giovedì 31 luglio 2014

L'Unione dei Comuni dell'Appennino Bolognese è entrata in servizio. Il presidente Romano Franchi presenta il nuovo ente.



Romano Franchi

L’Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese ha un nuovo presidente: il sindaco di Marzabotto Romano Franchi. Aggiunge quindi all’impegno di primo cittadino quello di Presidente di questo Ente di cui fanno parte i comuni di Marzabotto, Vergato, Castel d‘Aiano, Gaggio Montano, Castel di Casio, San Benedetto Val di Sambro, Monzuno, Grizzana Morandi  e Castiglione dei Pepoli. Abbiamo incontrato il neo presidente anche perché ci presenti questo nuovo organismo tanto promettente quanto ancora sconosciuto e gli abbiamo chiesto.

Che cos’è l’Unione dei Comuni?

“E ‘ un ente di secondo grado che nasce dalla trasformazione della precedente Comunità Montana dell’Appennino Bolognese a cui succede a titolo universale con decorrenza dal primo gennaio del 2014 in esito ad un lungo e articolato riordine istituzionale.”

Porterà alla fusione?

“ Non si sa se porterà alla fusione in un unico comune. Sicuramente chi ha attuato un processo di fusione  come la Val Samoggia, ha prima sperimento parecchi anni in unione.”

Gli scopi affidati al nuovo ente sono il risparmio e una migliore gestione della macchina pubblica. Come verranno attuati questi impegni?

“ Le funzioni che sono assegnate all’Unione sono funzioni proprie, in quanto Unione della Montagna. Poi ci sono funzioni delegate dalla Regione e funzioni delegate dai Comuni per la gestione in forma associata dei servizi. La massa critica di queste funzioni dovrà determinare, almeno nel medio periodo, una riduzione dei costi attraverso misure di razionalizzazione organizzative, una rigorosa programmazione dei bisogni e una ottimizzazione delle risorse  umane e  finanziarie”.  

Quali sono le competenze dell’Ente e quindi le tematiche a lui affidate ?

“Quella della programmazione e attuazione delle politiche per la montagna, la forestazione, il vincolo idrogeologico delegate dalla Regione; inoltre le funzioni delegate esercitate  in forma associata sono: lo sportello unico delle attività produttive (Suap), la gestione del personale,la Protezione civile,la  promozione turistica e culturale, i sistemi informatici, la gestione del sistema dei servizi socio sanitari, la centrale unica di committenza, lo sportello sismico e la difesa del suolo”.  

C’è chi dice che in verità i singoli Comuni non delegheranno niente all’Unione.

“ Non è vero. Dipenderà chiaramente dalla nostra capacità di svolgere questa funzione in modo efficace in collaborazione con i Comuni e quindi con i cittadini”.

Alla Unione mancano i comuni dell’Alta Valle del Reno. Si dice che questi sono 
intenzionati a fare una nuova Unione. Cosa succederà secondo lei ?

“L’Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese è l’unico riferimento istituzionalmente legittimato a rappresentare e tutelare le istanze del territorio montano. Tra gli obiettivi di questo mandato c’è quello di riuscire a rappresentare l’Appennino bolognese in modo unitario”.

Ha qualcosa da aggiungere che non le ho chiesto ?

“ Ho ascoltato e poi  letto una dichiarazione del professor Monaco, consigliere di minoranza a Vergato e dell’Unione dei Comuni, e sono rimasto molto sorpreso dalla sua posizione critica e per aver giudicato la gestione dell’Ente ‘apolitica’ perché unicamente affidata ai sindaci dei comuni in Unione. Personalmente ritengo che quando la gestione del  territorio è una  espressione unitaria che tiene  assieme sindaci di diverso orientamento politico, è sicuramente un valore aggiunto e una garanzia di assoluta democraticità poiché affida ai primi eletti dei cittadini l’indirizzo amministrativo, nel rispetto più rigoroso della volontà elettorale ”. 


L’operazione ‘Fior di Loto’ dei Carabinieri ha messo due centri massaggi sotto sequestro e motivato tre ordinanze di custodia cautelare.





LIAO Dayou

Questa mattina, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bologna hanno eseguito delle misure cautelari coercitive agli arresti domiciliari nei confronti di tre cinesi residenti a Bologna, due coniugi 42enni, LIAO Dayou, e FANG Meilan e una 32enne, CHEN Lijuan, coniugata con un altro cinese 42enne, WANG Xiangming, destinatario di analoga misura restrittiva ma non ancora individuato. I quattro sono ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.


 L’indagine, denominata ‘Fior di Loto, ha avuto inizio due anni fa, quando i Carabinieri vennero a
FANG Meilan
conoscenza che in alcuni centri benessere del capoluogo emiliano vi erano delle massaggiatrici cinesi disposte a prostituirsi dietro un compenso economico. In breve tempo, lo spunto investigativo portava gli inquirenti ad identificare il Centro Benessere ‘Papavero’, situato in via Emilia Levante e gestito da LIAO Dayou. Poiché i primi accertamenti confermavano che nel centro indicato venivano svolte anche attività di natura sessuale da parte delle donne che vi lavoravano come massaggiatrici, l’attività investigativa consentì di individuare un altro esercizio commerciale coinvolto nell’attività delittuosa, il Centro Benessere ‘Sirena’,  in via Domodossola e gestito da CHEN Lijuan. Di fatto, i due centri sono riconducibili ad un unico capo,
CHEN Lijuan
WANG Xiangming che per la gestione del Centro Benessere Sirena si avvale della stretta collaborazione della moglie CHEN Lijuan che oltre ad essere stata definita la centralinista del centro (per via della sua padronanza della lingua italiana), svolge anche mansioni di coordinamento della manovalanza delle massaggiatrici da un centro all’altro. La gestione del Centro Benessere Papavero, invece, viene affidata a LIAO Dayou che con l’aiuto della moglie FANG Meilan, si occupa anche dell’indottrinamento e del controllo delle giovani donne, operanti apparentemente come semplici massaggiatrici.





WANG Xiangming 
La suddivisione dei compiti, che prevedeva l’apertura degli esercizi commerciali, la gestione delle attività delle ragazze, il prelievo dei compensi da parte delle medesime, la amministrazione delle somme di denaro ricevute, risulta strutturata all’interno di un disegno criminoso che conferma un impianto di stabile collaborazione tra gli indagati, tutti incensurati e provenienti da Fujian, una provincia situata a Sud-Est lungo la costa della Cina.




Dal Comando Provinciale Carabinieri di Bologna