L’Unione
dell’Appennino bolognese informa:
Il
nostro ente ha avviato una serie
di incontri con le associazioni di categoria del settore agricolo per
individuare un percorso che porti il territorio a candidarsi come
biodistretto, cioè un’area in cui la valorizzazione dei prodotti
biologici si coniughi indissolubilmente con la promozione del
territorio e delle sue peculiarità.
Si
tratterebbe del primo biodistretto dell’Emilia-Romagna, visto
che in questo momento in Italia ci sono 13 biodistretti in Campania,
Calabria, Lazio, Toscana, Liguria, Lombardia, Piemonte, Marche,
Basilicata, Trentino Alto Adige.
Per
“biodistretto” si intende un’area che valorizzi l’economia e
le tradizioni locali da una parte attraverso la ricerca di mercati
locali per i produttori, il riconoscimento del valore
dell’agricoltura biologica, l’attivazione di servizi
territoriali, dall’altra, la valorizzazione della sicurezza
alimentare attraverso la conoscenza dei luoghi di produzione del cibo
e dei processi di produzione. Ovviamente un biodistretto ha anche una
favorevole ricaduta turistica.
Uno
dei primi passaggi obbligati per raggiungere questo obiettivo è
quindi favorire la crescita dell’agricoltura biologica. Da questo
punto di vista i comuni dell’Unione dell’Appennino partono da una
situazione vantaggiosa, visto che già oggi la gran parte dei
produttori si è convertita all’agricoltura biologica. Si tratta
però di favorire il graduale passaggio al biologico di tutte le
aziende del territorio. Tale passaggio non è banale, perché gli
investimenti necessari a produrre secondo i canoni dell’agricoltura
biologica non sono irrisori e prevedono di introdurre innovazioni nei
cicli produttivi, nelle infrastrutture e persino nelle abitudini di
agricoltori e allevatori.
“Crediamo
molto nel biodistretto – commenta il presidente dell’Unione
Romano Franchi – perché crediamo possa portare diversi
vantaggi a un territorio come il nostro. I nostri produttori non
possono competere sul mercato attuale sul fronte della quantità,
dove ci sono multinazionali che raggiungono facilmente la grande
distribuzione. Possono però competere sulla qualità, sulle esigenze
di consumatori attenti alla sicurezza alimentare e alla tracciabilità
della filiera.”
3 commenti:
solite chiacchere.
i parititci facciano pubblicare le notizie sul consuntivo non sul libro dei desideri.
Bravo Romano.
Senza dubbio un Sindaco capace, ma anche certamente una persona che ama il nostro territorio.
Un territorio che oggi consente questi progetti solo perche faticosamente salvato dai disastrosi inceneritori, dalle trivellazioni petrolifere e da altre sciagure ambientali tentate negli anni recenti dal PD.
" Dal produttore al consumatore " fino a qualche anno fa questo era lo slogan per indurre la gente a rifornirsi di frutta e verdura dalla piccola produzione a conduzione famigliare. Ora io ho fatto esperienza diretta di un produttore di prodotti orticoli che vendeva come biologici, finchè non ci si è accorti, con enorme raccapriccio, che innaffiava l'orto con l'acqua............ della fossa biologica, ACQUE NERE !!!!!!!!!! Sveglia, gente !!! La grande distribuzione è controllata dai NAS, ma l'umarel con l'orto casalingo no !
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