di
Maurizio
Di Fazio da Il Fatto Quotidiano
Treni
regionali vecchi, scarsi, in ritardo e malandati. Un servizio locale
lento e poco efficiente, nonostante le tariffe aumentino. A
sostenerlo è Legambiente
che, presentando la campagna Pendolaria
2015, ha stilato
la top 10 delle peggiori linee ferroviarie regionali in Italia. Sono
circa tre milioni
i pendolari, ossia quei cittadini che utilizzano tutti i giorni il
treno per raggiungere il posto di lavoro o di studio. Ma potrebbero
essere molti di più: “La situazione di degrado generale spinge
purtroppo i cittadini all’uso dell’auto
privata, con
aggravio dei costi, del traffico veicolare e dell’inquinamento”,
scrive Legambiente.
Tremila e trecento i treni
attualmente in servizio nelle singole regioni. “I convogli hanno
un’età media pari a 18,6 anni. La regione con la più alta
età media dei treni è l’Abruzzo,
con 28,3 anni, e dove l’84,7 per cento dei mezzi circolanti ha più
di 20 anni”. Le realtà locali devono poi fare i conti con continue
riduzioni di budget: “Dal 2010 a oggi”, continua il rapporto, “si
possono stimare tagli pari al 6,5% nel servizio ferroviario
regionale proprio quando nel momento di crisi è aumentata la domanda
di mobilità alternativa più economica rispetto all’auto. Il
record di aumento del costo dei biglietti si è verificato in
Piemonte, con un +47%”.Ecco la classifica, in ordine decrescente, delle dieci peggiori linee ferroviarie regionali compilata dal rapporto Pendolaria 2015:Roma-Lido di Ostia: è sua la palma del più cattivo tratto pendolare dell’anno. “Il servizio ferroviario di questa linea suburbana gestita da Atac”, dice Legambiente, “risulta totalmente inadeguato per i circa 100mila pendolari quotidiani. Corse che saltano senza che venga fornita un’adeguata informazione, frequenze oltre i 40 minuti, convogli vecchi e sovraffollati spesso privi di aria condizionata, stazioni non presidiate”; Alifana e Circumvesuviana: il dossier segnala “precarietà dei mezzi, assenza di aria condizionata, sediolini e carrozze antiquate e scarso servizio di pulizia”. E la Circumvesuviana è “una delle ferrovie più colpite dai tagli degli ultimi anni, con treni fatiscenti e vagoni stracolmi”; Chiasso-Rho: si tratta di una linea prolungata da Milano a Rho in occasione dell’Expo. “Ci sono quasi 50mila pendolari che lamentano frequenti ritardi e tempi di percorrenza paragonabili a quelli del secolo scorso: per fare 60 chilometri si impiega oltre un’ora e mezza”.
A seguire nella classifica dei peggiori: Verona-Rovigo, Reggio Calabria-Taranto (che collega quaranta centri urbani e turistici); Messina-Catania-Siracusa; Taranto-Potenza-Salerno (“su questa linea di oltre 200 km di fondamentale importanza per i collegamenti interni tra Puglia, Basilicata e Campania, la situazione è ferma a 50 anni fa. E i convogli non raggiungono i 50 km/h di velocità media”); Novara-Varallo (“Addio ai treni lungo questa linea dal settembre 2014″); Orte-Foligno-Fabriano: che ha “pesanti criticità a volte persino a causa delle foglie che creano problemi di aderenza delle ruote del locomotore sulla rotaia”; e infine la Genova-Acqui Terme.
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