L'artista sassese Maurizio Osti espone
le sue opere a San Marino e invita i bolognesi a una gita culturale
fuori porta fino al cuore della Romagna per conoscere l'arte
dell'immagine fotografica.
Domani, 15 ottobre alle 17.30, alla
presenza delle autorità istituzionali, culturali e sociali, sarà
infatti inaugurata la mostra 'FARE LUCE' a cura di Sara Ugolini e
Cristina Calicelli.
L’esposizione è ospitata nelle sale
del Museo di Stato - Palazzo Pergami Belluzzi, Piazzetta del Titano
1. E' organizzata dagli Istituti Culturali, patrocinata dalla
Segreteria di Stato Istruzione e Cultura con il supporto dello
sponsor istituzionale San Marino RTV.
Il fare luce che dà il titolo alla
mostra allude al meccanismo fotografico ma anche al ruolo che
assumono le immagini emergendo da un allestimento intenzionalmente
votato all’oscurità. Fare luce propone un percorso non lineare,
dove la fotografia è chiamata a rivelare la sua natura molteplice. I
materiali in mostra variano così per natura e destinazione:
testimonianze documentaristiche si affiancano a fotografie d’arte,
autori attivi all’interno di laboratori creativi specializzati
dialogano con fotografi professionisti e con artisti visivi che
contemplano la fotografia tra i propri media espressivi.
Diversi i nuclei tematici: la
dimensione dell’invisibile (con le immagini di fantasmi e fluidi
del Museo di Antropologia Criminale 'Cesare Lombroso' di Torino e le
fotografie all’infrarosso di Alessandro Rivola), la scrittura di
luce (con la serie di variazioni sul binomio luce/ombra di Maurizio
Osti, gli scenari astratti di Francesco Flamini e l'itinerario
percettivo del video di Michele Sambin), il paesaggio (con le
architetture e le vedute della campagna laziale conservate presso la
Fondazione Federico Zeri di Bologna e le mappe ricamate di Raffaella
Niederkofler), l’autoritratto (con le opere di Francesco Borrello e
di Massimo Sestini). Si tratta, ancora una volta, di sezioni aperte,
alle quali possiamo ricondurre altre serie di lavori presenti in
mostra: l’installazione di Simone Martinetto/Arianna Adriani,
divisa tra resoconto biografico e indagine sul processo creativo, la
sequenza di celebrities vintage elaborata da Alexandre Heck,
l’ambiente domestico riconfigurato da trame grafiche di Gianluca
Pirrotta e gli interni di un villaggio turistico abbandonato
descritti da Paola Pontiggia, con i quali l’autrice alimenta un
discorso sul paesaggio ma anche, a chiudere il cerchio, sulle
invisibili tracce di una trascorsa vitalità.
Una selezione di immagini estrapolate
dallo smartphone delle curatrici è posta ai margini del percorso
espositivo. Con un utilizzo oggi tanto comune quanto dibattuto del
mezzo fotografico ci si intende confrontare, confidando che funzioni
da autopresentazione e che da esso trapeli qualcosa dello spirito che
anima Fare luce.
Atelier, enti prestatori e
intermediari: La Manica Lunga - officina creativa, Sospiro (Cr);
Manolibera, Carpi (Mo); Marakanda, Borgonuovo di Sasso Marconi (Bo);
La “S” Grand Atelier (Vielsalm); Museo di Antropologia criminale
“Cesare Lombroso” Università degli studi di Torino, Torino;
Fondazione Federico Zeri, Bologna; C/O Careof, Milano.
La mostra rimarrà aperta fino al 15
gennaio 2017, è visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 17 e
l'ingresso è gratuito.
Per informazioni: tel.0549 992452
oppure info.istituticulturali@pa.sm
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