giovedì 31 luglio 2008

Casa Occupata: il giudice di pace dà ragione al Comune



Perde il primo round la famiglia marocchina che ha occupato un alloggio comunale a Marzabotto.
Lo ha reso noto l'assessore Cuppi.





La vicenda della casa comunale a Marzabotto occupata da una mamma di origine marocchina e dal suo figlioletto è stata portata all'attenzione del magistrato per un ricorso amministrativo promosso dagli occupanti in opposizione alla ordinanza di sgombero del Sindaco di Marzabotto. Il Giudice di Pace ha respinto il ricorso dando così 'ragione' all'ente pubblico che aveva assegnato l'alloggio a un portatore di handicap. Il confronto lergale non è comunque ancora concluso poichè, come l'assessore di Marzabotto Cristian Cuppi (nella foto) ha ricordato, certamente la signora ricorrà alla verifica di legalità del tribunale di grado superiore. "Non continueremo aimpegnarci perchè i regolamenti comunali vengano rispettati" ha detto l'assessore, ricordando che la famiglia di occupanti aveva un posto in graduatoria che non consentiva, a differenza dell'assegnatario portatore di handicap e singol, di avere l'assegnazione di un alloggio pubblico.

UNGULATI:una telenovela di cui non si vede la fine


Protesta dei sindaci della montagna davanti a Palazzo Malvezzi


E' stato registrato mecoledì scorso nella piazza di palazzo Malvezzi a Bologna un nuovo episodio della ormai datata 'telenovela ungulati'. Protagonisti, i sindaci di alcuni comuni montani e i rappresentanti di associazioni vicine al mondo rurale. I primi, con tanto di fascia tricolore alla vita, hanno accusato l'assessato provinciale, cui fa capo la gestione della presenza di selvatici, di non aver raggiunto l'obiettivo di contenere la presenza di selvatici, in particolare gli impattanti cinghiali e cervi, a quella compatibile con la presenza dell'uomo e della sua attività agricola. Il copione, come c'era da attendersi, prevedeva lo scambio di accuse sulla responsabilità della situazione: l'assessore ha precisato di essersi comportato rispettando le indicazioni del 'piano faunistico provinciale' approvato da tutti i soggetti rappresentativi comprese le associazioni di categoria degli agricoltori. La Coldiretti ha respinto con decisione l'accusa ricordando di essersi opposta, unica fra tanti, al piano approvato dalla Provincia. Quindi tutti in posa per una foto ricordo e poi ognuno nel proprio ufficio in attesa della prossima inutile ripresa.

mercoledì 30 luglio 2008

CAR SHARING a Sasso Marconi

Parcheggiata nelle vicinanze della ‘Zangola’ di Sasso Marconi è già disponibile un’auto a disposizioni di chi vuole utilizzare l’automobile pur non possedendone una (car sharing). Si tratta di una Fiat Punto Active Natural Power con alimentazione a benzina e metano. Si accede al servizio sottoscrivendo un abbonamento annuale ed è poi sufficiente prenotarla telefonando a un call-center (848810000). Tramite una smart card, che viene consegnata al momento dell’iscrizione, si può entrare nell’auto e partire. Il grande vantaggio è quello di poterla utilizzare in città come fosse un mezzo pubblico superando così i limiti al traffico, percorrere le corsie preferenziali e le zone a traffico limitato di Bologna. L’istituzione del servizio non è una novità, è nuova invece per Sasso Marconi. Chi l’ha già utilizzata la dipinge come una vera ‘bazza’. L’iscrizione comporta il pagamento di 80 euro l’anno. Cui si aggiunge una tariffa oraria di 2 euro nei giorni feriali e un euro nei festivi (notte gratuita). E’ prevista anche una tariffa chilometrica di 0.30 euro per percorsi fino a 100 chilometri, 0,20 per itinerari superiori.

Salviamo le api

Sono i neonicotinoidi utilizzati per la concia delle sementi i principali responsabili della moria delle apie l’assessore della Provincia Gabriella Montera si è presa l’impegno di sollecitare il Ministero competente perchè si giunga alla sospensione dell’utilizzo del fitofarmaco. I neonicotinoidi formano una camicia che impedisce ai virus di attaccare le sementi. Queste camicie però, una volta che il seme è stato immesso nel terreno, si spezzano e si mescolano con la terra o volatizzano. Se l’ape si imbatte nella sostanza praticamente si ubriaca e perde l’orientamento e la memoria. Non trova più la via di casa e finisce per morire. "I dati della moria delle api hanno superato la soglia di guardia" ha dichiarato l’assessore. "Assistiamo da mesi alla moria di intere famiglie con la preoccupazione checiò comporta per i danni alla produzione agricola e più in generale all'ambiente. Sappiamo che più dell'80% delle colture agricole dipendono dall'impollinazione delle api. Per questo bisogna sospendere l'utilizzo dei neonicotinoidi, sull’esempio di altri Paesi europei, come Francia, Germania e Slovenia. A livello provinciale siè stimata una mortalità pari a circa il 30%, che determina un danno di oltre 4 milioni di euro. Questi i dati forniti dall’Osservatorio Nazionale Produzione e Mercato del miele, che tiene costantemente monitorato l’andamento del fenomeno". La presa di posizione dell’assessore ha soddisfatto il mondo agricolo, in particolare il vicedirettore della Cia (confederazione italiana agricoltori) Pietro Sabbioni, il primo a denunciare il fenomeno della moria: "Rilevo con piacere che la nostra denuncia ha avuto considerazione. Ci aspettiamo ora che si passi dalle intenzioni ai fatti", ha detto. La biologa Maria Rosa Gurrieri , che gestisce una azienda per la produzione del miele biologico a Lama di Reno, ha aggiunto. "Certamente i neonicotinoi sono fra le cause principali, se non la principale, che portano alla moria delle api, poiché la mortalità si accentua nei periodi di semina. Vanno aggiunti nell’elenco anche l’andamento climatico caratterizzato da inverni miti seguiti da siccità, Le difficoltà a contrastare la ‘varroa’ un acaro parassita delle api. Infine non è da sottovalutare la scarsa diligenza nella tenuta degli alveari degli apicoltori costretti a seguire un gran numero di arnie per massimizzare la produzione. Il problema è più ampio di quello che appare e lo si deve affrontare nella sua totalità".