Per
colpa del nuovo obbligo che vincola i contribuenti a pagare tramite
mezzi tracciati gli oneri detraibili pena la perdita dello sconto
fiscale stesso, il 730 precompilato rischia di essere un vero e
proprio flop poiché non in grado (senza input esterni) di
distinguere tra spese sostenute cash e attraverso modalità
“consentite”
Da Dubbio
Il
730 precompilato rischia di saltare per aria. Per colpa del nuovo
obbligo che vincola i contribuenti a pagare tramite mezzi tracciati
gli oneri detraibili pena la perdita dello sconto fiscale stesso, il
730 precompilato rischia di essere un vero e proprio flop poiché
non in grado (senza input esterni) di distinguere tra spese
sostenute cash e attraverso modalità «consentite». La
problematica, che interesserà ovviamente non il 730/2020 ma quello
targato 2021 relativo ai redditi 2020, non è di poco conto e
rischia seriamente di trasformarsi nell'ennesimo adempimento fiscale
a carico di imprese e professioni.
In
base a quanto disposto dall'articolo 1, commi 679 e 680 della legge
160/2019 (la legge di Bilancio 2020) infatti dal 1° gennaio 2020,
ai fini dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, la
detrazione dall'imposta lorda nella misura del 19% degli oneri
spetta a condizione che la spesa sia sostenuta con versamento
bancario o postale ovvero mediante altri sistemi di pagamento
tracciabili.
Tra
gli strumenti tracciati sono quelli identificati dall'articolo 23
del decreto legislativo 241 del 1997 ovvero i versamenti bancari o
postali ovvero quelli avvenuti tramite carte di debito, di credito e
prepagate, assegni bancari e circolari. Esclusi dall'ambito
applicativo della norma, dunque detraibili anche se pagati in
contanti, restano i medicinali e i dispositivi medici, nonché le
prestazioni sanitarie rese dalle strutture pubbliche o da strutture
private accreditate al Servizio sanitario nazionale.
Il
problema sul precompilato. Il 730 precompilato è strutturato e
costruito grazie a ben 13 adempimenti a carico di imprese,
professionisti e intermediari che comunicano all'Agenzia delle
entrate la tipologia e gli importi delle tax expenditures che i
contribuenti poi ritrovano nel dichiarativo.
Dalle
spese sanitarie comunicate al portale TS (tessera sanitaria) dal
settore sanitario, alle comunicazioni inviate delle università
sulle rette, fino al mare magnum di invii di banche e intermediari
per interessi passivi dei mutui, premi assicurativi e quote di
previdenza complementare: il 730 precompilato sta di fatto in piedi
grazie a una serie infinita di input «esterni» che l'Agenzia ha
solo il compito di recepire e reindirizzare nelle «caselle» del
modello.
Con
il sistema attuale l'Agenzia non è in grado di conoscere la
modalità di pagamento delle stesse ed il rischio appunto è che i
dati indicati nel precompilato benché effettivamente esistenti, non
rispettino i nuovi requisiti richiesti per la detraibilità perché
non pagati con mezzi tracciati.
La
soluzione di certo a carico di imprese e professionisti. È da dire
che i principali oneri detraibili viaggiano già tramite strumenti
tracciati e di certo non è possibile accantonare e sconfessare
l'impianto del 730 precompilato buttando all'aria un investimento
considerevole (fatto a spese dei contribuenti).
La
soluzione a questo punto è una soltanto, sempre la stessa: un altro
adempimento a carico di imprese e professionisti o meglio,
l'implementazione dell'adempimento esistente. Le varie comunicazione
attualmente inviate all'Agenzia delle entrate dovranno infatti
essere tutte integrate riportando il dettaglio del pagamento (se
pagate tracciate) oppure, dovranno essere inviati unicamente i dati
degli oneri che hanno i requisiti per essere poi effettivamente
riportati in dichiarazione e detratti.
In
poche parole asili nido, università, medici ed imprese funebri
diventeranno indirettamente «certificatori» integrando le
comunicazioni per il precompilato con le modalità di pagamento,
cosa che renderà l'adempimento ancora più complesso e a rischio
errori.
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