Sì
al baratto amministrativo per pagare il fisco con lavori socialmente
utili finalizzati al decoro urbano. Si potrà tagliare l'erba nei
parchi, pulire le strade, prestare opere di manutenzione o recuperare
e riqualificare aree e beni immobili inutilizzati
Marco
sollecita
Sì
al baratto amministrativo per pagare il fisco con lavori socialmente
utili finalizzati al decoro urbano. Si potrà tagliare l'erba nei
parchi, pulire le strade, prestare opere di manutenzione o
recuperare e riqualificare aree e beni immobili inutilizzati. Non
potrà tuttavia essere utilizzato per iniziative di carattere
imprenditoriale, quali la realizzazione e la gestione di chioschi o
ristoranti o altre attività a pagamento, su aree verdi pubbliche di
proprietà del comune.
Questo
è l'importante principio che emerge dalla lettura della delibera
del comitato per lo sviluppo del verde pubblico del ministero
dell'ambiente del 14 maggio 2018 n. 27 circa la possibilità offerta
ai cittadini di saldare i propri debiti con il fisco mettendosi a
disposizione dell'ente locale attraverso il baratto amministrativo.
Ma andiamo con ordine.
I
funzionari del comitato ricordano che nel nostro ordinamento
l'istituto del baratto amministrativo, espressione del fenomeno del
partenariato sociale, riconducibile alla più ampia esperienza della
sussidiarietà orizzontale (articolo 118, ultimo comma,
Costituzione) è stato introdotto dall'articolo 24 del decreto legge
del 12 settembre 2014 n. 133 convertito nella legge 11 novembre 2014
, n. 164 (c.d. «Sblocca Italia»).
In
materia, si è pronunciata più volte in sede consultiva la Corte
dei conti (deliberazione Lombardia n. 172/2016/Par e n.
225/2016/Par) precisando che il precetto dell'articolo 190 del dlgs
n. 50/2016 ha ripreso in massima parte le espressioni testuali
dell'articolo 24 dello Sblocca Italia ma ha completato l'istituto
attraendolo «nella materia dei contratti pubblici di paternariato
sociale», cosicchè deve ritenersi che «l'area di intervento del
baratto concerna i servizi strumentali, le iniziative culturali e il
recupero dei beni pubblici, e che l'utilità derivante
all'amministrazione per la prestazione eseguita non preveda lucro,
bensì riduzione o esenzione dei tributi corrispondenti all'attività
svolta dal privato o dall'associazione in funzione dell'utilità che
ne deriva alla pubblica amministrazione locale».
L'esenzione
può essere concessa solo per un periodo di tempo limitato, a
seconda del tipo di tributo da pagare e dell'attività di lavoro
socialmente utile.
Fattispecie
incluse ed escluse dal baratto. I componenti del comitato del verde
pubblico, nell'esaminare l'istituto del baratto amministrativo.
affermano che lo stesso non può essere attivato dall'ente locale in
diretta applicazione dell'articolo 190 del dlgs n. 50/2016. Occorre
che ciascun ente territoriale si doti di una specifica
regolamentazione a carattere generale che descriva gli specifici
interventi sotto forma di riduzione o esenzione del tributo (Tasi,
Imu, Tari e in generale estinzione di debenza legate alla fiscalità
locale). Continuano i funzionari che il riferimento alle aree verdi
(siano esse giardini, parchi comunali, boschi o semplici spazi di
verde abbandonati o no) contenuto nell'articolo 190 del dlgs n.
50/2016, porta a ritenere, in coerenza con lo spirito della norma,
che gli interventi possano consistere in pulizia, manutenzione,
abbellimento valorizzazione mediante iniziative culturali di vario
genere.
Interventi,
cioè, riconducibili, in senso lato al decoro urbano o alla cultura
mentre esulano dal baratto amministrativo iniziative di carattere
imprenditoriale, quali la realizzazione e gestione di chioschi o
ristoranti o altre attività a pagamento, su aree verdi pubbliche.
Bilanci
di previsione. Nella delibera in commento, i funzionari ministeriali
invitano l'ente locale a stimare in anticipo la minore entrata
dovuta alla riduzione o esenzione della tassa locale già in sede di
bilancio di previsione ai fini del mantenimento degli equilibri
economici. Andranno, quindi, prestabiliti nei regolamenti e
conseguentemente nei bilanci di previsione dei singoli anni, i
limiti d'importo entro cui l'ente territoriale intende accettare
interventi su beni comuni, rinunciando al credito tributario.
Occorre, dunque, pianificare gli interventi suscettibili di baratto
amministrativo, in termini di spesa ad essi destinati, da
quantificare in termini di ridotte entrate fiscali, individuando i
tributi su cui calcolare la minore entrata .
1 commento:
Il baratto amministrativo lo facciano quelli del MEF.
Vadano loro a tagliare l'erba nei giardini dei banchieri che prestano i soldi allo stato.
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