mercoledì 31 gennaio 2024

Torna lo sport a Tignano con bici e moto da enduro elettriche

 

MaG. IE, azienda che opera nel settore della mobilità ecosostenibile, si è aggiudicata il bando promosso dal Comune, in collaborazione con la locale Consulta di Frazione, per riqualificare il campo da calcio situato nella Frazione di Tignano-Roma a Sasso Marconi.
 

Il Comune informa:

Nell'area del Campo da calcio, inutilizzata da alcuni anni, è prevista la realizzazione dell' "Electric Center Campo Enduro Sasso Marconi", una nuova attività di noleggio/vendita e uno spazio in cui provare bici e moto da enduro elettriche su percorsi dedicati (Pump Track).  

Un articolato piano di investimento prevede inoltre l'installazione di un Punto lavaggio biciclette entro il 2024 e la realizzazione di una mini ciclofficina a fruizione gratuita entro il 2025, nonché eventi periodici dedicati alla promozione della mobilità elettrica, attività di educazione stradale presso le scuole del territorio, anche con attività in pista.

"MaG.IE ha accolto con entusiasmo la possibilità di partecipare al bando promosso dal Comune di Sasso Marconi", commenta Alessandro Gnan, fondatore dell'azienda "e si avvarrà della collaborazione di importanti realtà e professionisti del settore, a partire dall'istruttore di motocross Stefano Lupin di Garage 68 di Bologna e Stefano Martini di E-motion di Prato".

La concessione avrà una durata di 5 anni (rinnovabili per altri 5)  con un canone fissato in 2.400 Euro/anno, assorbito per i primi 5 dai costi che il concessionario sosterrà per la realizzazione dei lavori di ristrutturazione e manutenzione straordinaria. Il Centro sarà inaugurato e aperto ufficialmente ad Aprile 2024.


"La realizzazione dell'Electric Center Campo Enduro, è motivo di grande soddisfazione per l'Amministrazione e per la Consulta di Frazione che ha fortemente voluto e sostenuto il progetto", aggiunge l'Assessora comunale all'ambiente e partecipazione Irene Bernabei, "che ci consente di raggiungere contemporaneamente tre diversi e importanti obiettivi: riqualificazione e riutilizzo di un'area a lungo dismessa, investimento su ambiente e mobilità elettrica ed infine valorizzazione delle attività commerciali e ricettive del territorio"
 

Corsini: “E’ necessario il raddoppio della Ferrovia Porrettana, linea ferroviaria di competenza statale per eliminare ritardi e soppressioni dei convogli.

Ma dal Governo ancora nessuna risposta alle nostre richieste formali. Sarebbe bene che i consiglieri regionali di Lega e Fratelli d’Italia sostenessero la nostra richiesta invece di innescare polemiche elettorali e non trattassero i pendolari che ogni giorno utilizzano la linea per lavoro e studio come cittadini di serie B.

 

 “I disservizi sulla linea ferroviaria Porrettana con ritardi e soppressioni che devono subire i pendolari non dipendono purtroppo dalla Regione. Abbiamo fatto tutto il possibile per rendere la tratta efficiente, tant’è che lo scorso anno i treni hanno viaggiato con un tasso di puntualità superiore al 94%: uno dei più alti a livello regionale e questo grazie ai nuovi convogli che abbiamo acquistato e che funzionano bene. Il problema è che il Governo non ha ancora risposto sulla necessità di finanziare il raddoppio della linea, nonostante le nostre reiterate richieste formali. Un’opera urgente e indifferibile vista l’importanza che la Porrettana ha per l’intero territorio. E non solo: il nodo ferrostradale di Casalecchio è stato addirittura definanziato dall’Esecutivo”.

Così l’assessore regionale a Trasporti e Infrastrutture, Andrea Corsini (nella foto), che l’altro ieri  ha incontrato il Comitato pendolari per fare il punto sulla situazione.

“La linea, oggi monobinario, è di competenza di Rfi- incalza Corsini- e il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sa che il raddoppio è l’unica soluzione praticabile per eliminare i disservizi. E sarebbe bene che anche gli esponenti di Fratelli d’Italia e della Lega che oggi siedono in Consiglio regionale, invece di innescare polemiche elettorali, sostenessero la nostra richiesta e non trattassero i pendolari che ogni giorno utilizzano la linea per lavoro e studio come cittadini di serie B”.

“Per quel che ci riguarda- aggiunge l’assessore- continueremo a monitorare la situazione, pressare il Governo e chiedere a Trenitalia e a Rfi di intervenire per ridurre i disagi il più possibile. Il trasporto pubblico locale è per noi una priorità e la mobilità dei cittadini un diritto che vogliamo sostenere con forza”.

La Regione ha deciso, infine, di istituire un tavolo tecnico per migliorare gli aspetti informativi ai pendolari e l’assessore Corsini ha riconvocato il Comitato per il 23 febbraio.

Le parole dell’assessore regionale sono accompagnate da un articolo di 16 anni fa in cui l’interlocutore era la Provincia e dall’interrogativo di Dubbio, che fra l’altro  ha segnalato le precisazioni dell’assessore regionale,  che riportiamo: “Quindi dal 2007 ad oggi nessuno poteva sapere che fosse competenza del Governo il raddoppio della ferrovia.....

Inoltre la comunicazione sollecita un secondo interrogativo che riguarda l’affermazione dell’assessore Corsini che ' sarebbe stato definanziato il nodo ferro stradale di Casalecchio di Reno’. Sarebbe necessaria una precisazione.  

Non si è fatta attendere la risposta di Fratelli d’Italia. Marta Evangelisti scrive:


La risposta dell’assessore Corsini sui ritardi sulla tratta ferroviaria Porrettana è inaccettabile. Fratelli d’Italia in Città Metropolitana prima e in Regione oggi ha sempre caldeggiato il raddoppio del binario non solo da Bologna a Sasso ma chiedendone l’estensione fino a Vergato, mediante emendamenti che sono stati puntualmente bocciati. Se poi oggi la ferrovia Porrettana è un monobinario questo lo dobbiamo alle scelte insensate degli assessori ai trasporti regionali che negli anni passati l'hanno smantellata con il benestare dei loro sindaci compiacenti. Oggi certo è necessario intervenire per ripristinare il secondo binario, sempre a spese dei contribuenti. Corsini quindi, farebbe bene a fare un po’ di mea culpa assieme al suo partito e attuare quanto ha promesso ai cittadini, ovvero il doppio binario, già nel 2019. Questa sinistra scordona e scaricabarile sul Governo, francamente ha un po’ stancato e non convince più nessuno.

