Urgente correggere lo squilibrio fiscale tra commercio online e negozi di vicinato
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Nuove
regole fiscali a livello europeo e una tassazione adeguata per le Big Tech e le
grandi compagnie del commercio digitale: questa, secondo Confesercenti, la
risposta necessaria ai dazi in arrivo dagli Stati Uniti, annunciati dal
presidente Donald Trump.
"Confesercenti
– sottolineano dalla sede di via del Commercio Associato 30 a Bologna – insiste
sulla necessità di una revisione urgente della tassazione per i colossi del
web, sia in Italia che in Europa. È il momento giusto per intervenire e
correggere lo squilibrio fiscale che penalizza le imprese del territorio, riduce
il gettito fiscale e accelera la desertificazione commerciale di borghi, paesi
e città. Se non si interviene ora, si rischia di spingere sempre più attività
fuori dai territori, favorendo la delocalizzazione del retail e l'omologazione
dei consumi".
Secondo
uno studio di Confesercenti, dal 2014 a oggi l'Italia ha perso oltre 150mila
attività commerciali, in gran parte piccoli negozi, con un impatto
particolarmente grave nei centri urbani minori e nelle aree interne. Nel
frattempo, il commercio online ha continuato a crescere a doppia cifra,
sostenuto da un vantaggio fiscale strutturale: le grandi piattaforme e-commerce
internazionali pagano gran parte delle imposte nei Paesi con fiscalità
agevolata, anche quando generano ricavi altrove.
In
Emilia-Romagna, nel 2024 sono state aperte 1.618 nuove imprese di commercio al
dettaglio, lo stesso numero registrato nel 2023. Tuttavia, le cessazioni sono
state 3.037, con un saldo negativo di 666 imprese. Le vendite nel commercio al
dettaglio a Bologna e provincia risultano stabili, con un rallentamento sia nel
comparto alimentare che in quello non alimentare. Il commercio all’ingrosso
registra invece una flessione complessiva del -3,4%.
"La mossa degli USA – evidenzia Massimo Zucchini, presidente provinciale di Confesercenti Bologna ( nella foto) – deve spingere Italia e Unione Europea a cogliere l’opportunità di varare un sistema fiscale più equo e moderno. Non siamo contro l’innovazione né vogliamo una guerra commerciale, ma chiediamo che venga garantita una concorrenza leale con le imprese del territorio. Tutte le aziende, fisiche e digitali, devono contribuire equamente alla fiscalità dei Paesi in cui operano. Solo così possiamo tutelare il commercio di vicinato, che crea occupazione, presidia il territorio e offre servizi essenziali a cittadini e turisti".
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