Domani, mercoledì
7 giugno, nella Sala Luca Savonuzzi di Palazzo d'Accursio a Bologna verranno illustrati
i risultati di una ricerca statistica su ‘ Misure
per il riassorbimento della disoccupazione tramite la promozione di contratti
di solidarietà espansiva’, svolta in marzo-aprile 2017 su un
campione rappresentativo dei dipendenti a tempo indeterminato della regione
Emilia - Romagna a cura dello studio MV di Modena (Demetra).
Aggiungi didascalia |
Nell’annuncio della presentazione si legge:
L’Associazione l’Altra Emilia-Romagna ha inteso conoscere l’opinione e la
valutazione dei lavoratori dipendenti rispetto al progetto di legge di
iniziativa del consigliere Piergiovanni Alleva finalizzato
a creare nuova occupazione per i giovani ed i disoccupati tramite la
promozione della riduzione della giornata lavorativa attraverso i contratti di
solidarietà espansiva.
Nonostante il grande investimento di fondi pubblici (18 miliardi), il Jobs
Act di Renzi non ha prodotto nuova occupazione di qualità e soprattutto non ha
avuto alcun effetto sull'altissima disoccupazione giovanile. Facendo leva su
una legge nazionale già vigente (art. 2 L. n. 863/1974 recentemente
rilanciata dal decreto legislativo n. 148 /2015 articolo 41), la
Regione Emilia - Romagna potrebbe essere invece la prima a dotarsi in Italia di
uno strumento legislativo atto a favorire una rapida ed immediata crescita di
occupazione aumentando al contempo la soddisfazione e la qualità della vita
delle persone che potranno dedicarsi in misura maggiore ai propri interessi
potendo meglio conciliare i tempi lavoro/famiglia.
Il "modulo standard" di nuovo orario di lavoro settimanale
proposto prevede che ognuna delle 4 giornate sia di 7 ore e 30 minuti
ciascuna per un totale di 32 ore a settimana. Questo significa, in termini
puramente aritmetici, la creazione di uno "spazio" orario da riempire
con nuova occupazione pari a circa un quinto del totale, ovvero la creazione,
ogni quattro posti di lavoro oggi esistenti di un quinto posto di lavoro.
Si consideri che in Emilia-Romagna i lavoratori dipendenti sono circa 2
milioni e i disoccupati circa 160.000, il che significa che l'effetto
occupazionale della ipotizzata riduzione di orario sarebbe più che doppio della
disoccupazione esistente (1/5 di 2.000.000 = 400.000) e dunque capace di
assorbirla interamente anche ammettendo come logico, che per cause varie, solo
la metà o il 40% di questo effetto occupazionale si produca realmente
La Regione potrà garantire con un piccolo sforzo
finanziario, e nei modi che saranno illustrati in conferenza stampa, la
compensazione almeno parziale del “sacrificio” retributivo dei lavoratori che
accettano (la misura è totalmente volontaria e gestita tramite
la contrattazione di secondo livello) la riduzione a part-time del
loro rapporto.
.
Ai lavoratori - segmentati per età, sesso, reddito, mansione, titolo di
studio - è stato chiesto il gradimento rispetto alla riduzione della settimana
lavorativa proposta e l'impatto che una giornata libera in più avrebbe sulla
gestione della quotidianità e sulla qualità della vita.
La maggioranza (55%), soprattutto giovane e laureata, si mostra favorevole
alla possibilità di poter beneficiare di quattro giornate libere in più al mese e il 73%
giudica molto positivo l'effetto che avrebbe sull'occupazione in generale
mentre il 71% riterrebbe vantaggioso l'impatto sulla propria vita di una
giornata libera in più a settimana. I contrari alla proposta motivano il loro
sfavore soprattutto in base al fatto che il pur piccolo (8% sulla busta
paga) sacrificio economico richiesto è impossibile da sostenere a fronte di
stipendi troppo bassi all'origine.
Parteciperanno alla conferenza:
Piergiovanni Alleva consigliere regionale l'Altra Emilia
- Romagna
Federico Martelloni consigliere comunale di
Coalizione Civica Bologna
Vittorio Martinelli studio MV responsabile della
ricerca
Cristina Quintavalla portavoce l'Altra Emilia -
Romagna
Nessun commento:
Posta un commento