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È un raggiro sempre più diffuso. Basta un documento rubato e la truffa del falso Spid, o del doppio Spid, rischia di sottrarre identità e denaro ai malcapitati che incappano in mancati rimborsi o pensioni che non arrivano.
Con un documento
rubato (o acquistato in modo illecito) i truffatori possono creare un
nuovo Spid su un diverso provider, con diverso numero di telefono e email;
in questo modo si crea una nuova identità digitale e si può accedere a vari
servizi, cambiando l’Iban su cui accreditare rimborso del 730, pensione
o quant’altro. Diversi i casi già segnalati.
Spiega Money.it: “Il
vecchio Spid rimane attivo, ma è attivo anche il secondo. La vittima non
sospetta nulla (chi si preoccupa di andare a controllare se esiste un secondo
Spid a proprio nome?), ma il truffatore con la nuova identità digitale ha la
possibilità di accedere ai portali dell’Inps e dell’Agenzia
delle Entrate per cambiare l’iban di destinazione di pensioni,
rimborsi fiscali, bonus e assegno unico. Il malcapitato si accorge
che qualcosa non va solo quando si rende conto di non aver ricevuto l’accredito
che aspetta, ma ormai è troppo tardi”.
Truffa del falso Spid, i
rischi
Sulla truffa dello
Spid si sofferma anche Codici: un’identità nuova si aggiunge a
quella già esistente e risulta correttamente associata al proprietario, che
però non ne sa nulla. Si tratta di una frode che, spiega Codici,
“sta colpendo diversi ignari cittadini, che scoprono di essere vittime di un
raggiro quando il danno ormai è stato fatto e porvi rimedio non è semplice”.
Spid, Sistema
pubblico di identità digitale, è il sistema unico di accesso con identità
digitale ai servizi online della pubblica amministrazione italiana e dei
privati aderenti. Lo Spid viene rilasciato dai gestori di identità
digitale (identity provider), aziende private accreditate
dall’Agenzia del governo per l’Italia digitale, che forniscono le identità
digitali e gestiscono l’autenticazione degli utenti. La truffa del falso Spid
sfrutta la possibilità di attivare più Spid con le stesse credenziali
anagrafiche, ma un diverso numero di telefono e diverso indirizzo email. I
malintenzionati partono da questa possibilità per clonare l’identità digitale e
sottrarre soldi o rimborsi alle vittime.
«Bisogna prima di
tutto fare una precisazione – afferma Ivano Giacomelli, segretario
nazionale di Codici –, che a nostro avviso deve essere anche motivo di
una riflessione per un intervento correttivo. L’identità digitale può essere
certificata da più di un gestore. È possibile, quindi, richiedere più di una
identità digitale, anche con diversi livelli di sicurezza, con l’opportunità di
rivolgersi a differenti gestori di identità digitale. Ed è qui che si
inseriscono i truffatori. I cybercriminali rubano online documenti e
dati personali della vittima con cui registrano uno Spid per le loro operazioni
criminali. Attenzione, parliamo di azioni molto pericolose. Con lo
Spid, ad esempio, si può accedere al Cassetto Fiscale dell’Agenzia delle
Entrate e cambiare l’Iban, dirottando così eventuali rimborsi per le tasse, si
possono aprire conti o attività. È chiaro che il primo passo spetta ai gestori
di questi servizi, che devono rafforzare le misure di sicurezza».
Anche i cittadini
possono fare qualcosa per tutelarsi, spiega Codici.
«Prima di tutto, un
controllo periodico sul sito dell’Agenzia per l’Italia Digitale del numero di
Spid attivi a proprio nome permette di scoprire eventuali raggiri – prosegue
Giacomelli – Impostare l’autenticazione a due fattori permette poi di aumentare
il livello di sicurezza. È bene, inoltre, condividere documenti di identità
attraverso i canali ufficiali invece di inviarli via e-mail o
app di messaggistica istantanea, cosa che magari si fa senza pensarci perché è
comodo e veloce. Infine, attivare le notifiche dalla propria banca permette
di tenere sotto controllo i movimenti di conto e carta. Sono alcuni
accorgimenti che possono sembrare pratiche noiose da attuare, ma di fronte al
rischio di perdere i propri soldi, è meglio perdere qualche minuto dietro a
queste operazioni».
(Segnalato da Dubbio)
1 commento:
I miracoli della società digitale.
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