mercoledì 31 agosto 2016

Ancora un suicidio al 'ponte nuovo' di Sasso Marconi.

Il Ponte Nuovo ( Leonardo da Vinci )
Ancora una volta il 'Ponte nuovo' di Sasso Marconi è stato teatro di un tragico evento. Notizie recentissime parlano di un una persona che, dopo aver scavalcato il parapetto del fiume, si è buttata nel vuoto finendo nel Reno. Il fatto è avvenuto intorno alle 19.

L'allarme dei passanti è stato immediato e sono prontamente intervenuti la Pubblica Assistenza di Sasso Marconi, il 118, i Carabinieri e i Vigili del Fuoco.

Non è ancora stato rivelato se si tratta di un uomo o di una donna, ne' l'età .

Sono in corso le indagini per risalire alle identità del suicida e alle cause che lo hanno portato al gesto disperato. 


L'accaduto ha suggerito a Enrico Lavini un  reseconto sugli eventi tragici che negli ultimi anni hanno avuto come protagonista il Ponte Leonardo da Vinci a Sasso Marconi che ha riportato su un comunicato dal titolo ' Un triste primato per il nostro comune... E' ora di intervenite tecnicamente per evitare altre tragedie o quantomeno cercare di impedirle'.

A memoria, nell'agosto 2009 grazie ad un intervento miracoloso di un operatore del 118 una tragedia è stata evitata, un tassista bolognese che aveva scelto il ponte che collega la Porrettana al vecchio casello dell´autostrada di Sasso Marconi ( nella foto sopra) , fece un volo nel vuoto di alcune decine di metri. L´acqua profonda e il fondo sabbioso attutirono l´impatto. Successivamente grazie alla competenza e prontezza dell'operatore del 118 il tentativo di suicidio fallì.
Nell'aprile 2010 il suicidio questa volta purtroppo riuscito con un salto nel vuoto sempre dal ponte di Sasso Marconi.
Nell'aprile 2016, un sabato mattina un bolognese di 40 anni circa è stato ritrovato nel fiume, verosimilmente gettatosi da uno dei soliti nostri ponti;
sempre nel maggio di quest'anno un altro tentato suicidio da Ponte Albano ( nella foto) , un uomo di circa 40 anni minacciò di buttarsi dal ponte insieme alla bambina di circa quattro anni. 
Stasera 31 agosto 2016 dal solito ponte che collega la Porrettana al vecchio casello dell´autostrada di Sasso Marconi l'ennesima tragedia di una persona che verosimilmente in stato depressivo si è gettata. Al momento non ho notizie ma ho quasi vissuto direttamente stasera l'accaduto perché facendo jogging sono arrivato sul ponte mentre le forze dell'ordine stavano perimetrando la zona e il nucleo dei sommozzatori dei VVF stava sopraggiungendo

Basta!
Mi occupo da parecchi anni di sicurezza nei luoghi di lavoro, tematica prima regolamentata dal famoso D.Lgs. 626/1994 poi sostituito dall'attuale e in vigore D.Lgs. 81/08. Nelle Aziende il consulente safety adotta spesso un criterio di mitigazione dei rischi, prendendo in considerazione anche la volontarietà di una persona nel procurarsi un infortunio oppure considera ciò che la normativa di settore definisce il "ragionevolmente prevedibile" e di conseguenza interviene in primis con interventi tecnici poi di tipo organizzativo. Barriere perimetranti i ponti sopra citati, a seguito dei numerosi casi accaduti, non possono più ritenersi tecnicamente idonee misure di tipo preventivo. E' necessario intervenire e mettere in sicurezza tutte le zone che possono essere facilmente scavalcabili, alzando quindi le barriere di perimetrazione dei ponti. Mi sento di dire che ciò debba essere realizzato a prescindere da norme tecniche eventuali che regolamentino le altezze minime di legge dei parapetti sui nostri ponti citati e ciò per forze di causa maggiore evidenti e tragiche che periodicamente si ripetono nel nostro comune
esempio: 



 
... Mi auguro di aver dato quantomeno da tecnico un suggerimento eventuale a chi dovrà valutare la situazione, ma ovviamente approfitto per esprimere cordoglio a tutte le famiglie colpite da queste gravi tragedie con l'augurio che non accadano mai più e che le persone colpite da depressione possano sempre contare sui propri cari per ritrovare la serenità e la gioia di vivere

Ermenegildo Bugni: " La Costituzione italiana, una conquista da difendere".

Dante Franchi ha inviato le valutazioni sul momento politico attuale del Segretario Provinciale ANPI di Bologna, Ermenegildo Bugni (nella foto) , già Partigiano combattente con il nome di battaglia "Arno".

Per un partigiano è fastidioso sentire dire da “illustri” ministri che al prossimo referendum per la riforma della Costituzione chi voterà sì è un progressista e chi voterà no è un conservatore.
È fastidioso sentire accomunare in un fronte indistinto chi è per il no. Ed è fastidioso assistere ai continui attacchi all’ANPI che raccoglie i partigiani, che con la Resistenza hanno dato un contributo fondamentale alla scrittura della Costituzione vigente, e gli antifascisti che nei valori della Resistenza e della Costituzione si riconoscono.
Sarebbe onesto dire che fra i no vi sono diverse facce: quelli che, come me e i miei compagni di lotta, sacrificarono anche se stessi per riuscire a far rinascere e portare nella Carta Costituzionale i grandi valori della vita, e che avrebbero voluto e vorrebbero che questi interamente entrassero nelle leggi emanate dal Parlamento. Vi sono gli altri, che esprimono
compiacenza al no per opportunità e personale gioco politico, oppure perché dopo essere stati “scopiazzati” nelle loro idee sono stati accantonati.
La Costituzione con le sue regole nacque per unire e ricompattare un popolo diviso dal fascismo e dalla guerra, anni di amare esperienze per l’Italia in cui i valori di cui parlo furono affossati al loro nascere da un fascismo imperioso e tracotante. Il Paese, privato di quei valori, finì nella tragedia e nello sfacelo.
Grazie alla Resistenza quei valori furono ritrovati nella lunga lotta al fascismo e sanciti in Costituzione. La Carta fu però subito considerata dalle forze della reazione un ostacolo per i loro fini, quindi doveva restare lettera morta. La Costituzione in questo lungo ultimo dopoguerra è stata disattesa, poi boicottata e addirittura attentata.
Oggi dopo le tante lotte che portarono alle necessarie dovute conquiste sociali, assistiamo al lento ma giornaliero tentativo di annullare quelle conquiste. Per chi vuole affermare nel nostro Paese e nell’intera Europa un modello di privatizzazione e di accentuazione delle disuguaglianze sociali ed economiche è chiaro che questa Costituzione rappresenta ancora un ostacolo. Per queste persone quindi non è sufficiente ritoccare la Carta ma è necessario stravolgerla.
Il pretesto per la trasformazione è quello della governabilità, della semplificazione e della riduzione dei costi. In una sola la parola il superamento del bicameralismo perfetto. Questo, a dire il vero, si poteva ottenere in altri modi, più semplici e più equilibrati di quelli proposti e senza intaccare l’indiscutibile principio di rappresentanza.
 
