Domenica
prossima, 29 novembre, a Marzabotto,
presso
la palestra della scuola media,
si
celebra l'anima e il corpo delle donne con l'iniziativa 'Io
valgo!',
una giornata di fitness e benessere al femminile. Al mattino, a
partire dalle 10, sono previsti incontri di meditazione e
respirazione, Hatha Yoga, Naturopatia e Massaggio Shiatsu; al
pomeriggio, dalle 15, Gymstick, Salsa Cubana e Zumba.
L’ingresso
è gratuito.
Inoltre
presso l’atrio del Comune è possibile visitare la mostra
fotografica “Via
Crucis”
di Andrea Poggipollini, dove resterà fino al 9 dicembre.
L'iniziativa
fa parte del programma promossa dall'Unione dei Comuni dell'Appennino
bolognese, per celebrare la 'giornata contro la violenza delle donne
e che è stata caratterizzata da 'un fiocco rosa' posto sulle porte
degli uffici pubblici, accompagnato alla scritta 'Speriamo che sia
femmina' e dalla frase 'Speriamo che abbia le stesse opportunità dei
suoi amici maschietti. Speriamo che non subisca mai discriminazioni
di genere. Speriamo che mai nessuno la molesti. Anzi: LO ESIGIAMO'.
Castiglione
dei Pepoli ha
promosso la giornata con due laboratori organizzati in collaborazione
con il Polo Comprensivo 'Caduti della Direttissima'. Il
progetto prevedeva il laboratorio “70 anni e non
sentirli” sul diritto di voto
delle donne in Italia che risale appunto al 1946 e un laboratorio
intitolato “Sai cosa compri?”
su come il corpo della donna venga oggettivato all'interno delle
pubblicità che compaiono su tutti i media. Entrambi i progetti si
svolgeranno in orario scolastico.
A
Vergato si
è tenuta la conferenza “Tra
violenza e pregiudizio: storie di donne nel mondo” .
Nell’incontro sono state affrontate alcune tematiche legate alla
violenza contro le donne, attraverso il racconto di casi esemplari
(quali quelli di Anna Maria Scarfò e Lea Garofalo).
Alla
campagna di comunicazione e alle iniziative culturali si accompagna
inoltre un messaggio più formale: un
ordine del giorno dell’Unione ripreso inoltre dai Comuni
nel quale si ricordano dati conosciuti che tuttavia continuano a far
riflettere.
Il
“Rapporto sul femminicidio in Italia” condotto dall'Eures nel
2014 certifica i dati agghiaccianti del 2013: 179 donne uccise nel
nostro Paese, in pratica una ogni due giorni. +14% rispetto al 2012,
quando furono 157. Rientrano nel computo delle vittime anche le donne
uccise dalla criminalità, 28 nel 2013: in particolare si tratta di
omicidi a seguito di rapina, dei quali sono vittima soprattutto donne
anziane. 179 donne uccise su un totale di 502 omicidi commessi su
tutto il territorio nazionale significa che di tutte le persone
assassinate in Italia, il 35,7% è donna. Nel 1990 lo stesso dato era
fermo all'11%.
Nel
2013, 7 assassinii su 10 sono stati commessi tra le mura domestiche
(122 casi) in linea con il dato relativo al periodo 2000-2013
(70,5%). Sono le trasformazioni e le dinamiche del rapporto di coppia
a spiegare il maggior numero dei casi. Il 66,4% delle vittime è
stata uccisa dal coniuge, dal partner o dall'ex partner (81 vittime
su 122).
L'Organizzazione
Mondiale della Sanità identifica la violenza come principale causa
di decessi o invalidità del genere femminile compreso tra i 16 e i
44 anni. Il fenomeno sta diventando ormai un’emergenza sociale da
monitorare e risolvere, possibilmente tramite politiche sociali e
tutele normativo-istituzionali adeguate.
Le
amministrazioni sottolineano come siano da combattere tutte le forme
culturali che predichino o giustifichino la violenza, tramite la
sensibilizzazione della popolazione e l’educazione scolastica delle
nuove generazioni. In particolare risulta intollerabile la concezione
colpevolizzante e arcaica delle donne, le quali vengono rese di fatto
responsabili morali delle violenze, delle angherie, degli stupri e
degli omicidi che subiscono, per cui il “femminicidio” sarebbe
una piaga di cui le donne stesse sono causa.
Inoltre
si evidenzia la necessità di individuare leggi
efficaci a contrasto di questo fenomeno e di mettere le forze
dell’ordine e la magistratura nelle condizioni di poter agire
contro chiunque sottoponga donne a qualsiasi tipo di violenza
prevenendo il crimine e, quando ciò non è possibile, punendo i
responsabili in maniera esemplare.