Vado ha ora la Casa dell'Acqua


di Martina Mari


E' stata inaugurata oggi, mercoledi 31 gennaio, la Casa dell'Acqua di Vado  che erogherà acqua della rete locale refrigerata, liscia, gassata e leggermente gassata, di ottima qualità.

La Casa dell'Acqua potrà contribuire alla sostenibilità, offrendo ai cittadini acqua di qualità e controllata, consumando meno plastica e, non ultimo, l'opportunità di risparmio economico. 

L'acqua è di ottima qualità, controllata costantemente con più di 70 analisi al giorno dal gestore della rete idrica.

"Sono profondamente grato all'ufficio tecnico per l'impegno e la collaborazione che ci hanno permesso di realizzare la casa dell'acqua nel nostro comune - ha dichiarato il sindaco di Monzuno, Bruno Pasquini -. Un servizio essenziale che non solo migliorerà la vita della nostra comunità, ma contribuirà anche a preservare l'ambiente".

Gli fa eco Monica Morini, assessore di Monzuno: "I vantaggi sono tantissimi. Questo erogatore, inoltre, riveste un importante ruolo anche dal punto di vista dell'aggregazione sociale, facendo riunire i cittadini che vogliono rifornirsi d'acqua buona, fresca ed economica: un piccolo passo che serve per aumentare la partecipazione e la consapevolezza delle persone nell'uso della risorsa idrica".

Chiunque potrà usufruire del nuovo servizio al costo simbolico di 5 cent/litro per l'acqua liscia, leggermente gassata e anche per quella gassata. Il meccanismo di funzionamento è molto semplice: si possono usare sia le tessere prepagate che le monete. Il cittadino non deve fare altro che portare con sé uno o più bottiglie,  preferibilmente in vetro e inserire le monete nella Casa (tagli accettati: dai 5 cent. ai 2 euro)

Utilizzare le tessere precaricate acquistabili presso Tabaccheria in Piazza della Libertà, al costo di 5euro ognuna. Nella tessera sono precaricati 2 euro di credito e le successive ricariche sarà possibile effettuarle direttamente alla Casa dell'Acqua

La Casa dell'Acqua erogherà, a litro, la tipologia di acqua desiderata, con la possibilità di interrompere e riavviare ad ogni cambio di bottiglia.

Dalle stime del progetto, si prevede che la Casa dell'Acqua di Monzuno potrà erogare ogni anno circa 110.000 mila litri d'acqua di rete. Questo significa risparmiare l'uso di decine di migliaia di bottiglie in PET da 1,5 litri equivalentialla mancata emissione in atmosfera di oltre 17 tonnellate di CO2 (fra produzione di plastica e trasporto). A ciò, si aggiunge la possibilità di evitare circa 100 svuotamenti di cassonetti per la plastica (considerando una capienza media di 800 bottiglie l'uno).

Oltre ai vantaggi per l'ambiente, si avranno anche riscontri positivi per le famiglie che ne usufruiranno. In base ai consumi registrati delle Case già installate nei territori serviti e ipotizzando un costo medio di 0,20 €/litro per l'acqua in bottiglia, si conterà un risparmio complessivo per i cittadini-utenti di circa 22.000 Euro/anno, consumando un'acqua di alta qualità e controllatissima, proprio come quella dell'acquedotto Bolognese.



Cappa di smog in Emilia-Romagna, prorogate le restrizioni fini a venerdì 2 febbraio

Stop anche Diesel Euro 5

 

L'Emilia-Romagna ancora sotto una pesante cappa di smog: l'Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpae) a seguito delle proiezioni sullo sforamento dei limiti giornalieri di polveri sottili pm10 ha prorogato in tutta la regione le misure emergenziali per la qualità dell'aria fino a venerdì 2 febbraio compreso.

Tra queste lo stop anche ai veicoli Diesel Euro 5, dalle 8.30 alle 18.30, nei comuni con più di 30mila abitanti nonché l'abbassamento delle temperature medie nelle abitazioni fino a 19 gradi e negli spazi commerciali e ricreativi fino a 17 gradi.

Il provvedimento rientra tra quelli previsti a livello regionale, in base alle misure adottate dalla Regione Emilia-Romagna e collegate al Pair. 

Maurizio Osti espone le sue opere in Regione per Bologna- ART CITY 2024

 La raccolta ha per titolo "L'ordine del segno 1964-1978"



Da oggi, mercoledì 31 gennaio al 29 febbraio 2024 l’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna ospita la mostra dell’artista sassese Maurizio Osti "L'ordine del segno 1964-1978".



Un po’ dadaista, un po’ futurista, con tratti netti racconta il fervore degli anni ’60-’70, un periodo decisivo per l’arte contemporanea che ebbe in Bologna una delle sue capitali.

Come da tradizione, l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna sarà protagonista di Art City-Arte Fiera, il lungo week end dell’arte che ravviva le Due Torri.

Dopo Mario Nanni (l’artista con la cui esposizione nel 2017 iniziò il sodalizio tra viale Aldo Moro e Arte Fiera), Maurizio Bottarelli, Pompilio Mandelli, Lorenzo Puglisi e Bruno Benuzzi, il 2024 è l’anno di Maurizio Osti, artista bolognese di fama internazionale e fra coloro che, nel corso degli anni, hanno donato proprie opere alla collezione d’arte dell’Assemblea legislativa.

Sarà presentata in Viale Aldo Moro “L’ordine del segno 1964-1978”, allestimento personale curato da Sandro Malossini e accompagnato da un testo del critico Pasquale Fameli.


Il taglio del nastro è previsto per oggi alle 17.30 alla presenza di Osti, Malossini, Fameli e della presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti.

Il consuntivo 2023 dei Carabinieri Forestali in Emilia Romagna

Un anno di attività all’insegna della tutela dell’ambiente, della biodiversità e del territorio. Presentazione del calendario CITES 2024


Il Comando informa: 
 

Oggi, mercoledì 31 gennaio,  presso la sede del Comando Legione Carabinieri “Emilia Romagna”, il Comandante della Regione Carabinieri Forestale, Colonnello Gaetano Palescandolo ha presentato i risultati relativi alle attività che i Carabinieri Forestali hanno svolto sul territorio regionale nell’anno 2023 a tutela dell’ambiente, della biodiversità e del territorio.

