Una
donna di Vidiciatico al termine della gravidanza è stata costretta
ad aspettare oltre 40 minuti i soccorsi che aveva chiamato per avere
accusato dei dolori addominali. La chiusura del punto nascita di
Porretta Terme impone il trasferimento al Maggiore per le partorienti
residenti in Appennino.
E'
successo questa mattina all'alba. Il 118, ricevuta la richiesta di
aiuto, ha inviato un'ambulanza
per
assistere la donna e da Marano di Gaggio Montano stava per partire
anche l'auto medica, così come previsto in questi casi, ma
quest'ultima sarebbe stata bloccata dalla sala operativa, che avrebbe
preferito mandare l'elisoccorso. Quest'ultimo non è riuscito ad
arrivare, così dopo diversi minuti è stata richiamata l'auto medica
e la partoriente è stata finalmente trasferita all'ospedale
Maggiore. Fortunatamente la donna non era in travaglio per cui tutto
è finito bene,
La
vicenda ha però rinfocolato la protesta di quanti hanno condannato
la chiusura del punto nascite dell'ospedale di Porretta.
La
presidente del Comitato per la Difesa dell'Ospedale, Emanuela Cioni,
ha detto: "Il
decreto 70, in merito al trasporto in emergenze, dice con chiarezza
che l’elisoccorso è un mezzo integrativo e non
sostitutivo all’ambulanza e all’auto medica. Di notte
l’elicottero atterra nelle piazzole, quindi inevitabilmente si
allungano i tempi di interventi sui pazienti . La chiusura dei punti
nascita nelle zone montane è molto sentito, ma la politica in questi
anni si è dimenticata di noi , privando l’Appennino della
possibilità di essere un luogo dove nascere e quindi vivere".
E
ha aggiunto: “Vorrei chiedere a chi deve difendere e preservare il
nostro territorio se dobbiamo aspettare che succeda
l’inevitabile perché qualcuno faccia qualcosa".
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