martedì 6 giugno 2017

Misure per il riassorbimento della disoccupazione tramite la promozione di contratti di solidarietà espansiva’.



Domani, mercoledì 7 giugno, nella Sala Luca Savonuzzi di Palazzo d'Accursio a Bologna verranno illustrati i risultati di   una  ricerca statistica su ‘ Misure per il riassorbimento della disoccupazione tramite la promozione di contratti di solidarietà espansiva’, svolta in marzo-aprile 2017 su un campione rappresentativo dei dipendenti a tempo indeterminato della regione Emilia - Romagna a cura dello studio MV di Modena (Demetra). 

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Nell’annuncio della presentazione si legge:

L’Associazione l’Altra Emilia-Romagna ha inteso conoscere l’opinione e la valutazione dei lavoratori dipendenti rispetto al progetto di legge di iniziativa del consigliere Piergiovanni Alleva finalizzato a creare nuova occupazione per i giovani ed i disoccupati tramite la promozione della riduzione della giornata lavorativa attraverso i contratti di solidarietà espansiva.
Nonostante il grande investimento di fondi pubblici (18 miliardi), il Jobs Act di Renzi non ha prodotto nuova occupazione di qualità e soprattutto non ha avuto alcun effetto sull'altissima disoccupazione giovanile. Facendo leva su  una legge nazionale già vigente (art. 2 L. n. 863/1974 recentemente rilanciata dal decreto legislativo n. 148 /2015 articolo 41), la Regione Emilia - Romagna potrebbe essere invece la prima a dotarsi in Italia di uno strumento legislativo atto a favorire una rapida ed immediata crescita di occupazione aumentando al contempo la soddisfazione e la qualità della vita delle persone che potranno dedicarsi in misura maggiore ai propri interessi potendo meglio conciliare i tempi lavoro/famiglia.
Il "modulo standard" di nuovo orario di lavoro settimanale  proposto prevede che ognuna delle 4 giornate sia di 7 ore e 30 minuti ciascuna per un totale di 32 ore a settimana. Questo significa, in termini puramente aritmetici, la creazione di uno "spazio" orario da riempire con nuova occupazione pari a circa un quinto del totale, ovvero la creazione, ogni quattro posti di lavoro oggi esistenti di un quinto posto di lavoro.
Si consideri che in Emilia-Romagna i lavoratori dipendenti sono circa 2 milioni e i disoccupati circa 160.000, il che significa che l'effetto occupazionale della ipotizzata riduzione di orario sarebbe più che doppio della disoccupazione esistente (1/5 di 2.000.000 = 400.000) e dunque capace di assorbirla interamente anche ammettendo come logico, che per cause varie, solo la metà o il 40% di questo effetto occupazionale si produca realmente
La Regione potrà garantire con  un piccolo sforzo finanziario, e nei modi che saranno illustrati in conferenza stampa, la compensazione almeno parziale del “sacrificio” retributivo dei lavoratori che accettano (la misura è totalmente volontaria e gestita tramite la contrattazione di secondo livello) la riduzione a part-time del loro rapporto.
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Ai lavoratori - segmentati per età, sesso, reddito, mansione, titolo di studio - è stato chiesto il gradimento rispetto alla riduzione della settimana lavorativa proposta e l'impatto che una giornata libera in più avrebbe sulla gestione della quotidianità e sulla qualità della vita.

La maggioranza (55%), soprattutto giovane e laureata, si mostra favorevole alla possibilità di poter beneficiare di quattro giornate libere in più al mese e il 73% giudica molto positivo l'effetto che avrebbe sull'occupazione in generale mentre il 71% riterrebbe vantaggioso l'impatto sulla propria vita di una giornata libera in più a settimana. I contrari alla proposta motivano il loro sfavore soprattutto in base al fatto che  il pur piccolo (8% sulla busta paga) sacrificio economico richiesto è impossibile da sostenere a fronte di stipendi troppo bassi all'origine. 


Parteciperanno alla conferenza:

Piergiovanni Alleva consigliere regionale l'Altra Emilia - Romagna
Federico Martelloni  consigliere comunale di Coalizione Civica Bologna 
Vittorio Martinelli   studio MV responsabile della ricerca 
Cristina Quintavalla portavoce l'Altra Emilia - Romagna 

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