lunedì 3 marzo 2014

Vado di Monzuno. Nuovi guai per le due cittadine di Monzuno denunciate la scorsa settimana per truffa in concorso.




CC Vado di Monzuno  
Era un tecnica ben precisa e oliata quella messa in atto dalle due signore monzunesi, incappate nel controllo dei Carabinieri,  che utilizzavano assegni di un conto bancario estinto per pagare la merce ai commerciati che avevano la sventura di avere la loro preferenza. Al caso di Castiglione dei Pepoli, avvenuto il 25 febbraio scorso e finito con una denuncia per truffa in concorso, se ne sono aggiunti in questi giorni tanti altri messi a segno nei comuni delle basse valli del Reno e del Setta.  Le due truffatrici dovranno rispondere ora dello stesso reato commesso ai danni di altri esercizi ubicati tra Monzuno, Sasso Marconi e Casalecchio di Reno. Gli assegni utilizzati per ‘comprare’ la merce, per un importo totale di 5.000 euro, provenivano dallo stesso carnet relativo al conto corrente estinto e la tecnica adoperata per convincere gli esercenti ad accettare un metodo di pagamento alternativo era sempre la stessa: “Ho dimenticato a casa la mia carta di credito e abito molto lontano. Le posso rilasciare un assegno?” Parte della refurtiva, per un valore di 3.500 euro, tra cui collane, orologi di lusso, orecchini, capi di abbigliamento per bambini e quattro telefoni cellulari, è stata recuperata dai Carabinieri di Vado di Monzuno e restituita ai legittimi proprietari.


Dal Comando Provinciale Carabinieri di Bologna

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