mercoledì 21 dicembre 2011

'Ndrangheta: minacce e tentata estorsione a un imprenditore. In manette due residenti nella Valle del Reno .



Due uomini, Giuseppe Facchinieri e Giuseppe Chemi, entrambi quarantunenni, nati rispettivamente a Cittanova e a Taurianova (in provincia di Reggio Calabria) e residenti il primo a Marzabotto e il secondo a Castel d'Aiano. sono stati arrestati per tentata estorsione ai danni di un imprenditore edile valdostano, Giuseppe Tropiano.

Con loro sono finiti in manette anche Michele Raso, quarantenne di Cinquefrondi e il trentaseienne Roberto Raffa, nato a San Giorgio Morgeto, ma residente ad Aosta.

L'operazione, denominata “Tempus venit”, è stata condotta dalla Dda di Torino, che ha coordinato le indagini scaturite dal lavoro della Procura e del Comando dei Carabinieri aostano, al quale si affianca quello della Procura bolognese e delle forze dell'ordine calabresi.

Facchinieri e Chemi avrebbero a più riprese chiesto del denaro all’imprenditore il quale ha deciso di sporgere denuncia solo dopo che uno dei suoi escavatori è stato bruciato a Quart, lo scorso 11 settembre.

I primi episodi risalgono a maggio 2011, ma solo nel mese di settembre l'uomo, originario di San Giorgio Morgeto ma residente ad Aosta, ha deciso di sporgere denuncia.

Si parla di tentata estorsione in quanto magistratura e forze dell'ordine hanno ritenuto doveroso intervenire prima che il reato di cui sopra si tramutasse in omicidio: "Se non fossimo intervenuti – ha infatti precisato il Tenente Colonnello del Comando di Aosta Guido Di Vita, nel corso della conferenza stampa tenutasi oggi, mercoledì 21, presso il Tribunale di Torino – Giuseppe Tropiano sarebbe andato incontro a morte certa: nell'ultima lettera minatoria si faceva infatti riferimento a una data precisa, quella del 20 dicembre, scelta per la sua esecuzione". Gli estorsori sono arrivati a chiedere fino a un milione di euro.

Il basista pare fosse Roberto Raffa, mentre Michele Raso, di professione autotrasportatore, avrebbe tenuto i rapporti tra i due residenti nel bolognese e l'imprenditore che operava in Valle d’Aosta. Le indagini hanno inoltre riscontrato che l'autotrasportatore Michele Raso ogni mese partiva dalla Calabria per consegnare dei pacchi in Valle d'Aosta. "Quando lo abbiamo fermato per degli accertamenti – ha specificato il Colonnello di Aosta Cesare Lenti – all'interno del camion abbiamo rinvenuto un'arma da fuoco e un giubbotto antiproiettile. Per questi è scattata anche l'accusa di detenzione abusiva di armi, con l'aggravante di flagranza di reato".

Le indagini sono ancora in corso e inquirenti e forze dell'ordine non escludono che possano emergere altri significativi elementi.

Giuseppe Facchinieri era già noto alle forze dell'ordine: la sua famiglia fu protagonista di una faida negli anni 70 e 90 (lui stesso rimase ferito in un agguato) e su di lui gravano reati associativi di mafia.

(Fonte AostaSera)

1 commento:

Cesare Zecca ha detto...

Questa è una pessima notizia.
Il tumore malavitoso è qui.

Lo stop al consumo di territorio serve anche a contrastarne la diffusione che - notoriamente - ha nell'edilizia uno dei suoi cardini.