martedì 30 luglio 2019

Castegneto: "Il piatto piange"

Ancora una volta il castagneto sarà avaro. La coltura principe dell'Appennino bolognese pare essere perseguitata dalla malasorte. Dopo gli anni della vespa cinese e quelli di una anomala siccità che ne hanno compromessa la buona produzione, ora è arrivato l'eccesso di pioggia a maggio. Un'altra anomalia di questo clima insolito che ha portato pioggia per l'intero mese in cui si verifica l'impollinazione del castagno. 

L'impollinazione avviene infatti per via aerea ( il selvatico libera nell'aria l'elemento impollinante che il vento porta nel fiore del marrone per la fecondazione) e quest'anno la pioggia continua ha impedito questo fenomeno. I castagni quindi hanno avuto fecondati pochissimi fiori e si presentano con pochi ricci in crescita, molto pochi. A rendere ancora più amara la delusione è il fatto che in questa annata finalmente è venuta anche la ' santa bagnata '  di metà estate ( è piovuto abbondantemente lo scorso fine settimana), quella che permette alla piante di nutrire con forza il frutto. Oltre al danno, quindi la beffa.

Beffa fino a un certo punto,” sostengono alcuni produttori della prima collina bolognese. “Avremo pochi frutti ma saranno di bella pezzatura e soprattutto il castagneto sarà predisposto al meglio per il prossimo anno, poiché quest'anno non ha sofferto siccità o infestanti”.

Mangeremo quindi il prossimo 18 ottobre 2019, giorno dedicato a San Luca e tradizionalmente destinato alla obbligatoria scorpacciata di caldarroste, pochi marroni, ma saranno eccellenti e soprattutto ci prepariamo alla abbondante produzione dell'anno prossimo. Tutto rinviato quindi all'autunno 2020, buona sorte permettendo”.

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