venerdì 27 novembre 2015

Dopo il 'fiocco rosa sulle porte degli edifici pubblici dell'Unione dell'Appennino Bolognese' per ricordare la battaglia contro la violenza sulle donne, Marzabotto festeggia la 'donna' con un 'una giornata di benessere al femminile'.



Domenica prossima, 29 novembre, a Marzabotto, presso la palestra della scuola media, si celebra l'anima e il corpo delle donne con l'iniziativa 'Io valgo!', una giornata di fitness e benessere al femminile. Al mattino, a partire dalle 10, sono previsti incontri di meditazione e respirazione, Hatha Yoga, Naturopatia e Massaggio Shiatsu; al pomeriggio, dalle 15, Gymstick, Salsa Cubana e Zumba.
L’ingresso è gratuito.

Inoltre presso l’atrio del Comune è possibile visitare la mostra fotografica “Via Crucis” di Andrea Poggipollini, dove resterà fino al 9 dicembre.


L'iniziativa fa parte del programma promossa dall'Unione dei Comuni dell'Appennino bolognese, per celebrare la 'giornata contro la violenza delle donne e che è stata caratterizzata da 'un fiocco rosa' posto sulle porte degli uffici pubblici, accompagnato alla scritta 'Speriamo che sia femmina' e dalla frase 'Speriamo che abbia le stesse opportunità dei suoi amici maschietti. Speriamo che non subisca mai discriminazioni di genere. Speriamo che mai nessuno la molesti. Anzi: LO ESIGIAMO'.

Castiglione dei Pepoli ha promosso la giornata con due laboratori organizzati in collaborazione con il Polo Comprensivo 'Caduti della Direttissima'. Il progetto prevedeva il laboratorio “70 anni e non sentirli” sul diritto di voto delle donne in Italia che risale appunto al 1946 e un laboratorio intitolato “Sai cosa compri?” su come il corpo della donna venga oggettivato all'interno delle pubblicità che compaiono su tutti i media. Entrambi i progetti si svolgeranno in orario scolastico.


A Vergato si è tenuta la conferenza “Tra violenza e pregiudizio: storie di donne nel mondo” . Nell’incontro sono state affrontate alcune tematiche legate alla violenza contro le donne, attraverso il racconto di casi esemplari (quali quelli di Anna Maria Scarfò e Lea Garofalo).

Alla campagna di comunicazione e alle iniziative culturali si accompagna inoltre un messaggio più formale: un ordine del giorno dell’Unione ripreso inoltre dai Comuni nel quale si ricordano dati conosciuti che tuttavia continuano a far riflettere.

Il “Rapporto sul femminicidio in Italia” condotto dall'Eures nel 2014 certifica i dati agghiaccianti del 2013: 179 donne uccise nel nostro Paese, in pratica una ogni due giorni. +14% rispetto al 2012, quando furono 157. Rientrano nel computo delle vittime anche le donne uccise dalla criminalità, 28 nel 2013: in particolare si tratta di omicidi a seguito di rapina, dei quali sono vittima soprattutto donne anziane. 179 donne uccise su un totale di 502 omicidi commessi su tutto il territorio nazionale significa che di tutte le persone assassinate in Italia, il 35,7% è donna. Nel 1990 lo stesso dato era fermo all'11%.
Nel 2013, 7 assassinii su 10 sono stati commessi tra le mura domestiche (122 casi) in linea con il dato relativo al periodo 2000-2013 (70,5%). Sono le trasformazioni e le dinamiche del rapporto di coppia a spiegare il maggior numero dei casi. Il 66,4% delle vittime è stata uccisa dal coniuge, dal partner o dall'ex partner (81 vittime su 122).
L'Organizzazione Mondiale della Sanità identifica la violenza come principale causa di decessi o invalidità del genere femminile compreso tra i 16 e i 44 anni. Il fenomeno sta diventando ormai un’emergenza sociale da monitorare e risolvere, possibilmente tramite politiche sociali e tutele normativo-istituzionali adeguate.
Le amministrazioni sottolineano come siano da combattere tutte le forme culturali che predichino o giustifichino la violenza, tramite la sensibilizzazione della popolazione e l’educazione scolastica delle nuove generazioni. In particolare risulta intollerabile la concezione colpevolizzante e arcaica delle donne, le quali vengono rese di fatto responsabili morali delle violenze, delle angherie, degli stupri e degli omicidi che subiscono, per cui il “femminicidio” sarebbe una piaga di cui le donne stesse sono causa.
Inoltre si evidenzia la necessità di individuare leggi efficaci a contrasto di questo fenomeno e di mettere le forze dell’ordine e la magistratura nelle condizioni di poter agire contro chiunque sottoponga donne a qualsiasi tipo di violenza prevenendo il crimine e, quando ciò non è possibile, punendo i responsabili in maniera esemplare.





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