cui integrare nel tempo il cosiddetto Passante autostradale Sud, in galleria naturale tra Pontecchio e San Lazzaro.
La soluzione A), proposta da Autostrade per l’Italia, è oggi sostenuta dal Comune di Bologna e dalla Città Metropolitana, oltre che dalla Regione. Essa incontra difficoltà gravi per l’impatto urbanistico e ambientale che determinerebbe, emerso con grande evidenza anche nella fase delle osservazioni al progetto da parte delle proprietà interessate, ed ancor più per una cantieristica di cui è immediato riconoscere le gravi criticità estese per un lungo periodo di tempo, ragionevolmente non sostenibili dalle centinaia di migliaia di utenti stradali e autostradali, che ogni giorno sono costretti ad utilizzare un’infrastruttura di assoluto rilievo nazionale, che non presenta alternative, nemmeno a livello locale. Essa avrebbe un impatto consistente anche per i cittadini che si trovano a vivere in prossimità di tale infrastruttura.
La soluzione B), al di là di ogni inutile polemica, garantisce, con il mantenimento della attuale piattaforma, degli attuali svincoli, degli attuali cavalcavia e dei due viadotti ferroviari, la cantieristica più semplice e meno gravosa per gli utenti e per i cittadini, oltre che costi e tempi relativamente contenuti.
Le criticità realizzative segnalate, alcune anche relativamente impegnative, sembrano tutte agevolmente superabili; mentre le criticità trasportistiche addotte non sembrano avere ragione di essere.
La soluzione garantisce una fluidità di utilizzo, con notevoli garanzie di netto incremento della capacità di trasporto e contenimento dell’impatto sulla qualità dell’aria e sul clima acustico. Essa inoltre, con le barriere portate a Interporto e Ozzano, appare preziosa per rispondere al meglio alla domanda dei pendolari, che rappresenta ben oltre la metà della domanda complessiva sull’intero sistema della Tangenziale.
Questa soluzione, integrata con il progetto del Passante autostradale Sud in galleria, capace di ripartire e alleggerire sensibilmente il carico e l’impatto della mobilità autostradale sull’intera città, offre infine quelle garanzie di sicurezza che si dimostrano sempre più necessarie. Nello stesso tempo questo programma potrebbe aprire nuove prospettive di integrazione per i territori della media e alta collina bolognese.
Si osserva inoltre che la finalità dell'incontro non era limitata alle considerazioni relative a tangenziale/passante. Riteniamo doveroso ricordare le proposte volte a rendere più efficiente e meno impattante la mobilità sia pubblica sia privata, che prevedono:
A) interventi di tipo operativo (a bassissimo costo e ridotti tempi di messa a regime), quali la riduzione del tempo di permanenza in strada dei veicoli tramite riprogrammazione semaforica e la riconversione della rete Tper urbana verso un sistema hub & spoke a coincidenze per alleggerire i punti critici di congestione (Staz. FS, Via Rizzoli, ecc).
B) Opere di adeguamento su più livelli di alcune intersezioni viarie critiche (Rotonda Biagi di Casalecchio, intersezioni urbane con Emilia Ponente ed Emilia Levante, ecc). Tali interventi, una volta a regime, consentirebbero un incremento di efficienza e una riduzione di consumi ed emissioni valutabili nell'ordine del 25% rispetto ad oggi, oltretutto con tempi e costi definiti e certi, diversamente dalle ipotesi generiche e indefinite inserite nel PUMS 2018.
In campo trasportistico non esiste solo la realizzazione di adeguate infrastrutture, ma per ridurre l’inquinamento e per favorire la fluidificazione del traffico sono importantissime l’organizzazione e la gestione della mobilità attraverso una corretta progettazione multidisciplinare che renda realmente competitivo il mezzo pubblico.
Non è questa la sede per intervenire sulle proposte del Comitato per l’alternativa al passante nord, né per sviluppare inutili polemiche in una fase che richiede l’impegno da parte di tutti nella ricerca della miglior soluzione, una soluzione non più rimandabile.
È questo il significato dell’iniziativa presa dalla Lista Civica di Casalecchio, per cercare di dare un contributo nell’interesse dei cittadini rappresentati.
Casalecchio, 25.10.2018
Per la Lista Civica Casalecchio di Reno
Romano Stefanelli





