Acceso
scambio di punti di vista fra il Comitato per l'Alternativa al
Passante Nord, che definisce la proposta di 'Anello viario di Bologna
con una galleria a sud della città un 'RIPIEGO', e chi sostiene
quale panacea dei mali 'viari' di Bologna il Passante SUD. Di questa
ultima soluzione beneficerebbe anche l'Appennino. Santoni e altri
4 sindaci dell'Appennino sostengono il Passante Sud e hanno scritto
al Ministero per sollecitarne la realizzazione ( che riportiamo in coda).
L'argomento è molto importante per Bologna e per le vallate dell'Appennino boloignese, quindi l'articolo è molto lungo, ma dati i contenuti merita la pazienza di leggerlo per intero.
Il
Comitato per l'Alternativa al Passante Nord mediante un allargamento
della tangenziale , ma contrario a quello sud, sostiene:
Alla
casa della Cultura a Casalecchio, è tornata in scena la
banalizzazione della Tangenziale di Bologna come la magica soluzione
di tutti i mali del Nodo di Bologna, seguendo le conclusioni di un
Convegno sulla mobilità metropolitana del 19 gennaio 2018 in cui tre
docenti (o ex docenti) della Scuola di Ingegneria dell'Università di
Bologna l'hanno indicata come il miglior intervento possibile
bocciando,
senza
mezzi termini, l'allargamento in sede.
Peccato
che questa banalizzazione, dalla sua comparsa nel 2003 ai giorni
nostri sia stata la soluzione più criticata e bocciata da varie
"parti" di alto livello come il Convegno tenutosi nell'Aula
Magna di Ingegneria
del
dic. 2015 con docenti ed ex docenti dell'Università, e in varie
occasioni dalla Società Autostrade per l'Italia, definita dai
relatori del convegno "la migliore del mondo" che "ha
insegnato a tutti come si costruiscono le reti autostradali".
Attendevamo
nell'incontro del 19 ultimo scorso a Casalecchio di sentire gli
argomenti che avevano resuscitato il "cadavere" della
banalizzazione e bocciato l'allargamento in sede, impropriamente
chiamato Passante di Mezzo.
Siamo
rimasti molto sconcertati dalla ricostruzione "lacunosa"
dei diversi progetti sulla Tangenziale da metà anni 80 ai giorni
nostri e delle relative
responsabilità
politiche. Non abbiamo avuto il conforto di dati che giustificassero
la disinvoltura con cui venivano minimizzati i limiti e le difficoltà
della banalizzazione né sono state presentate ragioni convincenti
per la drastica bocciatura dell'allargamento in sede.
Per
quanto riguarda la ricostruzione storica è stato detto che la
decisione di cancellare l'allargamento a 3+3 corsie con relative
emergenze di Tangenziale ed Autostrada, voluta da Imbeni alla fine
degli
anni
'80, è stata un grave errore politico perché ha impedito la
soluzione dei problemi del nodo stradale di Bologna e ha dato inizio
ad un calvario che si è trascinato per altri 30 anni.
Non
è però stato spiegato in modo convincente perché oggi la stessa
soluzione venga dallo stesso relatore bocciata senza appello. E'
stato solo vagamente accennato alle condizioni (quali?) che sarebbero
nel frattempo cambiate.
In
realtà ben poco è cambiato da allora, se non la netta diminuzione
di inquinanti emessi dai veicoli, mentre molti dei punti più critici
come San Donnino erano già presenti.
Tutta
la vicenda del Passante Nord, durata dal 2002 al 2015, è stata
liquidata dall'ing. Salizzoni in poche parole dicendo che si trattava
di un mediocre progetto trasportistico che poi si è perso,
dimenticando di citare che il Passante era stato fermato dal ns
Comitato con solidi argomenti e con dati che ne avevano messo in luce
non solo la inefficienza dal punto di vista trasportistico e
urbanistico, ma anche il suo devastante impatto ambientale, lo spreco
energetico e di risorse, in spregio tutti gli attuali concetti di
sostenibilità.