La soluzione migliore sarebbe stata quella di incaricare una commissione democraticamente
eletta sulla scia della Costituente e seguire attentamente le norme presenti nell’art. 138 della
Costituzione.
Ma no. Questo governo è andato avanti a gamba tesa. Già solo il fatto che le modifiche siano di iniziativa governativa è un attacco alla Costituzione. Quando si modifica qualsiasi cosa lo spirito dovrebbe essere teso al miglioramento. Ma questa modifica della Costituzione, e la legge elettorale che la accompagna, così raffazzonate come sono state fatte, non pare siano in linea con il principio del miglioramento.
La posizione dell’Anpi non può che essere per il no.Un no deciso e coerente con la partecipazione alla Resistenza e con la storia della nostra Associazione che si è sempre battuta per la difesa e l’applicazione della Carta, in assoluta fedeltà ai principi che la hanno dettata, come recita il nostro Statuto. Una posizione chiara da tempo e ribadita dal 16° Congresso nazionale, conclusosi con una coerente e unitaria risposta al quesito referendario. Ogni iscritto
all’ANPI deve rispetto allo Statuto e ai regolamenti e deve essere coerente con la posizione dell’Associazione di cui ha la tessera.
Questa è una società che mi ha reso da tempo consapevole che i sogni e la realtà spesso sono
antagonisti, ma io rimango legato ai sogni, a loro ho dedicato la mia lunga vita e con loro, quando sarà il momento, me ne andrò.
Le individualità umane, cariche di personalismi ed egoismi, sempre propense a volere di più, e a farlo anche a scapito di altri esseri o dell’ambiente in cui viviamo, non mi piacciono.
Pochi sono gli scrupoli ed infinita è l’ingordigia con l’occhio sempre rivolto al dio denaro che tende con facilità a far dimenticare ciò che mai dovrebbe svanire dalla memoria.
Ricordo con tristezza, ma anche con un pizzico di nostalgia, i giorni in cui lottai con le armi, attratto dal richiamo di quei valori poi tradotti nella Costituzione. Questo particolare momento in cui vedo molti usare la Costituzione a proprio comodo, a piacere, come fosse tutto fuorché una cosa seria, mi fa tornare alle mente i dolorosi momenti in cui la flessione morale e fisica,
dovuta alla forte stanchezza, alla sofferenza dei tanti sacrifici e privazioni, all’incertezza del  buon fine dello scontro armato con il feroce nemico, mi facevano temere di non farcela. Ma per i partigiani il richiamo a quei valori è stato fondamentale per ritrovare animo, vigore e coraggio. 
Rimango orgoglioso della mia coerenza e fedeltà ai motivi per cui ho combattuto e lottato.
Oggi non ci sono più le intimidazioni di una dittatura, ma ci sono i biasimevoli modi di politiche personali di gente mediocre.
È necessario che le giovani generazioni sappiano che i principi della Costituzione presenti in ogni parte della Carta vanno integralmente difesi.
Modificare 47 articoli su 139 significa stravolgere l’intera Costituzione. Di più le attuali modifiche sono talmente ampie da aprire la strada ad ulteriori e più gravi cambiamenti.
Constatiamo che nella pratica quotidiana i valori della Costituzione sono pressoché scomparsi. Sarebbe letale se scomparissero anche dalla Carta stessa, allora nessuno potrebbe più rivendicarli. 
Essi vanno difesi, salvaguardati, applicati ed è dovere di tutti i cittadini farlo, politici compresi.
È necessario promuovere una grande campagna affinché sia questa sbagliata realtà dell’oggi ad adeguarsi ai dettami costituzionali e non che sia l’inverso. L’Anpi che da 72 anni è il primo
difensore della Costituzione su quel binario deve restare a prescindere dalle strumentalizzazioni e provocazioni che sono all’ordine del giorno.

Ermenegildo Bugni
Partigiano “Arno”
Segretario Politico ANPI Provinciale Bologna

Una 'amatriciana' per cinquecento in piazza a Sasso Marconi.

Saranno più di 500 questa sera a sedersi alla grande tavolata allestita in piazza dai commercianti di Sasso Marconi e potranno assaporare la 'amatriciana' preparata dallo staff di cucina organizzato anch'esso dagli operatori economici del Comune.

L'appuntamento, già in programma e finalizzato alla raccolta di fondi con cui sostenere l'installazione delle luminarie natalizie, è stato 'riconvertito' alla raccolta di risorse da devolvere ai terremotati del centro Italia. E perchè l'introito fosse corposo i commercianti, ognuno per la sua tipologia commerciale, hanno fornito gratuitamente la materia prima necessaria alla cucina. Così l'intero incasso formerà la cifra da inviare alla Protezione Civile impegnata nelle attività di sostegno dei terremotati.

Fra i commercianti non mancano coloro che provengono dalle terre martoriate dal terremoto del 24 agosto e che hanno parenti in quei borghi. Costoro, oltre a non aver fatto mancare il loro pieno sostegno pratico, hanno voluto ringraziare i colleghi per la loro sensibilità e per la generosità.

Grizzana Morandi. Gli inviti di La Sculca.


Silvia Rossi segnala i prossimi eventi organizzati dalla Associazione Sculca, da lei presieduta, nell'affascinante Borgo La Scola di Grizzana Morandi.

Sabato prossimo, 3 settembre, si terrà un incontro di danza in cerchio - 'Irradiare la bellezza' - condotto da Marisa Barbieri

 

Domenica,  4 settembre, dalle 14, lungo le vie del Borgo saranno esposte le opere della mostra "DI LEGNO E DI CENERE", suggestioni fotografiche e pittoriche attraversando l'Appennino Bolognese di Massimiliano Usai


Alle 16 esibizione acustica voce e chitarra di Roberto Vitale.