Sono stati 70.149 i controlli svolti in tutta la Regione Emilia Romagna dalle 78 Stazioni Carabinieri Forestale e Parco dislocate sul territorio, nonché dai Nuclei Carabinieri CITES di Bologna, Modena e Forlì-Cesena che operano sia sul territorio regionale che presso l’Aeroporto “Marconi” di Bologna con il Distaccamento CITES.


Nell’anno 2023, su tutto il territorio regionale, le unità Carabinieri Forestale hanno accertato complessivamente 755 illeciti penali, denunciando 574 persone all’A.G., contestato 2.649 illeciti amministrativi per un valore di 1.777.822 euro.

Le maggiori criticità riscontrate hanno riguardato essenzialmente il settore della tutela del territorio, della fauna e del benessere animale, il settore dei rifiuti e quello degli incendi boschivi.

Nel settore della tutela del territorio sono stati svolti 30.551 controlli, i quali hanno anche riguardato la protezione delle bellezze naturali, l’attività urbanistico-edilizia, le zone sottoposte a vincolo idrogeologico e di particolare interesse ambientale nonché le aree soggette ad utilizzazioni boschive. Sono stati perseguiti 95 reati ed accertati 771 illeciti amministrativi per un totale di 402.574 euro di sanzioni elevate.

L’azione di contrasto ai traffici e smaltimenti illeciti di rifiuti e alle discariche abusive è stata svolta attraverso oltre 5.300 controlli ed ha consentito di accertare 248 reati e 531 illeciti amministrativi per un valore di oltre 694.000 euro.

Gravi illegalità riconducibili al maltrattamento animali e alla tutela della fauna selvatica sono state riscontrate a seguito di 8.342 controlli, che hanno permesso di accertare 173 reati e 477 illeciti amministrativi per un valore di 156.632 euro. Sono state portate a termine diverse operazioni sul maltrattamento di animali e traffico di cuccioli. Di particolare rilievo le attività messe in campo per contrastare il bracconaggio ittico sul Delta del Po. Quest’area, caratterizzata dalla presenza di numerosi corsi d’acqua, è divenuta meta di gruppi organizzati provenienti dall’est Europa dediti alla pesca di frodo. Dalle indagini svolte è emerso un “modus operandi” abbastanza tipico che prevede l’utilizzo di elettrostorditori, generalmente di fabbricazione artigianale, costituiti da cavi elettrici collegati a batterie per auto. Il pesce viene stordito mediante scariche elettriche e raccolto con l’ausilio di reti, destinato presumibilmente all’est Europa per la maggior parte, mentre solo una minima parte troverebbe sbocco sul mercato interno. Nell’anno 2023 sono state deferite all’A.G. n. 23 persone, di cui n. 4 arrestate, sono stati sequestrati n. 7 veicoli destinati al trasporto del pescato, n. 8 gommoni, n. 5 elettrostorditori, 2000 metri di rete e 3.150 kg di fauna ittica pescata illegalmente.

Tra le attività poste in essere a tutela della fauna e flora a rischio di estinzione, si annoverano tutte quelle svolte nel settore CITES sui traffici illeciti di specie tutelate dalla Convenzione di Washington e nel contrasto all’importazione e commercio illegale di legname “illegal logging” ai sensi dei Regolamenti Comunitari “EUTR” e “FLEGT”.

Complessivamente i tre Nuclei CITES di Bologna, Modena e Forlì-Cesena ed il Distaccamento CITES “Marconi” hanno effettuato 342 controlli accertando 20 reati e 18 illeciti amministrativi per un importo contestato pari a 162.114 euro.

Le azioni di prevenzione e repressione degli incendi boschivi hanno comportato 740 controlli consentendo di accertare 188 reati, con il deferimento all’A.G. di 9 persone, sono state elevate n. 18 sanzioni amministrative per un importo totale di 162.114,34 euro. 

Nel corso del 2023, sforzi particolarmente intensi ed assidui sono stati profusi dal Comando Regione Carabinieri Forestale Emilia–Romagna e dalle articolazioni dipendenti, per far fronte alla grave emergenza originatasi a seguito degli eventi meteorologici estremi che, nel mese di Maggio, hanno martoriato il territorio regionale, colpendo, in modo particolare, le zone della Romagna, ove, come noto, si sono verificate estese e persistenti alluvioni nelle zone vallive e di pianura, nonché una miriade di fenomeni franosi, alcuni anche grande entità, nelle aree collinari e montane.

Nel pieno dell’emergenza, le pattuglie dei Carabinieri Forestale sono state impiegate per concorrere alle operazioni di evacuazione e soccorso della popolazione, per la ricerca di dispersi in zone isolate, per l’effettuazione di servizi antisciacallaggio, per attività di sorveglianza idraulica, (monitoraggio argini dei corsi d'acqua, verifica del livello idrometrico corsi d’acqua, etc.), per attività di verifica e gestione della viabilità, per approvvigionamento di cibo agli allevamenti isolati, per il recupero di animali in difficoltà, per servizi di vigilanza dinamica presso i “siti di primo raggruppamento dei rifiuti”.

Con lo stabilizzarsi della situazione emergenziale, i Nuclei Carabinieri Forestale e Parco, hanno proseguito nell’attività di acquisizione dati ed informazioni utili alla definizione di un quadro conoscitivo d’insieme, funzionale alla valutazione dei rischi, nonché alla realizzazione degli interventi di ripristino e messa in sicurezza nelle zone colpite dalle calamità. In tale contesto, i Carabinieri della Regione Forestale Emilia Romagna sono stati impegnati in attività di ricognizione del territorio, interessato dai diffusi fenomeni di dissesto idrogeologico (con particolare riferimento alle frane), di sorveglianza idraulica, per l’individuazione delle criticità ancora sussistenti sul reticolo idrografico primario e secondario, nonché di monitoraggio sullo stato della viabilità “secondaria” (rurale e forestale), per verificare la percorribilità di quel reticolo di strade minori che consentono di accedere, anche per finalità di pubblico soccorso, alle aree più impervie del territorio.