La lettera dei Sindaci:




Al
MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

On. Danilo TONINELLI

Al

PRESIDENTE DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA

Stefano BONACINI










OGGETTO:
Interventi di potenziamento in sede del sistema autostradale-tangenziale di Bologna.
Richiesta di rivalutazione del progetto complessivo in favore del tracciato denominato “Passante Sud”.



Onorevole Ministro e caro Presidente,

a nome delle Amministrazioni che rappresentiamo Vi inviamo questa richiesta con l’intento di portare il nostro contributo sulla discussione tuttora aperta relativamente agli “Interventi di potenziamento in sede del sistema autostradale-tangenziale di Bologna”.

Riteniamo necessario fare emergere la voce di queste comunità avanzando la formale richiesta di rivedere il progetto di potenziamento del passante di Bologna, prendendo in considerazione l’ipotesi di sviluppo a favore del tracciato a Sud che alleggerirebbe anche il traffico a Nord.

Non sono motivi politici a spingere tale richiesta, che peraltro è sempre stata da noi sostenuta in tutte le sedi ed in ogni occasione in cui ce ne è stata data la possibilità, bensì la consapevolezza che oltre ad essere una soluzione utile per lo sviluppo infrastrutturale dell’intera valle del Savena e dell’Idice, e dunque dei relativi Comuni che da troppo tempo sono esclusi dalla programmazione infrastrutturale, grazie ad uno sviluppo per lo più in galleria il tracciato a Sud consentirà:
  1. di limitare l’impatto paesaggistico;
  2. di limitare al minimo il consumo di suolo;
  3. di ridurre notevolmente l’inquinamento atmosferico ed acustico;
  4. di ridurre notevolmente la vulnerabilità sismica delle strutture;
  5. di non perdere definitivamente l’opportunità della ricucitura a sud della città e la conseguente possibilità di creare una bretella autostradale capace di rappresentare una valida alternativa in caso di problemi legati ad incidenti e/o necessità manutentive.

Alla luce di quanto sopra, riteniamo quantomeno opportuno che le Istituzioni sovraordinate si attivino per fare una analisi di fattibilità che non si limiti esclusivamente a confrontare le spese vive occorrenti al finanziamento delle opere, ma che metta a confronto anche i costi sociali e quelli eventualmente derivanti dalle infrazioni comminate dall’Unione Europea in tema di inquinamento, con i benefici economici sociali e sanitari che tale soluzione porterebbe alla città di Bologna ed alla Città Metropolitana nel suo complesso, tenuto anche in debito conto che si potrebbero riutilizzare gli enormi volumi di terra scavati per la realizzazione delle gallerie per il riempimento di vecchi siti estrattivi di cave di gesso dismesse che rappresentano oggi delle criticità dal punto di vista della sicurezza, prima fra tutte l’Ex cava del Prete Santo alla Ponticella di San Lazzaro di Savena, intervento questo che sancirebbe la definitiva messa in sicurezza dell’abitato.

Avevamo da tempo preparato questa lettera, ma a seguito delle recenti tragedie che hanno colpito prima Bologna e poi Genova abbiamo ritenuto opportuno aspettare ad avanzare tali richieste per rispetto delle persone coinvolte e purtroppo decedute, delle loro famiglie, ed anche per non distogliere attenzione al lavoro svolto e tuttora in corso da parte dei vari soggetti istituzionali con i quali ci complimentiamo.

Concludiamo con la più ovvia, ma crediamo motivata, richiesta: la disponibilità da parte del Ministero e dei competenti uffici Regionali ad adottare, con gli strumenti ordinari e straordinari di cui disponete, tutte le azioni opportune affinché si proceda con la rivisitazione del progetto in argomento sostituendo il potenziamento in sede in favore del Passante autostradale a Sud di Bologna che favorirebbe oltre che le aziende del territorio anche l’aspetto sociale e turistico.