Sasso Marconi. La parrocchia di Lagune è in festa e non dimentica i terremotati.

Festa patronale domenica prossima, 4 settembre, a Lagune di Sasso Marconi. 
Gli introiti saranno destinati al sostegno delle opere parrocchiali e in parte devoluti ai terremotati del centro Italia.


Festa dello Sport all'Abbazia di Zola: sport, buon cibo e musica.

di Giulia Sacchetta

Prende il via venerdì prossimo, 2 settembre, la trentasettesima edizione della Festa dello Sport a Zola Predosa che si svolgerà durante il primo e il secondo weekend di settembre ed unirà sport, buon cibo e musica.
Come ogni anno si svolgerà all’ombra dell'Abbazia di Zola, in prossimità del campi sportivi che ospiteranno durante i sei giorni di attività tornei e dimostrazioni delle più diverse discipline. Inoltre competizioni, laboratori, spettacoli e beneficenza.
Per tutta la durata della manifestazione, sarà possibile cenare – e alla domenica anche pranzare – presso il ristorante della Festa, degustando piatti tipici della tradizione bolognese come tagliatelle all’ortica e tortelloni, rigorosamente preparati a mano dalle zdaore zolesi.
La Festa dello Sport vedrà esibirsi l’artista Daniele Groff in un Unplugged speciale in programma sabato 10. Da segnalare l’incontro dal titolo “non sempre si può vincere” di Eraldo Pecci, a cura di A. Legnani e A. Ginosa, con la partecipazione della F. Francia basket, neopromossa in serie D.
La manifestazione, organizzata dal gruppo parrocchiale della Chiesa dei SS Nicolò e Agata e dal circolo MCL F.Francia, è patrocinata dall'Amministrazione Comunale.

Il programma completo:

Venerdì 2 Settembre 2016
18.00 – Inaugurazione Festa dello Sport
18.30 – Esibizione di Ultimate Frisbee a cura della
18.30 – Inaugurazione mostra collettiva di pittura e scultura: “i volti della misericordia”
19.30 – Esibizione di arti marziali a cura di Asco
20.45 – Presentazione della 37° Festa dello Sport

Sabato 3 Settembre
15.30 – Grande salsicciata di beneficenza, il ricavo sarà devoluto alla Casa della Carità
16.45 – Olimpiadi alternative: giochi, sport e discipilne alternativi per grandi e piccini
18.15 - Spettacolo di burattini a cura di Officine Duende
19.00 – Torneo di basket femminile
20.00 – Spettacolo semicomico a cura di Astorre Legnani e Franco Cavara “Tiri Liberi – 50 anni di tempi supplementari a Zola”
21.00 – Serata di musica con the Overtunes, revival band anni 60,70,80

Domenica 4 Settembre
11.00 – Santa Messa animata dai gruppi sportivi del territorio
16.00 - torneo di calcio giovanile
16.30 – laboratorio creativo per bambini “lezioni di creta”
17.00 – Esibizione della banda V. Bellini
19.00 – torneo di basket 3 vs 3 e dj set
20.30 – torneo di bilardino
22.00 – estrazione lotteria di beneficenza

Venerdì 9 Settembre
19.00 – amichevole di basket giovanile a cura di F.Francia
20.30 – esibizione sezione danza MCL diretta dal maestro Bortolo Buratto
20.30 – Corso base di trucco a cura di Farmacia di Zola, il ricavato sarà devoluto in beneficenza
21.00 – Incontro “non sempre si può vincere” con Eraldo Pecci, a cura di A. Legnani e A. Ginosa con la partecipazione della F. Francia basket, neopromossa in serie D

Sabato 10 Settembre
16.30 – Laboratorio creativo per bambini “lezioni di arte e disegno”
16.30 – esibizione di Hip Hop, Break Dance, Danza Acrobatica a cura di Manuel Dance Academy
18.00 – Esibizione di Football Americano a cura dei Doves Bologna
19.00 – Torneo di basket serie D
19.30 – Torneo di biliardino
21.30 – Daniele Groff in concerto – live esclusivo unplugged

Domenica 11 Settembre
9.00 – 4° Trail dell’ Abbazia (corsa podistica in natura) – percorso agonistico e non
11.30 – Santa Messa presso l’Abbazia
17.00 – Dimostrazione aperta a tutti di calcio camminato a cura di UISP Bologna
17.25 – Grande gioco del minibasket
19.00 – Torneo di basket serie D – Finali
19.30 – Esibizione di ginnastica artistica a cura di G. S. Riale
21.00 – Esibizione di basket in carrozzina a cura della Polisportiva “i bradipi”
22.00 – Estrazione della lotteria di beneficenza

Per informazioni: mclzola@gmail.com


martedì 30 agosto 2016

Trovata in stazione una valigia degli anni Sessanta. E' un giallo.

Segnalato. 


Una valigia abbandonata sul marciapiede del secondo binario della stazione di Alto Reno (Bologna) sta creando il panico tra i cittadini: il bagaglio e il suo contenuto, infatti, risalgono agli anni '60.
Una settimana fa un capotreno si è accorto della "valigia sospetta". Si è avvicinato e ha notato subito che c'era qualcosa di strano. Così, dopo essersi accertato che nessuno avesse perso questa valigia, l'ha presa e l'ha portata dalla polizia ferroviaria. Appurato che il contenuto non era pericoloso, il bagaglio è stato aperto e quello che si è presentato davanti agli occhi degli agenti ha dell'incredibile: vestiti da bambina perfettamente conservati e puliti risalenti gli anni Sessanta.
La polizia, pensando che qualcuno avesse perso questa valigia, ha subito comunicato alla stampa locale l'accaduto, ma nessuno è mai andato a reclamarla. Così gli agenti hanno deciso di pubblicare sul loro profilo ufficiale di Facebook un appello: "La valigia è ben tenuta ma risale agli anni ’60, come anche il suo contenuto, vestitini da neonata, puliti, piegati e ordinati, divisi per sacchetti. Tutto però di moda negli anni ’60, appunto. Ma nuovi, come se fossero comprati ieri e riposti con cura come farebbe una mamma con gli abiti della sua bimba. È passata una settimana e la valigia è ancora custodita negli uffici della Ferroviaria".
Il messaggio sul social si conclude spiegando agli utenti che le telecamere non hanno ripreso nessuno che trasportava quella valigia, "il bagaglio sembra comparso dal nulla". Il mistero si infittisce giorno dopo giorno e quella che sembrava essere una banale distrazione sta diventando un giallo dai contorni soprannatural




A Marzabotto, un'amatriciana per Amatrice.



