Si è svolto nel
borgo medievale di Serrucce di Ripoli un workshop che dal 24 maggio al 4 giugno
ha raccolto giovani architetti da tutto il mondo per progettare e autocostruire
elementi in legno che sono andati ad abbellire uno degli angoli più suggestivi
di San Benedetto Val di Sambro.
L’idea è nata in seguito ai
laboratori partecipati di “Bassa Velocità in Val di Setta”, voluto dall’Unione
dei comuni dell’Appennino bolognese e gestito dalla società Ciclostile per
coinvolgere i cittadini sulle possibilità di rilancio delle aree interessate
dai lavori per la Variante di Valico, progetto che a San Benedetto Val di
Sambro è partito con un po’ di anticipo rispetto agli altri comuni interessati.
Proprio da quegli incontri era nata la necessità, da parte dei cittadini, di
riqualificare il territorio dopo i tanti disagi legati ai lavori: ma se una
vera riqualificazione ha tempi lunghi e necessita ovviamente del coinvolgimento
di più soggetti, alcuni messaggi era possibile cominciare a lanciarli da
subito.
Da qui il coinvolgimento di una
associazione, Camposaz, che ha lanciato un bando per coinvolgere dieci giovani
architetti, designer e ingegneri di tutto il mondo che sono stati ospitati a
Ripoli e dopo tre giorni di progettazione, scoperta, conoscenza reciproca e del
territorio, hanno cominciato a realizzare alcuni “plastici 1:1”, come piace
loro definirli, cioè oggetti architettonici in legno che si amalgamano e
interagiscono con uno dei paesaggi più suggestivi dell’Appennino. L’idea è
stata quella di identificare gli spazi pubblici del piccolo borgo in pietra che
ospitavano antiche fontane, siti nei crocevia dei vicoli, cioè elementi
indispensabili per la quotidianità domestica, e arricchirli con spazi pensati
per la socialità, la sosta, l’incontro, la fruizione del territorio da parte di
residenti e visitatori. Di queste aree è stato insomma sottolineato e promosso
il carattere identitario, per lanciare un messaggio di costruzione di senso che
coinvolgesse la comunità.
“È stato come se
una astronave carica di architetti arrivasse a popolare questo piccolo borgo – racconta
divertita Valeria Zamboni, uno dei progettisti che ha coordinato i
lavori – i cittadini ci hanno accolto letteralmente in casa loro e ci sono
stati molto vicini in questi giorni, anche perché erano stati preparati dal
percorso partecipativo. Una bella esperienza per noi tecnici, abituati ad una
formazione talvolta troppo teorica e poco portata al dialogo e al confronto”.
Un’esperienza formativa anche da
un punto di vista sociale per questi progettisti che hanno convissuto per dieci giorni progettando e vivendo il
contesto che li ha ospitati. Il risultato sono alcuni manufatti in legno
attenti all’ambiente, moderni e che sicuramente hanno arricchito questo borgo
che si appresta ad essere “invaso” soprattutto in occasione di appuntamenti
estivi come quelli previsti per la rassegna
Borghi diVini.
“Il Comune di San Benedetto Val di
Sambro ha deciso di investire in questo progetto – spiega il
sindaco Alessandro Santoni – perché nell’attesa di percorsi di
qualificazione ben più complessi che non dipendono solo da noi, ci è sembrato
opportuno dare un messaggio di vitalità e speranza a tutta la comunità. Anche
con risorse non ingenti ma con tanta buona volontà e creatività, come in questo
caso, si può tornare a promuovere un territori”.
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