domenica 19 ottobre 2014

Lo stato di salute delle briglie sul Limentra nel tratto del bacino di Suviana


Di Vitaliano Violi

Ho già scritto in passato sulle briglie del Limentra nel tratto a valle del bacino di Suviana, denunciando la precarietà in cui si trovavano.

Vediamo la situazione aggiornata  relativamente ai tre manufatti principali.



La briglia di Lodio a inizio anno 2013 si è sifonata. Poi in primavera 2014 si è spezzata ed ora lo spezzone del lato versante di Camugnano si è adagiato sul greto del torrente.
Per i lavori di ripristino di questa briglia la Regione con sollecitudine, nel maggio 2013 quando era solo sifonata,  aveva stanziato 560.000,00 € , ma i lavori non sono partiti.



Al proprietario del terreno che fiancheggia ciò che resta della briglia è stato detto recentemente  dal Comune di Castel di Casio che i lavori per il ripristino della briglia sarebbero iniziati in ottobre. A giovedì 9 ottobre nulla si è visto. Trovo comunque strano che si dia inizio a questi lavori in ottobre, non è certo il periodo più indicato.





Le altre due briglie sono quelle di Molino Rizzoni. Ne 2012 entrambe erano già messe male. Feci segnalazione del loro stato agli enti preposti documentando il tutto con foto, ma nulla si è mosso. A fianco della briglia posta a monte di Molino Rizzoni nel frattempo è stata realizzata una centralina idroelettrica con presa sopra alla briglia e uscita subito sotto.


Nell’ambito di questi 
lavori la briglia ha subito un buon restauro (pagato da chi? Si spera dei proprietari della centralina).




La briglia posta a valle di Molino Rizzoni è in uno stato pietoso ed è concreto il  rischio che le piene invernali e primaverili la danneggino in modo grave e tale da far poi lievitare a dismisura i costi del suo ripristino. Confrontando le foto del 2012 con quelle del 2014 si può notare l’aumento dei danni.


E’ inaccettabile che si dorma  su queste cose. Nel 2010 sarebbe bastata una carriola di cemento per ripararla. I costi di questi ripristini li paghiamo tutti noi con le tasse.
Non vorrei che anche questa briglia a forza di aspettare i comodi e i tempi biblici della burocrazia facesse la fine di quella di Lodio.



A breve farò una nuova segnalazione alla Bonifica Renana e al Servizio tecnico di bacino Reno.








9 commenti:

Anonimo ha detto...

E' triste che sia un privato cittadino (anche se forse piu' direttamente interessato dai problemi) da solo a dover insistere per risolvere problemi pubblici. Cosa fanno i responsabili non si sa!

Cesare Zecca ha detto...

Una delle cose più importanti ed ecologiche del pareggio di bilancio (in realtà dovrebbe essere un attivo di bilancio visto che dobbiamo toglierci la zavorra del debito) è che obbliga a scegliere.

Le opere sul territorio soffrono di mancanza di manutenzione.
D'altra parte classe dirigente e popolo si sdilinquiscono giulivamente per ogni notizia di grandi opere, cori di hurrah! ad ogni notizia di nuove strade, bretelle, mutandazze, di casello sottocasamia, nuovo stadio con lottizzazione del calcio, di fico, di outlet etc

Questa insensatezza antipolitica democratica viene incoronata dalla nuova, ultima, peggiore azione di governo.

4000 milioni di euro per grandi opere
110 milioni per la difesa idrogeologica

Un rapporto quasi di 40 ad 1.
Veramente geniale.
Ecco il decreto SbloccaFranaItalia.
Il fare, la crescita, le riforme...
E giù applausi, ovazioni.


Idioti che hanno le scarpe aperte e le croste di _erda sulle mutande coi buchi e dissipano i loro averi per i gemelli in platino o mangiare caviale con le mani lerce e nel piatto di plastica.

Intanto l'Italia frana e Vitaliano Violi lo documenta in modo eccellente. Grazie!

Pero ciavremo il pipolmuver e la porrettana pseudoveloce in cui giocarci a pallone, i parcheggi nel fiume, i ponti chiusi e i resistenti ecocivici valsusini finiscono in carcere per opporsi alla Grande Distruzione Dissipatoria, Parassitaria.

Anonimo ha detto...

Caro Zecca, sono d'accordo con lei su quasi tutto, ma perche' mi cade sui valsusini violenti? Se menano, se danneggiano, il carcere e' esattamente il posto che meritano. Chiunque li puo' raggiungere, con gli stessi meriti... spero non lei. Cordiali saluti.

Anonimo ha detto...

Lo stato delle briglie sul Limentra è all'attenzione degli enti competenti.
Semplicemente, come nel caso di quella dell'Odio, a volte non sono più funzionali agli scopi per cui sono state realizzate e il fatto che si disgreghino per l'azione del fiume diminuisce il lavoro successivo per trasformarli in più idonee rampe di massi.

Cesare Zecca ha detto...