Cinzia Lolli, della PROLOCO di MARZABOTTO, informa dell'evento pro terremotati in programma per domenica 4 settembre in piazza a Marzabotto.




Le parrocchie di Sasso Marconi per i terremotati.

San Lorenzo
Le parrocchie sassesi di San Lorenzo e di San Pietro hanno annunciato di voler destinare le offerte raccolte nelle Messe di sabato 3 e domenica 4 settembre alle famiglie terremotate del centro Italia.



San Pietro
Hanno poi aggiunto di voler organizzare, per mercoledì 7 settembre, una grande cena comunitaria, a base di 'amatriciana',  i cui introiti saranno devoluti alle comunità colpite dal terremoto del 24 agosto.

La solidarietà darà così un doppio piacere, quello di aiutare chi è in forte difficoltà e quello del palato.

Litiga col gestore di una palestra, va a casa, si arma di un coltello da cucina e torna indietro per pugnalarlo.


Ormai si ricorre 'alle armi' con una facilità incomprensibile. Lo testimonia ciò che è accaduto a Crevalcore dove i Carabinieri hanno denunciato un 23enne marocchino, residente a Sant’Agata Bolognese, per tentata violenza privata, minaccia aggravata e porto ingiustificato di armi o strumenti atti ad offendere.
Venerdì sera, il 112 è stato informato che un giovane, armato di un coltello e in stato confusionale, stava camminando per le strade di Crevalcore. La pattuglia dei Carabinieri, ha fermato il ragazzo in via 25 Aprile e lo ha identificato nel 25enne marocchino. Perquisito è stato trovato in possesso di un grosso coltello da cucina, nascosto all’interno di uno zaino che portava a tracolla. I Carabinieri hanno scoperto poi che, qualche ora prima, il ragazzo aveva litigato col gestore di una palestra del luogo, 33enne italiano. Dopodiché era tornato a casa, si era armato del coltello ed era nuovamente uscito, nonostante il parere contrario di un suo cugino che nel tentativo di fargli cambiare idea e di impedirgli di uscire era rimasto lievemente ferito al dito di una mano. “Vado a farla pagare a quel figlio di puttana!”, è quanto il 23enne avrebbe detto al parente prima di congedarsi e rimettersi in strada alla volta della palestra dove ha rincontrato il gestore , ma non avuto il tempo di accoltellare perché è stato bloccato dallo stesso cugino e da un altro parente.   
L’arma è stata posta sotto sequestro.

Pizzocchi a Pieve del Pino per la sagra di sant'Ansano.


Sarà lo spettacolo comico di Duilio Pizzocchi di sabato 10 settembre a caratterizzare il programma ludico – ricreativo della sagra di Sant'Ansano che si tiene a Pieve del Pino di Sasso Marconi nei fine settimana di sabato 3 e domenica 4 settembre, sabato 10 e domenica 11 settembre.

Lo ricorda Claudio Penzo che ha inviato anche la locandina con il programma delle 4 giornate in cui sono elencati  i numerosi appuntamti di carattere religioso.


lunedì 29 agosto 2016

Marzabotto. Incendio nei boschi di Montasico.

Sei ettari di bosco in fumo. E' successo ieri pomeriggio a Montasico di Marzabotto. Intorno alle 15 le fiamme hanno cominciato a lambire il lato della strada che porta alla collina: un venticello non eccessivamente forte, ma sufficiente ad alimentare in modo serio il rogo, ha allargato in pochi minuti il fronte dell'incendio e ha persino attraversato la carrabile.

Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco di Vergato, di Gaggio Montano, di Casalecchio e di Bologna. Hanno inoltre partecipato allo spegnimento la Forestale e i volontari della Protezione Civile. Hanno coordinato le operazioni e il traffico i Carabinieri di Marzabotto. Non è stato necessario l'intervento dei Canadair.

Dopo un intenso lavoro, intorno alle 19 l'incendio poteva considerarsi domato.

Non sono stati registrati danni a strutture o infrastrutture ma solo all'ambiente e al patrimonio boschivo poiché tutta l'area coinvolta nell'incendio è coperta da boschi di roverelle ma priva di insediamenti.

I Vigili del Fuoco stanno indagando per risalire alle cause dell'innesco e se all'origine vi possa essere un atto doloso.

Piazza Maggiore di Bologna è da 'francobollo'.

Marco segnala che il MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO ha ufficializzato l'emissione di un francobollo ordinario serie «Piazze d'Italia» dedicato a piazza Maggiore di Bologna

 
 Il decreto recita:  

.... Ritenuto opportuno autorizzare l'emissione di carte
 valori  postali recanti una indicazione di  valore 
 facciale  espressa  non  piu'  in valuta nazionale, 
bensi' con un segno corrispondente al  prezzo 
 «pro tempore» del servizio di posta ordinaria ….. 
 
                              Decreta: 
 
 E'  autorizzata  l'emissione  di  un  francobollo 
ordinario  serie «Piazze d'Italia» dedicato a Piazza
 Maggiore in Bologna relativo alla tariffa B Zona3. 

 La stampa  e'  a  cura  dell'Officina  Carte  Valori 
dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato  S.p.A., 
 in  calcografia,  su  carta bianca, patinata neutra, 
autoadesiva, non  fluorescente;  grammatura: 90 g/mq;
supporto:   carta   bianca,   tipo   autoadesivo   Kraft 
monosiliconata  da  80  g/mq;  adesivo:  tipo  acrilico
 ad   acqua, distribuito in quantita' di 20 g/mq (secco); 
formato carta: mm  40  x 24; formato stampa: mm 36 
x 20; formato  tracciatura:  mm  48  x  30;
dentellatura:  11  effettuata  con  fustellatura;  colori: 
due  piu' inchiostro  di  sicurezza,  e  precisamente
 nero,  rosso  porpora  e inchiostro di sicurezza verde 
smeraldo  metallizzato;  bozzettista  e incisore: Rita 
Fantini. 

