sabato 13 ottobre 2012

Perchè il soccorso non diventi un'emergenza, l'auto medica di Cinque Cerri deve restare.



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Di Antonio Lavini:


Prendo spunto dall'intervista da Lei effettuata ad Alberto Vecchi e pubblicata il 6 ottobre 2012.
Non entro nel merito del futuro degli ospedali di Porretta Terme e Vergato, auspico solo che le due ‘parrocchie’ trovino il modo di associarsi e dare vita ad una unica gestione che preservi le due attuali sedi valorizzandole e rendendole efficienti in termini di servizi ai cittadini della valle e delle colline circostanti.

Mi preme invece parlare di EMERGENZA SANITARIA. Gli abitanti delle valli del Reno e del Setta sono fortemente preoccupati dell'involuzione dei ‘pronto soccorso’ e delle auto medicalizzate ( quelle con medico ed infermiere a bordo ) , dei quali si parla nell'articolo citato e che trova ampia risonanza e discussione con toni preoccupati, nei vari luoghi di aggregazione dei cittadini stessi.

Nei corsi di primo soccorso e nella bibliografia dell'emergenza, si afferma SEMPRE e con cognizione di causa che la qualità e sopratutto la tempestività di un intervento di soccorso, fanno la differenza tra la vita o la morte o tra una lieve menomazione o la severa compromissione fisica/mentale del malcapitato anziano, giovane, bambino.

La popolazione statisticamente invecchia sempre più, i fattori di rischio esterno sono sempre più numerosi ed incisivi, il vivere in un mondo dinamico/frenetico, espongono la popolazione a patologie che spesso richiedono un intervento d'urgenza.

Nel ribadire fortemente che i cittadini tutti sono sovrani e non sudditi di chi è eletto per governare, io ritengo che i ‘ risparmi ‘ e le ‘ efficienze’  devono essere attuati ma MAI a scapito dei servizi primari. Paghiamo le tasse ed  i numerosi ed onerosi aumenti dei servizi sanitari, ma NON possiamo accettare la decadenza e/o la mancanza locale dei servizi di emergenza.
I pronto soccorso di Porretta e Vergato vanno mantenuti e ove possibile e necessario anche migliorati, le auto medicalizzate, con medico ed infermiere, site a Marano ed ai Cinque Cerri DEVONO proseguire la loro attività. 

Le voci che circolano, oramai da tempo, parlano della medicalizzata dei Cinque Cerri in TOTALE SMOBILITAZIONE a fine 2013 e di eliminazione del servizio notturno già da inizio anno nuovo. Ne parliamo preoccupati, probabilmente non completamente informati ed avanziamo soluzioni, tutte da verificare in termini di attuabilità, ma SEMPRE con l'obiettivo di mantenere e migliorare il soccorso d'emergenza.

L'eventuale nuova sede, se quella attuale di Cinque Cerri dovesse essere dismessa, fatte le opportune verifiche potrebbe essere ubicata presso la pubblica assistenza di Sasso Marconi ove anche molti servizi logistici potrebbero già da ora essere disponibili. Presso la stessa Pubblica i medici ed infermieri del 118 potrebbero anche svolgere da filtro per molte patologie meno gravi, alleggerendo in tal modo il pronto soccorso dell'ospedale Maggiore. Si eviterebbero lunghe attese per i pazienti ritenuti non gravi, si risparmierebbero un poco di denari, probabilmente il tutto con un investimento modesto.

Auspichiamo che l'argomento venga dibattuto in sede comunale ( siamo certi che questo problema sia già stato in agenda e trattato ) e che ne venga dato ampio e chiaro resoconto ai cittadini. Ci aspettiamo proposte concrete e realizzabili prima che ‘ altri ‘ decidano in modo negativo o contrario alle nostre aspettative. Se necessario avviare una commissione di esperti lo si faccia senza indugi coinvolgendo anche chi di queste cose se ne intende e che potrebbe fornire statistiche ed informazioni concrete come la pubblica assistenza di Sasso Marconi. 

E' opinione di molti che l'emergenza sanitaria, i cui costi potrebbero anche essere globalmente significativi, deve avere comunque priorità rispetto ad altri investimenti e che, pur di non perdere ciò che è stato acquisito, la collettività potrebbe accollarsi un ulteriore balzello da studiare e proporre ai cittadini.
La gente comunque è stanca di perdere ‘cose’ utili e necessarie  perché ritenute costose, sopratutto in momenti come quelli che l'attualità ci mostra quotidianamente in cui rubare, sperperare, lucrare, è diventato sport nazionale.

RICHIEDO ai lettori di questo modesto contributo di dare risposte e proposte educate e inerenti alla riflessione proposta, per invogliare gli addetti a darsi una mossa.

Grazie

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