“La
raccolta dei marroni nell'Appennino bolognese è andata molto bene.
Una delle migliori degli ultimi 15 anni,” riferisce il presidente
del Consorzio Castanicoltori Renzo Panzacchi ( nella foto) a sottolineare che la
'nottata' per la produzione castanicola si presume poassata. “Non è
ancora finito il raccolto ma si può già registrare un ottimo
successo sia per la quantità sia per la buona calibratura del
prodotto”. Il presidente sottolinea poi come fra i fattori
protagonisti del successo vi sia l'esito positivo della lotta
biologica contro la vespa cinese che ha raggiunto gli obiettivi
prefissi. L'Emilia Romagna in assoluto è la regione che ha avuto i
migliori risultati. “ Finito il dramma della vespa siamo tornati ai
vecchi problemi, il più impattante dei quali è il 'bacato' del
marroni cui i produttori sono storicamente rassegnati per un danno
del 35-50% abituale”, continua Panzacchi. “Portatrici del
flagello sono le cidie le quali escono dai ricci bacati dopo il
raccolto, svernano nel terreno, riemergono in forma di farfalla a
fine giugno per deporre le uova che danneggiano i nuovi ricci. Il
metodo per contenerle è risultato la confusione sessuale che
disorienta il maschio cosicchè il maschio non si accappia con la
femmina, la quale produce quindi uova non fertili. Il ferormone,
rimane attivo per circa 3 mesi. La novità è arrivata da un progetto
di ricerca portato avanti dall'Università del Molise. Il risultato è
finalmente una realtà e le prime sperimentazioni indicano come sia
molto efficace. Ecodian-CT, questo il nome del confusore, è in via
di sperimentazione anche a Loiano e i primi dati già ufficializzati
sono più che soddisfacenti: dal 45 di quest'anno di bacato dei
castagneti non trattati siamo scesi al 18 %.
Il
discorso sulla salute del castagneto sull'Appennino è continuoto con
alcune nostre domande:
Da sin. Andrea Degli Esposti di Coldiretti, Renzo Panzacchi , Assessore Simona Caselli, Barbara Panzacchi sindaco Monghidoro e Lazzari della CIA |
Croce
e delizia dell'agricoltura di montagna è la presenza di animali
selvatici di grossa pezzatura, come va per la castanicoltura ?
“La
migliore risposta ce l'ha data domenica scorsa l'assessore regionale
all'agricoltura e caccia, Simona Caselli, al convegno dedicato al
futuro dell'agricoltura in montagna, tenutosi a Monghidoro. Ha
annunciato che il prossimo 5 novembre diviene operativo il nuovo
piano faunistico regionale che prevede 'l'eradicazione del cinghiale'
in tutta la fascia collinare e montana, confinandolo al solo crinale
montano”.
Sarà
poi vero ?
“Vogliamo
crederci poiché l'assessore con la sua abitale chiarezza ha sempre
dimostrato in numerose circostanza di 'parlare ' a ragione veduta e
di far seguire alle parole i fatti”.
I
produttori dell'Appennino bolognese possono quindi guardare al futuro
con fiducia ?
“Si
può certamente dire che siamo usciti da un tunnel lungo 15 anni. Gli
anni peggiori sono alle spalle. Novità interessante e di grande
rilievo è compresa nel nuovo regolamento di polizia forestale. Ha
semplificato gli interventi per la cura e il ripristino dei
castagneti. Il ringiovanimento delle piante con la capitozzatura è
possibile senza formalità e permessi. E' considerata ordinaria
manutenzione. Questo grazie alla sensibilità e quindi al supporto
dell'assessore Caselli e al lavoro di sensibilizzazione portato
avanti del direttivo del consorzio”.
“Ultima
nota che l'occasione mi permette e che voglio sottolineare con
forza, è l'auspicio che il ritorno alla buona produzione dei
castagneti dell'Appennino possa limitare l'immissione sul mercato
locale di prodotti non nazionali la cui qualità non è minimamente
confrontabile con quella del marrone biondo dell'Appennino
bolognese”.
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