L'allerta della Protezione civile:
mercoledì 31 ottobre 2018
Dossier Statistico Immigrazione 2018
Riceviamo:
Si
è tenuta a Bologna la presentazione del Dossier Statistico
Immigrazione 2018, in contemporanea alle presentazioni in tutte le
Regioni e Province Autonome d’Italia ad opera delle redazioni
regionali del Dossier.
Organizzata
dall’associazione
Africa e Mediterraneo con il patrocinio del Comune di Bologna, ha
visto una grande partecipazione da parte di giornalisti,
operatori
del settore sociale, esponenti del sindacato e di fondazioni
bancarie, politici locali, rappresentanti dell’associazionismo
culturale e religioso, studenti...
Il
Dossier, nato nel 1991 per raccogliere e riflettere sui dati relativi
al fenomeno migratorio, si è avvalso del contributo di oltre un
centinaio di ricercatori e studiosi, con competenze e retaggi
culturali differenti, in una coralità di approcci che fanno la
ricchezza interpretativa e contenutistica
del
volume. La vasta e diversificata serie di dati, provenienti sia da
archivi amministrativi sia da ricerche sul campo e indagini
qualitative, opportunamente elaborati e correlati, ha consentito una
lettura puntuale, aggiornata e articolata dell’immigrazione in
Italia, oggi più che mai urgente e necessaria.
A
curare il dossier il Centro Studi e ricerche IDOS insieme al Centro
Studi Confronti, con il sostegno dei fondi dell’Otto per Mille
della Chiesa Valdese e la collaborazione di UNAR.
Sandra
Federici, direttrice di Africa e Mediterraneo, ha moderato gli
interventi e presentato alcuni dati sul fenomeno migratorio a livello
nazionale e internazionale. In particolare, ha sottolineato che,
sulla stessa linea degli ultimi anni, l’Italia non è né il paese
con il numero più alto di immigrati né quello che ospita più
rifugiati e richiedenti asilo.
Infatti,
con circa 5 milioni di residenti stranieri (5.144.000 a fine 2017,
secondo l’ISTAT), il nostro paese viene dopo la Germania, che ne
conta 9,2 milioni, e il Regno Unito, con 6,1 milioni, mentre supera
di poco la Francia (4,6 milioni) e la Spagna (4,4).
I
rappresentanti istituzionali hanno dato il benvenuto ai partecipanti
e aperto l’evento sottolineando l’importanza, nel contesto
sociale e politico contemporaneo, di ricercare e rifflettere su dati
che rappresentano la realtà.
L’assessore
al Lavoro Marco Lombardo ha invitato le amministrazioni e
istituzioni
locali impegnate nella gestione del fenomeno migratorio
a
curare con egual impegno non solo l’accoglienza, ma anche la
comunicazione.
Maria
Adele Mimmi, capo area Welfare del comune, ha ribadito l’impegno
delle istituzioni locali a rafforzare il sistema d’accoglienza
locale e a promuovere l’utilizzo di un nuovo linguaggio per parlare
di migrazioni.
Andrea
Stuppini, redattore del Dossier, si è focalizzato sull’impatto
economico e lavorativo dell’immigrazione in Emilia Romagna, dove
oltre 255.000 lavoratori stranieri versano contributi superiori alle
spese previdenziali loro dedicate.
Inoltre
ha sottolineato come i cittadini stranieri abbiano risentito del
la
crisi economica maggiormente, con un tasso di occupazione
inferiore
a quello degli italiani (dieci anni fa la situazione era inversa), e
un guadagno medio inferiore del 23% rispetto alla media italiana.
Valerio
Vanelli, dell’Osservatorio sul fenomeno migratorio della Regione
Emilia-Romagna, ha illustrato i dati regionali ed evidenziato come il
fenomeno vada verso la stabilizzazione e il radicamento. In base al
rapporto sui dati 2017, i cittadini stranieri residenti in
Emilia-Romagna al 1° gennaio 2018 sono 538.677, pari al 12,1% della
popolazione complessiva.
Nonostante
quasi 6.000 persone in meno rispetto al 2016 abbiano ottenuto la
cittadinanza in Emilia-Romagna, un quarto dei
bambini
nella fascia d’età dei 5 anni nati in Emilia-Romagna hanno
genitori stranieri.
Alcuni
aggiornamenti sul pluralismo religioso in rapporto alle migrazioni
sono
stati quindi offerti da Alessia Passarelli, del Centro Studi
Confronti,
ad
esempio la notazione che,a differenza del pensiero comune, la
maggioranza
degli immigrati, il 52,6%, è di fede cristiana, mentre i credenti
musulmani sono il 32,7% del totale e la percentuale di immigrati atei
o agnostici è del 4,7% e in costante aumento. Passarelli ha inoltre
sottolineato come la mancanza di dialogo fra le istituzioni pubbliche
e
le
comunità religiose presenti sul territorio potrebbe risultare in una
chiusura di queste comunità e nella nascita al loro interno di
percorsi poco controllabili. “Spesso fermarsi significa anche fare
un passo indietro” e perdere l’occasione di fare del pluralismo
religioso una ricchezza per la società.
Annalisa
Faccini, rappresentante di ASP Città di Bologna, ha presentato i
dati aggiornati del sito Bologna Cares! sul sistema d’accoglienza
SPRAR a Bologna, sottolineando la progettualità innovativa e
complessa che ha portato alla sua organizzazione a partire da
settembre 2017. Ha evidenziato in particolare l’impatto positivo
sugli ospiti, in particolare per quanto riguarda i servizi volti
all’inserimento nell’ambito lavorativo, che hanno portato molti
beneficiari ad attivare tirocini formativi.
Sarà
presto online il nuovo sito del Dossier, www.dossierimmigrazione.it
,
completamente rinnovato grazie alla collaborazione di coop.
Lai
- momo, che conterrà dati e informazioni e la possibilità di
acquistare
il dossier online.
Tartufesta: polenta e funghi per Sant’Apollonia
Di
Danilo Malferrari
Alla tartufesta di Sasso Marconi
Proloco e Parrocchia scendono in campo per il recupero del piccolo oratorio di Sant'Apollonia ( nella foto).
La polenta con funghi delle stand parrocchiale |
Devolveranno infatti gli incassi dei cinque giorni di festa
alla raccolta per il restauro dell’Oratorio, fra i pochi
monumenti storici del centro di Sasso Marconi. La
pregiata costruzione, cara per la sua valenza architettonica e
religiosa, sta subendo gli effetti del tempo e richiede un
intervento conservativo.