Tale attività prosegue tuttora in attuazione dell’Accordo siglato lo scorso 19 dicembre tra il Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari Carabinieri e il Commissario Straordinario alla Ricostruzione Gen. C.A. Figliuolo, che prevede una reciproca cooperazione istituzionale volta a realizzare i comuni obiettivi di miglior conoscenza e monitoraggio dei territori colpiti dall’alluvione, la valutazione del rischio e l’adozione delle opportune misure di mitigazione, per la riduzione e il contenimento delle conseguenze prodotte dai fenomeni di dissesto idrogeologico, anche a tutela degli interessi primari della collettività.

Durante la conferenza stampa è stato anche presentato il nuovo calendario fotografico CITES 2024 dell’Arma dei Carabinieri che quest’anno racconta l’Africa, culla di una biodiversità tra le più ricche e affascinanti del Pianeta, caratterizzata da una sorprendente varietà di ambienti ed ecosistemi, molti dei quali unici al mondo, ma anche coacervo di contraddizioni e criticità di natura ambientale ed antropica.

Nelle dodici tavole del calendario viene mostrato il continente africano nella sua imponenza e vulnerabilità attraverso dodici specie in via d’estinzione tipiche delle tre principali macro-aree continentali: la zona arida e desertica, la zona equatoriale delle grandi foreste primarie e la savana della fascia tropicale e subtropicale. Attenzione a parte ha meritato il Madagascar, vero continente nel continente ed autentico scrigno di biodiversità unico al Mondo.

Ciascun bioma, che ospita le specie protagoniste del Calendario 2024, presenta singolari peculiarità e straordinarie risorse per il nostro Pianeta, sempre più esposte all’azione predatoria dell’uomo, impattante in maniera significativa sulla biodiversità e sullo sviluppo sostenibile del continente africano. L’excursus sulle problematiche presenti fa eco a spunti di riflessione e di sensibilizzazione e trova riscontro nel contributo offerto dalla sapiente azione dei Carabinieri forestali CITES, costantemente protesa alla salvaguardia delle bellezze naturali in via d’estinzione.

Ma racconta anche di quanto l’azione dei Carabinieri Forestali sul territorio regionale e nazionale per la tutela della biodiversità si riverberi a livello globale. Infatti il contrasto al bracconaggio o al commerico illegale di animali e piante in via d’estinzione nel nostro paese significa anche tutelare la biodiversità del pianeta.



La storia delle donne componenti della Costituente in un libro

Sarà presentato sabato prossimo 3 febbraio,  alle 17, presso la stazione di Vado il volume della giornalista Angela Intosca  ‘Ventuno: le donne che fecero la costituzione’, ovvero la storia delle ventuno donne che presero parte all'assemblea costituente che venne votata nel 1946 e che scrissero la costituzione poi entrata in vigore nel 1948.


“Sono molto contento di avere nuovamente Angela Iantosca a Monzuno,” sottolinea il vicesindaco, Ermanno Pavesi. “In passato venne a parlare con gli alunni delle scuole di problematiche legate alla dipendenza da droghe, oggi viene a parlarci di storia. Una storia interessante e spesso non raccontata. Illustrerà la storia delle ventuno donne che parteciparono alla Costituente e che contribuirono a redigere la nostra costituzione. Un tema estremamente importante e di attualità”.

L’Art City White Night fa tappa a Casalecchio di Reno con I S T A N T A N E A

L’appuntamento dedicato al futurismo è per sabato 3 febbraio.

Il Comune informa:

 

Sarà dedicata al Futurismo la tappa casalecchiese dell’Art City White Night Bologna, che sabato prossimo 3 febbraio  porterà alla Casa della Conoscenza I S T A N T A N E A – Serata meccanizzata, a cura di Enrico Bittoto, cofondatore del collettivo UF-o Ultimi Futuristi. 

Ad aprire l’evento sarà, alle  17, la proiezione del documentario di Luca Verdone, “Il Futurismo, un movimento di Arte/Vita” (52', Italia 2009), alla presenza del regista, che sarà preceduta dalla declamazione del primo Manifesto futurista a cura di Solco Chiuso.

Alle  18, spazio ad un momento di approfondimento, per analizzare “Cos’è stato il Futurismo e come si è diffuso nei Paesi dei vari continenti” con gli interventi di Luca Verdone ed Enrico Bittoto, nonché all’introduzione della figura di Mario Verdone, padre di Luca, uno dei primi studiosi del Movimento.

Sarà anche l’occasione, da parte del regista Luca Verdone, per presentare un’anteprima del lavoro che sta ultimando sulla figura del padre. Seguirà “Il Futurismo è ancora vivo?”, con la presentazione degli artisti Matteo Alfonsi e Naby Byron.  

Le opere di Matteo Alfonsi saranno esposte alla Casa della Conoscenza mentre i lavori di Naby Byron sia alla Casa della Conoscenza sia in alcuni esercizi commerciali del centro di Casalecchio di Reno (Ristorante Tramvia, Sfoglia Rina, La Dolce Lucia Casalecchio, Ristorante Bersagliere e A stàgh bàn).  

Alle  18.40 concluderà la serata la Performance di parole e suoni inossidabili, declamazione di altri manifesti e musica industrial Futurista a cura di Solco Chiuso. L’evento, ideato dal Collettivo UF-o Ultimi Futuristi con il patrocinio del Comune di Casalecchio di Reno e la co-progettazione di Casalecchio delle Culture e Casalecchio Insieme Proloco, si svolgerà nella due giorni del Carnevale casalecchiese e sarà trasmesso in diretta streaming anche sulla pagina Facebook e il Canale YouTube della Casa della Conoscenza (ad eccezione del documentario).

La Guardia di Finanza offre impiego a 69 allievi ufficiali

 Concorso per l’ammissione all’Accademia della Guardia di Finanza. La presentazione della domanda entro le  12 del 19 febbraio 2024

 

È stato indetto per l'anno accademico 2024/2025 il concorso, per titoli ed esami, per l'ammissione di 69 allievi ufficiali del ruolo normale - comparti ordinario e aeronavale - all'Accademia della Guardia di Finanza. 

