Segnalato
La terra riconquista appeal. Dopo 5 anni di cali ininterrotti del prezzo dei terreni agricoli, il 2017 segna la svolta con un aumento anche se ancora lieve dei listini delle zolle. Un ulteriore segnale che conferma l’interesse a investire nell’agricoltura partendo dal principale fattore di produzione. La vivacità del mercato fondiario è testimoniata anche dall’andamento positivo delle compravendite che hanno segnato un aumento del 2% e dal volume delle erogazioni creditizie (oltre 500 milioni di euro) per l’acquisto dei terreni.
Sono
i numeri che emergono dall’analisi del Crea sul mercato fondiario
2017. Il valore medio dei terreni agricoli si attesta su poco più
di 20mila euro a ettaro in aumento dello 0,2% sul 2016, ma con
andamenti differenziati in base alle zone. Sempre tenendo conto dei
valori medi, ai circa 9mila euro a ettaro rilevati nelle isole si
contrappongono i 43mila del Nord Est seguiti dai poco più di 26mila
euro nel Nord Ovest, ma è proprio in quest’ultima zona che il
Crea rileva il record di 99mila euro a ettaro nella collina
litoranea. I listini al Sud sono più contenuti anche se è nel
Mezzogiorno e nelle Isole che nel 2017 il Crea segnala gli
incrementi maggiori, mentre l’unico dato negativo è nel Nord
Ovest.
E’
positivo anche il trend dei terreni in affitto che con 5,7 milioni
di ettari rappresentano quasi la metà della superficie agricola
utilizzata totale. Rispetto al 2010 le terre in affitto sono
aumentate del 18%, mentre i canoni, salvo che per alcuni aumenti
segnalati per i terreni con colture di pregio e vigneti, si
mantengono sostanzialmente stabili.
E
sono soprattutto i giovani a ricorrere a questo strumento in
particolare al Sud dove spuntano nuove aziende agricole grazie anche
al sostegno offerto dalla misura del primo insediamento contenuta
nei Piani di sviluppo rurale che, anche se frenata dalle lentezze
burocratiche delle regioni, è fortemente gettonata dalle giovani
leve dell’agricoltura.
Nel
primo semestre 2018 è cresciuto del 5% il numero di aziende
agricole condotte da under 35 e l’Italia con 55mila imprese è al
top in Europa per la presenza di giovani in agricoltura. E si
tratta- sottolinea Coldiretti - di aziende che realizzano i migliori
risultati in termini di reddito, multifunzionalità e creazione di
posti di lavoro.
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