Fu
il poeta e giurista Claudio Achillini, vissuto fra il 1574 e
il 1640, rientrato a Sasso Marconi nella villa delle Torrette, ora
villa Fanti, per evitare il contagio della peste di manzoniana
memoria, a far costruire l’Oratorio come ringraziamento, appunto,
per 'lo scampato pericolo' . Il significativo oratorio, scampato
alla distruzione della seconda guerra mondiale, maltrattato
dall'urbanizzazione del dopo guerra, vuole sopravvivere e richiede
importanti interventi conservativi
A
tal fine sarà attivata una raccolta fondi con metodo crowdfunding e cioè, se
non si raggiungerà la quota necessaria, le offerte saranno
restituite ai sottoscrittori e purtroppo il restauro non verrà
effettuato.
Torna la Tartufesta a Sasso Marconi
Archiviato
il primo week-end, la Tartufesta
di
Sasso Marconi riparte domani, giovedì 1 novembre, e, dopo una pausa
nella giornata di venerdì, prosegue sabato 3 e domenica 4 novembre,
ultime giornate dell'edizione 2018.
Oltre al consueto carico di sapori, profumi, specialità e curiosità eno-gastronomiche provenienti da diverse regioni italiane, ai mercati tematici e ai punti ristoro dove trovare e degustare il tartufo e gli altri prodotti tipici dell'Appennino (per info e dettagli sul programma, consultare il sito www.comune.sassomarconi.bologna.it), Tartufesta propone anche appuntamenti culturali, momenti di spettacolo e visite guidate alla scoperta di alcuni dei luoghi di interesse storico e naturalistico del territorio.
Oltre al consueto carico di sapori, profumi, specialità e curiosità eno-gastronomiche provenienti da diverse regioni italiane, ai mercati tematici e ai punti ristoro dove trovare e degustare il tartufo e gli altri prodotti tipici dell'Appennino (per info e dettagli sul programma, consultare il sito www.comune.sassomarconi.bologna.it), Tartufesta propone anche appuntamenti culturali, momenti di spettacolo e visite guidate alla scoperta di alcuni dei luoghi di interesse storico e naturalistico del territorio.
Il secondo week-end di Tartufesta avrà un'anteprima a teatro oggi, MERCOLEDI' 31 OTTOBRE, quando l'attore comico Pier Paolo Pederzini (nella foto) porterà in scena nel Teatro comunale alle 21, il suo"Facciamo finta che sia cabaret".
Uno
spettacolo dove, unendo le proprie doti di improvvisatore all'arte
della rima estemporanea, Pier Paolo Pederzini crea una serie di
situazioni surreali ed esilaranti, in cui vengono sapientemente
mescolate citazioni colte, canzoni goliardiche e battute da osteria.
Dante, Ariosto, gli antichi Trovatori e i Giullari più irriverenti
si fondono con la comicità contemporanea, per svelare e canzonare
gli aspetti più curiosi della nostra realtà.
Ingresso
libero (spettacolo a cura di Pro Loco Sasso Marconi).
GIOVEDI' 1 e DOMENICA 4 NOVEMBRE nel Giardino della Ghiacciaia proseguono invece gli appuntamenti tra musica e spettacolo a cura di Pro Loco e Associazione "Le Nuvole". Nelle due giornate, sono in programma spettacoli di burattini a cura della compagnia "I burattini di Riccardo" (ore 10.30 e 14.30), seguiti rispettivamente da un omaggio alla canzone napoletana con Mirco Menna alla chitarra e Antonio Stragapede al mandolino (giovedì 1), e dal concerto "Ieri, oggi, domani": un viaggio sonoro tra i grandi classici di tutti i tempi, con incursioni nel liscio bolognese, sulle note della fisarmonica di Gianni de Marco (domenica 4).
GIOVEDI' 1 e DOMENICA 4 NOVEMBRE nel Giardino della Ghiacciaia proseguono invece gli appuntamenti tra musica e spettacolo a cura di Pro Loco e Associazione "Le Nuvole". Nelle due giornate, sono in programma spettacoli di burattini a cura della compagnia "I burattini di Riccardo" (ore 10.30 e 14.30), seguiti rispettivamente da un omaggio alla canzone napoletana con Mirco Menna alla chitarra e Antonio Stragapede al mandolino (giovedì 1), e dal concerto "Ieri, oggi, domani": un viaggio sonoro tra i grandi classici di tutti i tempi, con incursioni nel liscio bolognese, sulle note della fisarmonica di Gianni de Marco (domenica 4).
Ma a Tartufesta c'è spazio anche per il teatro di strada. SABATO 3 NOVEMBRE sarà la piazza cittadina a fare da cornice a Boy's Clown" spettacolo in cui Andrea Meroni ( nella foto) , artista di "Collettivo Clown", indossa i panni di un boy scout smarritosi durante una prova di orientamento, cimentandosi in coinvolgenti numeri di acrobazia, giocoleria e magia (doppio spettacolo in Piazza dei Martiri, ore 12 e 18).
Escursioni e visite guidate completano il ricco programma di eventi collaterali di Tartufesta. Si comincia GIOVEDI' 1 NOVEMBRE con un TartuTrekking sul Contrafforte Pliocenico, che porterà gli escursionisti ad attraversare il Parco naturale dei Prati di Mugnano e i sentieri di Monte Mario dove, nell'inverno 1944/45, si attestò la Linea Gotica, prima di fare ritorno alla Tartufesta. Ritrovo alle 9 c/o il Punto informazioni di Tartufesta, info e prenotazioni allo 051-6758409.
DOMENICA 4 NOVEMBRE si può scegliere tra la visita speleo-archeologica all'Acquedotto Romano, con possibilità di visitare un breve tratto dell'acquedotto sotterraneo realizzato nel I sec. a. C. per rifornire di acqua la città di Bologna (ritrovo ore 10 c/o l'Oasi naturale di S. Gherardo - info e prenotazioni allo 051-6758409), e la visita guidata al Museo Marconi, che ospita riproduzioni funzionanti delle apparecchiature marconiane: in questo caso il ritrovo è alle 10 a Villa Griffone, la casa paterna di Guglielmo Marconi a Pontecchio - prenotazione obbligatoria al n. 051 846121
martedì 30 ottobre 2018
Si apre voragine: lavori urgenti sull'asse attrezzato a Casalecchio
Disagi
alla circolazione per lavori in corso a Casalecchio sull'asse
attrezzato in direzione Bologna (prima del ponte sul Reno).
Lo
rende noto il Comune e ricorda che si circola su una sola corsia a
causa di una voragine che si è aperta sulla corsia di sorpasso. I
lavori di ripristino sono previsti domani, mercoledì 31 ottobre.
Non va meglio in Appennino: si registrano cabine elettriche danneggiate, cavi tranciati, cantine allagate e alberi abbattuti dal nubifragio.
