Riceviamo:
Centro
Agricoltura e Ambiente, Cnr, Università di Bologna, Emil Banca,
Agrites, Futura e aziende agricole assieme per coniugare attività
produttiva e salvaguardia dell'ambiente.
Salvare le vecchie varietà di viti dei Colli bolognesi trovando un nuovo modello di coltivazione, più sostenibile e con un minor impatto sui terreni, per migliorare i dati del comparto e la biodiversità del nostro ecosistema.
Si è tenuta oggi, nella sede bolognese di Emil Banca la prima giornata di lavoro del gruppo
ViteAmbiente,
progetto finanziato dalla Regione Emilia Romagna all'interno del
programma sviluppo rurale 2014-2020, reso possibile anche grazie al
contributo della Bcc presente in tutta l’Emilia.
La nuova Ats (Associazione Temporanea di Scopo ) vede collaborare il Centro Agricoltura e Ambiente di Crevalcore (capo progetto) con Enti Pubblici ( Cnr e Università di Bologna) e soggetti privati come Emil Banca, Agrites, Futura e aziende agricole locali ( La Badessa, Molinari Tiziano, AgriVannozzi, Picozzi Marisa, Tomisa e Bonazza ).
Il macro obiettivo del progetto - di durata biennale - sarà la mappatura, lo studio e la valorizzazione
delle
vecchie cultivar vitivinicole presenti nei Colli Bolognesi e la
valutazione della loro impronta genetica
per trovare un equilibrio ottimale fra attività produttiva e
salvaguardia dell'ambiente.
Il gruppo si concentrerà quindi sullo sviluppo di una tecnica efficace, innovativa e trasferibile, di
contenimento
delle avversità della vite in previsione della riduzione del rame
attualmente utilizzato, al
fine di ridurre la presenza del metallo pesante nel suolo, con un
miglioramento della biodiversità e
della funzionalità del terreno.
Già oggi, rispetto ad altre colture, i vigneti sono più sostenibili ecologicamente e meno impattanti
sull'ambiente,
soprattutto in aree fortemente naturalizzate come sono le aree
protette della nostra regione. Il ripristino diffuso di vecchie
cultivar di vite all’interno dei vigneti favorirebbe un incremento
della biodiversità, con ricadute positive sul comparto.
La corretta attribuzione della pianta alla propria cultivar di appartenenza è il punto di partenza per
ogni
studio che riguardi l'impatto della diversità genetica di una
coltura agraria su aspetti biologici,
produttivi
ed economici, ambientali e di sostenibilità.
Per questo, uno dei punti chiave del progetto sarà quello di verificare l'identità delle piante selezionate (anche attraverso l’analisi del Dna ed utilizzando altri sofisticati marcatori molecolari) per lo studio della loro appartenenza alle cultivar nominale, partendo dalle antiche varietà inserite nel Repertorio regionale delle risorse genetiche agrarie come l’Alionza, il Besgano Nero e l’Angela.
Per questo, uno dei punti chiave del progetto sarà quello di verificare l'identità delle piante selezionate (anche attraverso l’analisi del Dna ed utilizzando altri sofisticati marcatori molecolari) per lo studio della loro appartenenza alle cultivar nominale, partendo dalle antiche varietà inserite nel Repertorio regionale delle risorse genetiche agrarie come l’Alionza, il Besgano Nero e l’Angela.
Durante il primo appuntamento di lavoro del gruppo, che si è tenuto ieri dalle 10 alle 18 nella sede bolognese di Emil Banca, si è discusso prevalentemente della situazione del settore vitivinicolo e nel pomeriggio è stata erogata una prima formazione sulla gestione fitosanitaria di vecchie cultivar di vite all'interno dei vigneti.
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