giovedì 9 gennaio 2014

LEGA NORD propone l’insegnamento del dialetto a scuola.



Il dialetto dovrebbe essere materia di insegnamento”.  A sostenerlo sono i consiglieri leghisti Stefano Cavalli, Mauro Manfredini, Manes Bernardini e Roberto Corradi, che hanno presentato una risoluzione sul tema.
“ Bisogna ripartire dagli istituti dei beni culturali, dai teatri dialettali, dalle tante associazioni territoriali che si occupano di studio e promozione dei dialetti, e dalla riscoperta della storia locale. Il dialetto deve entrare nelle scuole, perché senza radici non c’è futuro, ” precisano i consiglieri. “La legge la Regione che disciplinava questa tematica, che convintamente abbiamo contribuito ad abrogare, era uno specchietto per le allodole vuoto di contenuti e, a quanto pare, mai finanziato. Fino ad oggi il coinvolgimento delle tante associazioni dialettali è stato pressoché nullo. Non abbiamo visto progetti, iniziative, la promozione delle nostre lingue, soprattutto tra i giovani. La legge  è stata sterile e improduttiva. La Regione ha mancato una grande occasione che noi, invece, non vogliamo perdere. Bellosi e Galletti, ” continuano, “i due studiosi romagnoli di lingue locali che ora lamentano un vuoto normativo, colgano questa come un’occasione per correggere le evidenti storture di una legge che non ha retto alla prova dei fatti. Siamo pronti a dialogare con loro, con la giunta, con l’intero consiglio, con le associazioni e tutti i docenti interessati per riscriverne il testo e renderlo efficace. La condizione imprescindibile è che nel percorso la scuola abbia un ruolo da protagonista,” hanno concluso.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Il dialetto sta sparendo e me ne dispiace, faceva parte dell'identità bolognese, attraverso esso ci sentivamo componenti di un'unica tribù, eravamo NOI. Ma non vi è nulla da fare, i giovani non lo conoscono e non ne sentono il bisogno, in casa, in famiglia la gente parla italiano, fa parte del continuo mutare delle cose e non vi è legge, regolamento o altro che può arrestare questo mutare, sarebbe come in un mondo dominato dalle e-mail continuare ostinatamente ad usare le telescriventi.

Anonimo ha detto...

Sì certo, il dialetto yuan dei cinesi oppure,ancora meglio, il dialetto yiddish dei banchieri centrali.

Anonimo ha detto...

mi unisco al rammarico per la perdita del dialetto ma non posso fare a meno di pensare che sarebbe meglio fare nelle scuole corsi di educazione politica per preparare cittadini elettori consapevoli in grado di riconoscere gli amministratori seri dai soliti politicantucci che imperversano ovunque.