Ad Alto Reno Terme è caduto un
palo Telecom che si è abbattuto su un altro palo elettrico. A Castel
di Casio, in via Pida, un fulmine ha colpito una cabina elettrica,
provocando un corto circuito e quindi un incendio. A Vergato, un
albero ha tranciato i cavi dell'alta tensione che sono caduti sulla
carreggiata. A Sasso Marconi cantine allagate e alberi abbattuti. A
Villa di Grizzana Morandi, carreggiata inondata da fango, rami e
frana. A Lizzano in Belvedere, in via Panoramica, si è provveduto a
mettere in sicurezza un albero pericolante, mentre a Monzuno, in
Piazza Don Aldo Rossi, albero è caduto sopra una macchina. Caduta
massi a Gaggio Montano, SP del Passo Brasa.
Maltempo, picchia automobilista che lo schizza
A Bologna durante il nubifragio di ieri pomeriggio
Dopo
essere stato inzuppato da una macchina passata su una pozzanghera, un
pedone si è arrabbiato al punto da prendere a pugni in faccia
l'automobilista. È successo verso le 17 di lunedì in via Murri, a
Bologna, durante il nubifragio che nel pomeriggio ha colpito la
città. A fare le spese dell'aggressione è stato un bolognese di 20
anni che era alla guida di una macchina. Era fermo a un semaforo
quando un uomo gli ha bussato al finestrino: appena lo ha abbassato
si è preso, insieme a una serie di insulti per avere appena bagnato
il pedone, anche un pugno direttamente sul naso, che gli ha fatto
perdere un po' di sangue. L'uomo che lo ha colpito, descritto come un
italiano sui 30-35 anni, si è allontanato prima dell'arrivo dei
carabinieri, chiamati dal ragazzo e da altri automobilisti.
Maltempo: ieri in Emilia Romagna vento a 110 km/h
Impegnati 200 volontari della Protezione civile in regione
A
causa del maltempo ieri in Emilia-Romagna il volontariato di
protezione civile ha mobilitato oltre 200 persone, di cui 81 nel
parmense, 50 nel ferrarese, altrettanti nel reggiano e altri nei
territori più colpiti. Secondo i dati Arpae, tra domenica e lunedì
le medie areali di pioggia caduta nel piacentino e nel parmense sono
state di 150 millimetri, di 90 nel reggiano e modenese. In
particolare, ieri, sul bacino del fiume Taro (Parma) si sono
scaricate piogge fino a 200 millimetri in 6 ore. I danni più
rilevanti sono stati provocati dal vento, la cui intensità ha
raggiunto i 110 kmh in Appennino e zone pedecollinari. A Bologna
alcune raffiche sono arrivate a toccare i 90 kmh. I fenomeni più
gravi si sono verificati nel piacentino, nel ferrarese e nel
modenese. Le mareggiate, hanno danneggiato molti stabilimenti
balneari. I vigili del fuoco hanno effettuato centinaia di
interventi: impegnati tutti e 9 i comandi provinciali, 40 squadre,
soprattutto per rimuovere alberi e sistemare tetti e cornicioni.
(ANSA)
Sindacati, non lavorare l'1 novembre
L'appello delle sigle del commercio in Emilia-Romagna
Da Ansa
I
sindacati confederali del commercio dell'Emilia-Romagna invitano ad
astenersi dal lavoro nei centri commerciali il primo novembre, festa
di Ognissanti.
Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil ricordano ai lavoratori che "sulla base delle norme contrattuali vigenti, e alla luce delle recenti sentenze della Cassazione potranno rifiutarsi di effettuare prestazioni lavorative in tutte le festività, senza incorrere in nessuna sanzione.
I tre sindacati chiedono inoltre "di porre un limite alle aperture incontrollate che in questi anni hanno stravolto il settore e la vita delle lavoratrici e dei lavoratori delle aziende del commercio. E "di escludere la possibilità di aprire in occasione delle festività nazionali, restituendo a questi giorni il valore civile e religioso che è patrimonio della nostra storia e della nostra cultura", oltre che "di restituire agli Enti locali congiuntamente alle parti sociali la prerogativa di definire la regolamentazione delle aperture territoriali.
Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil ricordano ai lavoratori che "sulla base delle norme contrattuali vigenti, e alla luce delle recenti sentenze della Cassazione potranno rifiutarsi di effettuare prestazioni lavorative in tutte le festività, senza incorrere in nessuna sanzione.
I tre sindacati chiedono inoltre "di porre un limite alle aperture incontrollate che in questi anni hanno stravolto il settore e la vita delle lavoratrici e dei lavoratori delle aziende del commercio. E "di escludere la possibilità di aprire in occasione delle festività nazionali, restituendo a questi giorni il valore civile e religioso che è patrimonio della nostra storia e della nostra cultura", oltre che "di restituire agli Enti locali congiuntamente alle parti sociali la prerogativa di definire la regolamentazione delle aperture territoriali.
Portiamo 'Educazione alla Cittadinanza' a scuola.
Eugenio
Salamone, Capogruppo Consiliare lista civica 'Un'Altra Sasso',
scrive:
Affinché
anche il comune di Sasso Marconi possa aderire all'iniziativa
promossa da Anci 'Educazione alla Cittadinanza', abbiamo coinvolto
con una richiesta ufficiale il Sindaco e la Giunta Comunale.
L'iniziativa
dovrebbe portare entro la fine dell'anno, attraverso le firme
raccolte, alla presentazione di una proposta di legge in tal senso.
Auspichiamo
che la nostra richiesta non incontri ostacoli e che venga fatta
adeguata informazione verso la cittadinanza per consentire ai
cittadini di sottoscrivere l'importante iniziativa.
La
necessità di una educazione alla cittadinanza è illustrata nella
presentazione della proposta di legge da parte di Anci: “Assistiamo
a un progressivo indebolirsi del senso di responsabilità e rispetto
reciproco. Imparare a essere cittadini è un obiettivo raggiungibile
il cui perseguimento non è più rinviabile”.
lunedì 29 ottobre 2018
Prolungata l'allerta meteo, ancora temporali in Appennino
Il vortice perturbato
ancora sull'Emilia per le prossime 36 ore. Vento e piogge, poi
l'attenuazione
Continua
l'ondata di maltempo. La Protezione civile ha emanato una allerta
meteo arancione in Appennino, per vento e temporali. L'avviso è
valido per le prossime 36 ore, fino alla mezzanotte di domani.
A Sasso Marconi nuove costruzioni ?
C'è
la proposta di rendere edificabili cinque lotti a Sasso Marconi?
