Tre
attività sospese, sequestro di 500 chilogrammi di materie prime
impiegate nella realizzazione mozzarelle, formaggi e yogurt, 10
sanzioni amministrative e 6 aziende segnalate alle competenti
A.U.S.L. è il bilancio di tre mesi di attività di controllo sui
centri caseari attuato dal Nas, il cui comando informa:
Nel primo trimestre del 2017, i carabinieri del NAS di Bologna
hanno intensificato l’attività di controllo e vigilanza presso la
filiera produttiva del settore lattiero-caseario, nelle provincie di Bologna, Ferrara, Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena.
Nel corso delle attività ispettive, che hanno interessato oltre 40
aziende operanti nel settore, sono stati perseguiti importanti risultati
volti alla tutela del consumatore.
Nello specifico a seguito dei controlli che hanno
interessato aziende operanti nella produzione e commercializzazione di latte, latticini, formaggi e
derivati del latte destinati anche al settore
dolciario, è stato possibile riscontrare numerose
rregolarità, alcune anche gravi che hanno portato a:
• 3 sospensioni di attività del valore complessivo
di 8.000.000 di euro (1 in provincia di Ravenna;
1 in provincia di Forlì-Cesena; 1 in provi ncia di Rimini) ;
• sequestro di circa 500 kg di materie prime, starter di
attivazione di fermentazione, fermenti lattici ed altri
additivi, aventi scadenza superata anche da molti anni,
del valore di circa 50.000 €, destinati ad essere impiegati
nella realizzazione di decine di tonnellate di mozzarelle, formaggi e yogurt;
• 10 sanzioni amministrative elevate per un importo
complessivo di 17.000 €;
• 6 aziende segnalate alle competenti A.U.S.L. In particolare: • in 3 caseifici della Romagna, si poteva ravvisare la
consuetudine di stampare in etichetta dei formaggi
freschi, sempre la massima durata di scadenza oscillante
tra i 15 ed i 25 giorni, a prescindere dal fatto che le
referenze venissero immesse in commercio appena
prodotte o nell’ultimo giorno utile prima della
loro reale scadenza;
presso uno stabilimento del Forlivese veniva utilizzato
per la produzione di formaggi un edificio in fase di
realizzazione per l’ampliamento dell’azienda, privo dei
requisiti igienici e della prevista agibilità. Nel medesimo
stabilimento si individuava e vincolava uno stock di
yogurt alla frutta appena realizzato con confetture già
scadute da tempo;
• nel ravennate, i laboratori di produzione e stoccaggio
dei latticini risultavano versare in condizioni igienico-
sanitarie e strutturali critiche, con celle frigo vetuste e
invase dai muffe, oltre a intonaci cadenti dai soffitti
proprio sopra i formaggi freschi in attesa di confezionamento;
• in un caseificio del bolognese, oltre a ravvisare pesanti
criticità strutturali delle barriere che dovrebbero impedire
l’accesso di insetti ed infestanti nello stabilimento,
si ravvisava la consuetudine dei casari, a fumare e gettare
i mozziconi di sigarette nei laboratori di produzione e nelle
sale di stagionatura dei formaggi;
• in un azienda del riminese, vigeva l’abitudine, in assenza
di idonea procedura o metodica certificata e testata, di
riabilitare e procrastinare metodicamente le scadenze dei
propri prodotti e delle materie prime, dopo l’avvenuta
superata scadenza imposta all’origine.
Analogo monitoraggio è stato effettuato anche nell’estate
dello scorso anno, a seguito del quale presso aziende
casearie del bolognese, veniva riscontrata la realizzazione
di latticini freschi previo utilizzo di fermenti lattici già
scaduti. In quella occasione vennero sottoposti a sequestro
circa 11 tonnellate di formaggio fresco, oltre a circa 900
litri di latte già additivato con fermenti scaduti, per un
valore complessivo superiore a 100.000 Euro.
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