lunedì 17 febbraio 2025

CASE SPARSE E ACCESSO ALL’ACQUA: MAGGIORE GIUSTIZIA SOCIALE ED ECONOMICA

 



Il Consigliere regionale  Marco Mastacchi (  nella foto) intervienesulla questione delle "case sparse" con un'interrogazione scritta indirizzata alla Giunta regionale dell'Emilia-Romagna:

L’accesso all’acqua potabile è un diritto fondamentale, ma in diverse aree dell’Emilia-Romagna – tra cui Ville Unite, Val di Zena, Monzuno e Grizzana – molte abitazioni isolate restano escluse dalla rete idrica. Una situazione che solleva interrogativi sulla giustizia sociale ed economica e che ha spinto il consigliere regionale Marco Mastacchi a presentare un’interrogazione scritta alla Giunta regionale.



Il problema dei costi elevati

L’interrogazione di Mastacchi evidenzia l’elevato costo richiesto ai residenti per l’estensione della rete idrica, nonostante un recente aggiornamento del regolamento Atersir, l’ente responsabile della pianificazione degli interventi del Servizio Idrico Integrato (SII). Sebbene il nuovo regolamento preveda un maggiore contributo da parte del SII, l’onere economico per i cittadini resta significativo.

A Ville Unite, ad esempio, i residenti attendono da oltre 40 anni un allacciamento alla rete idrica. Un recente preventivo ha stimato un costo complessivo di 580.000 euro, con una quota di 40.000 euro a carico di ciascuna abitazione, oltre al costo del contatore. Il resto dell’importo verrebbe finanziato da Atersir. Una spesa insostenibile per molte famiglie.

Un passo avanti: la modifica del regolamento Atersir

Durante la scorsa legislatura, Mastacchi e la lista civica La Pigna hanno più volte sollevato la questione, chiedendo un intervento per ridurre i costi a carico dei cittadini esclusi dal servizio idrico. Il 27 gennaio 2025, Atersir ha aggiornato il proprio regolamento, stabilendo che, se i Comuni copriranno almeno il 10% del costo, il 70% sarà finanziato dalla tariffa del SII (anziché il 50% previsto in precedenza). Questa modifica, operativa tra luglio e dicembre 2025, rappresenta un importante cambio di rotta rispetto alla precedente posizione del Comune, che prevedeva il totale carico dei costi sui residenti.

La richiesta alla Giunta regionale

La nuova normativa offre un’opportunità per alleggerire il peso economico sulle famiglie, ma resta ancora una questione cruciale: il restante 30% dei costi. Mastacchi ha quindi chiesto alla Giunta regionale se e come intenda intervenire per garantire che il Comune di Ravenna si faccia carico di questa quota, evitando che il peso finanziario ricada interamente sui cittadini.

L’accesso all’acqua potabile è una questione di equità e giustizia sociale. L’aggiornamento del regolamento Atersir è un passo avanti, ma senza un impegno concreto delle amministrazioni locali e regionali, molte famiglie continueranno a essere escluse da un servizio essenziale. 

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La questione ricorda un po’ quelli che comprano casa vicino all’aeroporto o alla ferrovia e poi si lamentano del rumore.
Queste sono nella maggior parte vecchie case che non hanno mai avuto l’acquedotto, prendevano l’acqua dal pozzo e con quella facevano.
Se decidi di andare ad abitare in un posto sperduto lo devi mettere in conto. Perché il 70% del costo di allacciamento che già adesso va in tariffa, vuol dire che lo pagano suddiviso tutti gli utenti. Siamo sicuri che agli altri utenti va bene pagare l’allacciamento all’acquedotto per chi vuole la casa in mezzo al bosco?

Anonimo ha detto...

Discorso che in prima battuta è condivisibile. Poi però penso anche che l'acqua è un bene primario e che distribuirla a tutti, anche in luoghi remoti, rappresenti un po' una conquista sociale, un progredire del benessere di un territorio e dei suoi abitanti. Io mi accanirei più sugli sprechi di acqua a causa delle infrastrutture vetuste. Se ne parla da secoli! Però rappresentano anch'esse un costo per tutti noi.