Parrebbe proprio di sì. Si tratterebbe di nuove previsioni
edificatorie di cui due significative, una in centro a Sasso Marconi
e l'altra nelle vicinanze della chiesa di Pontecchio . La proposta,
approvata da tempo dal Consiglio Comunale, non avrebbe però
l'apprezzamento della Città metropolitana che ha formalizzato la sue
perplessità inviando all'amministrazione comunale precise
osservazioni. Osservazioni verrebbero anche da una o più
associazioni ambientaliste. Pure il gruppo consiliare di opposizione
Sasso Libera avrebbe preso le distanze dalla nuova proposta e in una
interrogazione avrebbe evidenziato l'inopportunità di destinare
nuove aree all'edificabilità quando la previsione edificatoria del
piano regolatore in vigore non è ancora esaurita, anzi stenterebbe a
concretizzarsi per la nota crisi del settore. Questo è quanto si
apprende del 'gazzettino di piazza' non sempre attendibile, ma come
si dice 'Voce di Popolo voce di Dio'. Certo i frequentatori della
stanza dei bottoni del Comune non ne parlano con disinvoltura, c'è
persino chi si trincera dietro a un 'no coment'. Se è vero quindi si
vedrà.
Botta e risposta sulla proposta di soluzione del NODO VIARIO BOLOGNESE: “Il passante Sud è una banalizzazione' ; No, l'anulare è la soluzione di tutti i problemi
Acceso
scambio di punti di vista fra il Comitato per l'Alternativa al
Passante Nord, che definisce la proposta di 'Anello viario di Bologna
con una galleria a sud della città un 'RIPIEGO', e chi sostiene
quale panacea dei mali 'viari' di Bologna il Passante SUD. Di questa
ultima soluzione beneficerebbe anche l'Appennino. Santoni e altri
4 sindaci dell'Appennino sostengono il Passante Sud e hanno scritto
al Ministero per sollecitarne la realizzazione ( che riportiamo in coda).
L'argomento è molto importante per Bologna e per le vallate dell'Appennino boloignese, quindi l'articolo è molto lungo, ma dati i contenuti merita la pazienza di leggerlo per intero.
Il
Comitato per l'Alternativa al Passante Nord mediante un allargamento
della tangenziale , ma contrario a quello sud, sostiene:
Alla
casa della Cultura a Casalecchio, è tornata in scena la
banalizzazione della Tangenziale di Bologna come la magica soluzione
di tutti i mali del Nodo di Bologna, seguendo le conclusioni di un
Convegno sulla mobilità metropolitana del 19 gennaio 2018 in cui tre
docenti (o ex docenti) della Scuola di Ingegneria dell'Università di
Bologna l'hanno indicata come il miglior intervento possibile
bocciando,
senza
mezzi termini, l'allargamento in sede.
Peccato
che questa banalizzazione, dalla sua comparsa nel 2003 ai giorni
nostri sia stata la soluzione più criticata e bocciata da varie
"parti" di alto livello come il Convegno tenutosi nell'Aula
Magna di Ingegneria
del
dic. 2015 con docenti ed ex docenti dell'Università, e in varie
occasioni dalla Società Autostrade per l'Italia, definita dai
relatori del convegno "la migliore del mondo" che "ha
insegnato a tutti come si costruiscono le reti autostradali".
Attendevamo
nell'incontro del 19 ultimo scorso a Casalecchio di sentire gli
argomenti che avevano resuscitato il "cadavere" della
banalizzazione e bocciato l'allargamento in sede, impropriamente
chiamato Passante di Mezzo.
Siamo
rimasti molto sconcertati dalla ricostruzione "lacunosa"
dei diversi progetti sulla Tangenziale da metà anni 80 ai giorni
nostri e delle relative
responsabilità
politiche. Non abbiamo avuto il conforto di dati che giustificassero
la disinvoltura con cui venivano minimizzati i limiti e le difficoltà
della banalizzazione né sono state presentate ragioni convincenti
per la drastica bocciatura dell'allargamento in sede.
Per
quanto riguarda la ricostruzione storica è stato detto che la
decisione di cancellare l'allargamento a 3+3 corsie con relative
emergenze di Tangenziale ed Autostrada, voluta da Imbeni alla fine
degli
anni
'80, è stata un grave errore politico perché ha impedito la
soluzione dei problemi del nodo stradale di Bologna e ha dato inizio
ad un calvario che si è trascinato per altri 30 anni.
Non
è però stato spiegato in modo convincente perché oggi la stessa
soluzione venga dallo stesso relatore bocciata senza appello. E'
stato solo vagamente accennato alle condizioni (quali?) che sarebbero
nel frattempo cambiate.
In
realtà ben poco è cambiato da allora, se non la netta diminuzione
di inquinanti emessi dai veicoli, mentre molti dei punti più critici
come San Donnino erano già presenti.
Tutta
la vicenda del Passante Nord, durata dal 2002 al 2015, è stata
liquidata dall'ing. Salizzoni in poche parole dicendo che si trattava
di un mediocre progetto trasportistico che poi si è perso,
dimenticando di citare che il Passante era stato fermato dal ns
Comitato con solidi argomenti e con dati che ne avevano messo in luce
non solo la inefficienza dal punto di vista trasportistico e
urbanistico, ma anche il suo devastante impatto ambientale, lo spreco
energetico e di risorse, in spregio tutti gli attuali concetti di
sostenibilità.
Facciamo
notare inoltre che il Progetto Passante Nord era stato firmato anche
dalla Giunta Guazzaloca in cui l'ing. Salizzoni era Vice Sindaco e
prevedeva, tra l'altro, una banalizzazione della Tangenziale
eliminando l'autostrada al centro dell'asse con la soppressione di
una delle cinque corsie per diminuire i flussi turbolenti di
traffico. Questo progetto non "si è perso" ma è rimasto
vivo e vegeto, con tanto di progetto esecutivo costato 20 milioni,
fino al 2015, anno della scelta del Sindaco Merola di ripudiare il
Passante Nord.
Nessuno
ha ricordato che il ns Comitato ha presentato fin dal 2004 un
progetto, alternativo al passante Nord, di "allargamento in
sede" dell'asse Tangenziale a 3+3 corsie per senso di marcia più
emergenze senza uscire dal sedime attuale, e quindi senza espropri,
trasformando la Tangenziale da problema a risorsa per la città; un
progetto ben diverso come concezione rispetto a quello presentato da
Società Autostrade nel 2016, illustrato al popolo nei vari
quartieri, ribattezzato Passante di Mezzo, e bloccato dal rinvio
"sine die" della Conferenza dei Servizi imposto
dall'attuale Ministro pochi mesi fa ad un passo dalla
fase
di cantierizzazione.