La vignetta raffigura uno scorcio di Piazza  Maggiore 
in  Bologna, con Palazzo d'Accursio, sede del 
Municipio, e il Palazzo  dei  Notai.
Entro una banda verticale, a destra, e' ripetuta  in 
microscrittura, senza soluzione di continuita', la
dicitura «Ministero dello sviluppo economico». 
Completano il francobollo la leggenda «Piazza 
Maggiore  - Bologna», la dicitura «B Zona3» e la 
scritta «Italia». 
Ciascun foglio, di formato cm. 30 x 33, contiene  50 
esemplari  di francobolli  fustellati  a  dentellatura  11,
recanti   tracciature orizzontali e verticali  del 
supporto  siliconato  per  il  distacco facilitato di 
ciascun esemplare di francobollo dal proprio supporto.
 
Il presente decreto e' pubblicato nella  Gazzetta 
Ufficiale  della Repubblica italiana. 
    
           

Sui Prati di Mugnano risponde il direttore Mino Petazzini





Mino Petazzini. direttore della Fondazione Villa Ghigi, cui è affidata la gestione del Parco dei Prati di Mugnano, interviene sull'argomento 'degrado del Parco denunciata con insistenza da alcuni frequentatori'.


Scrivo in riferimento all’articolo comparso il 25 agosto scorso nel blog Notizie dalle valli del Reno e del Setta. Nell’articolo Il parco Prati di Mugnano è ‘preda’ dei vandali si dava conto della situazione di degrado del parco denunciata nei giorni precedenti dal signor Franco Venturini e documentata da un paio di fotografie di cestini portarifiuti ricolmi e di altri rifiuti sparsi nelle immediate vicinanze di un’area di sosta.
Intervengo in quanto la Fondazione cura la manutenzione dei Prati di Mugnano dagli ultimi mesi del 2014, nell’ambito di un più ampio accordo con il Comune di Bologna (che, dunque, non si disinteressa affatto del parco).
Intanto colgo l’occasione per scusarmi con il signor Venturini e gli altri frequentatori per l’imprevista interruzione del servizio di tutela igienica da parte della ditta da noi incaricata che, come abbiamo potuto appurare, per alcuni problemi interni ha compiuto l’ultima tutela igienica il 13 agosto e ha ripreso il servizio solo il 26 agosto (venerdì scorso). Sarà nostra cura fare in modo che ciò non accada più.
Più in generale, posso dire che da quando gestiamo il parco, il servizio di tutela igienica viene svolto con regolarità, come in precedenza non avveniva più da tempo. La frequenza è di un intervento a settimana, di preferenza il lunedì, con la possibilità di intensificare gli interventi nei periodi di maggiore frequentazione e di rarefarli nei periodi di minore frequentazione e cattivo tempo (in inverno, soprattutto). Nel 2014 la situazione di partenza è risultata piuttosto critica, sia per il sostanziale abbandono di alcuni settori del parco sia per la dispersione di rifiuti dovuti alla presenza abbondante di fauna selvatica richiamata dai resti di cibo nei pressi delle piazzole di sosta e delle aree barbecue. Dalla scorsa primavera, a questo proposito, in accordo con il Comune di Sasso Marconi, è stata avviata una sperimentazione per riorganizzare la raccolta di rifiuti nel parco, concentrando nell’area del parcheggio una serie di nuovi contenitori per la raccolta differenziata (carta, plastica, vetro e indifferenziata) ed eliminando i vecchi contenitori presso le due aree barbecue più vicine al parcheggio (nelle due aree sono stati inseriti appositi cartelli che invitano i frequentatori a portare i propri rifiuti nei contenitori del vicino parcheggio).
Insieme al servizio di tutela igienica e agli sfalci dei prati, che sono ripresi in maniera più organica anche in zone trascurate negli anni precedenti, nel parco viene svolto un controllo e monitoraggio sulle condizioni della copertura vegetale, degli arredi, dei sentieri e dei fossi di regimazione delle acque, che in questi due anni scarsi ha portato all’esecuzione di vari interventi. Dal punto di vista strettamente manutentivo, dunque, il parco è tutt’altro che abbandonato.
È vero, tuttavia, che un parco così ampio e interessante, per una buona metà compreso all’interno di una riserva naturale, meriterebbe un’attenzione maggiore e una serie di decisioni finalizzate alla sua valorizzazione, tenendo anche conto della crescente fortuna turistica della Via degli Dei. Anche per questo, nel 2014, avevamo accettato volentieri di occuparcene (anzi, di tornare ad occuparcene, perché dalla metà degli anni ’80 a oggi, il Centro Villa Ghigi e poi la Fondazione omonima hanno più volte coinvolto il parco in pubblicazioni e iniziative).
Il primo punto da risolvere, come adombrato anche nel vostro articolo, è il destino degli edifici interni al parco, a cominciare da quello che ospitava il ristorante, chiuso ormai da quasi un anno. Dopo l’espletamento della prevista gara per la vendita di quest’ultimo, che personalmente mi auguro vada deserta, spero che ci sarà la possibilità di riprendere su questo e su altri punti relativi al parco, come l’integrazione nell’area verde di terreni di proprietà Manutencoop prevista dal Piano strutturale di Sasso Marconi, la discussione avviata nel recente passato con i comuni di Bologna e di Sasso Marconi per un impegno di rilancio del parco.
Nel frattempo, continueremo a gestire il parco con cura, cercando di evitare il ripetersi di inconvenienti come quello capitato a Ferragosto.
Grazie per l’attenzione.
Con i più cordiali saluti



