Il Consiglio regionale ha approvato alla 'unanimità’ la legge contri il gioco d'azzardo: il
fine è quello di contrastare le troppo spesso tragiche conseguenze e il danno
sociale legati alla dipendenza dal Gioco d'azzardo (Gap). Un fenomeno si identifica
con un ‘giro d’affari’ annuale pari a 6,4 miliardi in Emilia-Romagna, per un
importo medio di 1.840 euro pro-capite.
Primo firmatario della legge, il
consigliere del PD Beppe Pagani. Il testo è stato presentato dai capigruppo di
maggioranza (Monari Pd, Barbati Idv, Sconciaforni Fds e Naldi Sel-Verdi).
Il testo definitivo assegna ai Comuni la possibilità di dettare indicazioni sulla localizzazione
delle sale da gioco, ad esempio lontano dalle scuole, definisce gli strumenti
per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza in
collaborazione con scuole, Enti locali, Ausl, Terzo settore e associazioni e lei
misure sanitarie di cura e riabilitazione. .
Infine prevede che la Regione rilasci un marchio (Slot
freE-R) ai gestori di esercizi commerciali, circoli privati e di altri luoghi
d'intrattenimento che scelgano di non installare apparecchiature per il gioco
d'azzardo. La legge istituisce anche un
Osservatorio regionale, definisce le sanzioni per i trasgressori e impone a i
gestori di frequentare corsi per aggiornarsi sui rischi del gioco.
Il Consigliere regionale Giovanni FAVIA ha divulgato un suo comunicato sul gioco d’azzardo dal titolo “PASSO AVANTI MA NON RISOLUTIVO. REGIONE ARRIVA TARDI”, in cui si legge:
Se la Regione avesse colto al volo il progetto di legge che presentai come primo firmatario oltre un anno fa sulle localizzazioni e avesse evitato di guardare alle bandierine anticipando i tempi, forse si sarebbe potuto fare qualcosa di più consistente. Oggi abbiamo in mano delle frecce spuntate e con questa legge facciamo un piccolo passo avanti ma non risolveremo di certo il problema. Noi dobbiamo essere per il gioco misurato, consapevole e regolare e questo sarà possibile solo quando riusciremo a mettere in campo un sistema di tracciabilità che verifichi quanto la persona stia giocando e sia anche in grado di fermarla. E se non riusciremo a mettere un argine alla spesa del singolo, ci renderemo responsabili di tragedie personali che con l’acuirsi della crisi diventeranno sempre più drammatiche.
Michele
Dell’Orco Deputato del Movimento 5 Stelle aggiunge:
Il gioco d’azzardo è un grave e conclamato problema sociale eppure, da
parte del Governo, non c’è nessuna iniziativa a riguardo mentre viene conferita
la delega sui Monopoli, e quindi sui
giochi, proprio ad Alberto Giorgetti, l’uomo che secondo le associazioni dei
consumatori sarebbe molto vicino ai concessionari e sotto il cui governo, già
in passato, si vide proliferare il settore. I primi di aprile il Movimento 5
stelle aveva già tentato di sollecitare il governo Letta con un'interrogazione presentata dalla
deputata Maria Edera Spadoni ma che purtroppo non ha ottenuto ancora risposta. Le famiglie soffrono per la crisi economica eppure la
spesa per il gioco d’azzardo cresce colpendo soprattutto le fasce più deboli e
meno istruite. Secondo le stime del 2012 dei Monopoli di Stato, la spesa annua
pro capite sul gioco d'azzardo è di 1703 euro mentre i costi sanitari e sociali
complessivi causati in Italia da ludopatie sono stimabili tra i 5,5 e i 6,6
miliardi di euro. Cosa si aspetta ad intervenire? Senza parlare poi
dell’evasione fiscale che ruota attorno al settore che, negli anni
passati, la Guardia di finanza ha
calcolato in oltre 98 miliardi accertati. In questi giorni poi l’inchiesta
“Rischiatutto” della procura Antimafia di Napoli, con i suoi 57 arresti, 165
indagati e 450 milioni di euro sequestrati alle cellule modenesi del clan dei
Casalesi, riporta all'attenzione pubblica un tema un ben noto al nostro
governo, quello dell’infiltrazione della criminalità organizzata nel settore
dei giochi.
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