L'angolo di Marco Leoni
“ IL DENARO RIVESTE UN VERO VALORE
SOLO QUANDO E’ SPESO
PER MIGLIORARE
L’ESISTENZA
E LA CRESCITA DELL’UOMO “
Chi
mi conosce sa che ho dedicato una parte importante della vita al commercio
dell’abbigliamento maschile.
Un
lavoro che ho molto amato e fatto con tanta passione.
Una
passione che mi ha sempre tenuto lontano dalle logiche consumistiche e che mi
ha spinto a ricercare nel prodotto le caratteristiche storiche, culturali, emozionali e di qualità sia della confezione che del tessuto e che solo la
nostra tradizione italiana era ed è in grado di garantire.
Difensore
maniacale del Made in Italy (o forse meglio del fatto in Italia), del capo di
abbigliamento che acquista fascino col tempo e che solo un prodotto con un
forte contenuto di artigianalità può possedere.
Ne erano un esempio significativo i capi
country dell’ Antica Sartoria di Maremma.
Un
atteggiamento questo che mi portava ad acquistare per il negozio solo le
collezioni che mi piacevano veramente, che mi davano emozioni, che avevano
contenuti evocativi tali da fare sognare, in seguito, anche il consumatore.
Capi
che possedevano una storia, in grado di poter raccontare un passato ma con la
capacità di fare immaginare anche un futuro.
Se
emozionavano me, pensavo, sicuramente sarei stato in grado di comunicare
all’utilizzatore finale la stessa sensazione sia con la presentazione dei capi
nelle vetrine che nel momento della vendita in cui mi era possibile descriverne
tutti i particolari, diventando prima consulente, poi venditore.
La
mia è stata una continua ricerca di uno stile riconoscibile, duraturo, che mi
accompagnasse negli anni e che facesse diventare il negozio un punto di
riferimento per coloro che condividevano, con me, questa filosofia.
Il genere modaiolo che ricerca costantemente la
novità come suo prevalente valore costitutivo non mi è mai interessato, quello
che esercitava su di me invece un forte fascino erano i capi che possedevano
uno stile in grado di reggere con signorilità il passare del tempo.
Una
filosofia che alla fine è stata premiata, anche se devo riconoscere che non è
stato sempre facile e gli inevitabili errori li ho sempre pagati di persona.
Nell’ambiente,
molti rappresentanti, per “sfottermi”, mi chiamavano simpaticamente Il poeta
dell’abbigliamento, perché piuttosto che pensare al business facevo, a sentir
loro, appunto della “poesia”.
In
effetti devo riconoscere che economicamente non sempre questa scelta è stata premiata,
ma l’esperienza è stata comunque bellissima e le soddisfazioni morali hanno relegato tutto il resto in secondo
piano.
Il
fascino che va oltre il tempo, una morbida architettura per il corpo
Questo
mio particolare rapporto con il vestire parte da molto lontano, quando nel
periodo dell’infanzia e dell’adolescenza frequentavo abitualmente la sartoria
di mio padre che trasformavo costantemente in sala giochi.
Le
mazzette dei tessuti, i cotoni, le lane, le forbici, gli aghi, i gessi
rappresentavano oggetti
di divertimento e mentre giocavo, imparavo.
Ricordo
con piacere il tempo trascorso con le “lavoranti”, ragazze nel pieno della
giovinezza che avevano al massimo dieci anni più di me e che l’ago e il filo
donava loro un fascino particolare, che io chiamavo le “sartine”.
Per
un bambino era sicuramente l’ambiente ideale in cui crescere.
Vedere
trasformare una pezza di tessuto in un abito era per me qualcosa di magico ed
evidentemente questa bella sensazione me la sono portata dentro anche in età
adulta.
Vedevo nell’abito non un qualcosa che deve
semplicemente coprire, ma una vera
e propria Architettura per il corpo
umano.
Poi
i tempi sono cambiati e con il diffondersi nel mercato del prodotto
confezionato
Il
mestiere del sarto è entrato in crisi.
A quel punto mio padre decise, fortunatamente,
di affiancare alla sartoria anche la vendita del prodotto confezionato fino ad
abbandonarla definitivamente, con molta sofferenza da parte sua, negli anni
’70.
Da
allora parte la mia avventura e inizia la mia ricerca fra i vari produttori di
moda maschile italiani.
Comincia
così la mia assidua frequentazione al Pitti Uomo di Firenze, il più importante
salone internazionale dei principali produttori di collezioni maschili.
Ho
avuto il piacere di vedere, in un arco di quasi 40 anni, come sia cambiato il
costume in Italia ed è stato proprio negli ultimi tempi che ho avuto
l’opportunità di ammirare le collezioni di Brunello Cucinelli.
Fedele
al gusto e al miglior stile italiano sapeva cogliere le novità del tempo senza
stravolgere i suoi “manufatti”( come è solito definirli ), ma creando capi
capaci di avvolgere il corpo con linee asciutte ma sempre molto eleganti.
Uno
stile che mi affascinava e che era per me fonte di ispirazione, in quanto non
mi era possibile acquistare i suoi prodotti, perché il mio negozio non se li
poteva permettere visto il mercato in cui operava.
Conoscevo
i suoi prodotti, ma confesso la mia ignoranza, non conoscevo la cosa più
importante: L’UOMO BRUNELLO CUCINELLI.
Ho
dovuto cessare l’attività perché mi fosse data la possibilità di conoscerlo, anche
se solo virtualmente, ma in modo approfondito.
UNA
FOLGORAZIONE !!!
Un personaggio straordinario che mi ha letteralmente affascinato e che
cercherò di presentarvi in una serie di appuntamenti.
Sono
molto felice di iniziare con Lui questo 2015 e se mi seguirete scoprirete il
perché.
Cominciamo
con la visione di questi due video. Semplicemente un aperitivo.
Continua…
Prossimo appuntamento domenica 1 febbraio 2015
I soldi sono buoni solo in mano a chi lavora, in mano alla finanza bancaria sono un’arma di distruzione di massa. Mi raccomando, continuate a votare i politici (bolognesi e toscani) che hanno svenduto la sovranità monetaria!
RispondiEliminaNessun capitalismo può essere AMATO, se non per DECRETO..il governo Renzi sta per cancellare con decreto d'emergenza le banche popolari e cooperative, (quale sarebbe l'emergenza?) così che possano essere assorbite dal grande capitale. Fantastico il governo in assoluto più servo dei banchieri, di estrema destra che più destra non si può, (neanche i fascisti sono stati così distruttivi) dal PD nessuna speranza, troppo impegnati a consegnare l'Italia a stranieri di ogni tipo. Contro il PD=partitodidestra dissolutori d'Italia, NAZIONALIZZIAMO TUTTO ANCHE LE BANCHE.
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