Operazione
da ‘aquile’, come qualcuno ha voluto chiamarla, quella compiuta oggi dall’ispettore della
Forestale Cesareo Memmo e dall’agente Alessandro Di Candia.
I due
forestali hanno infatti portato in salvo un bassotto da caccia, rimasto intrappolato sulla parete rocciosa di
Montovolo con una rischiosa arrampicata in parete per raggiungere l’animale. Lo
hanno guidato fino a raggiungere il piano, riuscendo a portare a termine un
intervento che l’elicottero non era riuscito a compiere per la pericolosità che
comportava l’avvicinamento delle pale alla parete rocciosa.
Il cane bassotto
aveva partecipato a una battuta di caccia al cinghiale domenica scorsa e si era
perso. Le ricerche sono subito iniziate nel pomeriggio e hanno portato a
individuare l’animale su uno sperone di rocciosa. Il piccolo meticcio nella
corsa di battuta aveva evidentemente ecceduto nello slancio finendo nel vuoto.
Se fosse caduto in fondo al precipizio gli sarebbe probabilmente costato la
vita, ma si è fermato su una sporgenza non riuscendo però più a risalire e
neppure a scendere.
Era quindi
condannato alla morte per stenti.
Con la
Forestale è intervenuta Enpa e per ben due giorni i componenti della squadra di
salvataggio hanno tentato in tutti i modi di far uscire l’animale da quella
posizione impossibile, anche con l’intervento dell’elicottero con il quale ci si
voleva avvicinare al pianerottolo dove il piccolo cane era fermo in attesa di un
aiuto.
Dopo due
giorni di inutili tentativi, i due forestali hanno preso come si suol dire il ‘toro
per le corna’ facendo sfoggio delle loro abilità di arrampicatori, per la fortuna
del bassotto, che ha così potuto ricongiungersi ai padroni e ai ‘colleghi’ di
battuta al cinghiale.
1 commento:
Bravi!! Che bello poter contare su gente cosi'!
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