Perché
A - i resistenti valsusini hanno diritto di decidere cosa succede e non succede a casa loro, visto che essi sono i primi a subirne le conseguenze;
B - perché è stato dimostrato da essi in modo rigoroso, scientifico, dettagliato, sul piano marco e micro economico, trasportistico, ingegneristico, strategico, politico l'insensatezza del TAV in quella valle in queste condizioni.
Tali conclusioni sono state avvalorate e confermate sia da essi da numerosi altri enti, a partire delle Corti dei Conti italiana e francese, università, specialisti, esperti etc.

Quella opera (che è ancora poco rispetto alla nefandezza del TAV Brennero, almeno tre volte peggio per ordini di grandezza) prima di tutto è un'opera di edilizia che non c'entra nulla con l'economia ferroviaria, metalmeccanica ed elettrotecnica. Secondo è proprio ciò che distrae risorse ancor più preziose a manutenzione, potenziamento e ampliamento del sistema ferroviario.

Essi quindi si battono con energia
I - a ragion veduta, argomentata e dimostrata;
II - contro questo sistema che è un sistema e distruttivo e dissipativo con la dinamica di un tumore (la dinamica dei sistemi crescitisti);
III - a casa loro contro uno stato criminale e criminogeno che risponde alle indicazioni delle varie cooperative interessate ai 24 miliardi di euro di lavoro, proprio quella ideologia del fare disastri di cui l'Italia non ha alcun bisogno e ai vari speculatori ideologici ed elettorali saprofiti di questa opera (in primis il partito portavoce delle cooperative edilizie, il PD);
IV - per un'etica della politica (fare cose utili, benefiche e sostenibili);
V - per una morale della democrazia che è la morale che limita l'agire politico a scelte ed azioni le cui conseguenze possono cadere solo sugli attori e che non possono cadere su altri;
VI – per un esercizio del potere (sarebbe politica e non la manigolda e cialtronesca antipolitica attuale) che non sia religione progressista, economicista, crescitista (e altra sfilza lunga così di ismi e neoreligioni varie) ma sia ecologica, razionale e quindi argomentata e non prevaricazione brutale (imposta dall'esterno).

Ecco perché la resistenza ecocivica in Val di Susa è tanto importante quanto virtuosa.


Resistenza contro le dissipazioni a scapito delle manutenzioni. Anche questo.

Gradisce una piccola (rispetto alla sterminata disponibile) documentazione rispetto alle mie osservazioni?

Cesare Zecca ha detto...

> come nel caso di quella dell'Odio, a volte non sono più funzionali agli scopi per cui sono state realizzate

Considerato che
1 - la geologia è la stessa
2 - i cambiamenti climatici hanno peggiorati modulo e frequenza delle piene "importanti"

ciò non è ragionevole.
O sbagliarono i geologi di un tempo o c'è qualcosa che non va nella mancata manutenzione e nel deperimento di quelle opere fino al loro collasso funzionale ben documentato dalle foto.

Anonimo ha detto...

La geologia c'entra il giusto, stiamo parlando di corsi d'acqua, non di frane.
Sono cambiate le condizioni climatiche, le conoscenze tecniche, l'approccio agli interventi sui corsi d'acqua; che ora hanno anche finalità naturalistiche e non solo ingegneristiche.
Dire che quando hanno fatto le briglie si sono sbagliati non è corretto, semplicemente si perseguivano scopi non del tutto uguali con mezzi diversi.
Non ci sembrerebbe strano se continuassero a costruire le case come facevano mille anni fa?

Cesare Zecca ha detto...

Grazie per la precisazione.
La costruzione di briglie permise di fermare interi versanti in dissenso proprio agendo dall'erosione delle loro basi/piedi diminuendo la velocità di scorrimento e l'approfondimento dell'alveo.
Ora questo non vale più?

Tutto la sponda destra della basse valle del Limentra è di argille e con zone estese in dissesto che si erano almeno un po' fermate, come del resto vari calanchi lungo la valle del Reno, in parte rimboschitisi (dalla base) proprio perché era stata eliminata l'erosione fluviale alla loro base e quindi il processo erosivo complessivo.

Ci sono zone in cui il fiume, in seguito alle piene degli ultimi due anni, ha avuto libertà di erosione in rive senza alcune difesa (ad esempio in sponda destra a valle di Pioppe) ha avviato o riavviato importanti dissesti.

La mancata manutenzione delle briglie mi preoccupa.

pellone72 ha detto...

Ci vuole poco a capire che se le briglie cadono in livello del fiume cala dell altezza della briglia erodendo le sponte e causando frane. Non a caso dopo la ruttura della briglia di lodio la stada che passa a qualce centinaia di metri si e mossa rischiando di isolare suviana e castel di casio.....non sono un geologo ma capire che 1 piu 1 fa 2 non seve una laurea.....poi si parla di difesa idreogeologica del territorio....dice bene il Sig Violi con una Cariola di cemento e poche giornate di lavoro si potevano risparmiare un mucchio di euro e non doverci poi speriamo di no lamentarci di danni molto piu ingenti.....