Giorgio
Quadri ha cominciato a lavorare in bottega che era poco più che un
bambino ed oggi, e dopo sett’anni, presta ancora servizio per i suoi
amici di sempre. Una lunga storia professionale affiancata
dall’impegno nel volontariato per la salute, lo sport e la cultura
Era
il 24 giugno 1950, in pieno dopo guerra, quando il giovanissimo
Giorgio Quadri, che aveva appena dieci anni, entrò per la prima
volta nella bottega, anche se - ci tiene a sottolineare – cominciò
a fare la barba ai clienti quando aveva “ormai” undici anni. Sono
passati 70 anni e Giorgio è ancora lì, efficiente e preciso, a
servire i suoi clienti di sempre. Non è più un barbiere, come
spiega lui stesso, perché nessuno più si fa fare la barba, ma
continua a tagliare e sistemare i capelli a tanti compaesani che non
rinunciano a quell’appuntamento. Non è una necessità economica,
la sua, visto che è in pensione da 26 anni e che per tenere aperta
la bottega tra costi e ricavi va appena in pareggio, ma una autentica
ragione di vita, un modo per passare il tempo.
Giorgio
a Vado di Monzuno è conosciutissimo e molto popolare, e non solo per
la sua attività professionale, ma perché dal secondo dopo guerra a
oggi si è speso tantissimo per la sua comunità. È infatti
orgogliosamente uno dei soci fondatori della Pubblica Assistenza di
Vado, che fornisce servizi
preziosi quali quelli del 118, il trasporto disabili, i corsi di
pronto soccorso e protezione civile.
L’idea
partì nel 1981: le associazioni sportive si resero conto di aver
bisogno di un ambulanza che intervenisse nel caso fosse stato
necessario durante una manifestazione, e con l’aiuto di un paio di
carrozzieri della zona adibirono un pulmino Volkswagen. Non è un
caso che Giorgio fosse tra i promotori: all’epoca era infatti
impegnato con la sua società di ciclisti. Non solo: Giorgio racconta
di avere avuto anche la passione per la pesca, e nella sua bottega
mostra orgoglioso i premi e riconoscimenti vinti anche a livello
nazionale durante le gare fatte presso il Po e i canaloni.
In
effetti la bottega di Giorgio a Vado di Monzuno è un piccolo museo:
conserva infatti decine di campanelli di biciclette. «Ci
servivano soldi per la Pubblica Assistenza»
spiega «allora
recuperavamo il ferro dalle vecchie bici per ricavarne qualcosa. Si
salvavano solo i campanelli che ho conservato qui».
Ma il suo piccolo salone, oltre alle poltrone originali del 1953,
conserva anche una delle prime macchine elettriche per il caffè, una
macchina fotografica Polaroid dei primi anni settanta e tanti altri
ricordi. E soprattutto due pubblicazioni di cui Giorgio è
particolarmente fiero: “Il nostro Vado” e “La bottega dei
ricordi”. Il primo è un libro che racconta la storia della
frazione di Vado, scritto nel 2007 con il professor Renato Mazzanti,
il secondo, più recente è una raccolta di alcune delle innumerevoli
cartoline (nemmeno lui saprebbe dire quante ne ha collezionate)
relative a Vado e dintorni nel periodo tra il primo Novecento e il
secondo dopo guerra. Documenti storici eccezionali, considerando che
la guerra ha profondamente colpito questa zona, radendo al suolo la
maggior parte delle abitazioni.
«Con
gli anni è cambiato tutto, molti clienti si sono trasferiti, tanti
non ci sono più, è cambiato il modo di tagliare i capelli, una
volta tutti si tagliavano i capelli corti, adesso solo gli anziani mi
chiedono queste sfumature»
racconta Giorgio. «Mi
sento bene, non ho voglia di smettere di lavorare, ma devo farlo, ho
ottant’anni, è arrivato il momento. Il lavoro per i giovani c’è,
se hanno voglia, anche se purtroppo di giovani nessuno sembra abbia
voglia di imparare. C’è una ragazzina qui in paese molto brava,
spero che continui».
Il
vicesindaco di Monzuno Ermanno Pavesi aggiunge: «Giorgio
Quadri è motivo di orgoglio per il Comune di Monzuno e in generale
per tutta la comunità, un autentico esempio per i giovani, sia per
quanto concerne la sua professione che esercita da settant’anni,
sia per quanto si è speso come volontario per il suo territorio, in
tanti settori diversi: salute, sport, cultura»
di
Carmine Caputo
Nessun commento:
Posta un commento