Sul sito internet www.gdf.gov.it - area “Concorsi” è possibile prendere visione del bando e acquisire ulteriori e più complete informazioni di dettaglio.

martedì 30 gennaio 2024

L’assessore regionale Corsini ha incontrato il Comitato per la Ferrovia Porrettana

Tante le promesse, fra cui uno studio per verificare la fattibilità del raddoppio dei binari sino a Sasso Marconi. 

Valerio Giusti, del Comitato per la Ferrovia Porrettana, relaziona: 

Nel tardo pomeriggio di oggi siamo stati convocati dall'assessore regionale Andrea Corsini ( nella foto) per una breve videoconferenza alla presenza dei dirigenti regionali di RFI, FER, TRENITALIA TPER e delle strutture competenti di Regione e Città Metropolitana.

Si è trattato di un primo incontro interlocutorio per coinvolgere le strutture pubbliche e le aziende interessate sui 9 punti da noi denunciati nella nostra lettera aperta del 4 gennaio, rilanciati con forza nei giorni scorsi dai Sindaci dell’Unione dell’Appennino Bolognese.

Il Comitato ha ribadito la necessità di intervenire efficacemente con un piano di manutenzione straordinaria delle infrastrutture per limitare al minimo i singoli guasti che, vista la caratteristica della linea mono-binario, hanno sempre un effetto a catena devastante per gli utenti coinvolti in ritardi e soppressioni.

Effetti amplificati dalla cronica insufficienza del sistema informativo.

Le aziende hanno ricordato quanto sia difficile riuscire a dare un’informazione efficiente nel momento che si interviene su un guasto imprevisto di cui non si conoscono preventivamente i tempi di risoluzione ma questo non toglie che si debba trovare un modo per raggiungere un livello quantomeno sufficiente ad evitare che i pendolari restino a bordo treno o in stazione nella più completa assenza di notizie.

L'assessore regionale ha auspicato la possibilità di aprire un confronto continuo sul tema delle comunicazioni coinvolgendo le associazioni dei pendolari e ha ricordato che la Porrettana è una linea altamente attenzionata e raggiunge livelli di puntualità pari al 94% che sono tra i migliori della Regione.

Questo Comitato è conscio della grande attenzione rivolta nei confronti della nostra linea, anche grazie alle proteste e all'impegno costante del comitato stesso e al coinvolgimento dei sindaci, ma è anche vero che la percezione di affidabilità non è legata solo alle percentuali e queste vanno attentamente analizzate.

La Porrettana ha un numero di saliti e discesi quotidiani di circa 10.000 unità; questo significa che sono circa 300mila i passeggeri che ogni mese fanno un tragitto in treno. La percentuale del 6% potrebbe sembrare assai modesta ma, considerato il grande volume di utenti, significa che ogni mese circa 18mila viaggiatori della nostra linea subiscono ritardi e disservizi e questo incide pesantemente sulla percezione di affidabilità del servizio ferroviario.

L’assessore Corsini ha annunciato che sarà indetto un secondo incontro nel giro di venti giorni per cominciare ad analizzare i temi da noi sottoposti a partire dal passante ferroviario (che sarà effettivo dal 9 giugno senza alcun reale confronto con utenti e istituzioni locali), di cui temiamo pesanti ripercussioni non solo sulle percentuali di puntualità ma anche a causa del pesante ed inopportuno anticipo degli orari che potrebbero gravare completamente sui lavoratori e sugli studenti delle nostre valli.

Così come speriamo di parlare di consolidamento e rafforzamento dei servizi notturni (magari con treni e non solo coi bus) e sulla sicurezza che ha visto episodi assai preoccupanti negli ultimi mesi. Su questo aspetto Trenitalia Tper ha annunciato l'introduzione di un servizio di body cam a disposizione dei capitreno che potrebbe diventare un forte deterrente per i malintenzionati ed avere importanti ripercussioni positive a tutela del personale viaggiante e di tutti i passeggeri.

Nel corso della riunione RFI ha annunciato che dovrebbe iniziare uno studio per verificare la fattibilità e una sorta di preventivo per un eventuale raddoppio dei binari sino a Sasso Marconi.

Il Sistema Ferroviario Metropolitano è inadeguato, va colmato il divario

Il consigliere metropolitano Diego Baccilieri ( FDI): “ Basta chiacchiere,  la Città Metropolitana faccia la sua parte".

 

L’intero sistema ferroviario metropolitano non risponde agli standard richiesti ed è sotto gli occhi di tutti la situazione in cui versano quotidianamente i pendolari che sono costretti  a farne utilizzo, tra ritardi e soppressioni,” scrive Baccilieri. “Ci attendiamo azioni concrete da parte della Città Metropolitana che oltre a scrivere piani dovrebbe anche metterli in pratica o farli mettere in pratica a chi di dovere. Perché promuovere la mobilità sostenibile se poi non si è in grado di garantirla ai cittadini?”

A Lagaro un gioco ricorda il compianto Giorgio Benassi

E un dono dei colleghi della Basf per non dimenticare l’amico scomparso, collocato nei giardini della frazione.


di Martina Mari


Lagaro ricorda il suo cittadino Giorgio Benassi insieme ai ragazzi della scuola. 

Venerdì scorso è stato inaugurato all’interno dei giardini della frazione di Castiglione dei Pepoli un nuovo gioco, donato dai colleghi del Cral (Circolo Ricreativo Aziendale dei Lavoratori) della BASF di Pontecchio Marconi.

Quando viene a mancare un dipendente in forze Basf, il circolo “The Chemical Cral (Cral) elargisce una donazione di 1000 euro per cause sociali.

I colleghi di Benassi hanno così contattato il Sindaco di Castiglione Maurizio Fabbri che ha proposto loro di donare un gioco per i giardinetti di Lagaro, dove Benassi era residente.

Così i bambini della frazione avrebbero avuto un gioco in più e ricordato Giorgio giocando e divertendosi. La proposta è subito piaciuta e venerdì scorso il gioco è stato inaugurato alla presenza dei componenti del circolo “The Chemical Cral” e del loro presidente Emanuele Aldrovandi, del Sindaco di Castiglione Fabbri, della pro loco di Lagaro, di Loris Benassi, fratello di Giorgio e dei bambini della scuola dell’infanzia e della primaria di Lagaro. I componenti lagaresi del consiglio comunale dei bambini e dei ragazzi hanno anche fatto un saluto molto commovente in ricordo di Giorgio Benassi: non lo conoscevano ma lo hanno ringraziato per aver indirettamente migliorato il parchetto. 