Renzi e la Enews 439






Il dolore e la reazione
In queste ore l'Italia è una famiglia colpita.
Le storie che Amatrice, Accumoli, Arquata, Pescara del Tronto ci consegnano sono storie di disperazione e di morte. Non basterà una vita ad asciugare le lacrime di quella mamma che ha perso il marito e i figli. Di quei genitori che non abbracceranno più la loro piccola creatura. Di quella bambina salvata dalla sorellina più grande a prezzo della vita. Di quel ragazzo rimasto orfano che il prossimo anno farà l'esame di maturità senza avere più i genitori a casa cui raccontare come è andata la versione.
Perché vista da fuori, la contabilità dei numeri di un terremoto può apparire una fredda questione di cifre. Ma quei numeri che si calcolano in decine, poi in centinaia, sono storie di persone, nostri fratelli, membri della nostra famiglia colpita. E allora il dolore si fa spazio, prepotente, cattivo dentro la quotidianità del Paese.
In questi casi l'Italia sa come fare a reagire. Siamo bravi e generosi, specie nei momenti di difficoltà. La gestione dell'emergenza da parte della Protezione Civile è stata efficace e tempestiva. Ci sono 238 persone che sono state strappate dalle macerie dalla professionalità dei Vigili del Fuoco e dei soccorritori: un numero impressionante. E le colonne mobili di donne e uomini con la divisa o volontari ha immediatamente circondato i luoghi del sisma con un abbraccio concreto, operativo, immediato. Gli amministratori di comuni e regioni stanno lavorando dal primo minuto con dedizione e pazienza.
Siamo orgogliosi di questa reazione. Siamo fieri di questo meraviglioso popolo italiano. Il popolo che è arrivato ad Amatrice sin dal giorno stesso ma anche il popolo che organizza le spaghettate all'amatriciana in tante piazze d'Italia come concreta solidarietà, che educa i bambini di tutto lo Stivale a donare un pallone o un giocattolo, che fa sentire la propria vicinanza con le donazioni.
Ma tutto ciò non può bastarci.
La ricostruzione
C'è una ricostruzione da coordinare nel modo più saggio e più rapido. Giusto fare in fretta, ma ancora più giusto fare bene e soprattutto con il coinvolgimento delle popolazioni interessate. La ricostruzione dovrà avvenire nel modo più trasparente con l'aiuto di strutture che abbiamo voluto con forza come l'Autorità Anti Corruzione presieduta da Cantone ma anche con la massima trasparenza online. Ogni centesimo di aiuti sarà verificabile a cominciare da quelli inviati via sms dagli italiani al numero della protezione civile (Sms al numero
45500, ancora attivo per chi vuole dare una mano). Ma soprattutto dovremo tenere viva la presenza delle comunità sul territorio. I luoghi hanno un'anima, non sono semplicemente dei borghi da cartolina. E l'anima gliela danno le storie delle persone, vecchi e bambini, il vissuto quotidiano, gli spazi d i una comunità a cominciare dal circolo, dalla chiesa, dalla scuola. L'impegno del governo è che questi luoghi così ricchi di un passato prezioso possano avere un futuro. E per farlo occorrerà lavorare tutti insieme, senza proclami, senza annunci, senza effetti speciali, ma con l'impegno rigoroso di tutti. La storia italiana ci consegna pagine negative nella gestione del dopo-terremoto, come l'Irpinia, ma anche esempi positivi. Su tutti il Friuli del 1976, certo. Ma anche l'Umbria di vent'anni fa. E soprattutto penso al modello emiliano del 2012. Quel territorio ha "tenuto botta", come si dice da quelle parti, ricostruendo subito e bene. Le aziende sono ripartite, più forti di prima. E la coesione mostrata è stata cruciale per raggiungere l'obiettivo.
Dovremo prendere esempio da queste pagine positive. E fare del nostro meglio - senza annunci roboanti - per restituire un tetto a queste famiglie e restituire un futuro a queste comunità.
Casa Italia
Quello che invece in passato non sempre è stato fatto è andare oltre l'emergenza, oltre la ricostruzione. Perché sull'emergenza l'Italia è forte. Sulla ricostruzione ci sono pagine di assoluta efficienza e pagine che invece andrebbero cancellate, lo sappiamo. Ma quello che in passato è spesso mancato è la costruzione di un progetto paese basato sulla prevenzione: non solo reagire, non solo ricostruire, ma prevenire. E dunque serve un deciso cambio di mentalità.
Lasciatemi essere chiaro, da padre prima che da premier. L'idea iper razionalistica di chi in queste ore dice "rischio zero" è inattuabile. Da un lato l'Italia è troppo articolata per risolvere in partenza ogni problema legato alle calamità naturali. Dall'altro, io dico soprattutto, la pretesa di tenere sotto controllo la natura è miope e persino assurda. Ovunque nel mondo la Natura miete vittime per alluvioni, uragani, terremoti. E questo riguarda anche Paesi che noi giudichiamo più preparati del nostro: in tutto il mondo i lutti legati a calamità naturali sono numerosi.
Ma se mandiamo in soffitta la pretesa ideologica di chi vorrebbe tenere sotto controllo la natura, dall'altro è anche vero che non possono vincere i fatalisti che nel nome del destino continuano a costruire senza visione e strategia o impediscono di creare una cultura della prevenzione. Perché rincorrere quando potremmo anticipare?
Nessuno di noi potrà bloccare la natura, ma perché non cambiare mentalità e lavorare - tutti insieme - a un progetto che tenga più al riparo la nostra famiglia, la nostra casa?
Questo è il senso del progetto Casa Italia che nei prossimi giorni presenterò a tutti i soggetti interessati, ai professionisti, ai rappresentanti di comuni e regioni, ai sindacati e alle associazioni di categoria, agli ambientalisti e ai costruttori.
Il fatto che per 70 anni non siamo riusciti a far partire un progetto coordinato e strategico di prevenzione significa che questa sfida non è facile, fa tremare i polsi. Ma il fatto che sia una sfida difficile, non è un buon motivo per non provarci.
È un progetto di lungo respiro, che richiederà anni, forse un paio di generazioni, come ieri mi diceva con lucidità e visione un grande italiano quale Renzo Piano. Ma il fatto che sia un progetto a lungo termine, non è un buon motivo per non iniziare subito.
In Casa Italia immagino di inserire non solo i provvedimenti per l'adeguamento antisismico ma anche gli investimenti che stiamo facendo e che continueremo a fare sulle scuole, sulle periferie, sul dissesto idrogeologico, sulle bonifiche e sui depuratori, sulle strade e sulle ferrovie, sulle dighe, sulle case popolari, sugli impianti sportivi e la banda larga, sull'efficientamento energetico, sulle manutenzioni, sui beni culturali e sui simboli della nostra comunità.
Un progetto che coinvolga concretamente - non a chiacchiere - tutti i cittadini interessati a dare una mano alla comunità del nostro Paese. Abbiamo decine di argomenti su cui possiamo dividerci e litigare; su questo lavoriamo insieme.
Nella mia responsabilità di capo del governo proporrò a tutte le forze politiche di collaborare su questi temi. Con Casa Italia in ballo c'è il futuro dei nostri figli, non di qualche ministero. E proporrò a tutti i partiti, anche a quelli di opposizione, di dare una mano perché la politica italiana offra una dimostrazione di strategia e non solo una rissa dopo l'altra. Noi lo faremo. Senza annunci a effetto, ma con il passo del maratoneta. Cioè con l'impegno di chi sa che la sfida è lunga, difficile e richiede la testa, non solo le gambe. Ma sa anche che passo dopo passo il traguardo diventa ogni istante più probabile. Dunque tre fasi. L'emergenza, la ricostruzione, la prevenzione.
Tre fasi diverse, tre cantieri diversi, tre responsabilità diverse.
Ma l'impegno comune di far vedere il volto migliore dell'Italia.
Lo dobbiamo a chi è stato ucciso dal terremoto e ai loro cari.
Lo dobbiamo ai superstiti che hanno il diritto di tornare a vivere.
Lo dobbiamo ai nostri figli perché l'immenso patrimonio italiano non è nostro. Non ce lo hanno dato in eredità i nostri genitori, ma ci è consegnato in prestito per i nostri figli. Dobbiamo essere all'altezza di questa responsabilità.
Matteo


