martedì 22 settembre 2015

Quattro anni per scoprire i profili molecolari del Parkinson.



Da ASL 

E’ Propag-Ageing, il progetto di ricerca finanziato dalla Commissione Europea e coordinato dall’Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna (ISNB)
4 anni per scoprire i profili molecolari del Parkinson, 6 milioni di euro di finanziamento, 100 ricercatori di 5 Paesi coordinati dall’Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna (ISNB) e, infine, la più ampia banca dati esistente sulla malattia. Sono i numeri di Propag-Ageing, il progetto di ricerca finanziato dalla Commissione Europea e avviato con il kick-off meeting svoltosi ieri e oggi presso la sede dell’ISNB, a Bologna.

20 ricercatori da Regno Unito, Germania, Svezia, Spagna e Italia, in rappresentanza dei 9 istituti di ricerca europei che partecipano al progetto, si sono dati appuntamento a Bologna, all’ISNB, per dare il via a quella che si prospetta come una delle più vaste ricerche sul Parkinson degli ultimi anni. 

Malgrado i grandi sforzi compiuti dalla comunità medico-scientifica, l’intervento farmacologico sulla malattia di Parkinson risulta spesso tardivo e non in grado di rallentarne o bloccarne la progressione. La mancanza di bersagli terapeutici efficaci e, soprattutto, di marcatori precoci della malattia rappresentano, infatti, un limite nella cura di questa patologia.
E’ questa una delle ragioni alle origini di Propag-Ageing, che vuole approfondire proprio la conoscenza delle basi molecolari e cellulari della malattia di Parkinson e punta ad individuare:
1) marcatori precoci della malattia, che consentano di diagnosticarla  prima che la maggior parte dei neuroni dopaminergici sia compromessa;
2) marcatori prognostici, che permettano di personalizzare il trattamento;
3) nuovi bersagli molecolari “druggable”, che possano, cioè, essere oggetto di trattamento con farmaci innovativi in studi clinici futuri.

Propag-Ageing, che ha ottenuto il massimo finanziamento previsto per la sua categoria, è stato scelto, assieme ad altri 7, su 400 progetti candidati. Contribuirà al raggiungimento di uno dei macro obiettivi del programma di finanziamento della ricerca della Commissione Europea, Horizon 2020, e cioè l’innalzamento di due anni della aspettativa di vita dei cittadini europei.

L'invecchiamento è il maggior fattore di rischio per le malattie neurodegenerative come la malattia di Parkinson (che in Europa colpisce l'1 - 2% degli over 60 e il 4% degli over 85).
L’approccio che i ricercatori bolognesi hanno deciso di adottare per studiare la malattia di Parkinson è innovativo e potenzialmente rivoluzionario. Per la prima volta, infatti, questa patologia è reinterpretata in un’ottica più generale, che coinvolge l’intero processo di invecchiamento. Sebbene sia noto che l’età avanzata rappresenti uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo della malattia di Parkinson, sino ad oggi non è stata adeguatamente approfondita la relazione tra le normali modificazioni cellulari/molecolari che accompagnano l’invecchiamento fisiologico in salute e le alterazioni che caratterizzano questa patologia. Tuttavia, esistono evidenze sperimentali che indicano che invecchiamento e malattia di Parkinson condividono alcune importanti caratteristiche. Per esempio, molte persone anziane, anche se sane, subiscono un progressivo declino nelle abilità motorie. E l’analisi di preparati autoptici cerebrali derivanti da persone anziane ha evidenziato segni anatomo-patologici simili a quelli della malattia di Parkinson in più di 1/3 dei casi, pur in assenza della malattia.

Secondo il prof. Claudio Franceschi, coordinatore di Propag-Ageing, il denominatore comune tra invecchiamento e malattia di Parkinson è rappresentato da fenomeni propagatori, nei quali sia le cellule invecchiate (cellule senescenti) che quelle alterate/malate liberano sostanze che entrano nel sangue e circolano nell’organismo, stimolando una condizione infiammatoria persistente a livello sistemico, denominata inflammaging.

