sabato 11 gennaio 2014

San Benedetto Val di Sambro. Legato a una sedia e derubato: sono in carcere gli autori di una rapina a un anziano.




Pasquale GENTILE

Sono in carcere i due giovani  responsabili di una rapina a mano armata  commessa lo scorso giugno ai danni di un anziano dell’Alta Valle del Reno. A ‘tradirli’ le impronte digitali lasciate sulla latina di una bibita che ha dato ai Carabinieri la conferma di aver ‘pizzicato’ i due rapinatori.
I Carabinieri della Stazione di San Benedetto Val di Sambro, unitamente a quelli della Compagnia di Vergato e Bologna, hanno infatti eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Pasquale GENTILE, 23enne italiano e Mourad ARAB, 26enne marocchino, responsabili di rapina aggravata in concorso e porto abusivo di armi


Il provvedimento, emesso dalla dott.ssa
Mourad ARAB
Franca Zavaglia, GIP presso il Tribunale di Bologna, segue la richiesta della dott.ssa Gabriella Maria Tavano, sostituto presso la Procura della Repubblica di Bologna, che ha concordato con le risultanze investigative prodotte dai Carabinieri.

I fatti risalgono allo scorso 6 giugno, quando i due si avvicinarono a un 87enne di San Benedetto Val di Sambro che stava governando gli animali davanti alla sua abitazione. I due giovani, dopo un breve dialogo per guadagnarsi la confidenza con l’uomo, costrinsero l’anziano a recarsi in casa e sotto la minaccia di un coltello  lo rapinarono. Prima di andarsene legarono la loro vittima a una sedia e poi si allontanarono utilizzando la Fiat 600 del rapinato. 
L’anziano riuscì prima a liberasi le caviglie, poi, raggiunta la cantina dove aveva strumenti da taglio, a sciogliere  anche i polsi. Mentre era indaffarato a slegarsi, notò una lattina di aranciata aperta da uno dei due rapinatori e dimenticata sopra un mobile che servirà poi ai Carabinieri per individuare, grazie alle impronte lasciate sul contenitore,  uno dei due rapitori. L’anziano riuscì a fornire agli inquirenti anche una descrizione fisica dei due soggetti: entrambi dell’età di circa 20-25 anni e dell’altezza di circa 180 cm; uno dei due (quello che lo aveva minacciato col coltello) più robusto, di carnagione olivastra, parlava con un accento strano, forse straniero; l’altro di carnagione chiara, parlava in lingua italiana in modo più comprensibile. Un mese dopo, la Fiat 600 fu rinvenuta a Bologna e restituita al legittimo proprietario. Però, sul luogo del reato intervennero anche i Carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale di Bologna che repertarono alcune impronte digitali verosimilmente lasciate dai due rapinatori: due impronte furono trovate anche sulla lattina di aranciata e un’altra sull’anta di un mobile della cucina. Grazie al supporto dei Carabinieri del RIS di Parma, che hanno analizzato le prove raccolte dai Carabinieri di Bologna, le impronte sulla lattina sono state attribuite ad ARAB Mourad, mentre quella sull’anta a GENTILE Pasquale, quest’ultimo noto alle forze dell’ordine per i suoi precedenti di polizia contro la persona e il patrimonio. Dopo la cattura i due sono stati associati al Carcere di Bologna. 



Dal Comando Provinciale Carabinieri di Bologna.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Se vogliono mangiare ai lavori forzati, altro che carcere e basta.