La
ns proposta di allargamento della Tangenziale e sistemazione della
viabilità del quadrante Nord è stata appoggiata in tutti questi
anni e fino al 2015 da diverse forze politiche e associazioni tra cui
ricordiamo Rifondazione, i Verdi, la Lega, i M5S, Legambiente, WWF e
Italia Nostra. Dopo la conversione nel 2015 del Sindaco Merola verso
il potenziamento in sede, molti di questi sostenitori hanno cambiato
rotta di 180" e ai giorni nostri sono contro qualsiasi
allargamento e appoggiano la banalizzazione.
Il
progetto di allargamento di Autostrade, il cosiddetto Passante di
Mezzo, approvato dal Ministero e finanziato con budget della stessa
Società, pur avendo scelto la discutibile strada degli espropri,
mantiene
una
visione d'insieme del territorio che il Comitato fin dall'inizio ha
sostenuto. Infatti comprende anche il completamento della viabilità
minore incompiuta del quadrante a nord della città che
contribuirebbe anche, e in maniera rilevante, ad alleggerire il
traffico ordinario sulla Tangenziale.
Nel
disegno della banalizzazione tutto questo non è neppure contemplato.
A
proposito di responsabilità politiche non è stato detto che II
Passante Sud, presentato fin dal 2003, venne sostenuto da una parte
della destra in contrapposizione al Passante Nord, ma dopo qualche
tempo, dimenticandone tutti i pregi tecnici sostenuti fino a quel
momento, si convertì al Passante Nord quando si capì che i
finanziamenti sarebbero
andati
in quella direzione.
Ricordiamo
in ogni caso che oggi più che mai la priorità n°l del Nodo
Bolognese è l'eliminazione della congestione sulla Tangenziale nelle
ore di punta. Secondo noi la soluzione migliore per risolvere
definitivamente questo problema in una prospettiva futura può essere
solo l'allargamento a 3+3 corsie più emergenze e non la
banalizzazione che rappresenta comunque un provvedimento forzato,
pieno di escamotages per minimizzarne le difficoltà, le incognite
sulla funzionalità le lacune sulla sicurezza e una cantierizzazione
tutt'altro che "banale" e poco invasiva.
Il
Passante SUD potrà servire a chiudere un anello attorno a Bologna e
a mettere in comunicazione due vallate, ma da solo influisce in modo
insufficiente sulla congestione della Tangenziale.
Purtroppo
ci siamo resi conto che per la soluzione del più importante Nodo
Viario italiano ancora una volta si cerchi di ricorrere ad un ripiego
e non ad un grande progetto di lunga prospettiva, in accordo con
tutti i
principi
di funzionalità e sostenibilità ambientale ormai affermatisi in
tutto il mondo.
Gianni
Galli e Severino Ghini (www.passantenord.org
LISTA
CIVICA CASALECCHIO DI RENO, che sostiene la necessità del Passante
Sud, replica:
Bologna
è il più importante nodo infrastrutturale di collegamento fra il
nord ed il centro-sud Italia.
La
crisi della mobilità del nodo bolognese continua a far pagare un
prezzo altissimo alla popolazione.
I
nodi di Casalecchio e di Rastignano negli ultimi decenni sono costati
in ore perdute oltre 300 milioni di Euro senza contare i danni da
inquinamento atmosferico, acustico ed il maggior consumo di
carburante.
Non
fare costa! E finora ha prevalso purtroppo la cultura del non fare
nella manutenzione, nell’adeguamento e nell’ammodernamento.
Il
blocco del nodo di Bologna divide l’Italia in due pezzi e sbarra il
collegamento fra il nord Europa ed il centro-sud Italia. Bologna deve
quindi garantire sempre il transito, anche veicolare, di
attraversamento dell’area. Le migliori garanzie a questo riguardo
sono offerte dalla realizzazione di un
GRANDE
RACCORDO ANULARE
Per
attuare il raccordo anulare è indispensabile realizzare il PASSANTE
SUD, che secondo l’ultimo progetto particolareggiato – illustrato
sinteticamente nel Convegno della Lista Civica di Casalecchio di Reno
del 19 ottobre u.s. – avrebbe una lunghezza complessiva di 14 km di
cui 11 in galleria, realizzabile in 2 anni senza interferenze (se non
marginali) con la viabilità esistente e con costi stimati di circa
0,9 miliardi di euro.
La
realizzazione del passante sud sarebbe inoltre un toccasana sia per
il nodo di Casalecchio che per le valli della montagna bolognese –
come ben evidenziato dall’intervento del Sindaco di S. Benedetto,
Santoni -.
Il
Convegno della Lista Civica di Casalecchio ha inteso mettere a punto
una tematica che interessa i cittadini di Casalecchio ed insieme
l’intero sistema metropolitano di Bologna.
I
relatori, su cui gli apprezzamenti del Comitato per l’alternativa
al passante nord appaiono fuori luogo e gratuitamente polemici, hanno
ragionato sulle alternative oggi effettivamente in campo, una volta
tramontato il progetto del Passante Nord, di cui è emersa con
crescente evidenza l’inadeguatezza trasportistica e l’effettivo
notevole impatto ambientale.
Di
fatto, oggi le alternative in campo sono le seguenti:
A)
la soluzione delle tre corsie autostradali per senso di marcia a cui
aggiungere le tre corsie stradali, con aumento di una corsia stradale
per senso di marcia ed un sensibile allargamento della piattaforma;
B)
la soluzione della banalizzazione/liberalizzazione dell’intera
tangenziale, mantenendo invariata l’attuale piattaforma, con
barriere ai terminali di Casalecchio, Borgo Panigale, Interporto e
Ozzano, a cui integrare nel tempo il cosiddetto Passante autostradale
Sud, in galleria naturale tra Pontecchio e San Lazzaro.
La
soluzione A), proposta da Autostrade per l’Italia, è oggi
sostenuta dal Comune di Bologna e dalla Città Metropolitana, oltre
che dalla Regione. Essa incontra difficoltà gravi per l’impatto
urbanistico e ambientale che determinerebbe, emerso con grande
evidenza anche nella fase delle osservazioni al progetto da parte
delle proprietà interessate, ed ancor più per una cantieristica di
cui è immediato riconoscere le gravi criticità estese per un lungo
periodo di tempo, ragionevolmente non sostenibili dalle centinaia di
migliaia di utenti stradali e autostradali, che ogni giorno sono
costretti ad utilizzare un’infrastruttura di assoluto rilievo
nazionale, che non presenta alternative, nemmeno a livello locale.
Essa avrebbe un impatto consistente anche per i cittadini che si
trovano a vivere in prossimità di tale infrastruttura.
La
soluzione B), al di là di ogni inutile polemica, garantisce, con il
mantenimento della attuale piattaforma, degli attuali svincoli, degli
attuali cavalcavia e dei due viadotti ferroviari, la cantieristica
più semplice e meno gravosa per gli utenti e per i cittadini, oltre
che costi e tempi relativamente contenuti.
