lunedì 29 ottobre 2018

Botta e risposta sulla proposta di soluzione del NODO VIARIO BOLOGNESE: “Il passante Sud è una banalizzazione' ; No, l'anulare è la soluzione di tutti i problemi

Acceso scambio di punti di vista fra il Comitato per l'Alternativa al Passante Nord, che definisce la proposta di 'Anello viario di Bologna con una galleria a sud della città un 'RIPIEGO', e chi sostiene quale panacea dei mali 'viari' di Bologna il Passante SUD. Di questa ultima soluzione beneficerebbe anche l'Appennino. Santoni e altri 4 sindaci dell'Appennino sostengono il Passante Sud e hanno scritto al Ministero per sollecitarne la realizzazione ( che riportiamo in coda).

L'argomento è molto importante per Bologna e per le vallate dell'Appennino boloignese, quindi l'articolo è molto lungo, ma dati i contenuti merita la pazienza di leggerlo per intero. 

Il Comitato per l'Alternativa al Passante Nord mediante un allargamento della tangenziale , ma contrario a quello sud, sostiene:

Alla casa della Cultura a Casalecchio, è tornata in scena la banalizzazione della Tangenziale di Bologna come la magica soluzione di tutti i mali del Nodo di Bologna, seguendo le conclusioni di un Convegno sulla mobilità metropolitana del 19 gennaio 2018 in cui tre docenti (o ex docenti) della Scuola di Ingegneria dell'Università di Bologna l'hanno indicata come il miglior intervento possibile bocciando,
senza mezzi termini, l'allargamento in sede.
Peccato che questa banalizzazione, dalla sua comparsa nel 2003 ai giorni nostri sia stata la soluzione più criticata e bocciata da varie "parti" di alto livello come il Convegno tenutosi nell'Aula Magna di Ingegneria
del dic. 2015 con docenti ed ex docenti dell'Università, e in varie occasioni dalla Società Autostrade per l'Italia, definita dai relatori del convegno "la migliore del mondo" che "ha insegnato a tutti come si costruiscono le reti autostradali".
Attendevamo nell'incontro del 19 ultimo scorso a Casalecchio di sentire gli argomenti che avevano resuscitato il "cadavere" della banalizzazione e bocciato l'allargamento in sede, impropriamente chiamato Passante di Mezzo.
Siamo rimasti molto sconcertati dalla ricostruzione "lacunosa" dei diversi progetti sulla Tangenziale da metà anni 80 ai giorni nostri e delle relative
responsabilità politiche. Non abbiamo avuto il conforto di dati che giustificassero la disinvoltura con cui venivano minimizzati i limiti e le difficoltà della banalizzazione né sono state presentate ragioni convincenti per la drastica bocciatura dell'allargamento in sede.
Per quanto riguarda la ricostruzione storica è stato detto che la decisione di cancellare l'allargamento a 3+3 corsie con relative emergenze di Tangenziale ed Autostrada, voluta da Imbeni alla fine degli
anni '80, è stata un grave errore politico perché ha impedito la soluzione dei problemi del nodo stradale di Bologna e ha dato inizio ad un calvario che si è trascinato per altri 30 anni.
Non è però stato spiegato in modo convincente perché oggi la stessa soluzione venga dallo stesso relatore bocciata senza appello. E' stato solo vagamente accennato alle condizioni (quali?) che sarebbero nel frattempo cambiate.
In realtà ben poco è cambiato da allora, se non la netta diminuzione di inquinanti emessi dai veicoli, mentre molti dei punti più critici come San Donnino erano già presenti.
Tutta la vicenda del Passante Nord, durata dal 2002 al 2015, è stata liquidata dall'ing. Salizzoni in poche parole dicendo che si trattava di un mediocre progetto trasportistico che poi si è perso, dimenticando di citare che il Passante era stato fermato dal ns Comitato con solidi argomenti e con dati che ne avevano messo in luce non solo la inefficienza dal punto di vista trasportistico e urbanistico, ma anche il suo devastante impatto ambientale, lo spreco energetico e di risorse, in spregio tutti gli attuali concetti di sostenibilità.
