venerdì 14 ottobre 2016

A San Marino ' la dimensione dell'invisibile'. Fra i protagonisti il sassese Maurizio Osti.

L'artista sassese Maurizio Osti espone le sue opere a San Marino e invita i bolognesi a una gita culturale fuori porta fino al cuore della Romagna per conoscere l'arte dell'immagine fotografica.

Domani, 15 ottobre alle 17.30, alla presenza delle autorità istituzionali, culturali e sociali, sarà infatti inaugurata la mostra 'FARE LUCE' a cura di Sara Ugolini e Cristina Calicelli.

L’esposizione è ospitata nelle sale del Museo di Stato - Palazzo Pergami Belluzzi, Piazzetta del Titano 1. E' organizzata dagli Istituti Culturali, patrocinata dalla Segreteria di Stato Istruzione e Cultura con il supporto dello sponsor istituzionale San Marino RTV.

Il fare luce che dà il titolo alla mostra allude al meccanismo fotografico ma anche al ruolo che assumono le immagini emergendo da un allestimento intenzionalmente votato all’oscurità. Fare luce propone un percorso non lineare, dove la fotografia è chiamata a rivelare la sua natura molteplice. I materiali in mostra variano così per natura e destinazione: testimonianze documentaristiche si affiancano a fotografie d’arte, autori attivi all’interno di laboratori creativi specializzati dialogano con fotografi professionisti e con artisti visivi che contemplano la fotografia tra i propri media espressivi.

Diversi i nuclei tematici: la dimensione dell’invisibile (con le immagini di fantasmi e fluidi del Museo di Antropologia Criminale 'Cesare Lombroso' di Torino e le fotografie all’infrarosso di Alessandro Rivola), la scrittura di luce (con la serie di variazioni sul binomio luce/ombra di Maurizio Osti, gli scenari astratti di Francesco Flamini e l'itinerario percettivo del video di Michele Sambin), il paesaggio (con le architetture e le vedute della campagna laziale conservate presso la Fondazione Federico Zeri di Bologna e le mappe ricamate di Raffaella Niederkofler), l’autoritratto (con le opere di Francesco Borrello e di Massimo Sestini). Si tratta, ancora una volta, di sezioni aperte, alle quali possiamo ricondurre altre serie di lavori presenti in mostra: l’installazione di Simone Martinetto/Arianna Adriani, divisa tra resoconto biografico e indagine sul processo creativo, la sequenza di celebrities vintage elaborata da Alexandre Heck, l’ambiente domestico riconfigurato da trame grafiche di Gianluca Pirrotta e gli interni di un villaggio turistico abbandonato descritti da Paola Pontiggia, con i quali l’autrice alimenta un discorso sul paesaggio ma anche, a chiudere il cerchio, sulle invisibili tracce di una trascorsa vitalità.
Una selezione di immagini estrapolate dallo smartphone delle curatrici è posta ai margini del percorso espositivo. Con un utilizzo oggi tanto comune quanto dibattuto del mezzo fotografico ci si intende confrontare, confidando che funzioni da autopresentazione e che da esso trapeli qualcosa dello spirito che anima Fare luce.

Atelier, enti prestatori e intermediari: La Manica Lunga - officina creativa, Sospiro (Cr); Manolibera, Carpi (Mo); Marakanda, Borgonuovo di Sasso Marconi (Bo); La “S” Grand Atelier (Vielsalm); Museo di Antropologia criminale “Cesare Lombroso” Università degli studi di Torino, Torino; Fondazione Federico Zeri, Bologna; C/O Careof, Milano.


La mostra rimarrà aperta fino al 15 gennaio 2017, è visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 17 e l'ingresso è gratuito.


Per informazioni: tel.0549 992452 oppure info.istituticulturali@pa.sm

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