venerdì 19 ottobre 2018

I Castanicoltori guardano al futuro con fiducia.

La raccolta dei marroni nell'Appennino bolognese è andata molto bene. Una delle migliori degli ultimi 15 anni,” riferisce il presidente del Consorzio Castanicoltori Renzo Panzacchi ( nella foto) a sottolineare che la 'nottata' per la produzione castanicola si presume poassata. “Non è ancora finito il raccolto ma si può già registrare un ottimo successo sia per la quantità sia per la buona calibratura del prodotto”. Il presidente sottolinea poi come fra i fattori protagonisti del successo vi sia l'esito positivo della lotta biologica contro la vespa cinese che ha raggiunto gli obiettivi prefissi. L'Emilia Romagna in assoluto è la regione che ha avuto i migliori risultati. “ Finito il dramma della vespa siamo tornati ai vecchi problemi, il più impattante dei quali è il 'bacato' del marroni cui i produttori sono storicamente rassegnati per un danno del 35-50% abituale”, continua Panzacchi. “Portatrici del flagello sono le cidie le quali escono dai ricci bacati dopo il raccolto, svernano nel terreno, riemergono in forma di farfalla a fine giugno per deporre le uova che danneggiano i nuovi ricci. Il metodo per contenerle è risultato la confusione sessuale che disorienta il maschio cosicchè il maschio non si accappia con la femmina, la quale produce quindi uova non fertili. Il ferormone, rimane attivo per circa 3 mesi. La novità è arrivata da un progetto di ricerca portato avanti dall'Università del Molise. Il risultato è finalmente una realtà e le prime sperimentazioni indicano come sia molto efficace. Ecodian-CT, questo il nome del confusore, è in via di sperimentazione anche a Loiano e i primi dati già ufficializzati sono più che soddisfacenti: dal 45 di quest'anno di bacato dei castagneti non trattati siamo scesi al 18 %.

Il discorso sulla salute del castagneto sull'Appennino è continuoto con alcune nostre domande:

Da sin. Andrea Degli Esposti di Coldiretti, Renzo Panzacchi ,  Assessore  Simona Caselli, Barbara Panzacchi sindaco Monghidoro e Lazzari della CIA
Croce e delizia dell'agricoltura di montagna è la presenza di animali selvatici di grossa pezzatura, come va per la castanicoltura ?

La migliore risposta ce l'ha data domenica scorsa l'assessore regionale all'agricoltura e caccia, Simona Caselli, al convegno dedicato al futuro dell'agricoltura in montagna, tenutosi a Monghidoro. Ha annunciato che il prossimo 5 novembre diviene operativo il nuovo piano faunistico regionale che prevede 'l'eradicazione del cinghiale' in tutta la fascia collinare e montana, confinandolo al solo crinale montano”.

Sarà poi vero ?

Vogliamo crederci poiché l'assessore con la sua abitale chiarezza ha sempre dimostrato in numerose circostanza di 'parlare ' a ragione veduta e di far seguire alle parole i fatti”.

I produttori dell'Appennino bolognese possono quindi guardare al futuro con fiducia ?

Si può certamente dire che siamo usciti da un tunnel lungo 15 anni. Gli anni peggiori sono alle spalle. Novità interessante e di grande rilievo è compresa nel nuovo regolamento di polizia forestale. Ha semplificato gli interventi per la cura e il ripristino dei castagneti. Il ringiovanimento delle piante con la capitozzatura è possibile senza formalità e permessi. E' considerata ordinaria manutenzione. Questo grazie alla sensibilità e quindi al supporto dell'assessore Caselli e al lavoro di sensibilizzazione portato avanti del direttivo del consorzio”.

Ultima nota che l'occasione mi permette e che voglio sottolineare con forza, è l'auspicio che il ritorno alla buona produzione dei castagneti dell'Appennino possa limitare l'immissione sul mercato locale di prodotti non nazionali la cui qualità non è minimamente confrontabile con quella del marrone biondo dell'Appennino bolognese”.

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