Mai
stati a rischio pizzerie e ristoranti. Dal 1^ ottobre limitazioni per
quelli di vecchia generazione nelle aree al di sotto dei 300 metri e
solo nelle case con termosifoni
Marco
segnala:
Nessuna
limitazione
o divieto d’uso dei caminetti
tradizionali, delle stufe o “caldaiette”
quando costituiscono il solo impianto
di riscaldamento dell’abitazione
o dei locali interessati. Quindi, se in casa non ci sono termosifoni
o altri tipi di impianti di riscaldamento, i
caminetti possono essere accesi e utilizzati.
Allo
stesso modo, nessun
divieto
su utilizzi che non siano esclusivamente per riscaldamento domestico.
Piena libertà di accensione e utilizzo, quindi, per
cucinare cibi o per fini commerciali
in tutto il territorio regionale, senza alcun rischio di spegnimento
per pizzerie, ristoranti, ecc.
Infine,
utilizzo
libero per gli impianti a biomassa (legna
o pellet) di
classe 2 stelle o superiore
(la classe di appartenenza è indicata nella documentazione fornita
dal costruttore e consegnata all’acquisto), nei quali rientra la
stragrande maggioranza di quelli recenti o di nuova installazione
come quelli acquistati con il contributo del Conto termico nazionale,
che incentiva interventi per l'incremento dell'efficienza energetica
e la produzione di energia da fonti rinnovabili per impianti di
piccole dimensioni.
Dal
1^ ottobre 2018, e per il periodo autunno-inverno, fino al 31 marzo
2019,
si confermano pertanto le restrizioni già in vigore nel 2017 per i
camini aperti tradizionali (senza sportello a chiusura della sede di
fiamma) e le “caldaiette” con efficienza energetica inferiore al
75%, ossia quelle meno efficienti e più inquinanti, di classe “1
stella”. Il divieto riguarda però solo le abitazioni dotate di
sistemi alternativi di riscaldamento (ad esempio i termosifoni),
nelle aree situate sotto i 300 metri di altitudine. Sono
comunque esclusi i Comuni montani per il loro intero territorio.
L’accordo con le Regioni del bacino padano
L’obiettivo
comune alle quattro Regioni è quello di ridurre
progressivamente l’utilizzo dei vecchi caminetti,
altamente inquinanti. Per questo, dal 1^ ottobre 2018 si possono
installare solo impianti di classe 3 o superiore e dal 1^ gennaio
2020 si potranno installare solo impianti di classe 4 o superiore.
Una
transizione necessaria. Il caminetto aperto di vecchia generazione è
infatti una importante fonte di inquinamento. In Emilia-Romagna oltre
il 50% delle emissioni di Pm10 è dovuto al riscaldamento domestico a
biomassa. Le emissioni di un camino aperto tradizionale sono stimate
in 2.880 tonnellate di Pm10 all’anno e quelle di una stufa a legna
di 1.228, a fronte delle 17 tonnellate all’anno degli impianti a
metano (dati 2013 Inventario emissioni di Arpae).
Le misure del Piano aria integrato regionale
In
totale, sono 94 le azioni messe in campo dalla Regione per la qualità
dell’aria con il Pair 2020, per un investimento complessivo di 300
milioni di euro: 67 milioni per l’efficienza energetica delle
attività produttive; 53 milioni per la riduzione delle emissioni in
agricoltura; 14 milioni per la mobilità sostenibile; 160 milioni
(50% cofinanziati dalle Aziende di trasporto pubblico locale) per la
sostituzione di 600 vecchi autobus.
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