mercoledì 15 luglio 2020

Sanità: far ripartire i servizi in tutta la provincia

di Luca Molinari

Il consigliere chiede un intervento della Regione perché ci sia un piano organico e non solo il programma estivo
La sanità bolognese ha bisogno di un assetto definitivo e non di incertezze. Per questo la Regione deve intervenire sulla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria provinciale perché venga approvato un piano strutturale per i servizi e non solo quello per il periodo estivo.

A chiederlo, in un’interrogazione, è il consigliere Marco Lisei (Fdi), per il quale “lo scorso 8 luglio tramite comunicato stampa la Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria Metropolitana (Ctssm) di Bologna ha annunciato l’approvazione dell’assetto postCovid relativo all’offerta sanitaria di area metropolitana: la stessa Conferenza ha comunicato che l’assetto organizzativo approvato riguarda solo il periodo estivo, fino a fine settembre, e che il piano di medio e lungo periodo delle reti ospedaliere sarà invece presentato a settembre, adducendo a motivazione la necessità di <<permettere una migliore interlocuzione con le parti sociali e i professionisti anche in considerazione del lavoro di interlocuzione con la Regione Emilia Romagna sui parametri di sicurezza e di de-affollo>> e dichiarando che <<sarà l’occasione anche per riprendere la progettualità per l’assetto dei servizi territoriali e la loro integrazione con le reti ospedaliere>>”.

Lisei sottolinea come “il lockdown dovuto all’emergenza coronavirus ha comportato la sospensione di migliaia di esami, visite specialistiche, interventi chirurgici e prestazioni sanitarie, che devono essere riprogrammate e recuperate, e un inevitabile aumento esponenziale dei numeri delle liste di attesa, dato che molti reparti ospedalieri sono tuttora quasi paralizzati con posti letto e sale operatorie inutilizzate e che molte attività, visite, esami e interventi chirurgici vengono svolti presso strutture private, riducendo peraltro in alcuni casi la possibilità di esercitare la libera professione”. Poi ancora: “sono passati più di due mesi da quando il Commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus in Emilia-Romagna, Sergio Venturi, annunciava la cessazione del suo incarico ritenendo ormai conclusa, in accordo con il Presidente della Regione Stefano Bonaccini, la fase emergenziale con la conseguente prospettiva di un allora prossimo ritorno alla normalità e si ritiene pertanto inammissibile e ingiustificato il fatto che ancora oggi non sia stato definito l’assetto riorganizzativo delle reti ospedaliere e che addirittura si sia ritenuto di posticipare tale progettualità a settembre”.

Da qui l’atto ispettivo per sapere dall’amministrazione regionale “se non ritenga inaccettabile che la Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria Metropolitana di Bologna, a distanza di più due mesi dalla dichiarazione di cessata  emergenza sanitaria rilasciata dalla stessa Regione Emilia-Romagna, non sia stata ancora in grado di presentare un progetto definito di riassetto e riorganizzazione dei servizi sanitari territoriali e delle reti ospedaliere; in caso affermativo, se non ritenga doveroso, per quanto di propria competenza, intervenire urgentemente presso la Ctssm per far sì che si provveda fin da subito a una definizione del nuovo assetto postCovid dell’offerta sanitaria dell’area metropolitana e si garantisca una ripartenza a pieno regime di tutto il sistema sanitario, anche al fine di dare ai cittadini una risposta concreta alle loro più che comprensibili preoccupazioni”.

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