Quando i colleghi di Benassi mi hanno contattato per decidere come utilizzare la donazione - spiega il Sindaco di Castiglione Maurizio Fabbri - ho pensato subito a Lagaro, paese di Giorgio, e ai bambini. Quando si vuole ricordare una persona, sono convinto che occorra partire dai bambini e dalle scuole. Il momento dell’inaugurazione è stato davvero bello ed emozionante: si tratta di un piccolo gesto ma dal significato molto forte, che fa comprendere il senso pieno di che cosa sia una comunità. Lagaro in questo è speciale: lo stesso giardinetto è stato realizzato grazie anche al lavoro di tanti volontari della frazione”. 

Grave incidente a Marzabotto sulla Statale Porrettana,

 

Foto d'archivio

Grosso incidente ieri sera, lunedì 29 gennaio, intorno alle 21, sulla Porrettana a Marzabotto nel tratto fra le officine Bini e l'incrocio per Luminasio e  Medelana.  Sul posto si sono portate due ambulanze che hanno provveduto al trasferimento degli incidentati al Pronto Soccorso. Al momento non sono riferiti i particolari, ma una voce, non verificata, ipotizza un decesso e si tratterebbe di una persona giovane.

Il traffico è rimasto a lungo bloccato e si sono formale lunghe fila. Il tratto coinvolto nello scontro non ha alternative per cui in molti hanno preferito ripercorrere la statale a ritroso alla ricerca di un valico che permettesse di superare il blocco della Porrettana.

Appena sarà possibile la notizia sarà completata.

Fortunatamente la notizia che ipotizzava un decesso è risultata infondata. 

Elezioni amministrative di giugno, ancora tanti interrogativi

 


Cominciano a delinearsi i quadri elettorali tra cui si troveranno a scegliere gli elettori a giugno per il rinnovo delle amministrazioni locali.

L’ultima formazione che ha ufficializzato ‘la discesa in campo’, è la lista civica di Monzuno ‘ È ora 40036’  capitanata da Stefano Adani. A Monzuno quindi la corsa alla carica di sindaco con molta probabilità sarà a tre: Adani appunto, Pasquini con il simbolo Dimmi e la Di Natale per la lista civica sostenuta dal centro sinistra.  

Si era parlato a lungo di una possibile rottura all’interno della sinistra, come di difficoltà di equilibrio nella maggioranza. La nascita di una terza lista che scompagina le carte non è quindi una sorpresa, era nell’aria da tempo, anzi da qualcuno vista con molto interesse perché trova nella ‘È ora 40036’  un probabile indebolimento dell’avversario. In ogni caso la scommessa elettorale a volte riserva sorprese. Si vedrà a Giugno.

A Vergato, dopo essere stato smentito con decisione,  si riparla di una terza lista che si formerebbe in contrasto sia con la maggioranza di Argentieri sia con il centro sinistra. A volerla e a guidarla non sarebbero, come si è sostenuto o almeno sospettato, alcuni della maggioranza fortemente critici per l’esito di alcune programmazioni dei servizi, in particolare nel versante ospedaliero, ma un candidato estraneo a ‘giochi partitici’, professionalmente molto apprezzato e soprattutto stimato dai vergatesi. Anche qui siamo alle illazioni e la piazza di Vergato è maestra nel sussurrare ipotesi che in breve tempo, passando di bocca in bocca, finiscono per diventare certezze. Non c’è più molto tempo per tergiversare. La tappa ultima  per ufficializzare le intenzioni non è lontana.  Presto si saprà se la ‘vox populi’ è bugiarda.

Incertezza anche a Castiglione dei Pepoli: la recente approvazione del terzo mandato per i sindaci dei Comuni fino a 15000 abitanti aveva fatto sperare ai castiglionesi di avere la ripresentazione di Maurizio Fabbri al termine ora del secondo mandato. Si dice che Fabbri non intenda ricandidarsi a sindaco. Non è dato sapere, se questa voce fosse vera, se per un incarico di maggior rilevanza o se, novello Cincinnato, per tornare all’attività lasciata. Presto si saprà.

 

Continua la trattazione del lupo di Ettore Casanova

Il tecnico ha inviato una seconda sua elaborazione che intitola 'L'Insulto Finale'  


Il Tecnico per gli Interventi Faunistico-Ambientali Marzabotto e Gratiot (WI) Ettore Casanova non ha ancora detto tutto sulla gestione del lupo:

Dopo che i cacciatori avevano avvelenati in massa 5 lupi e poco prima di avere accoppato davanti a tutti quello da 117 kg. l’8 dicembre, gli investigatori della Polizia Locale Metropolitana furono chiamati su un’altra scena di un delitto con vittima un lupo; anche questa volta ucciso a fucilate, ma senza farlo di fronte a gitanti. Così che la storia dei lupi uccisi a Marzabotto e dintorni venne ad assumere la struttura classica della trilogia. Come quella de “Una Pallottola Spuntata”; e anche qui il sottotitolo della terza parte è “L’insulto Finale”. Una coproduzione italo-turca. Perchè il Parco di Monte Sole proseguì secondo il rito ottomano: condanne decise all’insaputa dei sospettati. I cacciatori di Monte Sole, sebbene già formalmente indicati da quasi un anno come i responsabili delle uccisioni di lupi nel Parco negli atti ufficiali dello stasso Parco, vennero infatti a sapere del ritrovamento della carcassa e della loro colpevolezza un mese dopo. Quando il Presidente dell’A.T.C. comunicò loro (attenzione: non il Parco) per messaggio s.m.s. (insomma…) che “… dalla data odierna il Parco di Monte Sole ha sospeso la caccia al capriolo all’interno del P. Il Presidente ATC Bo 3 - Lorenzo Benedetti”. Quindi nulla seppero, né ebbero facoltà di intervenire, dell’elaborazione del cosiddetto regolamento (in seguito: Editto di Monte Sole), che li prendeva di mira; prima. Né seppero poi nulla del ritrovamento della successiva carcassa a Sperticano, così da potere controdedurre gli accertamenti di una Polizia Locale Metropolitana sul lupo. 

