domenica 3 febbraio 2013

AGRIGOLTURA E GESTIONE FAUNISTICO-VENATORIA-





Pubblichiamo l’intervento di Romano Zunarelli al convegno che si è tenuto a Vergato, organizzato dalla Confederazione Italiana Agricoltori,  sulla travagliata convivenza fra ‘agricoltura e selvatici’.

            Meglio tardi che mai ? , no, è troppo tardi … è troppo tardi ormai ! …
Ormai il disastro divenuto irreversibile, perpetrato dall'assordante silenzio, in primis delle Associazioni Agricole, seguito dagli ambientalisti, che non hanno “saputo” captare l'eco dell'allarme  altisonante lanciato da oltre vent'anni dagli ultimi contadini dell'Appennino Emiliano-Romagnolo, che per primi   tentarono di scalare la ripida e tortuosa montagna del potere politico, a partire dagli Enti locali, per fermare sul nascere l'incombente  disastro che i contadini avevano previsto.
         D'altro canto, chi meglio del contadino può capire la natura? Contadino e natura sono due corpi un'anima sola. Nessuno di quei “sapientoni ambientalisti virtuali”  che pretendono di recintare i contadini nei loro campi, per altro, a spese di questi ultimi, per non fare entrare gli ungulati (mi vengono in mente le tristi,  quanto famose “riserve indiane” tanto care ai 'banditi' dei due mondi!), può interferire, insegnare e infine obbligare chi produce il cibo per  l'umanità a lavorare in quelle condizioni, o in alternativa a convivere con questi animali che per cibarsi distruggono tutto ciò che incontrano durante il loro frenetico vagabondare  sulle colture: seminativi, prato stabile, frutteti, vigneti, castagneti, strade bianche, capezzagne e le scoline per cui le acque non regimate provocano frane, e alluvioni a valle; (fenomeni sempre più frequenti negli ultimi anni causati dal repentino cambiamento del clima, ma soprattutto per colpa dell'esodo forzato dei contadini, perpetrato da un pugno di manager padroni del pianeta, sfrattando  coloro che da sempre sono stati gli unici e veri manutentori e custodi del territorio montano).
         Significativo fu l'atteggiamento di alcuni sindaci che riconobbero la gravità del problema, ospitarono nelle loro sedi le assemblee organizzate dall'ASTER, associazione trasversale creata da un gruppo di contadini disperati, abbandonati e derisi dalle rispettive associazioni, dagli  ambientalisti e della caccia; quest'ultima addirittura, con il beneplacito degli Assessorati Provinciale e Regionale, hanno di fatto subordinato l'agricoltura alla caccia, per cui i contadini sono costretti a sottostare alle famigerate regole degli A.T.C., cui ritengo siano in  contrasto con i più elementari diritti dei lavoratori della terra e dei dettami COSTITUZIONALI !*
         Ma tornando a quei sindaci “coraggiosi”, vennero ben presto inibiti dai rispettivi politici e nel giro di poco tempo dovettero rinunciare al sacrosanto dovere di intercedere presso il governo regionale per chiedere lo stato di emergenza causata da quella, che è ritenuta “falsa” calamità ungulati.
         Ora i contadini sono stati di fatto espropriati, ma che dico, peggio!  in quanto a costoro sono rimaste le spese per la manutenzione ordinaria dei campi, senza percepire alcun reddito, e il pagamento dei contributi e degli oneri sociali e fiscali: i contadini dell'appennino ora sono in una condizione peggiore dei contadini del Nicaragua. (vedi il sito di ALESSANDRO DI BATTISTA).
         Grazie organizzazioni sindacali di categoria per aver soprasseduto all'obbligo di difendere i diritti di chi vi paga gli stipendi, ma grazie soprattutto alla politica che ha favorito le lobby della “caccia nobile”, spesso praticata da   diretti discendenti di contadini, che si sono montati la testa, dimenticando che i loro padri hanno tenuto botta fino alla morte. “Chissà se di lassù”, per chi crede nell'aldilà … Cosa diranno i nostri   nonni, i nostri padri, che nonostante le mostruose e terribili guerre che la bestialità dei malvagi, schiavisti antichi e schiavisti moderni, sono sempre riusciti a conservare il territorio montano fino alle soglie del 2000, producendo cibo sano, veramente biologico! Frutta autoctona di ogni specie che solo in pochi decenni  è andata perduta per il 70-80%, grazie alla stupidità e alla insipienza dei politici e degli “ambientalisti per caso”?.
         Vorrei parlare di un'altra sciagura  a danno della montagna, ma non ho ancora sufficienti elementi per poterla classificare come insidia mortale per l'agricoltura montana. … Tale insidia si chiama S.I.C. (Siti di Interesse Comunitario) … Se ho ben capito, i territori sottoposti a questo regime non potranno più essere coltivati, devono rimanere a completa disposizione della fauna selvatica,  (per il sadico, quanto lucroso divertimento dei cacciatori), e dei coleotteri, perchè secondo il parere di certi ecologisti, tale specie sarebbe in via di estinzione, per cui ad esempio, gli alberi che cadono al suolo, poichè danneggiati dai cinghiali nel cercare cibo fra le radici, non si possono più recuperare; devono essere  lasciati là a decomporsi e trasformarsi in cibo per i coleotteri, che    diverranno cibo per i cinghiali  che a loro volta diverranno prelibato cibo per i cacciatori e ristoranti.
       Con regole regionali, statali e sovranazionali sempre più stringenti, con la colpevole indifferenza delle associazioni di categoria e delle istituzioni, CONTADINI e CITTADINI dell'appennino, si dovranno rassegnare a consegnare le loro terre e tutto il territorio alle varie lobby, i cui interessi  si intrecciano con quelli di amministratori compiacenti? Forse una risposta ce la daranno le prossime elezioni...Me lo auguro vivamente..........
           * Colgo  l'occasione per lanciare un accorato appello a chi di competenza, al fine di ottenere un parere  su quanto sopra descritto, in termini LEGITTIMI e COSTITUZIONALI.

