lunedì 6 gennaio 2020

Emergenza in Appennino, non basta l'elicottero

Una donna di Vidiciatico al termine della gravidanza è stata costretta ad aspettare oltre 40 minuti i soccorsi che aveva chiamato per avere accusato dei dolori addominali. La chiusura del punto nascita di Porretta Terme impone il trasferimento al Maggiore per le partorienti residenti in Appennino.
E' successo questa mattina all'alba. Il 118, ricevuta la richiesta di aiuto, ha inviato un'ambulanza per assistere la donna e da Marano di Gaggio Montano stava per partire anche l'auto medica, così come previsto in questi casi, ma quest'ultima sarebbe stata bloccata dalla sala operativa, che avrebbe preferito mandare l'elisoccorso. Quest'ultimo non è riuscito ad arrivare, così dopo diversi minuti è stata richiamata l'auto medica e la partoriente è stata finalmente trasferita all'ospedale Maggiore. Fortunatamente la donna non era in travaglio per cui tutto è finito bene,
La vicenda ha però rinfocolato la protesta di quanti hanno condannato la chiusura del punto nascite dell'ospedale di Porretta. 

La presidente del Comitato per la Difesa dell'Ospedale, Emanuela Cioni, ha detto: "Il decreto 70, in merito al trasporto in emergenze, dice con chiarezza  che l’elisoccorso è un mezzo integrativo e non sostitutivo all’ambulanza e all’auto medica. Di notte l’elicottero atterra nelle piazzole, quindi inevitabilmente si allungano i tempi di interventi sui pazienti . La chiusura dei punti nascita nelle zone montane è molto sentito, ma la politica in questi anni si è dimenticata di noi , privando l’Appennino della possibilità di essere un luogo dove nascere e quindi vivere".
E ha aggiunto: “Vorrei chiedere a chi deve difendere e preservare il nostro territorio se dobbiamo aspettare che succeda l’inevitabile  perché qualcuno faccia qualcosa". 





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