Interrogazione
del consigliere Marco Mastacchi: «Questa legge stravolge la
pianificazione urbanistica comunale. Chiediamo la modifica, oltre
alla proroga dei termini, al fine di renderla operativa in tempi di
epidemia da covid che ha reso ancor più drammatica la situazione nel
settore delle costruzioni»
E'
in arrivo con il primo gennaio dell'anno prossimo una impattante
riorganizzazione della pianificazione urbanistica generale: una nuova
legge regionale indicherà le linee guida della materia cui tutti i
comuni dovranno adeguarsi e di conseguenza tutti i piani regolatori
oggi in vigore verranno superati e saranno quindi annullate tutte le
previsioni di espansione urbanistica oggi pianificate. Ciò
determinerà un impatto economico di rilievo.
Fino
ad ora infatti le previsioni di ampliamento urbanistico sono state
sottoposte al pagamento annuale dell'IMU, con un introito per le
casse comunali a volte essenziale, in particolare nei piccoli comuni
dove la perdita anche di una piccola percentuale di tassazione può
mettere a repentaglio settori di programmazione. Inoltre, coloro che
fino ad ora hanno pagato l'Imu su una previsione edificatoria che non
è stato possibile concretizzare per le comprovate difficoltà
economiche generali, si vedranno scippati di un diritto che hanno
pagato profumatamente per anni.
Tutte
le novità hanno impatti, ma questa pare danneggiare profondamente
diversi soggetti.
Il
tema è stato affrontato dal consigliere regionale Marco Mastacchi ( nella foto),
eletto nella lista 'Borgonzoni
presidente rete civica progetto E-R', che
in una interrogazione alla giunta regionale chiede sostanzialmente di
considerare una moratoria di due anni per la zona collinare e montana
e di salvaguardare i 'diritti acquisiti' di coloro che per anni hanno
pagato l'Imu e che ora si trovano ad essere vittime dell'ente
pubblico.
Nella
nota di presentazione dell'interrogazione si legge:
“Con
la nuova legge urbanistica regionale (L.R. 21 dicembre 2017 n.
24, in vigore dal 1 gennaio 2018)”, si legge nell’interrogazione
del consigliere Marco Mastacchi, “non si è realizzato un
semplice aggiornamento ma un vero e proprio stravolgimento
nella pianificazione urbanistica comunale”. Infatti, egli
dice, nella legge 24, sono previsti tempi certi e brevi per i comuni
affinché si dotino di un nuovo piano urbanistico - il PUG
sostitutivo di PSC, RUE e PRG - e si adeguino alla nuova
pianificazione urbanistica; poi, scaduti i termini senza che i comuni
abbiano predisposto il nuovo piano, decadono tutte le previsioni in
espansione dei precedenti piani.
“In
questo contesto di estrema difficoltà per gli effetti della
pandemia COVID-19”, continua l'interrogazione, “chiediamo
sia valutata l’opportunità di modificare la suddetta
legge al fine di renderla operativa
esclusivamente su aree densamente popolate mentre sulle restanti
(zone collinari o montane), prevedere invece una normativa più
calzante alla realtà e di attivare una moratoria di almeno
due anni per la L.R. 24/2017 oltre a una proroga dei termini”.
Il
consigliere del Gruppo Borgonzoni – Rete Civica chiede inoltre
alla Giunta se siano state valutate le minori entrate sui bilanci
comunali e previste norme compensative; in che misura l’impatto
economico potrà avere ricadute negative per cittadini e imprese
e la verifica della sostenibilità a livello giuridico della
legge in quanto lesiva di diritti acquisiti.
L'interrogazione
aggiunge alcuni dettagli: “La L.R. 20/2000 è stata abbandonata
precocemente perché giudicata troppo complessa nonostante i notevoli
esborsi finanziari sostenuti dai comuni per dotarsi nel frattempo di
un PSC, un RUE e in alcuni casi anche il POC; tale radicale
cambiamento si è inserito in un periodo di profonda crisi economica
e sociale ed è stato accentuato da svariate difficoltà procedurali
e tecnologiche che gli Enti hanno comunque dovuto affrontare;
inoltre, il nuovo orientamento urbanistico oltre a creare
disorientamento tra gli operatori risulta esser maggiormente calzante
per risolvere dinamiche e problematiche delle realtà urbane più
densamente popolate e comunque più articolate e complesse, se non
addirittura esclusivamente di realtà metropolitane; infine,
sottolinea che il nuovo impianto normativo non rispecchia la realtà
italiana in cui la proprietà è fortemente “parcellizzata” e gli
immobili appartengono ai singoli proprietari e difficilmente
raggiungerà l’obiettivo auspicato della “rigenerazione urbana”.
Nell’interrogazione
sono menzionati alcuni esempi di Regioni “virtuose” come
Lombardia e Piemonte, che hanno avuto un approccio molto più
pragmatico in tema di consumo del suolo senza stravolgere le proprie
discipline di governo del territorio. Per funzionare efficacemente,
la “rigenerazione urbana” auspicata richiederebbe – si legge
sempre nel testo - importanti modifiche alle norme sull’edilizia,
che tuttavia solo il Legislatore nazionale può operare; l’attuale
emergenza epidemiologica dovuta al diffondersi del virus COVID 19 ha
reso ancor più drammatica la situazione nel settore delle
costruzioni e l’esigenza di un rilancio dell’edilizia non può
ora trovare freni a livello regionale o locale dovuti alla
realizzazione dell’ennesima normativa di settore; non ultimo,
l’azzeramento delle previsioni degli strumenti urbanistici vigenti
avrà il solo effetto di far crollare ancor più repentinamente e
drammaticamente i valori immobiliari, ipotecari e collaterali.
1 commento:
> salvaguardare i 'diritti acquisiti'
Diritti acquisiti !? Quali?
Come i diritti "acquisiti" (?) di andare in pensione avendo versato 10 e ritirando 100 versati dal lavoro di altri?
Come i diritti "acquisiti" (?) di emigrare invadendo e massacrando altre popolazioni, altri territori?
Diritti "acquisiti" (?) come questi, magari!?
Negli sciagurati anni fino al 2009 hanno devastato l'Appennino di edilizia fino a costruire nel vaso dei gerani della zia Emma.
Lo volete capire o no che la crisi dell'edilizia è dovuta ad una quantità abnorme, aberrante di edifici vuoti di ogni categoria, nuovi, medi, vecchi, alti, bassi, venduti, non affittati, nuovi, popolari, di lusso, dritti, storti!?
Il signor Mastacchi ha mai fatto un giro in uno qualsiasi dei borghi del nostro Appennino? Ha visto le centinaia le centinaia, migliaia di cartelli VENDESI che appaiono ovunque!?
Diritti "acquisiti" (?) ovvero quelli di mettere ancora di più le mani nei portafogli dei privati, inondando il patrimonio edilizio massacrato di invenduto, di vuoto di altri edifici da costruire ex-novo, deprimendo ulteriormente i prezzi già stracciati dell'esistente!? Ma che follia!
Quando un terreno NON è stato edificato per lustri significa che NON c'è alcuna necessità di costruirvi alcunché, ma solo intenti speculativi insoddisfatti.
Terreni tornano alla loro destinazione agricola.
Fine dei giochetti (o, come si dice qui a Bologna, bona!).
Rilancio dell'edilizia: abbattimento del ciarpame vuoto costruito in passato, recupero di edifici di pregio, ce n'è da fare per decenni! Solo che non è speculazione, solo sana e utile edilizia.
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