Facciamo notare inoltre che il Progetto Passante Nord era stato firmato anche dalla Giunta Guazzaloca in cui l'ing. Salizzoni era Vice Sindaco e prevedeva, tra l'altro, una banalizzazione della Tangenziale eliminando l'autostrada al centro dell'asse con la soppressione di una delle cinque corsie per diminuire i flussi turbolenti di traffico. Questo progetto non "si è perso" ma è rimasto vivo e vegeto, con tanto di progetto esecutivo costato 20 milioni, fino al 2015, anno della scelta del Sindaco Merola di ripudiare il Passante Nord.
Nessuno ha ricordato che il ns Comitato ha presentato fin dal 2004 un progetto, alternativo al passante Nord, di "allargamento in sede" dell'asse Tangenziale a 3+3 corsie per senso di marcia più emergenze senza uscire dal sedime attuale, e quindi senza espropri, trasformando la Tangenziale da problema a risorsa per la città; un progetto ben diverso come concezione rispetto a quello presentato da Società Autostrade nel 2016, illustrato al popolo nei vari quartieri, ribattezzato Passante di Mezzo, e bloccato dal rinvio "sine die" della Conferenza dei Servizi imposto dall'attuale Ministro pochi mesi fa ad un passo dalla
fase di cantierizzazione.
La ns proposta di allargamento della Tangenziale e sistemazione della viabilità del quadrante Nord è stata appoggiata in tutti questi anni e fino al 2015 da diverse forze politiche e associazioni tra cui ricordiamo Rifondazione, i Verdi, la Lega, i M5S, Legambiente, WWF e Italia Nostra. Dopo la conversione nel 2015 del Sindaco Merola verso il potenziamento in sede, molti di questi sostenitori hanno cambiato rotta di 180" e ai giorni nostri sono contro qualsiasi allargamento e appoggiano la banalizzazione.
Il progetto di allargamento di Autostrade, il cosiddetto Passante di Mezzo, approvato dal Ministero e finanziato con budget della stessa Società, pur avendo scelto la discutibile strada degli espropri, mantiene
una visione d'insieme del territorio che il Comitato fin dall'inizio ha sostenuto. Infatti comprende anche il completamento della viabilità minore incompiuta del quadrante a nord della città che contribuirebbe anche, e in maniera rilevante, ad alleggerire il traffico ordinario sulla Tangenziale.
Nel disegno della banalizzazione tutto questo non è neppure contemplato.
A proposito di responsabilità politiche non è stato detto che II Passante Sud, presentato fin dal 2003, venne sostenuto da una parte della destra in contrapposizione al Passante Nord, ma dopo qualche tempo, dimenticandone tutti i pregi tecnici sostenuti fino a quel momento, si convertì al Passante Nord quando si capì che i finanziamenti sarebbero
andati in quella direzione.
Ricordiamo in ogni caso che oggi più che mai la priorità n°l del Nodo Bolognese è l'eliminazione della congestione sulla Tangenziale nelle ore di punta. Secondo noi la soluzione migliore per risolvere definitivamente questo problema in una prospettiva futura può essere solo l'allargamento a 3+3 corsie più emergenze e non la banalizzazione che rappresenta comunque un provvedimento forzato, pieno di escamotages per minimizzarne le difficoltà, le incognite sulla funzionalità le lacune sulla sicurezza e una cantierizzazione tutt'altro che "banale" e poco invasiva.
Il Passante SUD potrà servire a chiudere un anello attorno a Bologna e a mettere in comunicazione due vallate, ma da solo influisce in modo insufficiente sulla congestione della Tangenziale.
Purtroppo ci siamo resi conto che per la soluzione del più importante Nodo Viario italiano ancora una volta si cerchi di ricorrere ad un ripiego e non ad un grande progetto di lunga prospettiva, in accordo con tutti i
principi di funzionalità e sostenibilità ambientale ormai affermatisi in tutto il mondo.