Le
criticità realizzative segnalate, alcune anche relativamente
impegnative, sembrano tutte agevolmente superabili; mentre le
criticità trasportistiche addotte non sembrano avere ragione di
essere.
La
soluzione garantisce una fluidità di utilizzo, con notevoli garanzie
di netto incremento della capacità di trasporto e contenimento
dell’impatto sulla qualità dell’aria e sul clima acustico. Essa
inoltre, con le barriere portate a Interporto e Ozzano, appare
preziosa per rispondere al meglio alla domanda dei pendolari, che
rappresenta ben oltre la metà della domanda complessiva sull’intero
sistema della Tangenziale.
Questa
soluzione, integrata con il progetto del Passante autostradale Sud in
galleria, capace di ripartire e alleggerire sensibilmente il carico e
l’impatto della mobilità autostradale sull’intera città, offre
infine quelle garanzie di sicurezza che si dimostrano sempre più
necessarie. Nello stesso tempo questo programma potrebbe aprire nuove
prospettive di integrazione per i territori della media e alta
collina bolognese.
Si
osserva inoltre che la finalità dell'incontro non era limitata alle
considerazioni relative a tangenziale/passante. Riteniamo doveroso
ricordare le proposte volte a rendere più efficiente e meno
impattante la mobilità sia pubblica sia privata, che prevedono:
A)
interventi di tipo operativo (a bassissimo costo e ridotti tempi di
messa a regime), quali la riduzione del tempo di permanenza in
strada dei veicoli tramite riprogrammazione semaforica e la
riconversione della rete Tper urbana verso un sistema hub & spoke
a coincidenze per alleggerire i punti critici di congestione (Staz.
FS, Via Rizzoli, ecc).
B)
Opere di adeguamento su più livelli di alcune intersezioni
viarie critiche (Rotonda Biagi di Casalecchio,
intersezioni urbane con Emilia Ponente ed Emilia Levante,
ecc). Tali interventi, una volta a regime, consentirebbero un
incremento di efficienza e una riduzione di consumi ed
emissioni valutabili nell'ordine del 25% rispetto ad oggi,
oltretutto con tempi e costi definiti e certi, diversamente dalle
ipotesi generiche e indefinite inserite nel PUMS 2018.
In
campo trasportistico non esiste solo la realizzazione di adeguate
infrastrutture, ma per ridurre l’inquinamento e per favorire la
fluidificazione del traffico sono importantissime l’organizzazione
e la gestione della mobilità attraverso una corretta progettazione
multidisciplinare che renda realmente competitivo il mezzo pubblico.
Non
è questa la sede per intervenire sulle proposte del Comitato per
l’alternativa al passante nord, né per sviluppare inutili
polemiche in una fase che richiede l’impegno da parte di tutti
nella ricerca della miglior soluzione, una soluzione non più
rimandabile.
È
questo il significato dell’iniziativa presa dalla Lista Civica di
Casalecchio, per cercare di dare un contributo nell’interesse dei
cittadini rappresentati.
Casalecchio,
25.10.2018
Per
la Lista Civica Casalecchio di Reno
Romano
Stefanelli
La lettera dei Sindaci: | |||
-
Al
MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
On. Danilo TONINELLI
Al |
PRESIDENTE DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNAStefano BONACINI |
OGGETTO:
|
Interventi
di potenziamento in sede del sistema autostradale-tangenziale di
Bologna.
Richiesta
di rivalutazione del progetto complessivo in favore del tracciato
denominato “Passante Sud”.
|
Onorevole
Ministro e caro Presidente,
a
nome delle Amministrazioni che rappresentiamo Vi inviamo questa
richiesta con l’intento di portare il nostro contributo sulla
discussione tuttora aperta relativamente agli “Interventi di
potenziamento in sede del sistema autostradale-tangenziale di
Bologna”.
Riteniamo
necessario fare emergere la voce di queste comunità avanzando la
formale richiesta di rivedere il progetto di potenziamento del
passante di Bologna, prendendo in considerazione l’ipotesi di
sviluppo a favore del tracciato a Sud che alleggerirebbe anche il
traffico a Nord.
Non
sono motivi politici a spingere tale richiesta, che peraltro è
sempre stata da noi sostenuta in tutte le sedi ed in ogni occasione
in cui ce ne è stata data la possibilità, bensì la consapevolezza
che oltre ad essere una soluzione utile per lo sviluppo
infrastrutturale dell’intera valle del Savena e dell’Idice, e
dunque dei relativi Comuni che da troppo tempo sono esclusi dalla
programmazione infrastrutturale, grazie ad uno sviluppo per lo più
in galleria il tracciato a Sud consentirà:
- di limitare l’impatto paesaggistico;
- di limitare al minimo il consumo di suolo;
- di ridurre notevolmente l’inquinamento atmosferico ed acustico;
- di ridurre notevolmente la vulnerabilità sismica delle strutture;
- di non perdere definitivamente l’opportunità della ricucitura a sud della città e la conseguente possibilità di creare una bretella autostradale capace di rappresentare una valida alternativa in caso di problemi legati ad incidenti e/o necessità manutentive.
Alla
luce di quanto sopra, riteniamo quantomeno opportuno che le
Istituzioni sovraordinate si attivino per fare una analisi di
fattibilità che non si limiti esclusivamente a confrontare le spese
vive occorrenti al finanziamento delle opere, ma che metta a
confronto anche i costi sociali e quelli eventualmente derivanti
dalle infrazioni comminate dall’Unione Europea in tema di
inquinamento, con i benefici economici sociali e sanitari che tale
soluzione porterebbe alla città di Bologna ed alla Città
Metropolitana nel suo complesso, tenuto anche in debito conto che si
potrebbero riutilizzare gli enormi volumi di terra scavati per la
realizzazione delle gallerie per il riempimento di vecchi siti
estrattivi di cave di gesso dismesse che rappresentano oggi delle
criticità dal punto di vista della sicurezza, prima fra tutte l’Ex
cava del Prete Santo alla Ponticella di San Lazzaro di Savena,
intervento questo che sancirebbe la definitiva messa in sicurezza
dell’abitato.
Avevamo
da tempo preparato questa lettera, ma a seguito delle recenti
tragedie che hanno colpito prima Bologna e poi Genova abbiamo
ritenuto opportuno aspettare ad avanzare tali richieste per rispetto
delle persone coinvolte e purtroppo decedute, delle loro famiglie, ed
anche per non distogliere attenzione al lavoro svolto e tuttora in
corso da parte dei vari soggetti istituzionali con i quali ci
complimentiamo.