Facciamo
notare inoltre che il Progetto Passante Nord era stato firmato anche
dalla Giunta Guazzaloca in cui l'ing. Salizzoni era Vice Sindaco e
prevedeva, tra l'altro, una banalizzazione della Tangenziale
eliminando l'autostrada al centro dell'asse con la soppressione di
una delle cinque corsie per diminuire i flussi turbolenti di
traffico. Questo progetto non "si è perso" ma è rimasto
vivo e vegeto, con tanto di progetto esecutivo costato 20 milioni,
fino al 2015, anno della scelta del Sindaco Merola di ripudiare il
Passante Nord.
Nessuno
ha ricordato che il ns Comitato ha presentato fin dal 2004 un
progetto, alternativo al passante Nord, di "allargamento in
sede" dell'asse Tangenziale a 3+3 corsie per senso di marcia più
emergenze senza uscire dal sedime attuale, e quindi senza espropri,
trasformando la Tangenziale da problema a risorsa per la città; un
progetto ben diverso come concezione rispetto a quello presentato da
Società Autostrade nel 2016, illustrato al popolo nei vari
quartieri, ribattezzato Passante di Mezzo, e bloccato dal rinvio
"sine die" della Conferenza dei Servizi imposto
dall'attuale Ministro pochi mesi fa ad un passo dalla
fase
di cantierizzazione.
La
ns proposta di allargamento della Tangenziale e sistemazione della
viabilità del quadrante Nord è stata appoggiata in tutti questi
anni e fino al 2015 da diverse forze politiche e associazioni tra cui
ricordiamo Rifondazione, i Verdi, la Lega, i M5S, Legambiente, WWF e
Italia Nostra. Dopo la conversione nel 2015 del Sindaco Merola verso
il potenziamento in sede, molti di questi sostenitori hanno cambiato
rotta di 180" e ai giorni nostri sono contro qualsiasi
allargamento e appoggiano la banalizzazione.
Il
progetto di allargamento di Autostrade, il cosiddetto Passante di
Mezzo, approvato dal Ministero e finanziato con budget della stessa
Società, pur avendo scelto la discutibile strada degli espropri,
mantiene
una
visione d'insieme del territorio che il Comitato fin dall'inizio ha
sostenuto. Infatti comprende anche il completamento della viabilità
minore incompiuta del quadrante a nord della città che
contribuirebbe anche, e in maniera rilevante, ad alleggerire il
traffico ordinario sulla Tangenziale.
Nel
disegno della banalizzazione tutto questo non è neppure contemplato.
A
proposito di responsabilità politiche non è stato detto che II
Passante Sud, presentato fin dal 2003, venne sostenuto da una parte
della destra in contrapposizione al Passante Nord, ma dopo qualche
tempo, dimenticandone tutti i pregi tecnici sostenuti fino a quel
momento, si convertì al Passante Nord quando si capì che i
finanziamenti sarebbero
andati
in quella direzione.
Ricordiamo
in ogni caso che oggi più che mai la priorità n°l del Nodo
Bolognese è l'eliminazione della congestione sulla Tangenziale nelle
ore di punta. Secondo noi la soluzione migliore per risolvere
definitivamente questo problema in una prospettiva futura può essere
solo l'allargamento a 3+3 corsie più emergenze e non la
banalizzazione che rappresenta comunque un provvedimento forzato,
pieno di escamotages per minimizzarne le difficoltà, le incognite
sulla funzionalità le lacune sulla sicurezza e una cantierizzazione
tutt'altro che "banale" e poco invasiva.
Il
Passante SUD potrà servire a chiudere un anello attorno a Bologna e
a mettere in comunicazione due vallate, ma da solo influisce in modo
insufficiente sulla congestione della Tangenziale.
Purtroppo
ci siamo resi conto che per la soluzione del più importante Nodo
Viario italiano ancora una volta si cerchi di ricorrere ad un ripiego
e non ad un grande progetto di lunga prospettiva, in accordo con
tutti i
principi
di funzionalità e sostenibilità ambientale ormai affermatisi in
tutto il mondo.