PS. Per una volta non vi parlo di altro. Ci sarà tempo per tornare sull'ordinaria amministrazione e le cose di tutti i giorni: in settimana vi scriverò una enews ad hoc su tutte le cose che stanno andando avanti, su tutti i progetti che continuiamo a seguire, su tutti gli incontri che stiamo facendo. Ma oggi ho avvertito l'esigenza di parlarvi solo del terremoto, ringraziando i tanti di voi che in queste ore hanno scritto e dato una mano. Viva l'Italia.

A Sasso Marconi i pedoni di Viale Kennedy Nord sono al buio.

A Sasso Marconi i led del passaggio pedonale in viale Kennedy all'altezza del Bar del Sole sono all'origine di uno scambio epistolare fra i consiglieri comunali di Sasso Libera, Ermanno Montanari e Lorenzo Biagioni, e il sindaco Stefano Mazzetti.

I consiglieri motivano le ragioni del loro intervento precisando: 

A spese dell'organizzazione della Festa della Birra furono attivati tempo addietro led luminosi collocati direttamente sul manto stradale affinchè il passaggio pedonale di Viale Kennedy fosse ben segnalato e garantisse ai pedoni un attraversamento sicuro, specie di notte.

A seguito di lavori stradali  per la posa di cavi , la funzione dei led si è interrotta .
Abbiamo chiesto al Geometra Bettini dell'Ufficio Tecnico comunale se si poteva riattivare la segnalazione luminosa con la riparazione dell'interruzione e ci è stato riferito che, a norma del Codice Stradale , i led non sono collocabili nel modo e con la funzione cui erano stati destinati e quindi la loro presenza non era a norma.
Ne consegue che l'Ufficio Tecnico non ha intenzione di intervenire per il ripristino.

Per evitare ogni inutile burocrazia, abbiamo provveduto ad inviare direttamente al Sindaco una comunicazione scritta con la richiesta di un suo interessamento risolutivo perchè si garantisca la sicurezza necessaria all'attraversamento pedonale con il ripristino dell'illuminazione, provvedendo all'installazione di un 'lampione a led', se, come riferito dai tecnici, non è consentita la segnalazione a terra.

Riportiamo il testo della lettera:


Alla cortese attenzione del Sindaco di Sasso Marconi, Stefano Mezzetti

A seguito di segnalazioni pervenute da numerosi Cittadini, si richiede che venga messo in uso un lampione led prospiciente il passaggio pedonale a fronte del Bar Sole e agli altri esercizi commerciali presenti .
Tempo addietro furono impiantati led direttamente sulle strisce pedonali. 

Durante un colloquio con il Geom. Bettini, ci è stato riferito che, a rigor di Codice stradale, detti led non sono a norma e quindi il guasto che ha causato il ritorno al buio non verrà riparato dall'Ufficio Tecnico.
 
L'attraversamento stradale in quel punto è molto pericoloso e non è ora illuminato .
Certo di un Suo interessamento e confidando che questa domanda trovi risposta nel prossimo Consiglio Comunale,
porgiamo i nostri più Cordiali saluti .

CSI: la VENDEMMIA per RISCOPRIRE LE RADICI ... e due passi lungo la 'storia'.


Il C.S.I. SASSO MARCONI  informa di un doppio appuntamento per il prossimo fine settimana proposto a chi ama il contatto con la realtà produttiva agricola e con la generosità dell'ambiente:

Sabato prossimo, 3 settembre, appuntamento alle 16.30 con le vigne di Moglio per 'la vendemmia dei bambini '. L'invito è ovviamente principalmente per le famiglie.




Domenica 4 settembre, trekking lungo un tratto della VIA DEGLI DEI,   l'antico cammino che collega Bologna a Firenze.



domenica 28 agosto 2016

Nei bilanci delle Regioni un «rosso» da 33 miliardi.

Un lettore ha inviato:


Un totale di 33 miliardi di disavanzo. È il risultato da brividi mostrato dai bilanci delle Regioni dopo essere stati esaminati al microscopio dalle sezioni territoriali della Corte dei conti: un risultato che mette una seria ipoteca sulle possibilità future per molte Regioni di mettere in campo le politiche di sostegno al welfare e di spinta alle imprese che sarebbero essenziali per rivitalizzare l’anemica crescita italiana. Ma andiamo con ordine, perché il tema è ad alto tasso tecnico ma ha ricadute molto concrete sul mix di tasse e servizi che anima il rapporto fra i cittadini e la loro regione.
I numeri, prima di tutto: sono quelli scritti nei rendiconti 2015 esaminati dalle sezioni regionali della Corte dei conti; in qualche caso, visti i ritardi nell’approvazione dei consuntivi, si è dovuto far riferimento agli anni precedenti, e il risultato complessivo dell’anno scorso potrà quindi rivelarsi addirittura peggiore. Ma che cosa ha fatto esplodere in tutta la loro evidenza i disavanzi regionali, cioè i saldi negativi fra le entrate e le uscite dell’anno?