Concludiamo
con la più ovvia, ma crediamo motivata, richiesta: la disponibilità
da parte del Ministero e dei competenti uffici Regionali ad adottare,
con gli strumenti ordinari e straordinari di cui disponete, tutte le
azioni opportune affinché si proceda con la rivisitazione del
progetto in argomento sostituendo il potenziamento in sede in favore
del Passante autostradale a Sud di Bologna che favorirebbe oltre che
le aziende del territorio anche l’aspetto sociale e turistico.
Certi
che comprenderete le ragioni di tale richiesta, nell’attesa di un
cortese riscontro ed a disposizione in qualsiasi momento, l’occasione
ci è gradita per porgerVi i nostri più cordiali saluti e l’augurio
di buon lavoro.
I
Sindaci dei Comuni di Monzuno,
San Benedetto Val di Sambro,
Loiano, Monterenzio e
Monghidoro
Come difendersi dalle truffe, a Castiglione lo insegnano.
Monica
Raffaelli informa che domani, martedì 30 ottobre, alle 21, a Casatiglione dei Pepoli, è in
programma un incontro informativo sul tema 'Truffe, come
difenderci…' organizzato dall'associazione 'Castiglione 2000' .
La
partecipazione è libera
domenica 28 ottobre 2018
Allerta su Emilia Romagna per temporali e mare
In vigore dalla mezzanotte di oggi a quella di domani
Da
ANSA
Allerta
meteo della Protezione Civile regionale, dalla mezzanotte di oggi a
quella di domani, sull'Emilia-Romagna. In particolare è prevista
un'allerta di colore rosso per lo stato del mare sulla costa
ferrarese e arancione su quella romagnola e un'allerta di colore
arancione per temporali sui bacini emiliani occidentali, sui bacini
emiliani centrali e sui bacini emiliani orientali.
Nel dettaglio, viene spiegato in una nota, sono "previste precipitazioni diffuse, anche per lunedì 29 ottobre, con possibilità di fenomeni temporaleschi organizzati, più probabili sui settori appenninici. Venti forti fino a burrasca da sud est sui settori appenninici, pianure occidentali e settore costieri. Valori stimati attorno a 70 km orari con raffiche anche oltre 90 km orari. Mare da molto fino ad agitato con alta probabilità di mareggiate. Prevista un'altezza d'onda compresa tra 2,5 e 3,5 metri, con picchi d'onda massima, attorno a 4 metri sui settori costieri ferraresi".
Nel dettaglio, viene spiegato in una nota, sono "previste precipitazioni diffuse, anche per lunedì 29 ottobre, con possibilità di fenomeni temporaleschi organizzati, più probabili sui settori appenninici. Venti forti fino a burrasca da sud est sui settori appenninici, pianure occidentali e settore costieri. Valori stimati attorno a 70 km orari con raffiche anche oltre 90 km orari. Mare da molto fino ad agitato con alta probabilità di mareggiate. Prevista un'altezza d'onda compresa tra 2,5 e 3,5 metri, con picchi d'onda massima, attorno a 4 metri sui settori costieri ferraresi".
'Al Suzdeva a Bulagna', presentata la raccolta di poesie di Giovanna Bassi
Giovanna
Bassi ( nella foto) , poetessa e artista sassese, ha presentato ieri il suo nuovo
lavoro, una raccolta di poesie in dialetto bolognese 'Al Suzdeva a Bulagna', che il Comune
di Sasso Marconi ha patrocinato e ha stampato in una edizione
economica.
Giovanna
trasferisce sulla carta i vividi ricordi di una infanzia e di una
giovinezza trascorse in una famiglia che ancora conservava la cultura
del dialetto e di una serie di detti arguti e spiritosi che rischiano
ormai di perdersi nella 'nebbia' del tempo.
Racconta
di personaggi un po' veri e un po' immaginati con i loro pregi e i
loro difetti, ma sempre testimonianza di una vita semplice, sincera e
armoniosa.
Alla
presentazione, con l'autrice, l'ex assessore alla cultura Adriano
Dallea, ideatore di un progetto che prevede la stampa di lavori
letterari di autori sassesi.
A Ozzano la città romana di Claterna riemerge dalla sua tomba secolare ed è viva più che mai. Ci fa molto piacere.
Mentre
si delinea meglio la forma della Domus del fabbro e del
teatro, nuove ricerche geomagnetiche disegnano un quadro quasi
completo della città, individuando alcuni edifici del comparto
pubblico mai visti prima. E dai lavori per la pista ciclabile
spuntano un mosaico e potenti strutture proprio dove si credeva
potessero trovarsi le antiche terme
Una
delle possibili ipotesi ricostruttive per l’edificio teatrale di
Claterna. I dati di quest’anno e quelli delle prossime campagne di
scavo consentiranno di raggiungere un modello ricostruttivo sempre
più attendibile (grafica 3D di Paolo Nanni)
Il
foro, il teatro, le domus private, le officine
artigianali e ora quasi certamente l’impianto termale.
L’antica città romana di Claterna
definisce ogni anno di più la sua forma urbis
svelando i propri segreti e confermando le ipotesi ricostruttive
proposte nel corso dei vari scavi.
Le
ricerche e i sondaggi sistematici dell’ultimo decennio hanno
permesso di disegnare un quadro pressoché completo della città
romana che giace ‘sepolta’ a pochi centimetri di
profondità lungo la Via Emilia, nel territorio di Ozzano
dell’Emilia, tra Bologna e Imola.
Ogni
campagna di scavo porta con sé nuove sfide e prove.
Quella
appena conclusa ha operato su tre fronti: la domus del
fabbro e il teatro, in prosecuzione al progetto
2017-2019, e la ricerca geomagnetica su tutta la pianta della
città, una novità assoluta. Docenti e studenti dell’Università
di Venezia Ca’ Foscari e dell’Università di Siena e ragazzi
impegnati in esperienze di alternanza Scuola Lavoro hanno lavorato
da giugno a settembre sotto la direzione scientifica della
Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città
metropolitana di Bologna e le provincie di Modena, Reggio Emilia e
Ferrara e con il coordinamento dell’Associazione Culturale ‘Centro
Studi Claterna Giorgio Bardella e Aureliano Dondi’.
Molte
e interessanti le novità emerse dalle ricerche 2018.
Nella
Domus del fabbro, sono proseguite le ricerche
nella nuova area aperta verso nord, operando più in profondità per
raggiungere le fasi imperiali di I – III secolo d.C. La scoperta
più importante è stata quella di un secondo peristilio,
un’area cortiliva porticata dotata di pozzo sulla quale affacciava
una cucina. Sono stati anche scoperti un altro cortile e altri
ambienti, questi ultimi intonacati.