Romano Zunarelli, contadino di  Monte Sole (BOLOGNA)                             e-mail ungulatialpotere@alice.it 

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Ha perfettamente ragione. C'è anche un altro particolare non di poco conto.Se io ho un incidente d'auto con questi animali nessuna organizzazione mi aiuta.Se vogliono gli animali almeno paghino qualche danno.

Anonimo ha detto...

Purtroppo questa è la triste realtà, siamo diventati succubi di un manipolo incompetente e presuntuoso di falsi animalisti e ambientalisti, ma queste minoranze ben organizzate e molto rumorose con la complicità interessata delle lobby che traggono utili dalla moda dell'animalismo hanno saputo trovare appoggi politici. Alcuni politici non avendo alcun merito basano il loro misero consenso di nicchia esclusivamente su questi temi (vedi la Brambilla), inoltre la nefasta comunità europea ci ha tolto ogni sovranità nazionale e con la sua prepotente stupidità viene ad imporci regole e limiti assurdi.

Anonimo ha detto...

Anonimo, avra' anche ragione sul manipolo presuntuoso, ma mi risulta che in Regione Emilia-Romagna comandi il PD, in provincia di Bologna comandi il PD, in quasi tutti i comuni montani comandi il PD. E da cinquant'anni. Lasci stare la Brabilla del PdL e guardi dove si deve guardare, per favore.

Anonimo ha detto...


tutti gli anni abbiamo a che fare con i soliti noti..... che scrivono le solite balle.

Massimo Maestri ha detto...

Proprio oggi i notiziari televisivi hanno dichiarato che la maggior parte dei giovani, intervistati su quale lavoro vorrebbero intraprendere, hanno detto che anziché essere assunti in banca farebbero volentieri i contadini perché si guadagnerebbe di più. Si vede che sono male informati, forse non sanno che fare l'agricoltore comporta sacrifici mal ripagati, non esistono giorni di festa e la domenica ci si alza all'alba come tutti gli altri giorni, magari si potesse andare in ferie. Il perché i giovani sono mal informati è colpa dei max midia e dei politici che se ne fregano altamente dell'agricoltura, un tempo vi era anche alla RAI un programma che aveva come titolo "A come Agricoltura" perché era ritenuto un argomento interessante. Adesso l'argomento che interessa sono i festini di palazzo Grazioli o Arcore, oppure i nuovi arrivi nella squadra del cuore. Ma quando i nostri governanti capiranno che per mangiare occorrono i prodotti dei nostri contadini, continuare ad acquistare all'estero frutta, verdura, carne, grano ecc. ecc. prima o poi renderà questa nazione uno stato povero di dignità ma soprattutto di risorse alimentari perché i contadini saranno sempre di meno perché sfruttati, maltrattrati, derisi dai politici e dalla ignoranza della gente. Ora io rivolgo una preghiera ai rapprentanti della politica che stanno per intraprendere un mandato in Parlamento o al Senato di ascoltare la voce e i problemi dei nostri contadini. Loro ve ne saranno grati. Grazie Massimo Maestri.

Anonimo ha detto...

Signor Maestri, ha dimenticato che si parla anche di banche e di utilizzo dei fondi pubblici da parte dei gruppi politici in regione (vedi in Friuli)

Anonimo ha detto...

piu' che di agricoltura certi figuri preferiscono parlare di allevamenti di manufatti.

Lorenzo Mengoli ha detto...

L' amico Zunarelli dice delle grandi verità, la politica dovrebbe governare questa società facendo le scelte migliori per noi tutti. Sulla gestione del territorio, in questo caso parliamo di quello collinare e montano, le scelte della politica salvaguardano alcune categorie( cacciatori, animalisti,...)ma il risultato finale sarà la perdita per tutti di un territorio "governato e vivibile". Sappiamo quello che stiamo perdendo, quello che arriverà è probabilmente peggio di quanto possiamo immaginarci.

luigino ha detto...

