“E’ essenziale avere il nuovo stabilimento. Dobbiamo andare avanti partendo dalla linea dell’accordo 2008 e non metterci di traverso con impostazioni contrattuali pesanti come per esempio quella ‘se non ci dai questo noi non ti daremo quello’. Dobbiamo spingere perché Kemet assuma nuovi tecnici che migliorino i prodotti che già stiamo realizzando poiché ci sono larghi margini di miglioramento”.
E’ il nocciolo dell’intervento di Devis Coriambi dell’Rsu Kemet di Sasso Marconi (nella prima foto)intervenuto al consiglio comunale straordinario indetto per affrontare la difficile situazione dell’azienda dopo la denuncia della direzione di 212 esuberi su una pianta organica di 695 lavoratori.
Ha stupito l’impostazione, condivisa evidentemente dalla base operaia presente in un numero elevato di componenti, al di fuori degli schemi consueti cui siamo soliti assistere in caso di vertenza sui posti di lavoro.
In poche parole : ‘ Il lavoro va difeso con la ricerca di una produzione migliore e l’interesse è sia dell’impresa sia dei lavoratori’.
La Kemet, ex Arcotronics, produce a Sasso Marconi, a Monghidoro e a Vergato condensatori e macchine automatiche per questa produzione. Proprio quest’ultimo settore ha riscosso notevole apprezzamento per la qualità di esecuzione.
In base ad un accordo del 2008 Kemet avrebbe dovuto realizzare un nuovo stabilimento a Borgonuovo su cui organizzare le lavorazioni di Vergato e Sasso Marconi, garantire il lavoro a 695 operatori (numero già notevolmente ridimensionato rispetto agli oltre 1000 del quel periodo)e il Comune di Sasso Marconi avrebbe concesso, come poi ha fatto, nel disegno del nuovo piano regolatore, la trasformazione in residenziale del grande lotto di Sasso Marconi dove attualmente ha sede il complesso aziendale della Kemet. In definitiva per agevolare l’intervento strutturale migliorativo dell’azienda e consentire di razionalizzare al meglio la produzione, il Comune permetteva una ‘speculazione’ di apprezzabile interesse economico.
Di fronte alla sostanziale inadempienza della Kemet evidenziata nel luglio scorso con un’ulteriore denuncia di esuberi, a tutti è parso ‘ovvio’ che anche la concessione di trasformazione del lotto in edificatorio fosse superata. O quantomeno, che quella concessione dovesse essere utilizzata come ‘grimaldello’ per smuovere l’inaccettabile richiesta dell’azienda.
Invece no. Non è stato questo il punto cruciale. Si vuole innanzitutto che Kemet realizzi il nuovo stabilimento per ancorare alla Valle del Reno il polo produttivo della multinazionale e che siano rispettati gli impegni relativi alla pianta organica. Sia il segretario della Fiom Bruno Papignani sia il segretario della Fim Marino Mazzini hanno ribadito questa impostazione.
Al Consiglio comunale di ieri sera, introdotto e guidato dal sindaco di Sasso Marconi Stefano Mazzetti, erano inoltre presenti i sindaci di Monghidoro e di Vergato Alessandro Ferretti e Sandra Focci i cui interventi sono stati sottolineati da applausi. “Ci sentiamo presi in giro “, ha precisato il sindaco Ferretti. “L’azienda potrebbe avviare la produzione di particolari nuovi e non lo fa”, e ha esortato a ‘tenere botta’ poiché si gioca con l’insicurezza del momento per convincere i lavoratori ad abbandonare.
Il sindaco Focci, dopo aver ricordato che Vergato ha già pagato un grosso tributo con il primo ridimensionamento della forza lavoro Kemet e il trasferimento a Sasso Marconi delle lavorazioni effettuate nello stabilimento del suo paese, ha detto: “Prima di accettare altri sacrifici dobbiamo accertarci che gli accordi siano seri e che abbiano le garanzie necessarie ad assicurarne il rispetto”.
L’assessore regionale alle attività produttive Gian Carlo Muzzarelli ha ricordato che il 12 settembre ci sarà un altro incontro in Regione sulla vicenda Kemet: “Servirà a mettere i primi paletti entro cui avviare la trattativa”, ha precisato. “ La licenza di costruire il nuovo stabilimento deve essere ritirata a breve e deve essere assicurata l’occupazione promessa. I responsabili dell’azienda hanno parlato di 30 nuovi particolare da realizzare”.
Nel Consiglio comunale di Sasso Marconi si è creato un clima di collaborazione fra i diversi gruppi politici: ‘I posti di lavoro non hanno finalmente un colore politico’, si è sottolineato. Il nuovo clima si è concretizzato con l’impegno espresso dal capogruppo del PDL- Lega, Fabrizio Trasforini, di proseguire ad affiancare la Giunta nella sua attività di sostegno alla Kemet e, dall’altra parte nella firma dei componenti del gruppo di maggioranza e dello stesso Sindaco Mazzetti sulla petizione indetta dal Pdl, che chiede un sostegno per i lavoratori dell’azienda.
3 commenti:
Il grosso della Kemet non starà in Italia comunque, sta prendendo per i fondelli la gente, come tutte le aziende andrà a produrre dove più gli conviene, pertanto è inutile fargli concessioni come la trasformazione in residenziale del lotto di Sasso Marconi .
Il Sindaco deve portare avanti una politica industriale avvenieristica su tutto il comune.... L'Italia è un piccolo Comune Mondiale....
La Kemet ha fatto promesse in cambio di cassa integrazione e agevolazioni varie (cioè denaro pagato da noi CONTRIBUENTI ITALIANI). Mi sembra di capire che queste promesse non sono state rispettate e i NOSTRI SOLDI sono stati investiti in Macedonia e Messico.....ma......mi chiedo....Lo Stato, La Regione, I Comuni e i Sindacati perchè dal 2008 ad oggi non hanno controllato che i patti fossero rispettati ? DOVE ERANO !?!?...Siete molto bravi quando c'è da fare la campagna elettorale con promesse e proclami e a festeggiare la vittoria ma dopo (come in questo caso) non reggete il confronto con professionisti che possono fare quello che gli pare tanto nessuno è in grado di controllare e capire!....Complimenti!!!! l'Arcotronics di Monghidoro non deve chiudere !!!!...ADES BASTA!!!!!
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