Certi che comprenderete le ragioni di tale richiesta, nell’attesa di un cortese riscontro ed a disposizione in qualsiasi momento, l’occasione ci è gradita per porgerVi i nostri più cordiali saluti e l’augurio di buon lavoro.

I Sindaci dei Comuni di Monzuno, San Benedetto Val di Sambro, Loiano, Monterenzio e  Monghidoro









Come difendersi dalle truffe, a Castiglione lo insegnano.



Monica Raffaelli informa che domani, martedì 30 ottobre, alle 21, a Casatiglione dei Pepoli, è in programma un incontro informativo sul tema 'Truffe, come difenderci…' organizzato dall'associazione 'Castiglione 2000' . 

La partecipazione è libera 

 

domenica 28 ottobre 2018

Allerta su Emilia Romagna per temporali e mare

In vigore dalla mezzanotte di oggi a quella di domani



Da ANSA


Allerta meteo della Protezione Civile regionale, dalla mezzanotte di oggi a quella di domani, sull'Emilia-Romagna. In particolare è prevista un'allerta di colore rosso per lo stato del mare sulla costa ferrarese e arancione su quella romagnola e un'allerta di colore arancione per temporali sui bacini emiliani occidentali, sui bacini emiliani centrali e sui bacini emiliani orientali.
    Nel dettaglio, viene spiegato in una nota, sono "previste precipitazioni diffuse, anche per lunedì 29 ottobre, con possibilità di fenomeni temporaleschi organizzati, più probabili sui settori appenninici. Venti forti fino a burrasca da sud est sui settori appenninici, pianure occidentali e settore costieri. Valori stimati attorno a 70 km orari con raffiche anche oltre 90 km orari. Mare da molto fino ad agitato con alta probabilità di mareggiate. Prevista un'altezza d'onda compresa tra 2,5 e 3,5 metri, con picchi d'onda massima, attorno a 4 metri sui settori costieri ferraresi".

'Al Suzdeva a Bulagna', presentata la raccolta di poesie di Giovanna Bassi

Giovanna Bassi ( nella foto) , poetessa e artista sassese, ha presentato ieri il suo nuovo lavoro, una raccolta di poesie in dialetto bolognese 'Al Suzdeva a Bulagna', che il Comune di Sasso Marconi ha patrocinato e ha stampato in una edizione economica. 
Giovanna trasferisce sulla carta i vividi ricordi di una infanzia e di una giovinezza trascorse in una famiglia che ancora conservava la cultura del dialetto e di una serie di detti arguti e spiritosi che rischiano ormai  di perdersi nella 'nebbia' del tempo. 


Racconta di personaggi un po' veri e un po' immaginati con i loro pregi e i loro difetti, ma sempre testimonianza di una vita semplice, sincera e armoniosa.
Alla presentazione, con l'autrice, l'ex assessore alla cultura Adriano Dallea, ideatore di un progetto che prevede la stampa di lavori letterari di autori sassesi.




A Ozzano la città romana di Claterna riemerge dalla sua tomba secolare ed è viva più che mai. Ci fa molto piacere.


Mentre si delinea meglio la forma della Domus del fabbro e del teatro, nuove ricerche geomagnetiche disegnano un quadro quasi completo della città, individuando alcuni edifici del comparto pubblico mai visti prima. E dai lavori per la pista ciclabile spuntano un mosaico e potenti strutture proprio dove si credeva potessero trovarsi le antiche terme

La Soprintendenza Archeologia per la città metropolitana di Bologna informa: 