LA TOP TEN DEL DEBITO

Tolti gli innocui “disavanzi tecnici”, prodotti dal debito autorizzato ma non contratto come accade per esempio in Lombardia ed Emilia Romagna, alla base del fenomeno ci sono due fattori. Il decreto Monti del 2012 ha aperto alla Corte dei conti le porte dei bilanci regionali, che prima vivevano in splendida autonomia (le Regioni non avevano nemmeno l’obbligo di farsi controllare da revisori dei conti professionisti) e oggi sono sottoposti al «giudizio di parificazione», cioè all’esame dei magistrati contabili sulla legittimità e sulla correttezza delle scelte. Nei conti del 2015, poi, l’analisi della Corte dei conti si è dovuta esercitare sull’applicazione a regime della riforma della contabilità, con le nuove regole che guidano la formazione dei bilanci di Regioni, Province, Città metropolitane e Comuni. La riforma poggia su centinaia di pagine di principi contabili, lettura ostica anche per gli addetti ai lavori, ma ha un obiettivo semplice: pulire i bilanci locali dalle entrate che non si trasformano in incassi reali, oltre che dalle spese prive di pezze d’appoggio valide, per fotografare la situazione reale dei conti. Il punto chiave è naturalmente offerto dalla cancellazione delle entrate tenute in bilancio solo per abbellire il risultato finale, senza che però ci sia più la possibilità concreta di incassarle: la loro pulizia ha abbattuto i risultati di amministrazione, e la Corte dei conti ha fatto il resto correggendo in molti casi al ribasso i numeri proposti dalle Regioni.

Tasse e spesa, settant’anni di autonomia senza rete

Per avere un riassunto efficace degli effetti di questa novità basta fare un salto in Sicilia. Il risultato a fine 2014, prima della cura, era positivo per 6,4 miliardi, dopo il «riaccertamento dei residui», cioè il nome tecnico della pulizia dei conti dalle voci da spostare o cancellare, si è trasformato in un rosso da 1,9 miliardi che a fine 2015, calcolate anche le somme vincolate o accantonate per effetto delle nuuove regole, è sfociato in un disavanzo da poco meno di 7 miliardi. Gli stessi magistrati contabili siciliani, presentando i dati, hanno riconosciuto alla Regione il merito di una «ripulitura epocale» del bilancio, spiegando però che «il problema ora è nel futuro», perché l’obbligo di coprire a rate il disavanzo «potrebbe mettere a rischio il concreto esercizio delle funzioni fondamentali e la destinazione delle risorse verso i necessari investimenti».
Già, perché disavanzi di questa portata porterebbero dritte al dissesto le Regioni “colpite”, per cui la riforma offre fino a 30 anni di tempo per ripianarlo. Lo stesso orizzonte è quello concesso alle Regioni per restituire al ministero dell’Economia le anticipazioni da oltre 20 miliardi concesse negli anni scorsi per pagare i debiti con i fornitori: in pratica, è come se le Regioni avessero firmato due maxi-mutui, però non per finanziare nuovi investimenti ma per ripianare le magagne del passato.
Entrambi i colpi, quello inferto dalla riforma e quello prodotto dalle anticipazioni, si sono manifestati in Piemonte: spulciati i numeri torinesi, la Corte dei conti ha fissato a 7,26 miliardi il deficit piemontese, frutto anche di un bubbone nei conti che nella ricostruzione dei magistrati risale all’epoca Bresso (la presidente di centrosinistra che ha guidato la Regione dal 2005 al 2010) e cresce con il leghista Roberto Cota, non senza la complicità dei tavoli tecnici governativi dell’epoca. Tornata a sinistra con Chiamparino, la Regione evita il dissesto solo grazie alla possibilità di spalmare in 30 anni extra-deficit e anticipazioni, ma ovviamente si lega le mani con le rate di ammortamento. «Per anni la Regione ha speso molto più di quanto avrebbe potuto in base alle sue entrate - ha sintetizzato con efficacia il procuratore regionale della Corte dei conti, Giancarlo Astegiano - e ora deve destinare elevate risorse al pagamento dei debiti pregressi anziché al sostegno di chi versa in stato di bisogno, al potenziamento delle infrastrutture e dei servizi sociali, allo sviluppo dell’economia locale».
Proprio le anticipazioni sblocca-debiti sono alla base del super-disavanzo del Lazio, che la Regione aveva indicato in 2,9 miliardi e la Corte ha invece “corretto” portandolo a quota 10,9 miliardi. Attenzione, però, perché i numeri in questo caso riguardano il 2014, e a fine anno si conoscerà con la parificazione del consuntivo 2015 anche l’impatto della riforma.

TRENITALIA REGIONALE, ABBONAMENTO DIGITALE: LIBERI DALLA CARTA



Da Trenitalia

Abolito l’obbligo di stampa, sarà sufficiente mostrare al personale di bordo, sul proprio smartphone, tablet o pc, la versione elettronica dell’abbonamento acquistato online.

Crescono gli acquisti di biglietti e abbonamenti regionali online: +56% i passeggeri che nel 2016 hanno scelto il canale digitale (sito e App), +46% gli incassi
Roma, 25 agosto 2016

Novità per i pendolari al ritorno dalle ferie: gli abbonamenti regionali e sovraregionali Trenitalia, comprati online, sul sito trenitalia.com, non dovranno essere più stampati. Basterà mostrare al controllore, sul proprio smartphone, tablet o pc, la versione elettronica, ossia il file .pdf ricevuto al momento dell’acquisto, insieme ad un valido documento di identità. La novità riguarda l’abbonamento settimanale, quindicinale, mensile e trimestrale.
Cresce intanto, con indici record, il gradimento del canale digitale da parte dei clienti di Trenitalia Regionale. Rispetto al primo semestre 2015, quest’anno sono stati il 56% in più i passeggeri che hanno acquistato biglietti o abbonamenti sul sito o tramite la App Trenitalia. Il relativo incasso è cresciuto del 46%.
Sono intanto in vendita dal 25 agosto gli abbonamenti di settembre. L’abbonamento, sia settimanale, quindicinale, mensile o trimestrale, può essere acquistato, infatti, con un anticipo massimo di sette giorni dall’inizio della sua validità.
L’abbonamento online è nominativo, personale e incedibile, può tuttavia essere acquistato anche per altre persone, specificando le generalità di chi lo userà. Oltre a nome e cognome e data di nascita del passeggero, riporta il periodo di validità (settimanale, quindicinale, mensile e trimestrale), il prezzo e l’itinerario scelto, con l’indicazione delle stazioni di partenza e di arrivo.