Gianni Galli e Severino Ghini (www.passantenord.org


LISTA CIVICA CASALECCHIO DI RENO, che sostiene la necessità del Passante Sud, replica:

Bologna è il più importante nodo infrastrutturale di collegamento fra il nord ed il centro-sud Italia.
La crisi della mobilità del nodo bolognese continua a far pagare un prezzo altissimo alla popolazione.
I nodi di Casalecchio e di Rastignano negli ultimi decenni sono costati in ore perdute oltre 300 milioni di Euro senza contare i danni da inquinamento atmosferico, acustico ed il maggior consumo di carburante.
Non fare costa! E finora ha prevalso purtroppo la cultura del non fare nella manutenzione, nell’adeguamento e nell’ammodernamento.
Il blocco del nodo di Bologna divide l’Italia in due pezzi e sbarra il collegamento fra il nord Europa ed il centro-sud Italia. Bologna deve quindi garantire sempre il transito, anche veicolare, di attraversamento dell’area. Le migliori garanzie a questo riguardo sono offerte dalla realizzazione di un
GRANDE RACCORDO ANULARE
Per attuare il raccordo anulare è indispensabile realizzare il PASSANTE SUD, che secondo l’ultimo progetto particolareggiato – illustrato sinteticamente nel Convegno della Lista Civica di Casalecchio di Reno del 19 ottobre u.s. – avrebbe una lunghezza complessiva di 14 km di cui 11 in galleria, realizzabile in 2 anni senza interferenze (se non marginali) con la viabilità esistente e con costi stimati di circa 0,9 miliardi di euro.
La realizzazione del passante sud sarebbe inoltre un toccasana sia per il nodo di Casalecchio che per le valli della montagna bolognese – come ben evidenziato dall’intervento del Sindaco di S. Benedetto, Santoni -.
Il Convegno della Lista Civica di Casalecchio ha inteso mettere a punto una tematica che interessa i cittadini di Casalecchio ed insieme l’intero sistema metropolitano di Bologna.
I relatori, su cui gli apprezzamenti del Comitato per l’alternativa al passante nord appaiono fuori luogo e gratuitamente polemici, hanno ragionato sulle alternative oggi effettivamente in campo, una volta tramontato il progetto del Passante Nord, di cui è emersa con crescente evidenza l’inadeguatezza trasportistica e l’effettivo notevole impatto ambientale.
Di fatto, oggi le alternative in campo sono le seguenti:
A) la soluzione delle tre corsie autostradali per senso di marcia a cui aggiungere le tre corsie stradali, con aumento di una corsia stradale per senso di marcia ed un sensibile allargamento della piattaforma;
B) la soluzione della banalizzazione/liberalizzazione dell’intera tangenziale, mantenendo invariata l’attuale piattaforma, con barriere ai terminali di Casalecchio, Borgo Panigale, Interporto e Ozzano, a cui integrare nel tempo il cosiddetto Passante autostradale Sud, in galleria naturale tra Pontecchio e San Lazzaro.
La soluzione A), proposta da Autostrade per l’Italia, è oggi sostenuta dal Comune di Bologna e dalla Città Metropolitana, oltre che dalla Regione. Essa incontra difficoltà gravi per l’impatto urbanistico e ambientale che determinerebbe, emerso con grande evidenza anche nella fase delle osservazioni al progetto da parte delle proprietà interessate, ed ancor più per una cantieristica di cui è immediato riconoscere le gravi criticità estese per un lungo periodo di tempo, ragionevolmente non sostenibili dalle centinaia di migliaia di utenti stradali e autostradali, che ogni giorno sono costretti ad utilizzare un’infrastruttura di assoluto rilievo nazionale, che non presenta alternative, nemmeno a livello locale. Essa avrebbe un impatto consistente anche per i cittadini che si trovano a vivere in prossimità di tale infrastruttura.