 Una delle possibili ipotesi ricostruttive per l’edificio teatrale di Claterna. I dati di quest’anno e quelli delle prossime campagne di scavo consentiranno di raggiungere un modello ricostruttivo sempre più attendibile (grafica 3D di Paolo Nanni)
Il foro, il teatro, le domus private, le officine artigianali e ora quasi certamente l’impianto termale. L’antica città romana di Claterna definisce ogni anno di più la sua forma urbis svelando i propri segreti e confermando le ipotesi ricostruttive proposte nel corso dei vari scavi.
Le ricerche e i sondaggi sistematici dell’ultimo decennio hanno permesso di disegnare un quadro pressoché completo della città romana che giace ‘sepolta’ a pochi centimetri di profondità lungo la Via Emilia, nel territorio di Ozzano dell’Emilia, tra Bologna e Imola.
Ogni campagna di scavo porta con sé nuove sfide e prove.
Quella appena conclusa ha operato su tre fronti: la domus del fabbro e il teatro, in prosecuzione al progetto 2017-2019, e la ricerca geomagnetica su tutta la pianta della città, una novità assoluta. Docenti e studenti dell’Università di Venezia Ca’ Foscari e dell’Università di Siena e ragazzi impegnati in esperienze di alternanza Scuola Lavoro hanno lavorato da giugno a settembre sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le provincie di Modena, Reggio Emilia e Ferrara e con il coordinamento dell’Associazione Culturale ‘Centro Studi Claterna Giorgio Bardella e Aureliano Dondi’.
 
Molte e interessanti le novità emerse dalle ricerche 2018.
Nella Domus del fabbro, sono proseguite le ricerche nella nuova area aperta verso nord, operando più in profondità per raggiungere le fasi imperiali di I – III secolo d.C. La scoperta più importante è stata quella di un secondo peristilio, un’area cortiliva porticata dotata di pozzo sulla quale affacciava una cucina. Sono stati anche scoperti un altro cortile e altri ambienti, questi ultimi intonacati.
La domus insomma sta prendendo sempre più forma, confermandosi come un grande e complesso organismo architettonico.
Abbiamo continuato anche quest’anno il progetto di ricostruzione delle strutture antiche, aggiungendo nuovi ambienti e riedificando uno dei pozzi ritrovati negli anni scorsi. La sperimentazione continua con materiali e tecniche differenti, sempre però ispirate al sapere costruttivo degli antichi romani.
 
Abbiamo proseguito le ricerche anche nel settore del Teatro, aprendo un’area molto vasta di fianco a quella dell’anno scorso. Le indagini sono ancora in corso ma va segnalato il ritrovamento di strutture di fondazione della cavea, in grandi blocchi di arenaria, che si stanno rivelando molto più profonde e ben conservate di quanto non fosse emerso l’anno scorso.
L’esplorazione della parte bassa della cavea ha restituito anche materiali lapidei lavorati, come un grosso frammento di cornice, mentre sono iniziate quest’anno le indagini nella zona dell’orchestra e degli ingressi laterali che si trovano a profondità elevate in quanto parte della struttura è stata parzialmente costruita sotto il livello di calpestio antico.
Queste scoperte stanno definendo la forma architettonica di un grande teatro, consentendoci in futuro di proporne una ricostruzione sempre più dettagliata.
 
Ricerche geomagnetiche ed edifici pubblici. La campagna di scavo 2018 ci ha consentito di avviare un progetto sognato da tempo: l’esplorazione estensiva della città attraverso le più moderne tecnologie geofisiche. Abbiamo trovato un ottimo interlocutore nell’Università di Siena, in particolare nel Prof. Stefano Campana, stimato e famoso ricercatore che vanta un’esperienza pluriennale nello specifico campo delle prospezioni su città e territori antichi e medievali.
I risultati non si sono fatti attendere: l’integrazione tra le nuove prospezioni geomagnetiche condotte dall’Università di Siena (ben 16 ettari sui 18 del totale urbano) e la mappatura delle tracce aerofotografiche portata avanti in lunghi anni di ricerche ha prodotto un quadro quasi completo dell’area urbana e di parte del suburbio. Questi nuovi dati ci permettono ora di individuare meglio, tra le tante altre particolarità, tutto il comparto pubblico (compresi alcuni edifici mai individuati prima) e la scansione interna del tessuto urbano. Un materiale di assoluto interesse che stiamo studiando nei particolari e che sarà oggetto di analisi nei prossimi mesi.
 