Gianni
Galli e Severino Ghini (www.passantenord.org
LISTA
CIVICA CASALECCHIO DI RENO, che sostiene la necessità del Passante
Sud, replica:
Bologna
è il più importante nodo infrastrutturale di collegamento fra il
nord ed il centro-sud Italia.
La
crisi della mobilità del nodo bolognese continua a far pagare un
prezzo altissimo alla popolazione.
I
nodi di Casalecchio e di Rastignano negli ultimi decenni sono costati
in ore perdute oltre 300 milioni di Euro senza contare i danni da
inquinamento atmosferico, acustico ed il maggior consumo di
carburante.
Non
fare costa! E finora ha prevalso purtroppo la cultura del non fare
nella manutenzione, nell’adeguamento e nell’ammodernamento.
Il
blocco del nodo di Bologna divide l’Italia in due pezzi e sbarra il
collegamento fra il nord Europa ed il centro-sud Italia. Bologna deve
quindi garantire sempre il transito, anche veicolare, di
attraversamento dell’area. Le migliori garanzie a questo riguardo
sono offerte dalla realizzazione di un
GRANDE
RACCORDO ANULARE
Per
attuare il raccordo anulare è indispensabile realizzare il PASSANTE
SUD, che secondo l’ultimo progetto particolareggiato – illustrato
sinteticamente nel Convegno della Lista Civica di Casalecchio di Reno
del 19 ottobre u.s. – avrebbe una lunghezza complessiva di 14 km di
cui 11 in galleria, realizzabile in 2 anni senza interferenze (se non
marginali) con la viabilità esistente e con costi stimati di circa
0,9 miliardi di euro.
La
realizzazione del passante sud sarebbe inoltre un toccasana sia per
il nodo di Casalecchio che per le valli della montagna bolognese –
come ben evidenziato dall’intervento del Sindaco di S. Benedetto,
Santoni -.
Il
Convegno della Lista Civica di Casalecchio ha inteso mettere a punto
una tematica che interessa i cittadini di Casalecchio ed insieme
l’intero sistema metropolitano di Bologna.
I
relatori, su cui gli apprezzamenti del Comitato per l’alternativa
al passante nord appaiono fuori luogo e gratuitamente polemici, hanno
ragionato sulle alternative oggi effettivamente in campo, una volta
tramontato il progetto del Passante Nord, di cui è emersa con
crescente evidenza l’inadeguatezza trasportistica e l’effettivo
notevole impatto ambientale.
Di
fatto, oggi le alternative in campo sono le seguenti:
A)
la soluzione delle tre corsie autostradali per senso di marcia a cui
aggiungere le tre corsie stradali, con aumento di una corsia stradale
per senso di marcia ed un sensibile allargamento della piattaforma;
B)
la soluzione della banalizzazione/liberalizzazione dell’intera
tangenziale, mantenendo invariata l’attuale piattaforma, con
barriere ai terminali di Casalecchio, Borgo Panigale, Interporto e
Ozzano, a cui integrare nel tempo il cosiddetto Passante autostradale
Sud, in galleria naturale tra Pontecchio e San Lazzaro.
La
soluzione A), proposta da Autostrade per l’Italia, è oggi
sostenuta dal Comune di Bologna e dalla Città Metropolitana, oltre
che dalla Regione. Essa incontra difficoltà gravi per l’impatto
urbanistico e ambientale che determinerebbe, emerso con grande
evidenza anche nella fase delle osservazioni al progetto da parte
delle proprietà interessate, ed ancor più per una cantieristica di
cui è immediato riconoscere le gravi criticità estese per un lungo
periodo di tempo, ragionevolmente non sostenibili dalle centinaia di
migliaia di utenti stradali e autostradali, che ogni giorno sono
costretti ad utilizzare un’infrastruttura di assoluto rilievo
nazionale, che non presenta alternative, nemmeno a livello locale.
Essa avrebbe un impatto consistente anche per i cittadini che si
trovano a vivere in prossimità di tale infrastruttura.
La
soluzione B), al di là di ogni inutile polemica, garantisce, con il
mantenimento della attuale piattaforma, degli attuali svincoli, degli
attuali cavalcavia e dei due viadotti ferroviari, la cantieristica
più semplice e meno gravosa per gli utenti e per i cittadini, oltre
che costi e tempi relativamente contenuti.