La soluzione B), al di là di ogni inutile polemica, garantisce, con il mantenimento della attuale piattaforma, degli attuali svincoli, degli attuali cavalcavia e dei due viadotti ferroviari, la cantieristica più semplice e meno gravosa per gli utenti e per i cittadini, oltre che costi e tempi relativamente contenuti.
Le criticità realizzative segnalate, alcune anche relativamente impegnative, sembrano tutte agevolmente superabili; mentre le criticità trasportistiche addotte non sembrano avere ragione di essere.
La soluzione garantisce una fluidità di utilizzo, con notevoli garanzie di netto incremento della capacità di trasporto e contenimento dell’impatto sulla qualità dell’aria e sul clima acustico. Essa inoltre, con le barriere portate a Interporto e Ozzano, appare preziosa per rispondere al meglio alla domanda dei pendolari, che rappresenta ben oltre la metà della domanda complessiva sull’intero sistema della Tangenziale.
Questa soluzione, integrata con il progetto del Passante autostradale Sud in galleria, capace di ripartire e alleggerire sensibilmente il carico e l’impatto della mobilità autostradale sull’intera città, offre infine quelle garanzie di sicurezza che si dimostrano sempre più necessarie. Nello stesso tempo questo programma potrebbe aprire nuove prospettive di integrazione per i territori della media e alta collina bolognese.
Si osserva inoltre che la finalità dell'incontro non era limitata alle considerazioni relative a tangenziale/passante. Riteniamo doveroso ricordare le proposte volte a rendere più efficiente e meno impattante la mobilità sia pubblica sia privata, che prevedono:
A) interventi di tipo operativo (a bassissimo costo e ridotti tempi di messa a regime), quali la riduzione del tempo di permanenza in strada dei veicoli tramite riprogrammazione semaforica e la riconversione della rete Tper urbana verso un sistema hub & spoke a coincidenze per alleggerire i punti critici di congestione (Staz. FS, Via Rizzoli, ecc).
B) Opere di adeguamento su più livelli di alcune intersezioni viarie critiche (Rotonda Biagi di Casalecchio, intersezioni urbane con Emilia Ponente ed Emilia Levante, ecc). Tali interventi, una volta a regime, consentirebbero un incremento di efficienza e una riduzione di consumi ed emissioni valutabili nell'ordine del 25% rispetto ad oggi, oltretutto con tempi e costi definiti e certi, diversamente dalle ipotesi generiche e indefinite inserite nel PUMS 2018.
In campo trasportistico non esiste solo la realizzazione di adeguate infrastrutture, ma per ridurre l’inquinamento e per favorire la fluidificazione del traffico sono importantissime l’organizzazione e la gestione della mobilità attraverso una corretta progettazione multidisciplinare che renda realmente competitivo il mezzo pubblico.
Non è questa la sede per intervenire sulle proposte del Comitato per l’alternativa al passante nord, né per sviluppare inutili polemiche in una fase che richiede l’impegno da parte di tutti nella ricerca della miglior soluzione, una soluzione non più rimandabile.
È questo il significato dell’iniziativa presa dalla Lista Civica di Casalecchio, per cercare di dare un contributo nell’interesse dei cittadini rappresentati.
Casalecchio, 25.10.2018
Per la Lista Civica Casalecchio di Reno
Romano Stefanelli