La buona notizia fu quella che i Carabinieri/Forestali non vennero scritturati come comparse per questa puntata: tutto fu (come sempre) made in Polizia Metropolitana e Parco di Monte Sole. Che però in questo caso non organizzarono un evento mondano come quello dell’1 giugno 2022; ma osservarono improvvisamente un basso profilo. Nel frattempo io avevo cercato invano di ottenere copia dalla facoltà di Veterinaria degli accertamenti autoptici sui primi 5 lupi annunciati come avvelenati; ricavandone invece una antologica interferenza da parte della Polizia Locale Metropolitana, che si frappose fra me e l’Università; con una mail che meriterà un capitolo a parte. Successivamente, proprio in ragione della procedura inquisitoria e degli esiti punitivi per i cacciatori, dopo ripetuti vani tentativi di contatto con Giunta e Consiglieri regionali indirizzai al Presidente Bonaccini una richiesta di ritiro dello sciagurato Editto di Monte Sole. 

Come risposta, mi arrivò una comunicazione dell’Assessora Barbara Lori, che mi introduceva un elaborato altrettanto antologico di quello ricevuto dalla Polizia Locale Metropolitana, della serie “Fenomeni Parastatali” della Gialappa. Il 21 aprile 2022 l’Assessora Barbara Lori mi scriveva: “Gentile Signor Casanova, in riscontro alla Sua comunicazione ns. prot. n. 0277048 del 23/03/2023 e a seguito di approfondita istruttoria, si trasmette la dettagliata relazione tecnica sottoscritta dal Dirigente regionale responsabile del Settore aree protette, foreste e sviluppo zone montane ...” .Il quale, da parte sua, (fra l’altro) mi diceva: “… la sospensione dell’attività venatoria nel caso di accertato decesso di uno o più esemplari di lupo, è stata motivata dall’esigenza di ristabilire le condizioni di equilibrio ecologico nel Parco regionale di Monte Sole, in relazione alle popolazioni di cinghiale e capriolo, ovvero le prede d’elezione del lupo. Per quanto riguarda il capriolo, è stato sospeso il prelievo attraverso la forma della caccia programmata, al fine di garantire una presenza della specie tale da favorire la ripresa del lupo con l’auspicato ripopolamento dell’area dalla quale è stata praticamente eliminata la totalità degli esemplari presenti ...” Approfondita istruttoria … insomma. Mah … Diremmo piuttosto una approfondita supercazzola brematurata. Terapia tapioco. Confrontiamo infatti la dettagliata relazione ancora le parole dell’approvazione dello studio di incidenza del 3 marzo (made in David Bianco; commissionatagli la mattina del 25 febbraio, venerdì, e arrivato sul tavolo del Direttore già la mattina del 2 marzo martedì, con due giorni festivi in mezzo; in un febbraio da 28 giorni… altra approfondita istruttoria) con le parole della Barbara Lori e del suo dirigente: “… al fine di contrastare il gravissimo fenomeno di bracconaggio a carico del Lupo, specie particolarmente protetta e di interesse comunitario, riscontratosi in varie zone dell’Appennino Bolognese e, drammaticamente, in particolare all’interno del Siti natura 2000 di Monte Sole, nel corso del 2021/22 …”. Una presa in giro, questa della Regione, che si manifesta anche nella frase: “… favorire la ripresa del lupo con l’auspicato ripopolamento dell’area dalla quale è stata praticamente eliminata la totalità degli esemplari presenti …”. Basti dire, a proposito dell’eliminazione della totalità dei lupi presenti, che la settimana stessa dopo il blocco della caccia, a Marabotto (frazione di Panico, località Pian di Mazzolo) alla sparizione di un jack russell fu chiamato per le ricerche un operatore dotato di drone; il quale avvistò  sul luogo della sparizione del cane un branco di lupi. E lupi non si smisero (e non smisi io stesso) di vedere per tutto il 2023. Poi cominciò a trapelare (perché non fu così facile ottenerla) la documentazione dei rilievi autoptici sui lupi morti avvelenati. Avvelenati, si fa per dire. Le carcasse ritrovate il 30 e 31 gennaio 2023 a La Quercia e a Grizzana, risultarono infatti positive al Morbo di Aujevski; sebbene entrambi si presentassero effettivamente “positivo anticoagulanti (brodifacoum, bromadiolone, coumatetralyl)”. Mentre quello rinvenuto a Pian di Venola il 26 gennaio 2022 morì per i traumi da investimento, senza che le sostanze venefiche fossero state efficienti per la sua morte; ma risultò negativo al Morbo di Aujevski. 