Le
criticità realizzative segnalate, alcune anche relativamente
impegnative, sembrano tutte agevolmente superabili; mentre le
criticità trasportistiche addotte non sembrano avere ragione di
essere.
La
soluzione garantisce una fluidità di utilizzo, con notevoli garanzie
di netto incremento della capacità di trasporto e contenimento
dell’impatto sulla qualità dell’aria e sul clima acustico. Essa
inoltre, con le barriere portate a Interporto e Ozzano, appare
preziosa per rispondere al meglio alla domanda dei pendolari, che
rappresenta ben oltre la metà della domanda complessiva sull’intero
sistema della Tangenziale.
Questa
soluzione, integrata con il progetto del Passante autostradale Sud in
galleria, capace di ripartire e alleggerire sensibilmente il carico e
l’impatto della mobilità autostradale sull’intera città, offre
infine quelle garanzie di sicurezza che si dimostrano sempre più
necessarie. Nello stesso tempo questo programma potrebbe aprire nuove
prospettive di integrazione per i territori della media e alta
collina bolognese.
Si
osserva inoltre che la finalità dell'incontro non era limitata alle
considerazioni relative a tangenziale/passante. Riteniamo doveroso
ricordare le proposte volte a rendere più efficiente e meno
impattante la mobilità sia pubblica sia privata, che prevedono:
A)
interventi di tipo operativo (a bassissimo costo e ridotti tempi di
messa a regime), quali la riduzione del tempo di permanenza in
strada dei veicoli tramite riprogrammazione semaforica e la
riconversione della rete Tper urbana verso un sistema hub & spoke
a coincidenze per alleggerire i punti critici di congestione (Staz.
FS, Via Rizzoli, ecc).
B)
Opere di adeguamento su più livelli di alcune intersezioni
viarie critiche (Rotonda Biagi di Casalecchio,
intersezioni urbane con Emilia Ponente ed Emilia Levante,
ecc). Tali interventi, una volta a regime, consentirebbero un
incremento di efficienza e una riduzione di consumi ed
emissioni valutabili nell'ordine del 25% rispetto ad oggi,
oltretutto con tempi e costi definiti e certi, diversamente dalle
ipotesi generiche e indefinite inserite nel PUMS 2018.
In
campo trasportistico non esiste solo la realizzazione di adeguate
infrastrutture, ma per ridurre l’inquinamento e per favorire la
fluidificazione del traffico sono importantissime l’organizzazione
e la gestione della mobilità attraverso una corretta progettazione
multidisciplinare che renda realmente competitivo il mezzo pubblico.
Non
è questa la sede per intervenire sulle proposte del Comitato per
l’alternativa al passante nord, né per sviluppare inutili
polemiche in una fase che richiede l’impegno da parte di tutti
nella ricerca della miglior soluzione, una soluzione non più
rimandabile.
È
questo il significato dell’iniziativa presa dalla Lista Civica di
Casalecchio, per cercare di dare un contributo nell’interesse dei
cittadini rappresentati.
Casalecchio,
25.10.2018
Per
la Lista Civica Casalecchio di Reno
Romano
Stefanelli
La lettera dei Sindaci: | |||
-
Al
MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
On. Danilo TONINELLI
Al |
PRESIDENTE DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNAStefano BONACINI |
OGGETTO:
|
Interventi
di potenziamento in sede del sistema autostradale-tangenziale di
Bologna.
Richiesta
di rivalutazione del progetto complessivo in favore del tracciato
denominato “Passante Sud”.
|
Onorevole
Ministro e caro Presidente,
a
nome delle Amministrazioni che rappresentiamo Vi inviamo questa
richiesta con l’intento di portare il nostro contributo sulla
discussione tuttora aperta relativamente agli “Interventi di
potenziamento in sede del sistema autostradale-tangenziale di
Bologna”.
Riteniamo
necessario fare emergere la voce di queste comunità avanzando la
formale richiesta di rivedere il progetto di potenziamento del
passante di Bologna, prendendo in considerazione l’ipotesi di
sviluppo a favore del tracciato a Sud che alleggerirebbe anche il
traffico a Nord.