La
domus insomma sta prendendo sempre più forma, confermandosi
come un grande e complesso organismo architettonico.
Abbiamo
continuato anche quest’anno il progetto di ricostruzione delle
strutture antiche, aggiungendo nuovi ambienti e riedificando uno
dei pozzi ritrovati negli anni scorsi. La sperimentazione continua
con materiali e tecniche differenti, sempre però ispirate al sapere
costruttivo degli antichi romani.
Abbiamo
proseguito le ricerche anche nel settore del Teatro, aprendo
un’area molto vasta di fianco a quella dell’anno scorso. Le
indagini sono ancora in corso ma va segnalato il ritrovamento di
strutture di fondazione della cavea, in grandi blocchi di
arenaria, che si stanno rivelando molto più profonde e ben
conservate di quanto non fosse emerso l’anno scorso.
L’esplorazione
della parte bassa della cavea ha restituito anche materiali lapidei
lavorati, come un grosso frammento di cornice, mentre sono
iniziate quest’anno le indagini nella zona dell’orchestra e
degli ingressi laterali che si trovano a profondità elevate in
quanto parte della struttura è stata parzialmente costruita sotto
il livello di calpestio antico.
Queste
scoperte stanno definendo la forma architettonica di un grande
teatro, consentendoci in futuro di proporne una ricostruzione sempre
più dettagliata.
Ricerche
geomagnetiche ed edifici pubblici. La campagna di scavo 2018 ci
ha consentito di avviare un progetto sognato da tempo:
l’esplorazione estensiva della città attraverso le più moderne
tecnologie geofisiche. Abbiamo trovato un ottimo interlocutore
nell’Università di Siena, in particolare nel Prof. Stefano
Campana, stimato e famoso ricercatore che vanta un’esperienza
pluriennale nello specifico campo delle prospezioni su città e
territori antichi e medievali.
I
risultati non si sono fatti attendere: l’integrazione
tra le nuove prospezioni geomagnetiche condotte
dall’Università di Siena (ben 16 ettari sui 18 del totale
urbano) e la mappatura delle tracce aerofotografiche
portata avanti in lunghi anni di ricerche ha prodotto un quadro
quasi completo dell’area urbana e di parte del suburbio.
Questi nuovi dati ci permettono ora di individuare meglio,
tra le tante altre particolarità, tutto il comparto pubblico
(compresi alcuni edifici mai individuati prima) e la scansione
interna del tessuto urbano. Un materiale di assoluto interesse che
stiamo studiando nei particolari e che sarà oggetto di analisi nei
prossimi mesi.
Ultima
ma non meno importante novità di quest’anno è la scoperta
legata alla realizzazione della pista ciclabile che collegherà San
Lazzaro di Savena e Castel San Pietro Terme: le ricerche dirette
dalla Soprintendenza hanno intercettato un grande mosaico e
potenti strutture proprio nel luogo dove le prospezioni e le
foto aeree inducevano a ritenere che esistesse un grande edificio
pubblico, probabilmente termale.
Scavi
e indagini future confermeranno o chiariranno la natura di questa
costruzione.
Le
indagini archeologiche a Claterna sono promosse dalla
Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città
metropolitana di Bologna e le provincie di Modena, Reggio Emilia e
Ferrara e dall’Associazione Culturale ‘Centro Studi
Claterna Giorgio Bardella e Aureliano Dondi’ con il
finanziamento di CRIF SpA e il contributo Gruppo IMA SpA
e RENNER Italia SpA. Il progetto di alternanza scuola-lavoro
è coordinato dal Rotary Club Bologna. Le ricerche
geomagnetiche sono state eseguite dall’Università degli
Studi di Siena (Prof. Stefano Campana); le indagini sul campo
sono eseguite dall’Università di Venezia Ca’ Foscari.
Informazioni
scientifiche di
Renata
Curina, archeologa della Soprintendenza Archeologia, belle arti
e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le provincie di
Modena, Reggio Emilia e Ferrara (renata.curina@beniculturali.it )
Claudio
Negrelli, responsabile scientifico dell’Associazione Culturale
‘Centro Studi Claterna Giorgio Bardella e Aureliano Dondi’
(claudionegrelli@gmail.com )
Maurizio
Molinari, referente scientifico dell’Associazione Culturale
“Centro Studi Claterna Giorgio Bardella e Aureliano Dondi”
(molinariemme@libero.it )
Info
e foto
http://www.archeobologna.beniculturali.it/bo_ozzano_emilia/scavi_2017-2019/attivita_2018.htm
Claterna
Claterna
è la città romana che giace ‘sepolta’ a pochi centimetri di
profondità lungo la Via Emilia, nel territorio di Ozzano
dell’Emilia, tra Bologna e Imola.
Claterna
nasce nel II secolo a.C. con una duplice funzione: da un lato è un
importante snodo viario all’incrocio fra via Emilia, torrente
Quaderna e una via transappenninica, forse la Flaminia minor,
dall’altra come centro di mercato e servizi.
Nel
I secolo a.C. Claterna, come tante altre città italiche, diventa un
municipium con competenza sul vasto territorio compreso fra i
torrenti Idice e Sillaro. Dopo il periodo di massimo splendore
collocabile nella prima età imperiale, la città sopravvive fino
alla tarda antichità (V-VI secolo d.C.), seppure notevolmente
ridimensionata, per poi venire totalmente abbandonata fino al
completo oblio.
Fin
dall’Ottocento, l’antica città romana di Claterna è stata un
campo d’indagine privilegiato per l’archeologia
emiliano-romagnola. L’unicità di Claterna è dovuta al fatto di
non aver avuto una continuità storica analoga a quella degli altri
centri sorti lungo la via Emilia (da Rimini a Piacenza) e questa
assenza di stratificazione ha offerto la possibilità di indagare la
città nella sua estensione e configurazione originale, senza le
modifiche intervenute nel tempo. A partire dagli anni 80, la
Soprintendenza ha intrapreso la progressiva acquisizione dell’ampia
superficie su cui si estende l’antica città romana e dal 2005 si
è dato vita a un grande progetto di studio e valorizzazione con
enti locali e associazioni culturali.
L’obiettivo
delle ricerche e dei sondaggi sistematici intrapresi nell’ultimo
decennio è di chiarire alcuni aspetti topografici (i suoi limiti,
l’articolazione interna, gli spazi pubblici e sacri quali foro,
basilica, edifici templari e teatro) e cronologici (dalla fondazione
e dall’eventuale origine preromana al declino) dell’antica città
e di valorizzare alcuni spazi per consentire al pubblico di visitare
le evidenze archeologiche più suggestive, come la Casa del fabbro e
la Domus dei mosaici.