E' difficile non essere d'accordo con Zunarelli, sottoscrivo tutto.. il futuro della montagna è legato al futuro di quelle camera a gas che chiamano città strutture che non finiscono mai di crescere, energivore di carburanti fossili come il gas naturale di cui è inzuppato l'appennino. Pagheremo molto caro l'aver impedito alla hunt oil la perforazione ed il fracking..il gas naturale fa gola e come abbiamo visto non ci pensano due volte a scatenare una guerra per ottenerlo, quanto riuscirà il popolo della montagna a tener botta contro i petrolieri,saluti Rascioni luigino.

Luigino Rascioni ha detto...

E' difficile non essere d'accordo con Zunarelli, sottoscrivo tutto.. il
futuro della montagna è legato al futuro di quelle camera a gas che chiamano
città, strutture che non finiscono mai di crescere, energivore di carburanti
fossili come il gas naturale di cui è inzuppato l'appennino, ci si salva
solo sopra al livello della nebbia. Pagheremo molto caro l'aver impedito
alla Hunt Oil la perforazione ed il fracking..il gas naturale fa gola e come
abbiamo visto non ci pensano due volte a scatenare una guerra per ottenerlo.
Quanto riuscirà il popolo della montagna a tener botta contro i petrolieri,
saluti Rascioni luigino.

RINO MAESTRINI ha detto...

Ilproblema faunistico nel territorio montano e collinare ha raggiunto limiti non più sopportabili per gli agricoltori e per l' integrità dell'ambiente.Norme nazionali ormai superate dalla realtà e che restano vincolanti nelle scelte regionali dovrebbero essere al più presto riviste. La gestione venatoria,perseguendo scopi consumistici,non può porre rimedio al disastro pagato dalla biodiversità e dall'agricoltura:i cacciatori non hanno interesse a fare diminuire il numero degli animali.La gestione della fauna deve essere affidata prioritariamente agli agricoltori,come avviene in vari stati europei.
Rino Maestrini (agricoltore a Stagno di Camugnano costretto ormai all'abbandono dell'attività a causa dei vincoli imposti dal Parco dei laghi e dalla presenza di branchi di ungulati.)

Anonimo ha detto...

abito in un piccolo podere in collina la mia famiglia ha origini contadine (bisnonno ,nonno,papa'e ora anche uno dei miei fgli)ho sempre amato la mia terra e ora questi " politicanti"pretendono di amministrarla non come un bene che da sostentamento e riconoscere che il lavoro che svolge un contadino e utile non solo per chi coltiva ma anche per la comunita(presidio del territorio)per fare contenti qualche cacciatore ci hanno riempito di ungulati e per dare un po di verde visto che hanno permesso di superspeculare sul cemento cittadino hanno ben pensato di creare dei parchi nella terra pagata da noi riempendoci di vincoli e regole che non aiutano certamente un agricoltura gia cosi penalizzata dal territorio e dal mercato. Da troppi anni vedo la latitanza delle associazioni di categoria,che pare non abbiano troppo interesse a risolvere il problema e allora non mi resta che augurare ai politici menefreghisti che un domani a loro e ai loro figli nel piatto sulla tavola per riempire la pancia mettano il loro menefreghismo perche di contadini a produrre cibo con queste non regole ne rimaranno veramente pochi!!!!!!!

Anonimo ha detto...

I giovani che vogliono restare in montagna vanno aiutati! L' agricoltura in montagna và aiutata! La montagna và aiutata! Bisogna valutare attentamente cosa portano questi animali alla montagna e prendere provvedimenti adeguati!!!!

Anonimo ha detto...

COMMENTO di un ANONIMO all’intervento di Romano Zunarelli del 3 febbraio 2013 sul blog di Fabbriani sottolineato da ben 13 commenti di approvazione (8 dei quali -… chissà perché - puntualmente anonimi come il mio).
O Voi, brava gente - miei fratelli in anonimato - che da circa un ventennio andate dichiarandovi in linea senza riserve con le sacrosante lamentele del buon Romano Zunarelli in materia di “infestazione cinghiali” sull’Appennino e, naturalmente, in linea anche con il suo ormai storico sciopero della fame, posso, almeno una volta, parlarvi in tutta sincerità? Posso cioè provocatoriamente chiedervi cosa avete mai ottenuto da quei campioni di mummie che facevano finta di darvi retta, salvo il giorno dopo continuare nei loro affari pseudo mafiosi? chiedervi cioè metaforicamente – oggi, data la stupefacente tornata ‘grillina’ di domenica scorsa naturalmente definita dai soloni di turno l’effetto del più becero dei populismi – se dopo i vostri tanti (troppi!) democraticissimi tentativi - le migliaia di ungulati che vanno infestando i vostri raccolti sono calati di numero o sono triplicati?
Da parte mia sono dell’idea che queste retoriche domande potranno forse avere un riscontro positivo solo se, senza aggiungere nulla a commento ulteriore, le riproporrete pari-pari al Movimento 5 Stelle. Se anche così non succederà nulla vorrà proprio dire che per la nostra agricoltura appenninica è suonata la campana della fine. Auguri che ciò non avvenga. Vik