sabato 4 gennaio 2014

Tutti aperti, lunedì 6 gennaio giorno dell’'Epifania, i Musei Archeologici Nazionali e le zone archeologiche.



La Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna informa:
La Befana vien di notte, di giorno quindi si può andare nei musei. Anche la signora del 6 gennaio apprezzerà. E per agevolare questa bella combinazione  lunedì 6 gennaio i musei e le zone archeologiche saranno regolarmente aperti, nonostante la prevista chiusura settimanale.

Visitando il Museo Nazionale Etrusco e i resti dell’antica città di Marzabotto ( info 051.932353), aperti dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17.30, si fa conoscenza con un sito archeologico unico al mondo. A differenza di altre città etrusche, come ad esempio Felsina, qui l’abbandono del sito ha garantito la conservazione dell’impianto urbano nel suo disegno originale, cosa che consente ancora oggi di percorrere le antiche strade ortogonali larghe anche 15 metri, lungo le quali si snodano case, impianti produttivi ed edifici sacri, e visitare l’acropoli e le necropoli situate ai margini della città.  Nel museo sono esposti i reperti provenienti da oltre un secolo e mezzo di scavi nell’area di Pian di Misano e nei territori limitrofi

Il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara (via XX Settembre 122, info 0532.66299), uno dei più importanti al mondo per quantità e qualità delle ceramiche attiche a figure rosse, è aperto dalle 9.30 alle 17. Situato nel cinquecentesco palazzo attribuito a Ludovico il Moro, il museo espone le testimonianze recuperate nella provincia di Ferrara, prime tra tutte quelle provenienti dagli scavi del fiorente porto commerciale etrusco di Spina che, tra il VI e il III sec. a.C., rappresentò uno dei centri focali della regione. La visita include una tappa alla “Sala del Tesoro” magistralmente affrescata dal Garofalo, alle due imbarcazioni monossili di età tardo romana (III-IV secolo d.C.) rinvenute in Valle Isola, alla Sala degli Ori con i gioielli d’oro, argento, ambra e pasta vitrea rinvenuti nelle tombe, e al suggestivo giardino neorinascimentale, unico esempio compiuto di giardino formale storico, sopravvissuto entro le mura di Ferrara.

Istituito da Filippo di Borbone nel 1760 per accogliere i reperti rinvenuti negli scavi della città romana di Veleia, il Museo Archeologico Nazionale di Parma (Palazzo della Pilotta, info 0521.233718) è visitabile dalle 13 alle 19. Espone sculture di età romana, ceramiche greche, italiche ed etrusche, urnette, specchi e bronzetti etruschi, la collezione egizia e quella proveniente da Veleia, tra cui le 12 statue in marmo della famiglia dell’imperatore Augusto, due notevoli ritratti bronzei e la celebre “tabula alimentaria” scoperta nel 1747. Le sezioni dedicate all'Archeologia del Parmense coprono un arco temporale che va dalla preistoria all’alto medioevo; grazie a un accordo con Fondazione Cariparma, dal 2009 il museo espone una delle più prestigiose collezioni di scarabei sigillo esistenti al mondo, la Collezione Magnarini, 429 esemplari, di cui 80 reali, datati dal 2100 al 525 a.C.

Aperto dalle 8.30 alle 13.30, il Museo Archeologico Nazionale di Sarsina (Via Cesio Sabino 39, info 0547.9464), celebra al meglio la romanità della città natale di Plauto. Raccoglie i materiali provenienti dagli scavi condotti nella necropoli romana di Pian di Bezzo e in area urbana, e la sua visita consente una lettura completa della storia di Sarsina, dalla sua fondazione fino al III sec. d.C.  Tra le eccellenze, si segnalano i numerosi monumenti sepolcrali fra cui spicca, per imponenza, il mausoleo di Rufo del I sec.a.C., il mosaico policromo detto “Il Trionfo di Dioniso” e gruppi scultorei raffiguranti divinità orientali, tra cui la statua del giovinetto Attis. Al primo piano si può ammirare la ricostruzione di un triclinium (sala da pranzo) con il pavimento originale a mosaico e suppellettili di bronzo, vetro e ceramica.

La Villa Romana di Russi (Via Fiumazzo, info 0521.233718), aperta dalle 9 alle 16.30, è la tipica struttura urbano-rustica romana suddivisa tra area padronale, con ampie stanze e pavimenti a mosaico, e parte produttiva, con cucina e magazzini, cui si aggiunge un impianto termale. Nata per rifornire di vino, grano e frutta la flotta militare stanziata da Augusto a Ravenna, fu probabilmente la vendita di queste eccedenze ad arricchire a tal punto il proprietario da indurlo a ristrutturarla completamente, ampliandola tra il I e il II sec. d.C. secondo un progetto architettonico unitario e abbellendola affreschi e pavimenti musivi.

Patrimonio culturale della regione fin dal 1760 e da allora oggetto di scavi e ricerche, Veleia è uno dei centri archeologici più importanti dell’Italia settentrionale. L’Antiquarium e i resti monumentali della città romana di Veleia (Strada Provinciale 14, località Veleia Romana a Lugagnano Val d’Arda (PC), info 0523.807113) sono aperti dalle 9 alle 15. Percorrendo l’antico percorso che si dipana tra gli edifici civili e l’impianto termale, si arriva ai resti suggestivi del foro pavimentato in lastre di arenaria ai tempi di Augusto e circondato su tre lati da un portico su cui si aprivano botteghe e ambienti a destinazione pubblica. Verso sud, il complesso era chiuso dalla basilica a navata unica dove si levavano le 12 grandi statue in marmo di Luni raffiguranti i membri della famiglia giulio-claudia, trasferite già nel Settecento nel Ducale Museo di Antichità, oggi Museo Archeologico Nazionale di Parma.



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