Non
sono motivi politici a spingere tale richiesta, che peraltro è
sempre stata da noi sostenuta in tutte le sedi ed in ogni occasione
in cui ce ne è stata data la possibilità, bensì la consapevolezza
che oltre ad essere una soluzione utile per lo sviluppo
infrastrutturale dell’intera valle del Savena e dell’Idice, e
dunque dei relativi Comuni che da troppo tempo sono esclusi dalla
programmazione infrastrutturale, grazie ad uno sviluppo per lo più
in galleria il tracciato a Sud consentirà:
- di limitare l’impatto paesaggistico;
- di limitare al minimo il consumo di suolo;
- di ridurre notevolmente l’inquinamento atmosferico ed acustico;
- di ridurre notevolmente la vulnerabilità sismica delle strutture;
- di non perdere definitivamente l’opportunità della ricucitura a sud della città e la conseguente possibilità di creare una bretella autostradale capace di rappresentare una valida alternativa in caso di problemi legati ad incidenti e/o necessità manutentive.
Alla
luce di quanto sopra, riteniamo quantomeno opportuno che le
Istituzioni sovraordinate si attivino per fare una analisi di
fattibilità che non si limiti esclusivamente a confrontare le spese
vive occorrenti al finanziamento delle opere, ma che metta a
confronto anche i costi sociali e quelli eventualmente derivanti
dalle infrazioni comminate dall’Unione Europea in tema di
inquinamento, con i benefici economici sociali e sanitari che tale
soluzione porterebbe alla città di Bologna ed alla Città
Metropolitana nel suo complesso, tenuto anche in debito conto che si
potrebbero riutilizzare gli enormi volumi di terra scavati per la
realizzazione delle gallerie per il riempimento di vecchi siti
estrattivi di cave di gesso dismesse che rappresentano oggi delle
criticità dal punto di vista della sicurezza, prima fra tutte l’Ex
cava del Prete Santo alla Ponticella di San Lazzaro di Savena,
intervento questo che sancirebbe la definitiva messa in sicurezza
dell’abitato.
Avevamo
da tempo preparato questa lettera, ma a seguito delle recenti
tragedie che hanno colpito prima Bologna e poi Genova abbiamo
ritenuto opportuno aspettare ad avanzare tali richieste per rispetto
delle persone coinvolte e purtroppo decedute, delle loro famiglie, ed
anche per non distogliere attenzione al lavoro svolto e tuttora in
corso da parte dei vari soggetti istituzionali con i quali ci
complimentiamo.
Concludiamo
con la più ovvia, ma crediamo motivata, richiesta: la disponibilità
da parte del Ministero e dei competenti uffici Regionali ad adottare,
con gli strumenti ordinari e straordinari di cui disponete, tutte le
azioni opportune affinché si proceda con la rivisitazione del
progetto in argomento sostituendo il potenziamento in sede in favore
del Passante autostradale a Sud di Bologna che favorirebbe oltre che
le aziende del territorio anche l’aspetto sociale e turistico.
Certi
che comprenderete le ragioni di tale richiesta, nell’attesa di un
cortese riscontro ed a disposizione in qualsiasi momento, l’occasione
ci è gradita per porgerVi i nostri più cordiali saluti e l’augurio
di buon lavoro.
I
Sindaci dei Comuni di Monzuno,
San Benedetto Val di Sambro,
Loiano, Monterenzio e
Monghidoro
Il passante sud toglierebbe masse enormi di terra dalla zona di scavo di Grizzana per sanare brutte situazioni a San Lazzaro di Savena, ma chi ha fatto questo studio un GENIO? E' la solita prassi per ESPROPRIARE i proprietari di terreni con due soldi.. per il bene dell'interesse pubblico collettivo, producendo scatafasci ecologici come frane-perenni e vene idriche interrotte o deviate al fine di produrre altre frane-perenni, io spero in un enorme NO da parte della collettività che SOLO si troverebbe ad avere un'altra autostrada a pagamento.
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