Assumendo che malattia di Parkinson ed invecchiamento abbiano caratteristiche comuni, come mai alcune persone si ammalano ed altre invece invecchiano in salute, raggiungendo e superando talvolta anche i 100 anni?  Per rispondere a questa domanda, Propag-Ageing si propone di confrontare persone affette da malattia di Parkinson e persone molto longeve, che hanno superato i 100 anni in buona salute, senza soffrire di malattia di Parkinson né di altre patologie neurodegenerative.
Propag–Ageing punta ad identificare proprio quei meccanismi che con l'avanzare dell'età fanno deviare l’organismo dal percorso di invecchiamento in salute, sino a consentire lo sviluppo della malattia di Parkinson.

La combinazione di un approccio concettuale innovativo e delle più avanzate tecnologie per analisi molecolari e statistiche consentirà di approfondire la conoscenza sulle basi molecolari e cellulari della malattia di Parkinson e, auspicabilmente, di identificare e caratterizzare meglio le alterazioni cellulari e molecolari che determinano il passaggio da un invecchiamento fisiologico e in salute (centenari sani) ad un invecchiamento patologico con malattia di Parkinson clinicamente evidente. 
Queste nuove conoscenze dovrebbero permettere, inoltre, di individuare nuovi bersagli molecolari che possano essere oggetto di trattamento con farmaci innovativi e/o facilitare la diagnosi e la prognosi di questa patologia.
Ciascuno dei 9 centri europei che partecipano allo studio metterà a disposizione di tutti i partner i propri dati, dando così vita alla più grande banca dati sulla malattia di Parkinson attualmente esistente.

La ricerca studierà pazienti ai quali è stata appena diagnosticata la malattia, ma che non hanno ancora iniziato alcuna terapia (pazienti de novo), e pazienti per così dire storici. Saranno oggetto di studio, inoltre, dati e campioni provenienti da due studi svedesi condotti per 10 e 35 anni su gemelli omozigoti adulti e anziani affetti dalla malattia di Parkinson, che includono sia coppie concordanti (entrambi i componenti malati) che discordanti (un componente malato e uno sano), e cervelli donati alla ricerca post mortem.

Infine, la ricerca utilizzerà le stesse metodiche impiegate sui malati di Parkinson per lo studio di un gruppo di ultracentenari e dei loro figli che non hanno mai mostrato segnali clinici di disabilità motorie, cioè persone sane che, proprio per questa ragione, rappresentano i gold standard dell'invecchiamento in salute.


I Partecipanti
IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche – Azienda USL di Bologna (coordinatore), Italia
University College of London, Regno Unito
University Medical Center of Goettingen, Germania
Servicio Andaluz de Salud, Spagna
Personal Genomics, Italia
University of Cambridge, Regno Unito
Consorzio interuniversitario Risonanze Magnetiche di Metallo Proteine, Italia
Karolinska Institutet, Svezia
Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, Italia


Horizon 2020
Horizon 2020 è il più grande programma di finanziamento  per la Ricerca e l’Innovazione promosso dalla Commissione Europea. Avviato il 1° gennaio 2014, si concluderà il 31 dicembre 2020, mettendo a disposizione di ricercatori e innovatori un finanziamento complessivo di 80 miliardi di euro.

Suddiviso in aree tematiche (tra le quali agricoltura, biotecnologie, salute, società, trasporti, alimentazione, ecc.), il programma prevede la pubblicazione, con cadenza biennale, di work program e di pacchetti  di bandi di ricerca per i quali la Commissione Europea stabilisce i temi specifici e gli obiettivi.

La malattia di Parkinson è una delle malattie neurodegenerative più frequenti del gruppo di patologie definite "Disordini del Movimento". In Italia colpisce oltre 200 mila persone over 50, soprattutto uomini, ma esistono casi rari anche tra i 30 e i 40 anni.

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