Tuttavia in località La Quercia (quindi, interno Parco) furono rinvenute altre due carcasse di lupo i giorni del 18 e 21 gennaio 2022. E fanno le cinque carcasse del gennaio 2022. Ebbene quella del 18 gennaio risultò negativa sia a pesticidi; che al Morbo di Aujevski. Quindi è stato falso dire che a Monte Sole erano stati trovati 5 lupi avvelenati. Allora la dott. ssa Bellinello il 26.11.2022 non si era sbagliata a dire: “… è una sintomatologia molto frequente. A Monte Sole quest'anno il branco oltre che per altri motivi è andato per il morbo di Aujevski …”; erano confermate le sue parole. I lupi erano morti di malattia ed incidenti; non per veleno. Non solo: dalla documentazione medica trapelata risultò inoltre che fra il 2022 ed il 2023 furono conferite in analisi 11 carcasse di lupi trovati morti in provincia di Bologna fra il 2022 ed il 2023. Di queste 10 presentavano sostanze venefiche in corpo. Ovunque esse fossero state rinvenute: Castel D’Argile, San Lazzaro, Pianoro, Castiglione dei Pepoli, Castenaso, Marzabotto, Grizzana Morandi. Et c.… La formula descrittiva è sempre quella: “Positivo ad Anticoagulanti (Brodifacoum, Bromadiolone, Difenacoum e Difethialone)“. Cominciava a delinearsi allora uno di quei falsi made in Marzabotto, già sperimentati da chi vive a Lama di Reno, e non solo: vedi la propaganda ambientalista. Non era vero che i lupi erano stati avvelenati, non era vero che la caccia era stata fermata come misura tecnica, non era vero che i lupi erano stati eliminati da Monte Sole. Poi si arriva a questi giorni del gennaio 2024, Quando proprio la stessa Facoltà di Veterinaria di Bologna (alla quale erano state conferite le carcasse dei lupi divulgati come avvelenati a Monte Sole dal Parco) pubblica insieme ad altri enti di ricerca ed all’Istituto Zooprofilattico un articolo dal titolo “First evidence of widespread positivity to anticoagulant rodenticides in grey wolves  (Canis lupus)” su The Science of The Total Environment 915. Dove si dice che dei 186 lupi morti recuperati tra il 2018 ed il 2022, e che sono stati sottoposti a necroscopia presso le sedi dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna e all’Università di Bologna, ben 115 (61,8%) siano risultati positivi ai test per la presenza di Anticoagulanti Rodenticidi di seconda generazione (ARs). Questi composti, in particolare il Bromadiolone, il Brodifacoum ed il Difenacoum, costituiscono la base dei rodenticidi, il veleno comunemente usato nel controllo di topi e ratti. Inoltre, sia il numero di ARs rilevati, che la loro concentrazione, sono regolarmente più alti in quei lupi che vivono in contesti più antropizzati e sono aumentati a partire dal 2020. Lo studio inoltre evidenzia come esista quella che è stata definita una sorta di “positività di massa agli Ars”, determinata dalle campagne di derattizzazione. La dieta dei lupi, soprattutto di quelli più “urbani”, comprende quindi una frazione di prede esposte direttamente o indirettamente agli ARs, come roditori, micromammiferi e forse anche mesopredatori. Non solo. In tale articolo, ancora, si raccomanda come le indagini tossicologiche in ambito forense (propri tutte quelle dalle quali sono stati esclusi i cacciatori di Monte Sole) debbano necessariamente valutare gli aspetti quantitativi delle molecole rilevate. Nella stragrande maggioranza dei casi infatti i lupi positivi ai test NON sono morti direttamente per avvelenamento da ARs, ma per altre cause. Infine nell’articolo emerge come non sia ancora chiaro se e quanto gli ARs di seconda generazione possano incidere sulla fisiologia e sul comportamento dei lupi. Forse, a concentrazioni elevate, i rodenticidi possono indebolire il sistema immunitario di questa specie, o alterarne il comportamento ed esporla a rischi quali le collisioni con gli autoveicoli. Quanto manca ancora per dire che quella dei 5 lupi avvelenati a Monte Sole sia stato un falso ? E che allora perplessità non possano non sorgere anche per il lupo trovato a Sperticano, dato che le organizzazioni che hanno gestito il caso sono le stesse dell’invenzione dei 5 lupi avvelenati e di quello da 117 chili; che continuano a fermi nell’immaginario collettivo delle Valle del Reno ed oltre. Ma soprattutto ci si deve domandare da quale mentalità venga questo falso. 







 

L’Unione Comuni Appennino Bolognese informa:

 

E’ previsto per oggi, martedì 30 gennaio alle 17, presso la Biblioteca Gastone Stefanini a San Benedetto Val di Sambro, un interessante incontro informativo sulle comunità energetiche.

Un dialogo con gli esperti del settore, per comprendere meglio il meccanismo di funzionamento delle comunità energetiche, anche alla luce delle normative vigenti e con esse quali possibilità esistono per i cittadini di risparmiare sulle bollette e contribuire alla riduzione dei combustibili fossili. 

Sarà presente il Professor Leonardo Setti del dipartimento di Chimica Industriale dell'Università di Bologna.



lunedì 29 gennaio 2024

Il bollettino dei disservizi della Ferrovia Porrettana


Valerio Giusti del Comitato per la Ferrovia Porrettana, ci invia:

  

Oggi, lunedì 29 gennaio, a causa di un guasto agli impianti RFI tra Vergato e Pioppe:

Il treno 19613 delle 12.37 da Bologna  è giunto a Marzabotto con 15 minuti di ritardo Marzabotto

Il 19618 da Bologna delle 13:22, cancellato

Il Marzabotto 19625 delle 15:37 da Bologna, soppresso a Sasso Marconi Marzabotto

Il 19632 delle 16:22 da Marzabotto soppresso da Marzabotto a Sasso Marconi 

Venerdì 26 gennaio un pendolare ci ha scritto:

Il treno 19584, partito da Porretta alle 7:18 carico di pendolari, è giunto a Bologna con un sontuoso ritardo di 26 minuti. Un’altra pendolare ha chiosato: vedrete dopo col passante!

Giovedì 25 gennaio: Un pendolare ci scrive:

Il treno 19584 delle 7:18 da Porretta (sempre quello…) è arrivato al binario Ovest dopo attesa di 15 minuti alle porte della stazione: nessuna spiegazione e informazione fornita ai passeggeri, sarà un modo per abituare il pendolare ai nuovi orari previsti dal 9 giugno?

Lo stesso giorno un altro compagno di sventure ferroviarie ci racconta:

Il treno delle 18:55 con partenza da Marzabotto per Bologna: 10 minuti di ritardo. Viene indicato nel monitor che è al binario 2 e tutti ci spostiamo al 2, ma il treno arriva al 1°; tutti scapicolliamo di corsa giù per le scale per ritornare al 1° e ho visto persone anziane correre per evitare di perderlo: e se fossero cadute?

Mercoledì 24 gennaio

Il treno 19625 soppresso da Sasso a Marzabotto,

il treno 19632 soppresso da Marzabotto a Sasso.

Il treno 19630 delle 15:22 da Porretta, 16 minuti di ritardo;

Il treno 19627 delle 16:04 da Bologna, 35 minuti di ritardo.

Sempre mercoledì 24, treno 19578 delle 06:08 da Porretta, partito con 30 minuti di ritardo per intervento forze dell’ordine; stessa sorte subita domenica 21 gennaio dal treno 19623 delle 15:04 da Bologna. Eventi che ripropongono il tema sicurezza sui nostri treni.

Completano la carrellata dei ritardi degli ultimi 10 giorni il ritardo variabile da 10 a 13 minuti dei treni 19589, 19587, 19584 e 19580 nella mattina di sabato 20 gennaio.

Aspettiamo il confronto con la Regione, auspicato anche dai Sindaci dei Comuni dell’Unione dell’Appennino Bolognese, sperando che non sia la solita carrellata di giustificazioni e tutto si risolva con una semplice informativa su decisioni prese unilateralmente senza il coinvolgimento degli abitanti delle nostre vallate.