martedì 28 luglio 2020

Una via o una piazza per gli 'eroi' del Covid

Il consigliere comunale di Sasso Marconi, Mauro Muratori ( Lega), chiederà al Consiglio comunale di ' intitolare una Via, una Piazza o un luogo pubblico ai medici, infermieri, operatori socio-sanitari, farmacisti, professionisti sanitari e volontari che si sono impegnati con abnegazione, durante la pandemia in corso. La loro dedizione e fedeltà all'impegno sociale a loro affidato è stato totale e determinante e in alcuni casi ha portato all'estremo sacrificio della vita.

Muratori ha già fatto considerazioni pratiche e, avendo rilevato che a Sasso Marconi vie e piazze hanno già tutte una intitolazione, propone venga dedicato a queste persone la rotanda di via Porrettana a Tripoli, ora in via di realizzazione.


Nell' Ordine del Giorno di Muratori si legge:

Premesso che - prendersi cura della salute dei cittadini è un valore fondamentale, tutelato dall'art. 32 della Costituzione - é indubbio che la drammatica pandemia da Covid-19 indurrà cambiamenti epocali sotto il profilo comportamentale, socio-economico e sanitario - il COVID-19 ha evidenziato due concetti:
 1) la Sanità è un settore strategico da finanziare e non da tagliare indiscriminatamente, come è stato fatto negli ultimi decenni;
2) la Sanità italiana, povera finanziariamente, è ricchissima nel “capitale umano”, rappresentato dalle donne e dagli uomini che esercitano la nobile professione di cura e assistenza alla persona malata, anziana e/o disabile; 
- il vero valore aggiunto in Sanità è il capitale umano, le donne e gli uomini in divisa bianca/ verde/azzurra che costituiscono il motore stesso della sanità italiana, non solo per lo spirito di sacrificio dimostrato in questi mesi, ma anche e soprattutto, per il grande patrimonio di umanità e conoscenza messo a disposizione dei cittadini; 
- durante questa pandemia, i sanitari ed i volontari hanno messo in campo la loro professionalità, la loro salute, sacrificando spesso la propria incolumità per tutelare la salute della collettività, dimostrando a tutti l’importanza dei valori umani;
- l'emergenza Covid estesa a tutta Italia ha determinato decine di migliaia di morti sia fra i cittadini che fra gli Operatori Sanitari; 
- sono più di 28.000 i contagiati sul lavoro dal Sars Cov 2, denunciati all’Inail, tra la fine di febbraio e lo scorso 21 aprile. Il 45,7% riguarda la categoria dei “tecnici della salute”, che comprende infermieri e fisioterapisti, seguita da quella degli operatori socio-sanitari (18,9%), dei medici (14,2%), degli operatori socio-assistenziali (6,2%) e dal personale non qualificato nei servizi sanitari e di istruzione (4,6%) (Primo report, denunciato dal presidente dell’Inail, Franco Bettoni, 30/04/2020); 
- la letteratura internazionale invitava a porre in sicurezza, in primis, il Personale Sanitario in quanto risorsa preziosa ( articolo The Lancet,13 febbraio 2020 "...è imperativo proteggere il personale sanitario non solo per salvaguardare la continuità delle cure, ma per assicurarsi che i professionisti non diventino veicolo d’infezione"); 
analizzando gli ultimi 3 mesi, si evince che, nonostante la carenza di dispositivi di protezione individuali, di direttive chiare da parte dei “decision maker”, ha fatto da contraltare la tenacia, l’abnegazione, il senso del dovere e la professionalità di tutto il personale che si è prodigato nelle strutture sanitarie territoriali, anche a scapito della propria incolumità e della sicurezza delle proprie famiglie; 
- i Sanitari che oggi vivono il carico emotivo dell'assistenza ai malati, si troveranno in un futuro a dover affrontare un disagio psichico non indifferente e la mielosa e ipocrita retorica degli eroi usata per definire il lavoro dei sanitari è rischiosa, perché scarica sui singoli sanitari la responsabilità della pandemia, deresponsabilizzando la collettività. Considerato che 
- anche l’informazione sanitaria profusa dai media e dai social è caduta nel tranello di arrivare a facili ed effimere conclusioni, non sapendo distinguere tra ipotesi, opinioni e fatti, quando la scienza medica è fatta di sperimentazioni, formula tesi, le verifica con rigore, può sbagliare, ma si corregge e poi, forse, arriva a risultati, che sono sempre parziali e mai verità apodittiche; 
- per descrivere la pandemia da Covid19 è stata utilizzata una terminologia di guerra, dove medici e sanitari sono stati paragonati alternativamente a eroi o guerrieri che combattevano contro un nemico comune rappresentato dal virus, in un crescendo di linguaggio bellico delirante assolutamente inutile; 
- i Sanitari sono stati descritti con dolorosa ipocrisia come “eroi” quando hanno eseguito ed eseguono esclusivamente il proprio lavoro, come sempre, con l’impegno e la consapevolezza di perseguire quello per cui sono stati formati, ossia: " Curare, possibilmente guarire e alleviare le sofferenze dei malati", senza la necessità o il dovere di combattere alcuna guerra;
 - dalla glorificazione mediatica all’accusa di codardia il passo è brevissimo e se diventi un “eroe” non hai più il diritto di lamentarti se ti mancano i dispositivi di protezione individuale. 

Appurato che abbiamo un obbligo morale, dinanzi alle migliaia cittadini infettati e morti, dinanzi alla generosità dimostrata da tutto il nostro comparto sanitario, dinanzi ai loro sacrifici, sapendo che nessun sanitario sta combattendo una guerra, ma sta applicando un metodo scientifico per debellare questa pandemia e che, per curare una malattia non si utilizzano cannoni o fucili, ma farmaci e vaccini ed è indispensabile possedere doti di " Tenacia, coraggio, umiltà, solidarietà, perizia, prudenza e diligenza", concetti antichi di secoli, riassunti nel Giuramento d’Ippocrate e confermati dal codice deontologico. 

Ribadito il nostro ringraziamento a tutti i professionisti del Servizio Sanitario, locale e nazionale, che hanno operato in frangenti di estrema difficoltà, spesso in carenza dichiarata di dispositivi idonei a proteggerli e spesso lasciati soli da una politica fatta, non tanto e non solo, di indecisioni di oggi, ma di scelte pessime di ieri. 

Auspicato che superata questa drammatica pagina legata alla pandemia, si colga l'occasione per ripensare modelli organizzativi non più attuali, partendo dalla necessità di un ripensamento globale che riformi il Servizio Sanitario.


Invita il Sindaco e la Giunta ad intitolare una Via, una Piazza od un luogo pubblico in grado di fissare per sempre il ricordo dei tanti Medici, Infermieri, Operatori Socio-Sanitari, Farmacisti, tutte le professioni tecnico-sanitarie e Volontari che si sono impegnati quotidianamente, durante questa pandemia, al fine di onorarne il sacrificio e come segno di imperitura gratitudine e riconoscenza della città di Sasso Marconi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Una via per i 500.000 italiani che hanno perso il posto di lavoro non la chiedi?