La lettera dei Sindaci:




Al
MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

On. Danilo TONINELLI

Al

PRESIDENTE DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA

Stefano BONACINI










OGGETTO:
Interventi di potenziamento in sede del sistema autostradale-tangenziale di Bologna.
Richiesta di rivalutazione del progetto complessivo in favore del tracciato denominato “Passante Sud”.



Onorevole Ministro e caro Presidente,

a nome delle Amministrazioni che rappresentiamo Vi inviamo questa richiesta con l’intento di portare il nostro contributo sulla discussione tuttora aperta relativamente agli “Interventi di potenziamento in sede del sistema autostradale-tangenziale di Bologna”.

Riteniamo necessario fare emergere la voce di queste comunità avanzando la formale richiesta di rivedere il progetto di potenziamento del passante di Bologna, prendendo in considerazione l’ipotesi di sviluppo a favore del tracciato a Sud che alleggerirebbe anche il traffico a Nord.

Non sono motivi politici a spingere tale richiesta, che peraltro è sempre stata da noi sostenuta in tutte le sedi ed in ogni occasione in cui ce ne è stata data la possibilità, bensì la consapevolezza che oltre ad essere una soluzione utile per lo sviluppo infrastrutturale dell’intera valle del Savena e dell’Idice, e dunque dei relativi Comuni che da troppo tempo sono esclusi dalla programmazione infrastrutturale, grazie ad uno sviluppo per lo più in galleria il tracciato a Sud consentirà:
  1. di limitare l’impatto paesaggistico;
  2. di limitare al minimo il consumo di suolo;
  3. di ridurre notevolmente l’inquinamento atmosferico ed acustico;
  4. di ridurre notevolmente la vulnerabilità sismica delle strutture;
  5. di non perdere definitivamente l’opportunità della ricucitura a sud della città e la conseguente possibilità di creare una bretella autostradale capace di rappresentare una valida alternativa in caso di problemi legati ad incidenti e/o necessità manutentive.

Alla luce di quanto sopra, riteniamo quantomeno opportuno che le Istituzioni sovraordinate si attivino per fare una analisi di fattibilità che non si limiti esclusivamente a confrontare le spese vive occorrenti al finanziamento delle opere, ma che metta a confronto anche i costi sociali e quelli eventualmente derivanti dalle infrazioni comminate dall’Unione Europea in tema di inquinamento, con i benefici economici sociali e sanitari che tale soluzione porterebbe alla città di Bologna ed alla Città Metropolitana nel suo complesso, tenuto anche in debito conto che si potrebbero riutilizzare gli enormi volumi di terra scavati per la realizzazione delle gallerie per il riempimento di vecchi siti estrattivi di cave di gesso dismesse che rappresentano oggi delle criticità dal punto di vista della sicurezza, prima fra tutte l’Ex cava del Prete Santo alla Ponticella di San Lazzaro di Savena, intervento questo che sancirebbe la definitiva messa in sicurezza dell’abitato.

Avevamo da tempo preparato questa lettera, ma a seguito delle recenti tragedie che hanno colpito prima Bologna e poi Genova abbiamo ritenuto opportuno aspettare ad avanzare tali richieste per rispetto delle persone coinvolte e purtroppo decedute, delle loro famiglie, ed anche per non distogliere attenzione al lavoro svolto e tuttora in corso da parte dei vari soggetti istituzionali con i quali ci complimentiamo.

Concludiamo con la più ovvia, ma crediamo motivata, richiesta: la disponibilità da parte del Ministero e dei competenti uffici Regionali ad adottare, con gli strumenti ordinari e straordinari di cui disponete, tutte le azioni opportune affinché si proceda con la rivisitazione del progetto in argomento sostituendo il potenziamento in sede in favore del Passante autostradale a Sud di Bologna che favorirebbe oltre che le aziende del territorio anche l’aspetto sociale e turistico.

Certi che comprenderete le ragioni di tale richiesta, nell’attesa di un cortese riscontro ed a disposizione in qualsiasi momento, l’occasione ci è gradita per porgerVi i nostri più cordiali saluti e l’augurio di buon lavoro.

I Sindaci dei Comuni di Monzuno, San Benedetto Val di Sambro, Loiano, Monterenzio e  Monghidoro









1 commento:

Anonimo ha detto...

Il passante sud toglierebbe masse enormi di terra dalla zona di scavo di Grizzana per sanare brutte situazioni a San Lazzaro di Savena, ma chi ha fatto questo studio un GENIO? E' la solita prassi per ESPROPRIARE i proprietari di terreni con due soldi.. per il bene dell'interesse pubblico collettivo, producendo scatafasci ecologici come frane-perenni e vene idriche interrotte o deviate al fine di produrre altre frane-perenni, io spero in un enorme NO da parte della collettività che SOLO si troverebbe ad avere un'altra autostrada a pagamento.