domenica 18 gennaio 2015

BRUNELLO CUCINELLI 1 : IL CAPITALISMO CHE AMO



L'angolo di Marco Leoni 











               “ IL DENARO RIVESTE UN VERO VALORE            
                           SOLO QUANDO E’ SPESO PER MIGLIORARE
                                            L’ESISTENZA E LA CRESCITA DELL’UOMO “

Chi mi conosce sa che ho dedicato una parte importante della vita al commercio dell’abbigliamento maschile.
Un lavoro che ho molto amato e fatto con tanta passione.
Una passione che mi ha sempre tenuto lontano dalle logiche consumistiche e che mi ha spinto a ricercare nel prodotto le caratteristiche storiche, culturali, emozionali e di qualità sia della confezione che del tessuto e che solo la nostra tradizione italiana era ed è in grado di garantire.
Difensore maniacale del Made in Italy (o forse meglio del fatto in Italia), del capo di abbigliamento che acquista fascino col tempo e che solo un prodotto con un forte contenuto di artigianalità può possedere.
 Ne erano un esempio significativo i capi country dell’ Antica Sartoria di Maremma.
Un atteggiamento questo che mi portava ad acquistare per il negozio solo le collezioni che mi piacevano veramente, che mi davano emozioni, che avevano contenuti evocativi tali da fare sognare, in seguito, anche il consumatore.
Capi che possedevano una storia, in grado di poter raccontare un passato ma con la capacità di fare immaginare anche un futuro.
Se emozionavano me, pensavo, sicuramente sarei stato in grado di comunicare all’utilizzatore finale la stessa sensazione sia con la presentazione dei capi nelle vetrine che nel momento della vendita in cui mi era possibile descriverne tutti i particolari, diventando prima consulente, poi venditore.

La mia è stata una continua ricerca di uno stile riconoscibile, duraturo, che mi accompagnasse negli anni e che facesse diventare il negozio un punto di riferimento per coloro che condividevano, con me, questa filosofia.
Il  genere modaiolo che ricerca costantemente la novità come suo prevalente valore costitutivo non mi è mai interessato, quello che esercitava su di me invece un forte fascino erano i capi che possedevano uno stile in grado di reggere con signorilità il passare del tempo.
Una filosofia che alla fine è stata premiata, anche se devo riconoscere che non è stato sempre facile e gli inevitabili errori li ho sempre pagati di persona.

Nell’ambiente, molti rappresentanti, per “sfottermi”, mi chiamavano simpaticamente Il poeta dell’abbigliamento, perché piuttosto che pensare al business facevo, a sentir loro, appunto della “poesia”.
In effetti devo riconoscere che economicamente non sempre questa scelta è stata premiata, ma l’esperienza è stata comunque bellissima e le soddisfazioni  morali hanno relegato tutto il resto in secondo piano.

Il fascino che va oltre il tempo, una morbida architettura per il corpo

Questo mio particolare rapporto con il vestire parte da molto lontano, quando nel periodo dell’infanzia e dell’adolescenza frequentavo abitualmente la sartoria di mio padre che trasformavo costantemente in sala giochi.
Le mazzette dei tessuti, i cotoni, le lane, le forbici, gli aghi, i gessi rappresentavano oggetti di divertimento e mentre giocavo, imparavo.
Ricordo con piacere il tempo trascorso con le “lavoranti”, ragazze nel pieno della giovinezza che avevano al massimo dieci anni più di me e che l’ago e il filo donava loro un fascino particolare, che io chiamavo le “sartine”.

Per un bambino era sicuramente l’ambiente ideale in cui crescere.

Vedere trasformare una pezza di tessuto in un abito era per me qualcosa di magico ed evidentemente questa bella sensazione me la sono portata dentro anche in età adulta.
 Vedevo nell’abito non un qualcosa che deve semplicemente coprire, ma una vera e propria Architettura per il corpo umano.

Poi i tempi sono cambiati e con il diffondersi nel mercato del prodotto confezionato
Il mestiere del sarto è entrato in crisi.
A quel punto mio padre decise, fortunatamente, di affiancare alla sartoria anche la vendita del prodotto confezionato fino ad abbandonarla definitivamente, con molta sofferenza da parte sua, negli anni ’70.

Da allora parte la mia avventura e inizia la mia ricerca fra i vari produttori di moda maschile italiani.
Comincia così la mia assidua frequentazione al Pitti Uomo di Firenze, il più importante salone internazionale dei principali produttori di collezioni maschili.
Ho avuto il piacere di vedere, in un arco di quasi 40 anni, come sia cambiato il costume in Italia ed è stato proprio negli ultimi tempi che ho avuto l’opportunità di ammirare le collezioni di Brunello Cucinelli.
Fedele al gusto e al miglior stile italiano sapeva cogliere le novità del tempo senza stravolgere i suoi “manufatti”( come è solito definirli ), ma creando capi capaci di avvolgere il corpo con linee asciutte ma sempre molto eleganti.
Uno stile che mi affascinava e che era per me fonte di ispirazione, in quanto non mi era possibile acquistare i suoi prodotti, perché il mio negozio non se li poteva permettere visto il mercato in cui operava.

Conoscevo i suoi prodotti, ma confesso la mia ignoranza, non conoscevo la cosa più importante: L’UOMO BRUNELLO CUCINELLI.
Ho dovuto cessare l’attività perché mi fosse data la possibilità di conoscerlo, anche se solo virtualmente, ma in modo approfondito.
UNA  FOLGORAZIONE !!!  Un personaggio straordinario che mi ha letteralmente affascinato e che cercherò di presentarvi in una serie di appuntamenti.
Sono molto felice di iniziare con Lui questo 2015 e se mi seguirete scoprirete il perché.

Cominciamo con la visione di questi due video. Semplicemente un aperitivo.



Continua… Prossimo appuntamento domenica 1 febbraio 2015

2 commenti:

Anonimo ha detto...

I soldi sono buoni solo in mano a chi lavora, in mano alla finanza bancaria sono un’arma di distruzione di massa. Mi raccomando, continuate a votare i politici (bolognesi e toscani) che hanno svenduto la sovranità monetaria!

Anonimo ha detto...

Nessun capitalismo può essere AMATO, se non per DECRETO..il governo Renzi sta per cancellare con decreto d'emergenza le banche popolari e cooperative, (quale sarebbe l'emergenza?) così che possano essere assorbite dal grande capitale. Fantastico il governo in assoluto più servo dei banchieri, di estrema destra che più destra non si può, (neanche i fascisti sono stati così distruttivi) dal PD nessuna speranza, troppo impegnati a consegnare l'Italia a stranieri di ogni tipo. Contro il PD=partitodidestra dissolutori d'Italia, NAZIONALIZZIAMO TUTTO ANCHE LE BANCHE.