Ultima ma non meno importante novità di quest’anno è la scoperta legata alla realizzazione della pista ciclabile che collegherà San Lazzaro di Savena e Castel San Pietro Terme: le ricerche dirette dalla Soprintendenza hanno intercettato un grande mosaico e potenti strutture proprio nel luogo dove le prospezioni e le foto aeree inducevano a ritenere che esistesse un grande edificio pubblico, probabilmente termale.
Scavi e indagini future confermeranno o chiariranno la natura di questa costruzione.
 
Le indagini archeologiche a Claterna sono promosse dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le provincie di Modena, Reggio Emilia e Ferrara e dall’Associazione Culturale ‘Centro Studi Claterna Giorgio Bardella e Aureliano Dondi’ con il finanziamento di CRIF SpA e il contributo Gruppo IMA SpA e RENNER Italia SpA. Il progetto di alternanza scuola-lavoro è coordinato dal Rotary Club Bologna. Le ricerche geomagnetiche sono state eseguite dall’Università degli Studi di Siena (Prof. Stefano Campana); le indagini sul campo sono eseguite dall’Università di Venezia Ca’ Foscari.
 
Informazioni scientifiche di
Renata Curina, archeologa della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le provincie di Modena, Reggio Emilia e Ferrara (renata.curina@beniculturali.it )
Claudio Negrelli, responsabile scientifico dell’Associazione Culturale ‘Centro Studi Claterna Giorgio Bardella e Aureliano Dondi’ (claudionegrelli@gmail.com  )
Maurizio Molinari, referente scientifico dell’Associazione Culturale “Centro Studi Claterna Giorgio Bardella e Aureliano Dondi” (molinariemme@libero.it )
 
Info e foto http://www.archeobologna.beniculturali.it/bo_ozzano_emilia/scavi_2017-2019/attivita_2018.htm
 
 
Claterna
Claterna è la città romana che giace ‘sepolta’ a pochi centimetri di profondità lungo la Via Emilia, nel territorio di Ozzano dell’Emilia, tra Bologna e Imola.
Claterna nasce nel II secolo a.C. con una duplice funzione: da un lato è un importante snodo viario all’incrocio fra via Emilia, torrente Quaderna e una via transappenninica, forse la Flaminia minor, dall’altra come centro di mercato e servizi.
Nel I secolo a.C. Claterna, come tante altre città italiche, diventa un municipium con competenza sul vasto territorio compreso fra i torrenti Idice e Sillaro. Dopo il periodo di massimo splendore collocabile nella prima età imperiale, la città sopravvive fino alla tarda antichità (V-VI secolo d.C.), seppure notevolmente ridimensionata, per poi venire totalmente abbandonata fino al completo oblio.
Fin dall’Ottocento, l’antica città romana di Claterna è stata un campo d’indagine privilegiato per l’archeologia emiliano-romagnola. L’unicità di Claterna è dovuta al fatto di non aver avuto una continuità storica analoga a quella degli altri centri sorti lungo la via Emilia (da Rimini a Piacenza) e questa assenza di stratificazione ha offerto la possibilità di indagare la città nella sua estensione e configurazione originale, senza le modifiche intervenute nel tempo. A partire dagli anni 80, la Soprintendenza ha intrapreso la progressiva acquisizione dell’ampia superficie su cui si estende l’antica città romana e dal 2005 si è dato vita a un grande progetto di studio e valorizzazione con enti locali e associazioni culturali.
L’obiettivo delle ricerche e dei sondaggi sistematici intrapresi nell’ultimo decennio è di chiarire alcuni aspetti topografici (i suoi limiti, l’articolazione interna, gli spazi pubblici e sacri quali foro, basilica, edifici templari e teatro) e cronologici (dalla fondazione e dall’eventuale origine preromana al declino) dell’antica città e di valorizzare alcuni spazi per consentire al pubblico di visitare le evidenze archeologiche più suggestive, come la Casa del fabbro e la Domus dei mosaici.